FASCICOLI Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome |
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14 Ottobre 2004 |
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PARERE AL DISEGNO DI
LEGGE FINANZIARIA 2005 Le Regioni esprimono un giudizio preoccupato e non favorevole sul disegno di Legge Finanziaria 2005, pur riconoscendo lo sforzo fatto per il fabbisogno sanitario 2005. Vi sono infatti questioni strategiche, come l’inserimento degli investimenti nel patto di stabilità e il blocco dell’utilizzo dei mutui - sempre per gli investimenti - per i soggetti che non fanno parte delle Pubbliche Amministrazioni che debbono essere affrontate e risolte diversamente. Queste questioni hanno un impatto negativo per tutte le Regioni ed in particolare per le Regioni del Sud in relazione al finanziamento dei Programmi regionali di sviluppo anche co-finanziati dall’Unione Europea. Le Regioni risultano ulteriormente penalizzate per la riduzione del Fondo per le aree sottoutilizzate; e per l’incertezza degli strumenti e l’esiguità delle risorse destinate agli incentivi alle imprese. Si aggiunga, inoltre, la non chiarezza in relazione all’aumento del 2% previsto dal disegno di legge finanziaria 2005, che per esempio per il Fondo sociale ed il Fondo per l’affitto non è di fatto assicurato. Per l’insieme di queste ragioni, la manovra per le Regioni non è sostenibile. Per la sanità rimangono problemi sostanziali irrinunciabili ancora irrisolti, a partire dal pieno finanziamento del fabbisogno 2005, che dovrebbe invece attestarsi intorno ai 90,1 miliardi di Euro e la soluzione del pieno finanziamento dei Lea, degli oneri contrattuali e dei disavanzi pregressi relativi agli IRCSS, alle aziende miste e ai policlinici universitari che per il 2004 vale circa 5,5 miliardi di euro. Le Regioni sono pronte ad un confronto serrato con il Governo e disponibili a modificare il giudizio complessivo della manovra, a fronte di alcuni cambiamenti fondamentali ed in particolare. 1 Lo stralcio dalla Finanziaria del blocco degli investimenti per una discussione complessiva sulla manovra per lo sviluppo del Sistema Paese, prevista nell’apposito collegato alla Finanziaria, affrontando le questioni poste da tutte le Regioni, ivi compresa l’abrogazione dell’art. 3 della Finanziaria 2004. A questa discussione le Regioni vogliono contribuire in maniera significativa essendo fra gli attori fondamentali dello Sviluppo. 2 Il reperimento delle risorse per il finanziamento dei LEA 2004 e dei disavanzi pregressi IRCSS e aziende miste e il pieno finanziamento per il fabbisogno sanitario 2005. 3 L’adeguato finanziamento del Fondo sociale e del Fondo per l’affitto. 4 L’accoglimento degli emendamenti allegati al presente parere. 5 Per le Regioni a statuto speciale, si sottolinea che a fronte del nuovo impianto previsto nel disegno di legge, che sembra abbandonare il vigente sistema di negoziazione bilaterale in ordine al patto di stabilità, si ritiene necessario proporre gli emendamenti allegati, al fine di ricondurre l’iniziativa legislativa statale entro i corretti ambiti costituzionali. Le Regioni ripropongono le seguenti questioni, già segnalate in fase di predisposizione del Dpef e che, pur non trattate direttamente nella legge finanziaria, rivestono un’importanza fondamentale per il sistema regionale: · attuazione art. 119 della Cost. per il federalismo fiscale. Le Regioni chiedono che venga urgentemente approvato in sede di Conferenza Unificata l’accordo Stato/Regioni/Enti Locali sui meccanismi strutturali del federalismo fiscale. Passi avanti per l’attuazione del 119 sono fondamentali anche perché il decreto 56/2000 si trova di fatto inapplicato alimentando in tal modo gravi criticità in settori fondamentali quali la spesa sanitaria; · condono fiscale (legge finanziaria 2003). Le Regioni chiedono di definire la parte di gettito derivante dal condono previsto nella finanziaria per il 2003 che attiene alla competenza regionale e attribuirlo alle Regioni in aggiunta alle quote di tributi erariali già previste dal 56/2000 e dai rispettivi Statuti delle Regioni a statuto speciale; · trasferimenti “Bassanini”. Le Regioni più volte hanno sottolineato come le risorse individuate per l’esercizio delle funzioni trasferite non sono congrue e chiedono, pertanto, il loro adeguamento finanziario; · indebitamento. Le Regioni propongono specifico emendamento per la modifica dell’articolo 3 comma 18 della Legge 350/2004 che impedisce, dal 2005, il ricorso all’indebitamento per finanziare investimenti a sostegno di soggetti esterni alla pubblica amministrazione anche se si tratti di spese già autorizzate con legge e previste nel bilancio pluriennale e /o necessarie come cofinanziamento per ottenere le risorse comunitarie e quelle comprese negli accordi Stato Regioni; · gettito manovre fiscali regionali. Le Regioni ricordano la necessità che lo Stato accrediti il gettito derivante dalle manovre fiscali aggiuntive in materia di Irap e addizionale regionale all’Irpef a partire dal 2002. Nel merito del disegno di legge finanziaria si avanzano le osservazioni riportate nell’allegato (allegato 1) Le questioni strategiche investite da tali osservazioni sono: · LIQUIDITÀ DI CASSA PER IL SISTEMA SANITARIO: Le anticipazioni sono commisurate al finanziamento del 2004 + 2% nelle more della deliberazione del CIPE, della proposta di DPCM secondo l’art. 2, comma 4 del d.lgs.56/2000 nonché della stipula dell’intesa fra Stato e Regioni. Poiché tali atti richiedono tempi non brevi il sistema sanitario per gran parte del 2005 avrà gravi carenze di liquidità che, sommandosi a quelle finora subite, allungherà i tempi medi di pagamento ai fornitori (già adesso intorno ad un anno), il contenzioso e gli oneri conseguenti. In sostanza le anticipazioni, pur previste dal ddl finanziaria, commisurate al 95% del finanziamento aggiornato non si concretizzerebbero. · INSUFFICIENZA FABBISOGNO SANITARIO 2005-2007 E ANNI PREGRESSI: Le Regioni hanno quantificato il fabbisogno sanitario per il 2005 in 90,1 miliardi. Da questa stima sono esclusi 5,5 miliardi per il 2004 relativi ai disavanzi pregressi IRCCS, Aziende miste, Policlinici universitari, nonché per la soluzione del pieno finanziamento dei LEA e degli oneri contrattuali. · PATTO DI STABILITA’: sono sottoposte al patto di stabilità anche le spese in conto capitale già limitate dalla norma della scorsa finanziaria in materia di indebitamento. Sono incluse anche i trasferimenti statali e comunitarie che hanno un andamento erratico rendendo estremamente problematico il rispetto dei nuovi vincoli e limiti stabiliti. · PUNTI CRITICI PER IL MEZZOGIORNO Il fondo per le Aree sottoutilizzate è stato praticamente dimezzato. Si è passati da una disponibilità fino ad ora indicata in 11 miliardi e 998 milioni di euro alla cifra di 6 miliardi e 500 milioni. Non viene inoltre rispettato l’impegno assunto in sede comunitaria di aumentare la spesa del 9% in conto capitale. Ulteriore questione concerne gli Incentivi alle Imprese. La cosiddetta razionalizzazione, infatti, trasformando gli incentivi in crediti agevolati, si traduce sostanzialmente in un taglio di risorse per le imprese che operano nel mezzogiorno. Inoltre bisogna sottolineare che la previsione di tale cambiamento ha congelato gli incentivi alle imprese creando una situazione di incertezza per le medesime che già adesso non investono nel Sud con danno allo sviluppo e all’occupazione. L’imposizione per il prossimo triennio di un tetto di spesa al 2% imposto alle Regioni e agli enti locali crea non pochi problemi ed ostacoli alla attuazione di programmi di intervento già avviati, quali ad esempio quelli cofinanziati dai fondi strutturali i cui procedimenti ed impegni giuridicamente vincolati dovranno essere completati ed assunti entro il 2006, pena la perdita di risorse per il Paese. Tale problema sarà maggiormente avvertito a livello degli enti territoriali del Mezzogiorno, data la mole di risorse finanziarie che sono chiamati a gestire nell’ambito del QCS 2000-2006.Con riferimento alle osservazioni effettuate vengono quindi proposti gli emendamenti riportati negli allegati (allegato 2, allegato 3 e allegato 4) in merito sia alle suddette questioni strategiche sia ad altre questioni rilevanti per gli equilibri di finanza regionale. Le Regioni a Statuto Speciale e le Province Autonome hanno proposto emendamenti, tenuto conto delle specificità dei loro Statuti (allegato 5) |
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