periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 216- Roma, 31 gennaio, 1 e 2 febbraio 2004

Sommario

Un ufficio per il federalismo amministrativo 5 febbraio: terziario e flessibilità
Nel 2004 almeno il 2,35% dell'energia da fonti rinnovabili Friuli Venezia-Giulia: nuova Conferenza dei servizi
Chi paga la devolution? Emilia-Romagna: eco-incentivi alle imprese
Nel 2004 almeno il 2,35% dell'energia da fonti rinnovabili
L'energia rinnovabile entra nella rete italiana di produzione di elettricita'. E' stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale , il supplemento che reca il decreto attuativo della direttiva europea (2001/77/Ce) relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità approvato il 19 dicembre scorso dal Consiglio dei Ministri ( su cui la conferenza delle regioni aveva espresso un parere il 23 settembre del 2003).  In base al provvedimento, nel 2004 la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili dovrà essere del 2,35% di quella immessa in rete e negli anni successivi aumentare dello 0,35% l'anno. Il decreto, che disegna un quadro programmatico per la promozione delle fonti rinnovabili, prevede anche un impulso al solare cambiando il tipo di incentivo. Anche in Italia, come in Germania, viene introdotto infatti un meccanismo di incentivazione in conto energia per le tecnologie solari (fotovoltaica e solare termodinamico) finanziando non gli investimenti ma l'energia elettrica prodotta e immessa in rete per mezzo di una tariffa migliore. Il provvedimento offre anche una migliore definizione delle fonti energetiche rinnovabili ammesse a beneficiare del regime incentivante.
E sempre in materia di "energia pulita" c’è grande attesa al Senato -
secondo quanto riportato da il Velino - per la discussione in aula del disegno di legge Marzano sul riordino energetico. Tra dieci giorni il plenum di Palazzo Madama si confronterà sulle più importanti norme che riguardano l’energia. Ma anche sui rifiuti nucleari, di cui il provvedimento che porta il nome del ministro per le Attività produttive tratta all’articolo 30. Proprio la complessità politica di questo punto avrebbe convinto la commissione Industria del Senato a rimettere il dibattito all’aula dove non mancheranno le sorprese e le inevitabili polemiche. C’è chi vorrebbe addirittura eliminare radicalmente l’articolo 30 affinché non si parli più delle scorie italiane e della loro destinazione. Più probabili tuttavia l’approvazione di altri emendamenti tra cui quello proposto dal relatore Francesco Pontone (nella foto). L’emendamento fa esplicito riferimento all’esigenza di coordinare la norma con quelle contenute nel decreto Scanzano (trasformato in legge dopo l’eliminazione del riferimento al comune lucano), chiarendone la portata e specificando il ruolo della Sogin, la controllata del Tesoro incaricata dello smantellamento delle centrali nucleari italiane.
L’emendamento integra innanzitutto alcune sviste presenti nel decreto legge del 14 novembre del 2003, ma Il punto centrale della proposta Pontone è un altro. Se l’emendamento fosse approvato finirebbero da subito sotto la responsabilità della Sogin tutte le scorie e i materiali radioattivi presenti sul territorio italiano e non solo quelle contenute nelle quattro centrali nucleari ex Enel, nel deposito Avogadro di Saluggia e negli impianti del ciclo del combustibile dell’Enea. La Sogin sarebbe poi messa in condizione di procedere a uno smantellamento rapido di questi ultimi impianti, grazie alla costruzione in loco di depositi temporanei definiti opere di pubblica utilità e dunque dichiarati indifferibili e urgenti. Queste strutture dovranno essere completate entro il 2008. (sm)
Un ufficio per il federalismo amministrativo

Nasce l'ufficio per il federalismo amministrativo. Sulla Gazzetta ufficiale del 28 gennaio e' stato infatti pubblicato il decreto del presidente del Consiglio che disciplina l'organizzazione e il funzionamento dell'ufficio per il federalismo amministrativo, previsto da una legge del 1999. Il nuovo organismo  dovrà curare la promozione di iniziative per il sostegno e il pieno funzionamento del conferimento di funzioni amministrative, previe intese o accordi con gli Enti interessati da definire in sede di Conferenza unificata.  L'ufficio del federalismo sarà anche di supporto al lavoro del Commissario straordinario di governo per il federalismo amministrativo.
Tale Ufficio opererà alle dirette dipendenze e secondo gli indirizzi del ministero degli Affari Regionali, di cui non costituisce ufficio di diretta collaborazione, e curerà la realizzazione delle attività connesse all'attuazione del conferimento delle funzioni amministrative dell'art. 118 della Costituzione, nonché il completamento delle procedure di trasferimento previste dalla legge-delega del 1997 sul conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa. Al nuovo ufficio sono affidati compiti di coordinamento delle attività e delle iniziative delle amministrazioni statali per l'individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane,strumentali e organizzative necessarie per l'esercizio delle funzioni e dei compiti da assegnare alle Regioni e agli Enti locali. (gs)

Chi paga la devolution?

Mentre prosegue nelle aule parlamentari l'iter del disegno di legge di riforma costituzionale, alla vigilia del possibile primo via libera nel primo ramo del Parlamento, nelle librerie è in vendita un agile volume intitolato "Chi paga la devolution?" (edizioni Laterza, Collana punti interrogativi). A firmarlo è il responsabile economia de Il Mattino di Napoli, Marco Esposito. Lo stile giornalistico allontana il testo dai molteplici saggi recentemente pubblicati in materia di federalismo e tenta di spiegare con un linguaggio semplice e piano - e con qualche esempio concreto - una materia che si presenta, almeno per i non addetti ai lavori, come oggettivamente difficile.
Il libro parte proprio dalle "riforme in corso" denunciando il paradosso di una Costituzione che fissa i principi ma che poi trova sul terreno dell'applicazione non poche difficoltà. L'autore si concentra quindi su quello che appare il "nocciolo" di ogni ragionamento su e attorno al federalismo: il sistema fiscale, proponendo anche un approfondimento legato ad un personale viaggio di lavoro, ovvero un focus sugli Stati Uniti, Paese dove "il federalismo c'è".
Il libro chiude con 5 domande poste a 4 Presidenti di Regione : Antonio Bassolino (Campania), Vasco Errani (Emilia-Romagna), Raffaele Fitto (Puglia) e Roberto Formigoni (Lombardia). Si tratta di un ulteriore interessante approfondimento legato proprio alla devolution che il Ddl del Governo propone in 3 settori fondamentali: scuola, sanità, polizia locale.  E in particolare - visto che ancora poco è stato scritto in materia - vale la pena soffermarsi sulle riflessioni che riguardano la polizia locale, per comprendere come i Presidenti delle Regioni hanno fino ad oggi interpretato la proposta del Governo.
Tra i nuovi possibili compiti delle Regioni c'è quindi la creazione di una polizia locale. C'è il timore - domanda esplicitamente l'autore - che qualche Presidente di regione possa dar vita ad una sorta di esercito regionale?
"Francamente mi sembra di no, risponde Roberto Formigoni - La difesa, anche nel più federalista dei progetti, è compito dello Stato e nessuno l’ha mai messo in dubbio: non io, e nemmeno nessuno dei miei colleghi presidenti di Regione. La Lombardia, certo, si è dotata recentemente di una nuova legge su sicurezza e polizia locale. Questa legge non mette affatto in discussione la competenza statale sulla pubblica sicurezza, ma la completa introducendo il concetto di sicurezza urbana o di sicurezza del territotorio. L’agente di polizia locale, il vigile urbano, non è più relegato solo alla repressione degli illeciti amministrativi (il suo ruolo non può ridursi a dare le multe), ma viene messo in condizione di esercitare con pienezza le sue funzioni sul territorio a favore della sicurezza dei cittadini. Con il coordinamento e il sostegno della Regione - conclude Formigoni - in raccordo con tutte le altre forze dell’ordine".
"L’unico dato certo - spiega Vasco Errani - è che sarebbe un corpo di polizia in più, il sesto. Un conto è la propaganda leghista, un altro sono poi le scelte concrete che un'istituzione deve compiere sulla base di valutazioni sensate. E il senso della devolution sfugge ai più, anche all’interno della Casa delle libertà dove se ne danno interpretazioni molto diverse. Sulla sicurezza, in particolare, laddove serve un grande coordinamento, si rischia la confusione. Quale ruolo per la attuale polizia municipale? Davvero serve un corpo di polizia aggiuntivo? E quali sarebbero le sue funzioni rispetto agli altri? Dal governo arrivano risposte contraddittorie. Devo dire - aggiunge Errani - che l’Emilia-Romagna invece ha investito molto sulla sicurezza, puntando su tre aspetti: la conoscenza dei problemi; il sostegno ai progetti dei Comuni; il coordinamento e l’integrazione tra le polizie nazionali e la polizia locale".
Sulla stessa lunghezza d'onda il Presidente della Regione Campania "In un campo come quello della sicurezza - dice Bassolino - abbiamo bisogno di una forte unità di indirizzo e non certo di pericolose frantumazioni degli organi di sicurezza. La sicurezza non può che rimanere un compito primario dello Stato. Del resto una parte cospicua del centro-destra frena sull’argomento e si limita a parlare di devoluzione unicamente per ciò che riguarda la poli zia amministrativa locale. La verità - conclude Bassolino -è che siamo di fronte all’ennesima contraddizione interna alla maggioranza di centro-destra".
Per Raffaele Fitto (nella foto): "Piuttosto che chiederci se la creazione di una polizia locale costituisca un pericolo, mi sembra opportuno interrogarci sulla reale necessità di una simile scelta. E' evidente - afferma il presidente della Puglia - che l’attribuzione, alle Regioni, di una facoltà di questo tipo potrebbe stimolare la tentazione e il comprensibile desiderio di qualcuno. Siamo certi, però, che sia una scelta utile per la collettività? Sulla base del cosiddetto principio di sussidiarietà, stella polare dell’ordinamento federale, è tutto da dimostrare che le Regioni possano assolvere meglio dello Stato le funzioni proprie delle forze dell’ordine e, comunque, non penso affatto - conclude Fitto - a un ulteriore corpo di polizia regionale ma a un efficace coordinamento delle forze locali già esistenti". (sm)

Friuli Venezia-Giulia: nuova Conferenza dei servizi
  La Regione Friuli Venezia-Giulia aggiorna la disciplina della conferenza dei servizi. Lo prevede il disegno di legge che modifica il Testo unico delle norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso (legge regionale 7 del 2000), approvato dalla Giunta su proposta del presidente Riccardo Illy.
E' stata estesa la disciplina regionale degli accordi di programma e della conferenza dei servizi anche agli Enti locali, con l'obiettivo di arrivare, attraverso l'omogeneità delle norme, a una maggiore semplificazione amministrativa. Sono previsti due tipi di conferenza dei servizi, istruttoria e decisoria, che possono essere convocate anche dai privati interessati. La conferenza istruttoria viene promossa qualora sia opportuno effettuare un esame contestuale di vari interessi pubblici coinvolti in un procedimento amministrativo; quella decisoria viene invece convocata quando un'amministrazione debba acquisire intese o nulla osta da parte di altre amministrazioni pubbliche e non riesca a ottenerli, oppure quando vi sia dissenso da parte di una o più amministrazioni interpellate.
La conferenza può essere convocata anche su istanze e progetti preliminari di particolare complessità, con l'obiettivo di stabilire, prima della presentazione dell'istanza o del progetto definitivi, quali siano le condizioni per ottenere i necessari consensi.
E mentre parte
la Web-Tv friulana per il Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia (dalle 10 di stamani, le sedute dell' Assemblea regionale viaggiano su Internet e sono 'visitabili' a chiunque disponga di un computer e di un collegamento telefonico) la Giunta regionale ha approvato il regolamento concernente criteri per la ripartizione tra le province delle quote di ingressi per motivi di lavoro di lavoratori stranieri extracomunitari e procedure per il rilascio delle autorizzazioni al lavoro, mentre la Regione e l'Agenzia per lo sviluppo economico della montagna (Agemont) stanno per firmare una convenzione che attiverà un fondo di garanzia a favore dello sviluppo dell'imprenditoria in montagna. (gs)
Emilia-Romagna: eco-incentivi alle imprese
  Dieci milioni di euro  dalla Regione Emilia-Romagna  per la concessione di eco-incentivi alle imprese.  Serviranno per sostenere progetti per la riduzione delle emissioni in atmosfera di gas serra in coerenza con gli obiettivi del protocollo di Kyoto,  per la tutela e il risparmio delle risorse idriche, per il recupero dei rifiuti, la rimozione dell'amianto e per incentivare i sistemi di gestione ambientale Emas e Iso 14000 nei processi produttivi. Il bando, che ha ricevuto il via libera definitivo dall'Unione Europea,   sarà pubblicato sul BUR della Regione Emilia-Romagna n. 19 del 5 febbraio 2004.
Il contributo  massimo erogabile sarà di 200 mila euro  e di  100 mila euro per la sostituzione  dei mezzi di trasporto utilizzati da artigiani, commercianti e da chi trasporta in proprio le merci con veicoli ecologici (a metano, elettrici ecc.). Ogni impresa potrà presentare fino a due domande di contributo.
La possibilità di presentare le domande partirà dal giorno 5 febbraio  per le azioni  previste in materia di inquinamento atmosferico, tutela delle acque e recupero rifiuti, mentre per quanto riguarda i progetti   di rimozione dell'amianto e di gestione ambientale decorrerà dal giorno 8 marzo 2004.
Il bando e i moduli per la compilazione delle domande sono scaricabili dal sito
www.ermesambiente.it  a partire dal giorno 5 febbraio 2004.
Altro provvedimento invece su strade, risorse idriche, prodotti agricoli e turismo. Sono i settori di intervento indicati nella proposta di programma speciale d’area
“Alta Valle del Sillaro”, che la giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato. Il programma è articolato in 5 azioni e prevede interventi diffusi su tutta l’area, per uno stanziamento complessivo di 4.933.500,00 euro, di cui poco più del 50% messo a disposizione dalla Regione ed il restante dagli Enti Locali coinvolti e da soggetti privati. L’obiettivo è lo sviluppo locale sostenibile, in coerenza con gli strumenti della programmazione regionale e provinciale.
(red)
5 febbraio: terziario e flessibilità
"Le prospettive della flessibilità nelle aziende del terziario" è questo il tema di un convegno che si terrà presso la  Confcommercio il 5 febbraio (Piazza Gioacchino Belli, 2 - Roma) .
Nel corso dell'incontro sarà presentata l'
indagine Delphi Flexo 2008 (Katia Gotnich S3.Studium). Secondo il programma è prevista una tavola rotonda a cui è prevista la partecipazione di Sergio Billè, Presidente Confcommercio (red)
 

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