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periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003
presso il Tribunale Civile di Roma
Sezione Stampa n.106/2003 |
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n. 279 -
Roma, 30 aprile 2004 |
Sommario |
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Emergenza rifiuti:
apprezzamento a Bertolaso, solidarietà a Umbria |
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Si è
svolto presso la sede della Conferenza delle Regioni un
incontro fra il Capo del Dipartimento della
Protezione civile, Guido Bertolaso, e i Presidenti delle
Regioni per fare il punto sugli interventi e le azioni in corso per
superare l’emergenza rifiuti in Campania. Confermando gli impegni la
Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome ha
espresso apprezzamento per il ruolo e il lavoro svolto dal Dipartimento
della Protezione Civile, in collaborazione con le Regioni e gli enti
locali.
Il capo della Protezione
Civile, Guido Bertolaso, ha fatto un'analisi ''abbastanza articolata e
approfondita sulla questione rifiuti, assumendo l'impegno, attraverso la
disponibilità delle Regioni, a proseguire nella soluzione delle emergenze
ed affrontare in modo più strutturale il problema in Campania''. Cosi' ha
sintetizzato il presidente della Conferenza delle Regioni,
Enzo
Ghigo
''C'e' un'intesa che
riguarda tutte le Regioni di cui e' garante il governo''. A
ricordarlo, a proposito dell'emergenza dei rifiuti in Campania, e' il
vicepresidente della Conferenza delle regioni,
Vasco Errani.
''Deve quindi andare avanti - ha detto - il piano predisposto dalla
protezione Civile''
La Conferenza dei Presidenti
delle Regioni ha anche approvato un
ordine del giorno che fa riferimento
all’indagine giudiziaria avviata dalla Procura di Orvieto in merito allo
smaltimento di rifiuti provenienti dalla Regione Campania e conferiti
nella discarica Le Crete di Orvieto.
"Fermo
restando il doveroso rispetto per l’attività dell’ Autorità giudiziarie -
si legge nell'ordine del giorno - la Conferenza esprime alla
Presidente della Regione Umbria e all’Assessore Monelli la propria
solidarietà, confidando in una rapida e positiva soluzione della vicenda".
La
Regione Umbria è stata infatti tra le prime Regioni a rispondere
positivamente alla forte richiesta di solidarietà che la Regione Campania
ha avanzato per poter far fronte alla grave emergenza rifiuti, stabilendo
tramite atti pubblici e trasparenti un positivo rapporto su questo terreno
fin dall’anno 2000, in occasione della firma del primo “Accordo”,
movendosi sulla scia di quel federalismo responsabile e solidale oggi
richiamato dallo stesso Governo nazionale.
Il senso
di solidarietà - conclude l'ordine del giorno - che ha ispirato
l’atteggiamento della Regione Umbria volto a dare il proprio contributo
per risolvere una emergenza che aveva colpito la Regione Campania,
emergenza peraltro non ancora risolta, si inquadra in quello spirito di
leale collaborazione che deve ispirare i rapporti fra le Regioni e fra
esse e lo Stato che rimane un valido punto di riferimento dell’azione
delle Istituzioni.
(red) |
Regioni ed enti locali :
confronto su DPEF e accelerare federalismo fiscale |
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Regioni ed enti locali sono tornati ai
tavoli istituzionali della Conferenza Unificata e della Conferenza
Stato-Regioni, ma
prima dell'inizio dei lavori consegnano al Governo un "Documento
unitario" che rileva lo stato di crisi della concertazione
istituzionale che ha impedito negli ultimi mesi il confronto
politico-istituzionale, ma ribadisce la centralità delle Conferenze quali
sedi necessarie del raccordo e della concertazione basati sul principio di
leale collaborazione tra tutti i livelli di Governo.
Regioni, Comuni, Province e comunità montane hanno ritenuto con senso di
responsabilità di riprendere il confronto, pur nella consapevolezza delle
permanenti difficoltà e dei problemi non ancora risolti: Conferenza
Regioni, Anci, Upi ed Uncem chiedono però che nella prossima Conferenza
Unificata si apra un immediato confronto sulla predisposizione delle linee
del prossimo DPEF e si approvi l’Accordo sui meccanismi strutturali del
federalismo fiscale (di cui all’art. 3, comma 1, lett.a della legge
27 dicembre 2002, n. 289) già definito tra Regioni ed Enti locali e
consegnato nella seduta della Conferenza Unificata del 12 giugno 2003.
Al riguardo regioni ed enti locali - si legge inoltre nel documento - non
condividono ipotesi di inserimento nella riforma costituzionale di
disposizioni volte a stabilire regimi finanziari transitori, che sarebbero
inevitabilmente destinati a protrarre per un ulteriore ed indefinito
lasso di tempo la necessaria ed effettiva attuazione dell’art. 119 della
Costituzione nella sua interezza.
Regioni, Province, Comuni e Comunità montane ritengono, infine, non più
rinviabile una riforma legislativa che adegui il ruolo ed il funzionamento
delle Conferenze al mutato quadro costituzionale.
''Abbiamo voluto, nonostante le
vertenze ancora aperte con il governo non siano ancora materialmente
concluse, dare una dimostrazione di maturita' istituzionale e per questo
parteciperemo alle conferenze Stato-regioni unificate affrontando circa 80
punti all'ordine del giorno, tutti importanti per la vita del paese''. Lo
ha detto il presidente della Conferenza delle regioni,
Enzo
Ghigo. ''Ci auguriamo che la concertazione istituzionale riprenda - ha
aggiunto - anche a fronte di questo gesto che le Regioni e gli Enti locali
hanno assunto nel riprendere il rapporto nella sede opportuna degli
incontri con il governo''
Il Ministro per gli affari Regionali,
Enrico
la Loggia ha espresso soddisfazione per la ripresa del confronto
istituzionale.
(red) |
Verso il "caro-ombrelloni"?
Regioni lanciano allarme |
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Le
Regioni italiane si sono attivate -
proponendo uno specifico documento all'attenzione della Conferenza dei
Presidenti delle regioni (documento che è stato consegnato anche nel corso
di un'Audizione parlamentare alla commissione Finanze della camera)
contro l'annunciato aumento del 300% dei canoni demaniali per
gli stabilimenti balneari.
La Regione Liguria, con gli assessori all'ambiente
Franco Orsi e al turismo Gianni Plinio (rispettivamente i coordinatori nazionali
per il demanio marittimo e per il turismo). La Finanziaria ha
sospeso l'aumento fino al 30 giugno, prevedendo che andrà in
vigore qualora il Governo non individui una soluzione diversa
che garantisca parità di gettito fiscale. La delegazione ligure
chiede invece una nuova sospensione del termine e propone misure
fiscali di incentivo per il settore.
''Un aumento così indiscriminato ed elevato è insostenibile
per le imprese balneari e sarebbe un colpo durissimo a tutta
l'economia del turismo'', spiega Plinio. ''Ad essere penalizzate
sono le Regioni virtuose come la Liguria che hanno classificato
gli stabilimenti balneari e che fanno pagare il canone a tutti''
gli fa eco l'assessore Orsi.
''Alla Commissione
parlamentare competente - conclude Orsi - chiedendo un rinvio
del termine del 30 giugno e portando proposte concrete anche
sulla necessità di modificare l'aliquota IVA pagata dai
balneatori (oggi al 20%) che va riportata a quanto grava sul
resto del settore turistico, ossia al 10%''.(ANSA).
"La stangata - ha avvertito l'assessore
al bilancio della regione Toscana, Marco Montemagni
- colpira' un' intera categoria e inevitabilmente andra' a riversarsi
sulle tariffe e, quindi, su turisti e clienti''.
Anche l'assessore al turismo,
della Regione Marche
Lidio Rocchi, che,
con i colleghi delle altre Regioni, ha chiesto al Governo lo slittamento,
al 2005, della rivalutazione dei canoni delle concessioni demaniali
marittime - ha sollecitato ''una maggiore perequazione delle riscossioni,
che devono basarsi su dati certi, in termini di consistenza e gettito,
attualmente non disponibili o comunque non puntualmente definiti dallo
Stato''. L'assessore ha poi sottolineato ''la posizione responsabile delle
associazioni di categoria, che si sono rese disponibili a concordare
soluzioni ponderate e ragionevoli, in un quadro di collaborazione e
concertazione''. ''Se il Governo respingerà le proposte di mediazione
delle Regioni, facendo scattare l' aumento del 300% - ha concluso
l'assessore - si rischia di mettere in ginocchio l' intero comparto, con
gravi danni al turismo delle Marche e dell' intero Paese''.
"Per quanto concerne gli aspetti economici -
si legge nel Documento approvato dalle Regioni
- il previsto aumento dei canoni è basato sul
presupposto, da un lato, che i proventi dei beni demaniali non siano
commisurati al valore effettivo dei beni oggetto di concessione e,
dall’altro, che le Regioni abbiano applicato indistintamente su tutto il
territorio di loro pertinenza la misura unitaria più bassa, corrispondente
per le concessioni con finalità turistico ricreativa alla categoria C. Un
concetto, quest'ultimo, non del tutto esatto: pur
essendo la maggioranza delle aree demaniali marittime classificate nella
categoria C, non tutte le Regioni hanno operato questa scelta: in alcune
Regioni infatti vige una classificazione differente (basti ricordare
Liguria e Sardegna) e l’aumento indiscriminato avrebbe effetti punitivi
per quelle regioni che hanno provveduto alla riclassificazione, con
conseguente aumento di gettito già conseguito per le casse dello Stato.
per quanto rigiarda poi ll’efficacia complessiva della disposizione, si
rileva come l’aumento previsto dal D.L. 269/2003 colpisca in modo che le
Regioni giudicano “indifferenziato” tutti gli utilizzi del demanio
marittimo ad usi turistico-ricreativi. Un aumento del genere creerebbe non
poche difficoltà agli operatori di un settore che occupa una parte non
secondaria nella produzione del reddito di molte Regioni. La dimensione
dell’aumento che quadruplica gli attuali canoni – sottolineano nel loro
documento le Regioni - creerà difficoltà economiche per molti operatori
e, senza dubbio, avrà ricadute sulle tariffe dei servizi agli utenti e, in
ultimo, sui bilanci delle famiglie.
Si tratta inoltre di una misura che, essendo applicata in maniera
indiscriminata, non aiuta certamente le nostre imprese turistiche
(considerate come sistema composto dagli stabilimenti balneari, dalle
strutture ricettive e da quelle commerciali della ristorazione delle
località turistiche) in un periodo di crisi come l’attuale. Va poi
considerato che esistono problemi irrisolti a livello di rapporti
istituzionali, in relazione all’esiguità dei fondi devoluti alle Regioni
per lo svolgimento delle funzioni conferite in materia di demanio
marittimo. Per questi motivi i rappresentanti delle Regioni hanno ribadito
nel loro documento la questione della ripartizione dei proventi del canone
di concessione, oggi di esclusiva spettanza dello Stato e, secondo le
Regioni, "appare
congrua un’ipotesi che preveda la destinazione allo Stato – finalizzata al
funzionamento del Sistema Informativo del Demanio – di una quota pari al
15% dei proventi delle concessioni demaniali, trasferendo la somma
restante alle Regioni".
Per affrontare questi
problemi le Regioni sostengono che le rivalutazioni dei canoni dovrebbero
essere frutto di un tavolo di lavoro cui necessariamente partecipino le
Regioni e sarebbe quindi ragionevole uno slittamento all’anno 2005 della
rivalutazione dei canoni (o almeno una consistente riduzione del loro
incremento nell’attuale annualità). E gli operatori sembrano condividere
le preoccupazioni delle Regioni. Riccardo
Scarselli Presidente del Sindacato Italiano
Balneari (Sib) che rappresenta circa 10.000 stabilimenti
balneari e aderisce alla FIPE/Confcommercio, afferma : "le Regioni hanno
fatto propria la proposta del Sib. ''Le tesi avanzate dalle - rileva una
nota - coincidono perfettamente con le nostre richieste. Al tavolo
di lavoro per la rideterminazione dei canoni demaniali marittimi devono,
necessariamente, partecipare anche le Associazioni di categoria sia
perche' direttamente coinvolte, sia perche' le uniche a conoscere le
diverse realta' territoriali''.
(sm)
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Regioni su principi
fondamentali SSN |
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La Conferenza dei Presidenti delle Regioni
e delle Province autonome ha espresso parere favorevole sullo schema di
disegno di legge:
“Principi fondamentali in materia di servizio
sanitario nazionale”, ma condizionato
all’accoglimento di alcune proposte.
In
sintesi le Regioni condividono la necessità di un rafforzamento e di un
ulteriore sviluppo della funzione di governo clinico nelle Aziende
sanitarie ed in quelle Ospedaliere. Tutto ciò anche attraverso forme più
incisive di partecipazione di tutti gli operatori, secondo le loro
specifiche competenze e responsabilità, all’elaborazione ed attuazione
delle strategie aziendali.
Per affrontare tali problematiche in modo condiviso si propone la stipula
di una intesa ai sensi del comma 6 dell'articolo 8 della legge 131/2003
tra Governo e Regioni in sede di Conferenza Stato Regioni. In quella sede
si potranno meglio declinare le problematiche del governo clinico anche al
fine di garantire la qualità e l'appropriatezza delle prestazioni.
Con lo stesso strumento potranno definirsi le eventuali indicazioni
condivisibili relative alla professionalità dei dirigenti sanitari delle
strutture accreditate.
Per
quanto attiene alle modalità di scelta da parte del Direttore Generale dei
dirigenti di struttura complessa, l'età pensionabile dei dirigenti e le
norme per i docenti universitari, si propongono emendamenti al testo del
disegno di legge. Ad esempio che le aziende sanitarie, per particolari
esigenze assistenziali, possono trattenere in servizio, anche di anno in
anno, previo assenso dell'interessato, i direttori di struttura complessa
fino al compimento del settantesimo anno di età.
(gs) |
Sport: più facile la vita per società dilettantistiche |
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La
Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome nella
seduta del 29 aprile 2004 ha preso atto con soddisfazione che la Camera
dei deputati,ha approvato in forma quasi unanime, un emendamento al testo
di conversione del Decreto legge 22 marzo 2004, n. 72 di modifica
dell’art. 90 della legge 289/2002 in materia di
società
e associazioni sportive dilettantistiche.
Con
questo emendamento -
sottolineano le Regioni in un ordine del Giorno- si risolvono i
problemi sulle competenze in materia di Ordinamento sportivo così come
definite all’articolo 117 della Costituzione, dando risposte adeguate
anche alle questioni poste alla Corte Costituzionale.
Le
proposte approvate – prosegue l’ordine del giorno della Conferenza -
rendono pienamente attuabili le norme previste dalla legge e semplificano
le procedure per le società e associazioni sportive dilettantistiche.
Un
giudizio positivo riguarda la collaborazione fra il Ministero per i beni e
le attività culturali, il Ministero per gli affari regionali e la
Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome.
Il
documento termina con l’auspicio che il Senato approvi il testo così come
pervenuto dalla Camera.
(red) |
Via libera nuovi farmaci e ad Agenzia nazionale per il farmaco |
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La Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, dopo
aver sottolineato in un documento che "si è in attesa di una più
approfondita valutazione sull’andamento della spesa farmaceutica dei primi
mesi del 2004 da parte dell’Osservatorio Sui Medicinali" ha ritenuto
necessario procedere ad un approfondimento di natura tecnica su alcuni dei
medicinali previsti all’Odg
della Conferenza Stato-Regioni del 29
aprile 2004.
La
Conferenza dei Presidenti ha comunque espresso
parere favorevole sui farmaci che
rispondono almeno ad uno dei seguenti principi:
farmaci
generici;
farmaci innovativi senza duplicazione; farmaci utilizzati in
terapia oncologica;
farmaci di fascia H;farmaci che possono essere ammessi alle
liste di trasparenza.
Per quanto attiene gli altri farmaci iscritti all’ordine del giorno tra i
quali quelli che presentano modifiche di confezione e i farmaci copia, la
Conferenza ha ritenuto di sospendere l’espressione del parere e di
rinviare ad un successivo approfondimento tecnico la valutazione
dell’impatto economico, in considerazione del fatto che trattasi di
farmaci che hanno alternative terapeutiche. Inoltre il tavolo tecnico
dovrà provvedere a verifica della congruità del prezzo al variare delle
confezioni per dosaggio ed unità posologiche.
'Siamo di fronte ad un aumento ingiustificato della spesa farmaceutica,
soprattutto nel mese di marzo, che ora, in realta', tende a scendere un
po'. Questo, ovviamente, ci impone di prendere dei provvedimenti di
contenimento e quello appena preso e' uno, ma altri ne seguiranno''. Cosi'
il ministro della Salute,
Girolamo Sirchia -
che ha tra l'altro ricordato che sono in arrivo Duecento milioni di euro
per le regioni per
opere di edilizia sanitaria
- si e' espresso in merito al parere favorevole, dato in Conferenza
Stato-regioni, al documento dei Presidenti delle Regioni sui nuovi farmaci
che autorizza l'immissione sul mercato di 112 nuovi medicinali su oltre
130 per i quali era stata avviata la richiesta.
''Abbiamo ammesso i farmaci
innovativi sul piano scientifico -
ha spiegato Gava -
e quelli che sono in grado di produrre risparmi sul piano economico''. Per
i farmaci 'fotocopia' di quelli gia' esistenti e' stato sospeso il
giudizio in attesa di capire come mai nel marzo scorso c'e' stata
un'impennata della spesa farmaceutica.
Federgenerici
saluta con soddisfazione il via libera in Conferenza
Stato-Regioni del
provvedimento per l'arrivo di nuovi farmaci generici in Italia. Tale
scelta, secondo l'associazione, permetterà alle Regioni di realizzare
ingenti risparmi da utilizzare per il miglioramento del Ssn e dei servizi
assicurati ai propri cittadini. ''Ormai da quasi tre mesi þ afferma
Ciranna presidente di Federgenerici - era bloccato, in sede di Conferenza
Stato-Regioni e nonostante avesse gia avuto l'approvazione dal comitato
tecnico regionale, un pacchetto di farmaci generici che non riusciva ad
ottenere l'approvazione 'politica' ed il conseguente inserimento nelle
liste di trasparenza redatte dal competente Ministero della Salute''.
Questa situazione, secondo i produttori, stava causando un danno ingente
alle casse del Ssn, basti pensare che tra tali prodotti ci sono due tra le
20 specialita' piu' prescritte nel corso del 2003 in Italia. E' stato
calcolato che ogni giorno che separa lþingresso di questi prodotti dal
prontuario farmaceutico nazionale determina una perdita, per il Ssn,
intorno ai 300 mila Euro.
Via libera anche per la nuova
Agenzia italiana per il farmaco,
per la quale sono arrivate le nomine del consiglio di
amministrazione, e che e' stata istituita con il maxi decreto legge
associato alla Finanziaria 2004. La nuova struttura si dovra' occupare a
360 gradi delle politiche riguardanti il farmaco. Questa nuova
istituzione sara' preposta a svolgere la maggior parte delle funzioni
finora svolte dalla Direzione Generale del Farmaco e sarà organizzata in
strutture amministrative e tecnico-scientifiche. Sara'
Antonella Cinque,
attuale dirigente di dipartimento al ministero della Salute, il futuro
presidente dell'Agenzia nazionale del farmaco. Il suo nome e' stato
proposto dal ministro della Salute, Girolamo Sirchia, alla Conferenza
Stato-Regioni ottenendo il parere favorevole dei Presidenti delle Regioni.
Per il Cda dell'agenzia la Conferenza delle Regioni ha indicato due
consiglieri:
Enrico Rossi (nella foto), assessore alla Sanita'
della Regione Toscana, e Romano Colozzi,
assessore al Bilancio della Regione Lombardia e presidente del Comitato di
settore per le Regioni. Spetta adesso al ministro della Salute indicare i
nomi di altri due consiglieri (secondo
quanto anticipato da
Il Sole 24 ore si tratterebbe di Roberto Iadicicco, direttore
della comunicazione del Ministero e di Guido Rasi dell'Istituto superiore
di sanità). Il nuovo direttore generale dell'Agenzia e' Nello Martini,
attuale dirigente del dipartimento farmaci del Ministero della Salute.
(red) |
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editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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Direttore responsabile: Marco Tumiati
In redazione: Stefano Mirabelli; Giuseppe Schifini
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