periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 306- Roma, 9 giugno 2004

Sommario

Farmaci: previsto deficit a 2.500 milioni di euro Senato Regioni: auditi costituzionalisti
Un libro su un "giudice particolare": la Consulta secondo Celotto Barriere architettoniche: proposti "cambiamenti radicali"
Presidenti Regioni su liberazione ostaggi e attentato a Fini Emilia-Romagna su grandi opere in sicurezza e canoni demaniali
Farmaci: previsto deficit a 2.500 milioni di euro
La spesa sanitaria accelera ancora, ad aprile su del 10,5%: titolava il "Corriere della Sera", mentre "il Sole 24 Ore": Corre in aprile, + 16,5% il costo della farmaceutica, e oggi: Ai farmaci da banco serve un «marchio».
A fine anno il deficit farmaceutico potrebbe arrivare a 2.500 milioni di euro, titola "il Messaggero": Farmaci, buco da 2,5 miliardi a fine anno. Ricordiamo anche che si attende il varo dell'annunciato decreto del Consiglio dei ministri sul contenimento della spesa farmaceutica, che ha visto finora i ministri Fini e Tremonti su diverse posizioni, così come rivela l'ultimo numero del
periodico "il Sole 24 Ore Sanità".
Sono quindi 5 mila miliardi di vecchie lire in più, un buco ''insostenibile per l'intero sistema farmaceutico''. A dirlo è
Nello Martini, direttore della nuova agenzia per il farmaco che ritiene utile l'introduzione del prezzo di riferimento per categorie terapeutiche per contenere l'aumento della spesa arrivata a toccare ad aprile il 16,5% in piu' rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Per ''l'aumento della spesa - ha detto - non e' giustificato da nessuna nuova necessita' di salute, come una influenza particolarmente aggressiva''. Colpa di questo andamento dei conti, ha aggiunto, e' per il 98% l'aumento delle prescrizioni mediche. L'idea di Martini e' quella di adottare le indicazioni che sono arrivate la scorsa settimana con un ordine del giorno della Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome (misure di contenimento e razionalizzazione della spesa farmaceutica): per procedere al ''ripiano dello sfondamento del tetto della spesa farmaceutica considerando come riferimento l'entita' complessiva del fondo sanitario nazionale'', spiegava il documento, e' necessario ''utilizzare il prezzo del farmaco generico quale prezzo di rimborso nelle categorie omogenee e, in caso di assenza del farmaco generico, la necessita' di utilizzare il
prezzo piu' basso come prezzo di riferimento  per il rimborso''.
Il farmacologo Silvio Garattini fa una proposta: pillole sfuse in farmacia come in ospedale, al posto della scatoletta, per fare risparmiare il Servizio sanitario nazionale, non buttare via grandi quantita' di medicinale non utilizzato ed evitare anche errori da parte dei pazienti.
Garattini chiede anche alle aziende di spingere l'acceleratore per la produzione di confezioni ottimale, ne' troppo grandi ne' troppo piccole, ma misurate in base al ciclo necessario per curare la malattia contro la quale il prodotto e' nato.
''Credo comunque che questa novita' potrebbe arrivare all'inizio negli ospedali'' ha aggiunto il farmacologo, e i farmaci generici potrebbero fare da apripista per questa mini rivoluzione che potrebbe riguardare solo alcuni prodotti come gli antibiotici o gli antidolorifici, farmaci da prendere occasionalmente. Per i malati cronici avrebbe piu' senso mantenere le vecchie scatolette.
Ma Garattini, di fronte alle cifre del deficit farmaceutico ha anche proposto altri interventi: abolire il certificato di protezione complementare che in Italia rende la protezione brevettuale piu' lunga che all'estero e un prezzo di riferimento per il rimborso pubblico calcolato sul piu' basso per ogni categoria terapeutica, cosi' come indicato dalle regioni e gia' condiviso dal ministero della Salute.
(gs)
Un libro su un "giudice particolare": la Consulta secondo Celotto

Sarà presentato domani 8 giugno 2004 (ore 18:00)  il volume di Alfonso Celotto  "La Corte costituzionale" (Presso la libreria Bibli, Via dei Fienaroli, 28 - Roma). Previsti gli interventi di Giulio Andreotti, Leopoldo Elia, Pietro Rescigno. Modera: Maria Latella (editorialista del Corriere della Sera).
Il libro fa, in un certo senso, il "ritratto" di un "giudice particolare" che ha il potere di controllare e annullare le leggi del Parlamento. Un giudice che, in caso di contrasti fra un ministro e il governo o fra una Regione e lo Stato, decide chi ha ragione. Forse anche per questi motivi la  la Corte finisce per essere non è solo un "garante", ma anche un "motore": "infatti - scrive la redazione del sito del Il mulino - nel corso dei suoi quasi cinquant'anni di vita ha contribuito in maniera decisiva a promuovere la piena attuazione del dettato costituzionale". Questo volume,descrive con chiarezza struttura e funzioni, dal controllo della costituzionalità delle leggi alla risoluzione dei conflitti fra gli organi di vertice dello Stato, al giudizio delle accuse contro il presidente della Repubblica, all'ammissibilità del referendum abrogativo.
(red)

Presidenti Regioni su liberazione ostaggi e attentato a Fini

Il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, appresa la notizia della liberazione degli ostaggi in Iraq, ha immediatamente telefonato a casa della famiglia di Salvatore Stefio, a Cesenatico, felicitandosi con il padre Angelo ed esprimendogli la propria gioia per l'esito della vicenda. Angelo Stefio ha ringraziato il presidente Errani per l'attenzione e la solidarieta' che gli e' stata rivolta e di aver sentito in questi mesi intorno a se.
Per il
presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, è stata ''Una splendida notizia attesa da tempo, frutto non del caso ma di una gestione attenta della crisi e di una lettura corretta della situazione delle forze in campo''. ''Credo - ha aggiunto Formigoni - che ormai tutti debbano  riconoscere che in Iraq la situazione manifesta segni concreti  di cambiamento positivo''.
"Diciamo grazie a chi ha lavorato senza tregua, in questi due mesi, per scongiurare il peggio e arrivare alla liberazione dei nostri connazionali", ha detto il presidente della Regione siciliana,
Salvatore Cuffaro.  
Mentre il presidente della regione Lazio, Francesco Storace, ha indirizzato il primo pensiero verso chi è morto: "In questo momento di gioia per la nazione, un pensiero mesto va rivolto alla memoria di Fabrizio Quattrocchi".
''E' una bella giornata per le tre famiglie, per tutto il Paese e, in particolare, penso alla famiglia Agliana'', ha ribadito il presidente della Regione Toscana Claudio Martini: ''La Toscana in queste settimane e' stata unita e si e' adoperata per favorire questo risultato. Lo abbiamo fatto sul piano umanitario e delle relazioni diplomatiche. Offrendo pieno sostegno alla Croce Rossa Italiana che opera a Bagdad. Cosi' come abbiamo fatto nei confronti della chiesa Caldea. Nel corso di quest'ultimo anno abbiamo curato nei nostri ospedali 15 bambini iracheni. La Toscana e' una delle Regioni piu' impegnate nel portare avanti l' iniziativa umanitaria. Ricordo che a meta' maggio la Toscana era a Bagdad per accompagnare due bambini curati nei nostri ospedali e sostenere l'attivita' della Croce Rossa''.''Il positivo esito di questa vicenda - ha proseguito Martini - ci spinge a rafforzare il nostro impegno per ricostruire un clima di pace all' interno di un Paese ferito e umiliato dalla guerra. Adesso dobbiamo lavorare per favorire un intervento forte e autorevole dell' Onu in grado di creare le condizioni affinche' il governo iracheno, appena costituito, possa svolgere un ruolo attivo e credibile per costruire un futuro di pacificazione in Iraq e nel mondo arabo''.
Il Presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan sottolinea che i nostri tre connazionali sono stati: "Liberati, non rilasciati".
''Una gioia vera, intima, profonda". Così Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento:  Una gioia che non ha bisogno di esternazioni, ma che trova fondamento e radici nella convinzione che le ragioni del dialogo e del confronto possono ancora prevalere".
Il presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto, ha indirizzato: ''Alla famiglia Cupertino" il suo pensiero piu' affettuoso: ''Certo non puo' apparire casuale - ha aggiunto Fitto - che la liberazione sia avvenuta nelle stesse ore in cui la risoluzione delle Nazioni Unite si avvia a una positiva conclusione''.
In serata, con l'attentato durante il comizio del vice presidente del Consiglio Gianfranco Fini, altri messaggi  di solidarietà e condanna sono stati inviati. 
I
l presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani è intervenuto sull'attentato  definendolo ''un gesto di gravita' eccezionale''. ''La mia solidarietà - ha aggiunto - ai feriti e all' on.Fini. - Bologna e l' Emilia-Romagna sapranno dimostrare, come  sempre, la propria maturita' democratica rispondendo con  fermezza alla violenza e alle provocazioni di chi vorrebbe  creare un clima di paura e di terrore in un momento cosi'  delicato per la vita democratica della citta' e del Paese''. Ha immediatamente espresso solidarietà a Fini anche il presidente della regione Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, che denuncia: ''Matrici ben identificabili che producono l'odio sociale e fanno della violenza uno strumento di lotta politica nel momento in cui la liberazione dei nostri connazionali in Iraq aveva ristabilito un clima di fiducia''. Il presidente della Regione Calabria esprime a Fini solidarieta' ed anche ''apprezzamento per la sua prontezza di spirito e di riflessi che hanno evitato il panico tra la folla e ulteriori conseguenze''.
''Voglia arrivare il piu' forte incoraggiamento a Gianfranco ad andare avanti senza farsi intimidire'': e' stato il primo commento del presidente della Regione Lazio
Francesco Storace.
(gs)

Costituzionalisti su Senato Regioni
Il quotidiano "La Stampa" titola oggi un'intervista al ministro del welfare: Maroni- federalismo entro luglio oppure Lega via dal governo: ''Gli applausi piu' forti arrivano quando dico che senza la riforma federalista la Lega non resterebbe al governo un minuto in piu''', assicura il ministro del Welfare Roberto Maroni, intervistato dalla STAMPA. ''La riforma federalista -sostiene - deve passare alla Camera entro luglio. Gli accordi sono questi. Basta rispettarli e da parte nostra non ci saranno problemi. (...) Sia chiaro, in ogni caso, che a noi non interessano assetti di governo, rimpasti, vecchie o nuovo verifiche, sottosegretari. L'unica ragione per cui la Lega e' al governo e' il federalismo''.
''Decidera' Berlusconi, ma credo che abbia tutto l'interesse a continuare con questo governo fino al 2006. Non ha senso un nuovo governo con Berlusconi. Ha senso che Berlusconi arrivi al termine per dire "Visto? siamo stati il primo governo della Repubblica rimasto in carica per tutta la legislatura". Sta al premier decidere. A noi interessa che da lunedi' 14 giugno ci siano una accelerazione e garanzie sui punti di programma che interessano alla Lega: punti 1, 2 e 3: Federalismo. 4: famiglia. 5: fisco''.Federalismo. ''In queste ultime settimane abbiamo avuto segnali negativi, qualcuno dalla politica e molti da fuori, da Confindustria in particolare, di freddezza se non ostilita'. Ci preoccupa, nel dopo elezioni, un'ipotesi che veda uno stop al processo federalista. In questo caso verrebbe meno l'accordo di maggioranza e la Lega saprebbe come comportarsi, se ne va'', avverte Maroni.
Intanto continua il suo cammino la riforma federalista. Si discute infatti nelle Audizioni alla Camera di quella parte della riforma costituzionale che, tra l'altro, prevede la costituzione di un nuovo Senato delle Regioni. 
Nella sezione EVIDENZE DAL PARLAMENTO del sito www.regioni.it - dedicata proprio al monitoraggio dell'attività parlamentare - sono  on line le Audizioni in Commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati dei professori costituzionali sulla riforma della parte seconda della Costituzione.
Ecco una sintesi molto parziale, che serve solo ad invogliare alla lettura integrale dei documenti:
Vincenzo Cerulli Irelli, professore ordinario di diritto amministrativo presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università «La Sapienza» di Roma, i
n via preliminare, constato due cose: "in primo luogo, il titolo V della Costituzione in gran parte viene mantenuto e questo, per quanto mi riguarda, è motivo di una qualche soddisfazione. In ogni caso, debbo dire che, forse, qualche modifica ulteriore andrebbe introdotta.

Per ciò che concerne la questione delle materie, credo che qualche errore sia stato commesso, forse anche un po' per la fretta con cui nella scorsa legislatura dovemmo procedere.

Nei rapporti tra terzo e secondo comma dell'articolo 117 qualche spostamento sarebbe opportuno; nel dire questo penso alla politica dell'energia e, in genere, alla politica delle grandi reti di telecomunicazione. Personalmente, inserirei queste due materie nel secondo comma tra quelle di competenza esclusiva dello Stato, anche se, tutto sommato, si tratta di una piccola notazione"........

Questa situazione, se volete, ha ridato corpo a due esigenze fra loro collegate e da tempo inserite nell'agenda delle riforme. Da una parte, la creazione di una vera Camera delle regioni e dall'altra la modifica della composizione della Corte con la previsione al suo interno di componenti non di nomina regionale ma dotati di una sensibilità regionalista-federalista. Queste due modifiche sono strettamente collegate tra di loro.

Secondo Nicolò Zanon, professore ordinario di diritto costituzionale presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università di Milano: "il mio parere il Senato federale - la cosiddetta Camera delle regioni - dovrebbe essere il luogo della mediazione politica preventiva fra le esigenze del centro e le esigenze dei territori regionali. Tale mediazione politica preventiva deve consentire alle stesse leggi statali - approvate da un Parlamento che contempli un tal Senato federale - di rappresentare il frutto di scelte condivise tra centro e periferia. Ciò aiuterebbe ad evitare in via preventiva il contenzioso costituzionale di fronte alla Corte, che ha fatto del nostro federalismo/regionalismo un singolare federalismo o regionalismo di carattere giurisdizionale".
Per il professor Leopoldo Elia, Presidente emerito della Corte costituzionale: "il potere costituente, come fissazione dei principi supremi dell'ordinamento, si è esaurito nel dicembre del 1947 e, quindi, il potere di revisione deve svolgersi nell'ambito di quei principi allora fissati. Tra di essi, risultano quello che deriva dal costituzionalismo moderno e contemporaneo che, più che alla separazione dei poteri, tende alla non concentrazione di poteri in uno stesso organo o nello stesso titolare, e il principio democratico che, come avveniva in passato, impediva delegazioni di tipo totalitario integrale di poteri agli oligarchi dei partiti, e che, oggi, se venisse approvata questa legge, verrebbe violato, comportando una delega totalitaria, probabilmente integrale, ad una sola persona.

Si dovrebbe evitare, in base a quei principi supremi, che il popolo possa essere spossessato per cinque anni dall'esercizio della sovranità popolare e che il principio dell'esercizio (non della mera appartenenza), esplicato nell'articolo 49 della Costituzione che fa riferimento al concorso dei cittadini attraverso i partiti alla determinazione della politica nazionale, sia come sospeso per cinque anni.

Bisogna evitare che per cinque anni tutto diventi esecuzione di ciò che è stato deciso nell'election day e che il tempo scorra solo a vantaggio dei vincitori".
Nell'Audizione di Beniamino Caravita di Toritto, professore ordinario di istituzioni di diritto pubblico presso la facoltà di scienze politiche dell'Università «La Sapienza» di Roma, si evince sul tema della composizione del Senato e del federalismo, che "il testo è chiaramente carente, perché deriva dal Senato e dai senatori e recepisce in molti punti la vecchia logica del Senato di garanzia. Molti elementi fortemente discutibili (quali l'elezione dei membri del CSM da parte del Senato, l'elezione di tutti i giudici della Corte costituzionale da parte del Senato) non si spiegano nella logica del Senato rappresentante dei territori, ma si spiegano se si pensa che la discussione è sempre stata quella di un Senato quale Camera di garanzia. Allora, sono rimasti alcuni elementi di questo tipo che hanno portato all'aberrazione, come quella dell'elezione dei membri del CSM da parte del Senato.

Bisogna prendere atto che la logica del «Senato di garanzia» non ha senso. Primo, perché non vedo perché una Camera debba essere di garanzia, come se l'altra non lo fosse. Secondo, perché, nel sistema che si va creando, la logica che ci occorre è quella di un Senato che rappresenti i territori. Come rappresentarli?

Voi sapete meglio di me come vi sia una richiesta forte dal parte del mondo regionale, e anche da una parte della dottrina, di un Senato composto sul modello Bundesrat, cioè di delegati dei governi regionali. Mi pare che questa posizione sia politicamente poco percorribile, ma abbia anche delle difficoltà di tipo costituzionale: vi segnalo che in Germania, oggi, una apposita commissione sta discutendo la riforma del federalismo, dove fra l'altro è presente proprio questo punto dei poteri del Bundesrat.
L'idea della contestualità poteva essere interessante, perché significava legare insieme i momenti elettorali; certo, la contestualità affievolita è assolutamente un paradosso, è assolutamente una cosa priva di senso. Se contestualità ci deve essere, i senatori devono essere eletti sempre e contemporaneamente insieme ai consigli regionali da cui provengono. Eventualmente, anche con meccanismi di collegamento elettorale, ma su questo forse si può rinviare alla legge elettorale.

A me parrebbe altrettanto importante e significativo introdurre la presenza dei presidenti delle regioni nel Senato. Questo perché è l'unico modo per «controllare» l'esercizio delle amplissime discrezionalità regionali, e riportare al centro la discussione.
Sarei d'accordissimo con la costituzionalizzazione di un meccanismo di governance e su un richiamo al sistema delle conferenze. Temo però, da un punto di vista politico, che affrontare oggi il discorso sulla costituzionalizzazione delle conferenze significherebbe abbandonare ogni ipotesi di federalizzazione, di rafforzamento della rappresentanza dei territori da parte del Senato. Quindi, come dire, cosciente che quella è una soluzione, non credo che politicamente vada affrontata in questo momento. Si tratta naturalmente di una mia opinione. L'articolo 117 della Costituzione. Il testo attuale di questo articolo rappresenta un problema. Tuttavia, il disegno di legge costituzionale approvato dal Senato ha fatto una scelta molto netta: la scelta di non modificare l'elenco delle materie".

(gs)

Barriere architettoniche:  proposti "cambiamenti radicali"

Si è tenuta a Roma la Prima Conferenza nazionale per l'eliminazione delle barriere architettoniche, per una politica mirata e innovativa", manifestazione promossa da Itaca e  dalla Conferenza delle Regioni. Nel Documento conclusivo, dai lavori della Conferenza è emerso che è giunto ormai il momento di ripensare, arricchire, sviluppare la relazione tra ambiente e persona, tra differenti ambienti e persone diverse, risulta determinante per il raggiungimento delle pari opportunità e della non discriminazione di tutti i cittadini.  Moltissime persone- sottolinea fra l'altro il documento - incontrano ostacoli e barriere create dalla società che limitano la loro partecipazione alla vita civile: l’accessibilità è un problema di democrazia. per questo l’implementazione di facilitatori e la rimozione degli ostacoli da spazi, prodotti, servizi e politiche sono il presupposto per consentire il coinvolgimento di tutte le persone in tutte le aree di vita, a livello personale e sociale.
È ormai necessario pensare all’accessibilità come accesso all’esperienza di vita, che significa: superare lo standard a favore della centralità della persona; superare la separazione tra corpo e mente riconoscendo che l’identità di ciascuno di noi si fonda sulle esperienze corporee ed emotive.
Al di là del giudizio positivo sull’impostazione del corpus normativo nazionale in materia, si riscontra - sottolinea il documento - una inadeguatezza e una mancanza di efficacia nel dare risposte alle mutate esigenze che tutti hanno riconosciuto riguardare la totalità delle persone ed il complesso di tutti gli ambienti di vita.
Le Comnclusioni cui sono giunti gli esperti provenientiu da tutte le Regioni italiane è che sono
prioritari e strategicii seguenti principi:
- L’accessibilità è un diritto umano e come tale deve essere garantito a tutte le persone indipendentemente dalle loro condizioni e dappertutto.
- L’effettivo ed estensivo conseguimento dell’accessibilità è un obiettivo di interesse nazionale.
- Le risorse necessarie debbono essere certe, adeguate, continuative e rinvenute nell’ordinaria programmazione finanziaria dello Stato e degli Enti Locali.
- Le politiche, le strategie, le linee di indirizzo, le modalità per la costruzione e la condivisione delle necessarie conoscenze devono essere conseguite all’interno degli ordinari percorsi formativi.
Il quadro di proposte che è  emerso durante la Conferenza sottolinea - fra l'altro - la necessità di : promuovere e sostenere il coordinamento, la razionalizzazione, lo sviluppo e l’aggiornamento delle leggi e norme vigenti su scala nazionale, regionale e locale; realizzare una piena armonizzazione normativa in tutti quei casi in cui il tema dell’accessibilità si sovrappone con altri temi specifici (es. Beni Culturali ed Ambientali, Sicurezza, ecc.); promuovere l’utilizzo di strumenti pianificatori integrati e partecipati (es. Piano Regolatore integrato con il Piano Sociale). Ma soprattutto occorre
chiarire e definire i ruoli e le responsabilità dei soggetti istituzionali che, a vari livelli, incidono sul processo di programmazione e realizzazione delle opere finalizzate all’accessibilità di spazi, prodotti, servizi.
Si è infine  deciso di proporre alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, che in ambito di riparto del Fondo per le politiche sociali venga determinata dalle Regioni una quota parte destinata all’eliminazione delle barriere architettoniche di cui alla legge 13/89.
(sm)

Emilia-Romagna su grandi opere in sicurezza e canoni demaniali
Si è svolto recentemente - la notizia è stata riportata da Saluter Newsletter dell'Emilia-Romagna - un incontro tra Regione Emilia-Romagna, Tav e Società Autostrade per il miglioramento della sicurezza del lavoro nei cantieri in atto per la realizzazione dell´Alta velocità ferroviaria e della variante di valico Autostrada Bologna-Firenze.
E' stato chiesto alle imprese realizzatrici "un impegno forte e diretto per il miglioramento della sicurezza".
Da parte sua, la Giunta regionale ha già dato indicazioni alle Ausl per rafforzare e qualificare ulteriormente l´attività di vigilanza e di controllo, e ha previsto di inserire, in un progetto di legge in elaborazione, la sicurezza del lavoro come pre requisito per gli appalti pubblici.
Inoltre si continua a discutere della rottura delle Regioni con il Governo sugli aumenti dei canoni demaniali (come abbiamo già annunciato ieri: Canoni demaniali in alto mare).
Sulle spiagge aumenti caldi: titolava così ieri "il Sole 24 Ore", mentre oggi: I canoni delle spiagge verso un maxi-aumento.  ''La proposta di decreto interministeriale che il Governo ci ha sottoposto e che prevede un aumento indiscriminato del 240%, e' irricevibile'', ha detto l' assessore al Turismo dell' Emilia-Romagna, Guido Pasi, che ha annunciato la valutazione di ''opzioni alternative''. Come Regione Emilia-Romagna - ha spiegato - ''intendiamo avvalerci della nostra facolta' di determinare le modalita' di applicazione dei canoni. Applicheremo cosi' il canone annuale alle sole superfici coperte, rimodulando quello riferito alle superfici occupate temporaneamente e vanificando la manovra che il Governo intende perseguire con arroganza''. In questo modo - ha sottolineato - si potra' lasciare un po' di respiro ai gestori che affrontano la stagione. ''Speriamo che, visto che ci troviamo davanti ad una pura operazione di cassa - ha concluso l' assessore - il Governo ci senta da questo orecchio e torni sui suoi passi trasferendo alle Regioni le competenze necessarie a pervenire ad una soluzione razionale ed equa''.
(red)
 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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