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Sommario |
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Vito De Filippo (Margherita) -
attuale Presidente del Consiglio regionale della Basilicata - è
ufficialmente il candidato del centrosinistra alla presidenza della
Giunta regionale nelle prossime elezioni.Lo hanno deciso i segretari dei
dieci partiti della coalizione: Ds, Margherita, Sdi, Verdi, Pdci, Prc,
Italia dei valori, Liberaldemocratici, Repubblicani europei e Psdi. La decisione di candidare De Filippo e' stata presa dopo aver valutato ''positivamente la ritrovata sintonia ed unita' della 'Gad' nazionale. La coalizione - e' scritto in una nota - si impegna a dare continuita' e ad irrobustire i caratteri innovativi e l' azione riformatrice dei governi del centrosinistra lucano''. Nei prossimi giorni, Grande alleanza democratica lucana e De Filippo ''insedieranno una commissione programmatica che definira', anche attraverso confronti con i soggetti e i movimenti sociali e con le forze economiche regionali, contenuti e strumenti adeguati ad attivare le necessarie riforme politiche sociali e a garantire momenti di verifica democratica''. Frattanto domattina, sabato 15 gennaio, alle 11.00 Marco Pannella (nella foto) terrà una conferenza stampa per fare il punto e rilanciare la decisione di proporre ad uno dei due Poli, Cdl e Gad, la proposta di un'alleanza politico-elettorale "per ottenere - si legge nella nota - un rientro nella legalita' costituzionale e democratica delle prossime elezioni politiche regionali che, altrimenti, ripeterebbero caratteristiche gravissime di nullita' e di illegittimita' di gravita' senza precedenti, pur nella degradata realtà italiana; e ribadire il perche' in tal caso, i Radicali potrebbero ricreare le condizioni per le quali sarebbe possibile agli elettori, ove lo volessero, di ovunque votarli con pienezza di effetti politici e non solamente come testimonianza di forza civile e morale". Continua poi il "botta e risposta" in Lombardia: ''Buon viaggio''. Così il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni risponde alla Lega Nord che ribadisce la sua volontà di candidare il ministro Roberto Maroni alle elezioni regionali. ''E' esattamente quello che avevo detto io e solo io -aggiunge Formigoni durante una visita istituzionale a Cremona- cioè che la Lega ha deciso da tempo di andare da sola. Qui in Lombardia, con questa Lega non abbiamo bisogno di stare insieme per vincere''. Dunque ancora riflettori accesi sulle elezioni regionali. I quotidiani, fra l'altro, si concentrano sul "caso Lombardia" ma anche su altri aspetti come il rapporto fra Ds e Margherita e l'avvio piacentino della campagna elettorale del Presidente Errani. Segnaliamo, fra gli altri: Sole 24 Ore: Liste personali, Formigoni insiste sulla deroga; Corsera:Caso Formigoni, ora si tratta sui candidati; Corsera: Il presidente: non mollo. Da CI inviti alla cautela «Va evitata una rottura»; Corsera:In gioco il posto di Romani eterno rivale del governatore; Sole 24 Ore: I fondi elettorali dividono Ds e Margherita; Repubblica: Ds e Margherita ai ferri corti e ora si spacca Rifondazione; Repubblica: Sotto l'arancione mister nessuno; Repubblica: Una lista civica per la Bresso; Libertà: Il presidente Errani comincia da Piacenza l'ascolto elettorale (estratti dalla rassegna stampa: parte 1 e parte 2). (red) |
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In
un documento consegnato al Governo nella Conferenza Stato-Regioni,le
Regioni si sono espresse sulla Proposta di accordo tra il
Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sulla
determinazione del numero globale di medici specialisti da formare nelle
scuole di specializzazione nell’anno accademico 2004 – 2005. Dopo aver
preso atto
della decurtazione delle risorse da destinare alle borse di studio e
dopo aver rimarcato
lo scostamento fra le esigenze regionali previste nell’Accordo
Stato-Regioni del 28 ottobre 2004 e le risorse concretamente
disponibili, i Presidenti delle Regioni hanno sollecitato la convocazione di un
Tavolo politico già richiesto dal presidente della Conferenza dei
Presidenti con nota del 10 novembre 2004. Inoltre hanno richiesto al Ministero
dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Scientifica garanzie
precise sul rispetto delle priorità delle Regioni, espresse nell’Accordo
in oggetto relativo sia alle tre specializzazioni che alle indicazioni
ritenute irrinunciabili da ciascuna Regione per il funzionamento del SSN. |
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I consiglieri regionali del Lazio non
saranno più 60, ma 70. E’ questa la novità rilevante della
Legge elettorale
varata dall’Assemblea di via della Pisana, sulla base di un testo
sottoscritto dai capigruppo della maggioranza Francesco Maria Giro
(Forza Italia), Luigi Celori (AN), Francesco Simeone (UDC) e Maria
Annunziata Luna (Lista Storace). Dei 70 consiglieri, numero che peraltro era già stato introdotto nel nuovo Statuto della Regione Lazio, 56 saranno eletti sulla base delle liste circoscrizionali concorrenti e 14 con sistema maggioritario, insieme al Presidente della Regione, sulla base di liste regionali (listino). In ogni gruppo di liste nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati. La lista regionale è composta in modo che ci sia almeno un candidato residente per ciascuna delle province della regione e che entrambi i sessi siano rappresentati in pari misura. La legge introduce anche l’ineleggibilità a Presidente della Regione e a consigliere regionale per i Presidenti delle Province della regione e per i Sindaci dei comuni capoluogo di provincia della regione. La legge elettorale, oltre a regolamentare alcuni aspetti tecnici delle elezioni, che si svolgeranno il 3 aprile, conferma anche che “il Presidente della Regione, ai sensi dell’articolo 40 dello Statuto, è eletto a suffragio universale e diretto, in concomitanza con il rinnovo del Consiglio regionale”. Inoltre, sono candidati alla Presidenza della Regione i capilista delle liste regionali. E’ proclamato eletto Presidente della Regione il candidato che ha conseguito il maggior numero di voti validi in ambito regionale. Il Presidente eletto è membro del Consiglio regionale, come anche il candidato alla carica di Presidente che ha conseguito un numero di voti validi immediatamente inferiore a quello del candidato proclamato eletto Presidente. In apertura di seduta, l’Assessore agli Affari istituzionali Donato Robilotta (Nuovo Psi) ha spiegato come la legge elettorale sia strettamente connessa al nuovo Statuto della Regione Lazio: “in definitiva –ha detto- il sistema elettorale resta invariato”. Secondo Francesco De Angelis (Ds), “il listino andava fatto a otto, non a quattordici. Avremmo anche preferito un dibattito più approfondito –ha aggiunto- subito dopo l’approvazione dello Statuto, ma non ci sono pregiudiziali ad approvare il testo”. Salvatore Bonadonna (Prc) ha chiesto di riaprire la discussione sulla legge elettorale ed ha lamentato le modalità con cui il testo è stato portato in Aula, “un’Aula nella quale già si è verificato l’episodio della votazione annullata e ripetuta sullo Statuto”. Bonadonna ha anche richiamato il problema della rappresentanza delle donne e delle province nel futuro Consiglio regionale. Bruno Astorre (Margherita) ha dichiarato la propria disponibilità a votare la legge, ma non con il listino a 14. Hanno motivato il loro voto contrario Alessio D’Amato (PDCI), Angelo Bonelli (Verdi), Giovanni Hermanin (Margherita) e Romolo Rea (PRC). Ha replicato il Presidente della Giunta Francesco Storace: “il listino non è un problema della Casa delle Libertà, non litigheremo su questo. Un dato positivo c’è: questa non è una legge liberticida, c’è stato un dialogo con l’opposizione. C’è un dato temporale”. Storace ha difeso la scelta del listino che garantisce il 20 per cento di premio di maggioranza: “Su questa legge non c’è schieramento ideologico, anche in altre Regioni, governate dal centro-sinistra o dal centro-destra, c’è il listino: nessuno dice che il listino è una ‘schifezza’. A me non interessa lo sbarramento nei confronti dei partiti più piccoli. Non abbiamo usato la legge elettorale per la nostra convenienza. Importante è invece avere garantito la rappresentanza delle province e delle donne, un risultato questo che andrebbe rivendicato sia dalla maggioranza sia dall’opposizione. Non sciupiamo un’intesa importante per la questione del listino, eleviamo la dignità di tutti noi. Anche oggi la Regione Lazio fa un buon servizio ai propri cittadini”. Posta ai voti, la legge è stata approvata con i voti della maggioranza (35 voti a favore e 14 contrari). (red) |
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Le Regioni hanno
espresso il loro parere, in sede di Conferenza
Stato-Regioni, è stato trattato anche lo "Schema
di linee guida per i controlli sulla etichettatura delle carni bovine
e hanno consegnato il
seguente documento da parte della Conferenza delle
Regioni: (red) |
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La Conferenza dei
Presidenti delle Regioni ha approvato
le
Linee guida di
regolamento regionale dell'informazione scientifica sul
farmaco
predisposto dal Coordinamento, riservandosi di portare
eventuali osservazioni all’attenzione dei Presidenti
entro la prossima seduta.
Secondo
tali linee guida le
Aziende farmaceutiche che intendono svolgere attività di
informazione scientifica sui farmaci nella (Regione o
Provincia Autonoma), dovranno comunicare alla stessa
tutti i riferimento e la data di inizio attività dei propri
informatori scientifici (ISF), specificando l’eventuale
area terapeutica che essi rappresentano e 1'ambito
territoriale in cui svolgono la loro attività
(specificare l’ambito provinciale e/o di ASL e/o Azianda
ospedaliera). Gli Informatori
dovranno essere dotati di tesserino di riconoscimento
(foto compresa), che che riporti i dati personali,
logo e nome
dell'Azienda farmaceutica; e l'area
terapeutica nella quale l’Informatore opera.
Detto
tesserino sarà fornito dalle rispettive Aziende
farmaceutiche e vidimato dalla Regione o Provincia
Autonoma. Lo
svolgimento dell'attività degli Informatori all'interno delle
strutture del Servizio sanitario regionale sarà assicurato e agevolato dalle
Direzioni delle suddette strutture attraverso
1'individuazione di locali idonei (esempio sala medici,
biblioteca di reparto, studio del medico) in fasce
orarie concordate. |
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Le Regioni - vista la
Sentenza della Corte Costituzionale n. 424/2004 che riconosce
l'illegittimità costituzionale dell'art. 4, comma 204, della legge 24
dicembre 2003, n. 350 (Finanziaria 2004) - hanno espresso soddisfazione
per il riconoscimento dell'autonomia regionale in tema di "ordinamento
sportivo". |
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