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Ecco
il testo - inviato ai Presidenti
di Camera e Senato - delle indicazioni delle Regioni sulla riforma
costituzionale che configura un futuro Senato federale:"Osservazioni
e proposte
al ddl 2544 di riforma della parte II della costituzione
Disegno di legge Costituzionale recante modificazioni degli articoli 55,
56, 57, 58, 59, 60, 64, 65, 67, 69, 70, 71, 72, 80, 81, 83, 85, 86, 87,
88, 89, 91, 92, 93, 94, 95, 96, 104, 114, 116, 117, 126, 127, 135 e 138
della Costituzione".
I
Presidenti delle Regioni e delle Province autonome confermano le
preoccupazioni in ordine ai rischi di conflitti e confusione
istituzionale.
Auspicano
che la positiva apertura di un confronto di idee con i Presidenti del
Senato e della Camera e con i Capigruppo della maggioranza e
dell'opposizione nel Senato consenta di trovare utilmente spazi di
dialogo costruttivo e di modifica del testo in direzione di un sistema
istituzionale più organico, coerente e funzionale.
In questa
prospettiva, pur mantenendo diversità di opinioni su alcuni aspetti del
progetto ad esempio, in riferimento alla devoluzione, condividono
unanimemente le seguenti osservazioni e proposte:
a) in
relazione alla composizione del Senato federale
I
Presidenti hanno sostenuto e auspicano l'introduzione di un criterio di
contestualità tra elezioni dei senatori ed elezioni regionali, quale
elemento per introdurre una nuova sinergia tra tempi, logiche e dinamiche
tra Senato e istanze regionali, da un lato, e tempi, logiche e dinamiche
tra Camera e Governo (Primo Ministro), dall'altro.
Nel testo
approvato, tuttavia, la contestualità risulta in una forma "affievolita",
in base alla quale, in caso di scioglimento di un Consiglio regionale,
mantenendo irremovibile la durata del mandato dei Senatori, si procede
invece ad un adeguamento della successiva legislatura regionale ai tempi
di scadenza del Senato, configurando così la possibilità di legislature
brevi o brevissime. In questi termini si incide negativamente sulla
stabilità e sulla governabilità delle Regioni.
In
secondo luogo, i Presidenti ritengono utile separare l'elezione dei
Consigli regionali e del Senato dalla elezione della Camera.
b) in
relazione alla formazione delle leggi
Nel testo
all'esame del Senato, il sistema di formazione delle leggi -si basa su una
complessa tripartizione di fonti (leggi a prevalenza della Camera; leggi a
prevalenza del Senato; leggi bicamerali), collegata ad una complessa
tripartizione di competenze (esclusive dello Stato; concorrenti; aspetti
fondamentali di attuazione della Costituzione), destinata a complicarsi
ulteriormente per effetto dell'inserimento della "devoluzione". Si tratta
di un sistema macchinoso e intricato, destinato inevitabilmente a sommare
alla conflittualità esistente tra Stato e Regioni, una inedita
conflittualità tra gli stessi Rami del Parlamento.
In questa
preoccupazione di armonia del sistema, si propone di semplificare le
procedure nella seguente direzione:
Articolo
12
"Art.70
La
Camera dei deputati esamina i disegni di legge concernenti le materie non
comprese nel comma secondo del presente articolo.
Dopo l'approvazione da parte della Camera dei deputati, tali disegni di
legge sono trasmessi al Senato federale della Repubblica. Il Senato, su
richiesta della maggioranza dei propri componenti formulata entro dieci
giorni dalla trasmissione, esamina il disegno di legge. Entro i trenta
giorni successivi il Senato delibera e può proporre modifiche sulle quali
la Camera dei deputati decide in via definitiva. I termini sono ridotti
alla metà per i disegni di legge di conversione dei decreti legge. Qualora
il Senato federale della Repubblica non proponga modifiche entro i termini
previsti, la legge è promulgata ai sensi degli articoli 73 e 74.
La
funzione legislativa dello Stato è esercitata collettivamente dalle due
camere per l'esame dei disegni di legge concernenti le materie di cui
all'articolo 117, comma terzo, la perequazione delle risorse finanziarie,
le funzioni fondamentali di comuni, province e città metropolitane, i
livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e
sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, le
leggi di coordinamento di cui all'art. 118, comma terzo, nonché il sistema
di elezione della Camera dei deputati e del Senato federale della
Repubblica. Tali disegni di legge sono presentati al Senato federale e
devono essere approvati, nell'identico testo, dalle due Camere.”
c)
in relazione all'interesse nazionale
I
Presidenti comprendono e condividono le preoccupazioni sollevate nel
dibattito politico-costituzionale in relazione al tema dell'interesse
nazionale, quale esigenza di fondo di tutela di un nucleo essenziale di
unitarietà del sistema.
Ritengono
tuttavia non corretto che questa preoccupazione possa tradursi in una
impropria censura su singole leggi approvate da Consigli regionali, sulla
base di valutazioni di merito, di natura squisitamente politica. In questo
senso, il coinvolgimento del Senato rischia di trasformare questa Camera
da centro di armonizzazione delle istanze regionali in controllore
contrapposto alle Regioni.
Con
queste preoccupazioni e con obbiettivi di armonizzazione complessiva del
sistema, si propone la seguente formulazione:
articolo
34
Dopo il
comma quarto, dell’art. 117 della Costituzione, è inserito il seguente:
"A
tutela dell'interesse nazionale e dell'unitarietà giuridica o economica
della Repubblica, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e di leale
collaborazione, leggi approvate dalle due Camere, a maggioranza assoluta
dei componenti, stabiliscono i principi generali che garantiscono il
coordinamento e l'armonizzazione tra la legislazione regionale e quella
statale."
Disposizione transitoria:
"Fino
all'entrata in vigore delle leggi di armonizzazione di cui al comma quinto
dell'art.117, la legislazione regionale nelle materie di cui al quarto
comma, precedentemente incluse nelle competenze concorrenti, opera
nell'ambito dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato"
d) in
relazione alla istituzione di nuove Regioni
I
Presidenti esprimono netta contrarietà ad un meccanismo che, derogando
alle procedure di garanzia stabilite dal primo comma dell'art.132 della
Costituzione, apra la prospettiva di una frantumazione delle Regioni
esistenti, tra l'altro escludendo da ogni consultazione le popolazioni dei
territori non soggetti a distacco, considerate non interessate persino nei
casi in cui il distacco stesso riguardasse parti assai rilevanti nella
essenziale configurazione territoriale della Regione.
e) in
relazione all'autonomia finanziaria
I
Presidenti delle Regioni auspicano ed operano per la più rapida attuazione
dei meccanismi di federalismo fiscale e di perequazione previsti dall'art.119
della Costituzione. Esprimono pertanto non condivisione ad ipotesi di
inserimento nella riforma costituzionale di disposizioni volte a stabilire
regimi finanziari transitori, che sarebbero inevitabilmente destinati a
protrarre per un ulteriore, indefinito lasso di tempo la necessaria
effettiva attuazione dell'articolo stesso. (red)
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Esprime un ringraziamento per la sollecitudine con cui ha risposto alla
nostra lettera''
anche il Presidente della Conferenza delle Regioni,
Enzo Ghigo, appresa
la notizia dell'importante missiva: ''nella lettera del presidente Pera c'e'
una condivisione sia sui contenuti, sia sul metodo, che non possiamo non
apprezzare''. Un giudizio condiviso anche da Vasco Errani: "Ringrazio il
Presidente del Senato
Marcello Pera per la risposta e spero che la sensibilità da lui mostrata
aiuti concretamente ad aprire una fase nuova e positiva del rapporto tra
Regioni, autonomie e Stato'', ha dichiarato il
Vicepresidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani all'AdnKronos.
Pera ha inviato al presidente Ghigo, quindi alla Conferenza delle
Regioni, una risposta al documento presentato
dai ''Presidenti di regione'' e inviato ai presidenti di Camera e Senato con le
osservazioni e le proposte al testo di riforma costituzionale.
''Grazie a Pera per l'attenzione con cui risponde al documento inviato
dalle Regioni'', ribadisce il Presidente della Lombardia,
Roberto Formigoni:
''E' stato utile - aggiunge Formigoni - il colloquio con lui e sono
utili le riflessioni che con spirito di libertà egli sottopone all'
attenzione di tutti''. Il presidente lombardo si augura quindi che ''dopo
gli
incontri della settimana scorsa, dopo il proficuo colloquio con i
capigruppo della maggioranza e dopo la lettera di Pera, si possa
sollecitamente arrivare alla formulazione di un Senato federale che
aiuti il federalismo ad affermarsi in Italia''.
''Io credo che il dato positivo sia quello di sottolineare l'attenzione
alla nostra richiesta, e l'accoglimento, di essere coinvolti nella
predisposizione di questa riforma''. E' il parere del presidente della
Giunta regionale delle Marche,
Vito D'Ambrosio:
''Non si possono riformare, a fondo, istituti che riguardano direttamente
le Regioni - ha detto D'Ambrosio - senza sentire almeno in maniera
approfondita i Presidenti delle Regioni, che sono portatori di esperienze
specifiche sul territorio. Questo e' il primo elemento''. ''Il secondo -ha
continuato D'Ambrosio- e' credo che non sia possibile parlare di
federalismo senza affrontare il tema del federalismo fiscale. Non e'
soltanto un tema di aggiunte ed addizionali a tributi esistenti ma di
compartecipazione ai grandi tributi nazionali''. Il terzo punto
nelle priorità del presidente D'Ambrosio, e' anche ''importante'' ed e'
''quello di mantenere all'esame delle due Camere le tematiche fondamentali
che riguardano la tutela dei diritti principali di cittadinanza. Se uniamo
a questo,un'attenzione all'interesse nazionale, che non porti all'assurda
conseguenza di cancellare, con procedure del tutto anomale, leggi già
approvate dai Consigli regionali, e se sganciamo le elezioni dei Consigli
regionali e dei senatori, che vanno contestualizzate, dalle elezioni della
Camera dei deputati, avremo sostanzialmente un discreto pacchetto di
riforma che, a questo punto, potrebbe essere approvato dal Senato e che
comunque e' visto con favore dalla grande maggioranza dei presidenti delle
Regioni, anche se su alcuni punti specifici, come la devoluzione,
manteniamo pareri diversi''.
Ma le polemiche non mancano. Dà fuoco alle polveri Il
VicePresidente del Senato, Roberto Calderoli,
commentando così la lettera di Pera: ''il regolamento non prevede il
parere del presidente''. ''Ricordo al Presidente Pera - afferma Calderoli
- che esprimere opinioni, ancorche' a titolo personale, ma purtroppo
per lui non èstato eletto in una lista civica, su questioni già
votate dall'assemblea che presiede rischia di creare un
cortocircuito nell'istituzione toccando questioni quali l'assenza di
vincolo di mandato dei senatori e il regolamento che vieta di
tornare a esprimersi su questioni già votate''. ''Io posso essere
considerato un estremista in politica - aggiunge Calderoli - e posso anche
essere d'accordo su alcune delle proposte fatte dai governatori, ma quando
presiedo, temporaneamente, l'assemblea dei senatori, mi sforzo di
interpretare quel ruolo super partes che la Costituzione impone. Chi
rappresenta il Senato stabilmente deve evitare di assumere posizioni
politiche, oltretutto scavalcando l'assemblea su questioni già votate. Se
non si rispetta la forma e la sostanza si rischia uno scontro all'interno
dell'istituzione''. ''Mi conforta - conclude l'esponente leghista - la
convinzione della Cdl e del Presidente del Consiglio sul fatto che
le riforme si devono portare avanti e approvare secondo la linea
stabilita dalla maggioranza. Gli eventuali suggerimenti delle
regioni, quando compatibili con la filosofia del progetto, verranno
tenuti in considerazione. Ma questo dovrà farlo il governo, i
gruppi parlamentari, l'aula, non certo chi la presiede visto che il
regolamento non prevede il parere del Presidente''.
E il
presidente della regione Veneto Giancarlo Galan
- unico presidente di regione dissenziente - si dice in sintonia con chi
sostiene: ''la cosiddetta 'contestualita' affievolita: è un punto
di mediazione assolutamente ragionevole, cioè si tratta della definizione
di un certo rapporto di forza tra il federante e il federato. ''Non c'e'
dubbio -dice Galan- che in questi ultimi anni il federato, cioè la
Regione, ha conquistato molti più punti, mentre il federante, cioè a
dire lo Stato centrale, li ha persi''.
Di diverso avviso il Presidente della Regione Lazio,
Francesco Storace,
per il quale la lettera di Pera è:"in risposta alle preoccupazioni delle Regioni",
e £rende
giustizia rispetto alle gravi e ingenerose critiche che ci erano piovute
addosso. E' necessario che si introducano elementi di serenità nel
dibattito e il presidente Pera aiuta in questa direzione". "Auspico -
continua Storace - che le osservazioni delle Regioni possano essere
recepite e certo non è la nostra presenza nel Senato federale un elemento
di possibile
trattativa. Abbiamo bisogno di un Senato che rappresenti i territori. Il
presidente Pera lo ha compreso, ora tocca al legislatore". ''Non credo che
le nostre posizioni siano tanto distanti da essere incompatibili. Al
contrario, osservo con soddisfazione che la discussione che abbiamo avuto
è stata utile per avvicinare i nostri punti di vista''.
Se ne dice infatti convinto il presidente del
Senato:
''Mi permetta di confermarLe in primo luogo - scrive Pera a Ghigo -
che ho trovato il nostro incontro particolarmente utile e costruttivo e
che sono lieto di ritrovare nel documento più di una traccia delle
preoccupazioni, ma anche delle possibili soluzioni, che ho avuto modo di
rappresentarVi a titolo personale, e perciò nel pieno rispetto delle
prerogative del Senato che rappresento''. ''Di questo documento
-sottolinea Pera- apprezzo lo spirito propositivo, segno evidente
dell'intenzione di massima convergenza che deve animarci tutti soprattutto
quando si pone mano alle regole fondamentali dello Stato. E ho trovato in
quelle che il documento definisce 'preoccupazioni in ordine ai rischi di
conflitti e confusione istituzionale' le mie stesse preoccupazioni' ''.
''Inoltre -prosegue nella
sua
lettera il Presidente del Senato- ritrovo nel documento le
linee principali di una responsabile impostazione del problema, e cioè
che una revisione della forma di Stato richiede da un lato effettivo
federalismo e, dall'altro, efficace governabilità e coerenza del sistema''.
Con il risultato che ''solo una riforma ispirata a queste esigenze può
drasticamente ridurre, fino a farli diventare eccezionali, i conflitti fra
lo Stato e le Regioni''.
''Da un eloquente documento del servizio studi del Senato risulta che,
dopo la riforma del Titolo V della Cosituzione. della scorsa legislatura
-ricorda poi Pera- in poco più di due anni, la Corte Costituzionale ha
emesso ben 103 pronunce, mentre ha al proprio esame 115 ricorsi pendenti''.
Il che rappresenta ''uno stato di fatto evidentemente allarmante su cui, a
giudizio di tutti, occorre rapidamente intervenire, perché, come dissi
nel nostro incontro, il 'luogo del federalismo' non puo' essere la Corte
Costituzionale e lo 'strumento del federalismo' non può diventare la
giurisprudenza costituzionale''.
Il Presidente del Senato (nella foto con il Presidente della Conferenza
delle Regioni, Enzo Ghigo) mette quindi nero su bianco le sue valutazioni
''a titolo personale'' sulle ''prime tre questioni che ritengo
fondamentali'': composizione del Senato federale, formazione delle leggi e
interesse nazionale.
''Non credo - dice a proposito del Senato federale - che la proposta di Senato
contestuale ai Consigli nella forma adottata della maggioranza e non
votata dall'opposizione, ma che certamente raccoglie una soluzione
avanzata dalla stessa opposizione (v. ddl Mancino e altri) incida
negativamente sulla stabilità e sulla governabilità delle Regioni'.
''Quella stabilità'' -fa osservare- è garantita dell'elezione diretta del
Presidente della Giunta e dalla clausola 'simul-simul'''. Inoltre
''l'esperienza dimostra che non esistono casi di scioglimenti anticipati
né di Consigli regionali né di Consigli di grandi Comuni, segno, a mio
avviso, che la stabilità è già diventata sistema''. Al contrario,
''credo che si debba rafforzare la presenza della voce regionale dentro il
Senato federale -afferma Pera- per ottenere da esso quel massimo di
coordinamento e di armonizzazione delle istanze del territorio quale la
natura federale dell'istituzione richiede. Come ricorderete, proprio a
questo scopo, avanzai l'ipotesi che, accanto ai senatori eletti
contestualmente, il Senato fosse composto anche dai presidenti delle
Regioni quali membro di diritto''.
Quanto alla formazione delle leggi, ''condivido -scrive il Presidente del
Senato- la preoccupazione che l'attuale proposta all'esame dell'aula,
peraltro rispettosamente accantonata proprio in attesa dei Vostri
suggerimenti, presenti il rischio di dar luogo ad "un sistema macchinoso e intricato''.
Così come ''condivido anche che
potrebbe prodursi una 'inedita conflittualità fra i diversi rami del
Parlamento''. Mentre ''trovo che la Vostra riformulazione dell'articolo sia
apprezzabile perché più semplice, più puntuale e più coerente al Senato
federale, riguardo alla distribuzione delle competenze delle due Camere''.
Anche se ''è eccessivamente ampia''. In ogni caso ''non credo sia
difficile trovare formulazioni diverse o strumenti per evitare questa
possibilità''. Sul tema spinoso dell'interesse nazionale,infine,
''condivido -afferma Pera- la preoccupazione che il Senato si trasformi
'da centro di armonizzazione delle istanze regionali in controllore
contrapposto alle Regioni'''. E ''per evitare questo esito, io credo
occorra rafforzare la natura federale del Senato, nel senso che ho sopra
indicato, e formulare meglio la clausola di flessibilità da introdurre
nell'art.117 Costituzione''. In questo senso, ''quella da Voi proposta -dice il
Presidente del Senato ai Governatori regionali - a me sembra assai
significativa ma ancora non del tutto adeguata a consentire l'intervento
dello Stato, le esigenze di governabilità di governo e maggioranza, la
riduzione dei conflitti Stato-Regioni''. ''Resto convinto -conclude- che
una formulazione più stringente della tutela dell'interesse nazionale o
dell'unita' giuridica e economica della Repubblica si leghi (come peso a
contrappeso) ad una presenza più forte delle Regioni nel Senato federale''.
Ovvero, ''per riprendere la formula che avevo usato nel nostro incontro, 'piu'
federalità e più governabilita'''.(gs) |