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Sommario |
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Una
sentenza della Consulta ha dichiarato incostituzionale la norma secondo la
quale per Regioni ed Enti Locali ''le assunzioni a tempo
indeterminato devono, comunque, essere contenute entro
percentuali non superiori al 50 per cento delle cessazioni dal
servizio verificatesi nel corso dell' anno 2002'' (nella
finanziaria 2003), oppure ''...nel corso dell' anno 2003'' (per
la finanziaria 2004). E' così cancellato il blocco parziale del turn over ''imposto'' alle Regioni negli ultimi due anni. E questo perché il testo proposto dal Governo e approvato dal Parlamento fissa in modo troppo preciso norme che invece vanno concordate con le Regioni e gli Enti Locali nell' ambito della loro autonomia. Su questo punto, ma anche su altri articoli, si erano concentrati i 12 ricorsi presentati da nove diverse Regioni, basandosi sulle nuove norme introdotte con la riforma costituzionale del titolo V. Se il Governo vuole realizzare obiettivi di finanza pubblica anche utilizzando le Regioni ha quindi, secondo la Consulta una sola strada da seguire: quella del confronto finalizzato a trovare un accordo in sede di conferenza Stato-Regioni. Solo dopo le norme possono essere fissate - ''cristallizzate'' dice la Corte - in un decreto attuativo. Il blocco al 50% del turn over è stato però dichiarato incostituzionale perché un ''precetto specifico e puntuale sull' entità della copertura'' dei posti di organico che si sono liberati ''imponendo che tale copertura non sia superiore al 50%'' si configura come una ''indebita invasione'' da parte della legge statale dell' area dell' organizzazione della struttura amministrativa riservata alle autonomie regionali e agli Enti Locali. A questi - scrive la consulta - ''la legge può prescrivere criteri (ad esempio dicendo di privilegiare procedure di mobilita') ed obiettivi (come il ''contenimento della spesa'') ma non imporre nel dettaglio gli strumenti concreti da utilizzare''. Vasco Errani, presidente dell'Emilia-Romagna e vice presidente della Conferenza dei presidenti delle Regioni, è soddisfatto per la sentenza con cui la Corte costituzionale ha sancito l'incostituzionalita' del blocco del turn over negli Enti locali. ''La sentenza da' ragione in pieno agli Enti locali. C'era un'invadenza costituzionale delle competenze da parte del governo. Ma, soprattutto, la sentenza - ha aggiunto Errani - indica un percorso: quello della leale collaborazione, l'opposto cioe' di quanto fatto finora dal governo. Spero che dopo la pronuncia della Consulta il governo apra la strada a una nuova stagione di collaborazione''. Proprio su questa tema è di ieri la richiesta avanzata da tutti i Presidenti delle Regioni italiane al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per un incontro dove affrontare i temi del ''deterioramento dei rapporti istituzionali Stato-Regioni'' e il venirmeno da parte del Governo ''del principio costituzionale di leale collaborazione''. Errani e' stato cauto, invece, sull'effetto immediato della sentenza che, secondo l'Anci, potrebbe autorizzare i Comuni ''virtuosi'' ad assumere personale da qui al 31 dicembre. ''Siamo alla fine dell'anno - ha spiegato Errani - e non mi pare il caso di affrontare questo tema''. Patto di Stabilità interno, non hanno vincoli sulle assunzioni. ''E' questo il primo, immediato effetto della sentenza della Consulta'', si legge in una nota dell'Anci. Dopo la sentenza di incostituzionalita' sulle norme delle Finanziarie 2003 e 2004 che bloccavano al 50% il turn over nelle assunzioni a tempo indeterminato negli Enti locali, l'Associazione nazionale dei Comuni sottolinea che come primo immediato effetto ''vi e'quello per il quale, almeno fino al 31 dicembre prossimo, tutti i Comuni che abbiano rispettato il Patto di stabilita' interno vengono di fatto liberati dai vincoli sulle assunzioni contenuti nella Finanziaria 2004''. Infine L'Espresso di questa settimana dedica un articolo anche ad altri ricorsi presentati da Campania, Toscana, Umbria e Valle d'Aosta sulle spese proprie delle Regioni, con riferimento, fra l'altro, alle missioni all'estero. Panorama dedica invece alcuni servizi alle prossime elezioni regionali:Regionali la posta in gioco ; Squadra di lotta e di governo . (red) |
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''I rapporti tra Regioni e governo centrale
sono completamente saltati. Il governo si è sottratto in modo
continuativo al confronto. Oltretutto per una manovra che colpisce
pesantemente le Regioni e che imporrà ai cittadini di pagare di tasca
propria molto di più rispetto a quanto toglie con l'irrisoria
diminuzione delle tasse''. Lo dichiara il presidente della Regione
Emilia Romagna, Vasco Errani, in un'intervista a l'Unità (Non
faremo i gabellieri del governo)
all'indomani della lettera inviata
da tutti i governatori delle Regioni italiane al presidente della
Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, dove chiedono di essere ricevuti. |
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Le Regioni nel corso della Conferenza
Stato-Regioni di ieri hanno espresso il
loro parere sullo schema di Testo Unico sulla Radiotelevisione
(on line su www.regioni.it
gli altri documenti approvati dalla Conferenza dei Presidenti delle
Regioni). Nel documento della Conferenza dei Presidenti
"Le
Regioni danno atto che lo schema di decreto legislativo in attuazione
della delega cui all’art 16 della legge 3 maggio 2004 n. 112, è rivolto
ad una complessiva ridefinizione del sistema radiotelevisivo, ma la
volontà espressa di una generale riorganizzazione ed armonizzazione
della disciplina della materia alla luce del titolo V della Costituzione
va meglio definita per quanto riguarda il ruolo delle Regioni.
In
particolare le Regioni in armonia con quanto già espresso in sede di
audizione sul riassetto del Sistema radiotelevisivo ed in occasione
dell’esame dell’allora disegno di legge Gasparri, ribadiscono il
principio che, in virtù della riforma costituzionale, la comunicazione è
oggetto di legislazione concorrente e quindi ogni ulteriore passaggio
normativo ed applicativo va considerato in questa ottica. Ancora oggi
si impone di definire rapidamente il contenuto della materia
“ordinamento della comunicazione”, non tanto e non solo per gli aspetti
legati all’informazione del servizio radiotelevisivo, quanto e
soprattutto per quello che concerne il sistema delle trasmissioni, della
gestione delle reti e l’assegnazione delle frequenze. |
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"Nessun dubbio puo' essere avanzato
sul corretto utilizzo di fondi pubblici nazionali e neppure alcuna evasione di responsabilita' da parte della Regione Calabria". E' quanto scrive in un interventi pubblicato dal Corriere della Sera il presidente della Giunta regionalecalabrese, Giuseppe Chiaravalloti (nella foto), in relazione alla vicenda dei lavoratori 'idraulico forestali': Forestali e lavoratori precari in Calabria. "Una vicenda, e' vero - scrive Chiaravalloti - molto complessa che trae origine da molto lontano e trova responsabilità trasversali a tutti gli schieramenti e che in questi giorni il centrosinistra tenta strumentalmente di cavalcare. Responsabilita' per le quali il nord del Paese non è, naturalmente esente - scrive Chiaravalloti - avendo tratto grandi vantaggi da un Mezzogiorno considerato esclusivamente in passato solo bacino di manodopera, lasciando che le cose al Sud andassero sempre peggio. E' cio' che ha generato nel caso specifico dei forestali, le oltre trentamila iniziali unità di lavoratori in quel settore. Sin dall'inizio della attuale legislatura regionale e' stato da noi avviato un programma riguardante non solo i forestali ma l'intero vasto bacino di precariato che in Calabria e' stato erroneamente ed incoscientemente prima alimentato e poi abbandonato a se stesso. Per i lavoratori 'idraulico forestali' abbiamo subito provveduto alla sostanziale loro riduzione numerica, sino alle attuali circa diecimila unità impegnate, mantenendo sotto stretto controllo quelle cifre e avviando un programma di stabilizzazione, ma soprattutto, di valorizzazione e messa in produttivita' del settore". "Un programma che la Regione Calabria ha varato insieme al Governo, stabilendo cinque anni per la sua applicazione. Solo una 'distrazione', dobbiamo pensare, ha messo in dubbio la conclusione del Piano per l'ultimo biennio. Per la qualcosa il Governo, dopo aver preso atto che la Regione Calabria ha rispettato tutte le intese ed il programma a suo tempo concordato, ha dato via libera alla fase successiva. Anche per il rimanente 'precariato', quei lavoratori Lpu e Lsu illusi dal centrosinistra e ai quali noi abbiamo dato dignita', ci accingiamo a presentare, nel prossimo Consiglio Regionale, un Piano di graduale e definitiva stabilizzazione, frutto di grande impegno e di buoni rapporti con il Governo e con l'Europa. Utilizzando anche proprio quei Fondi Comunitari che un tempo dalla Calabria tornavano in Europa - prosegue Chiaravalloti - e che, invece, oggi la Regione sta dimostrando di saper impegnare. Valorizzando i propri tesori naturali, con una agricoltura di qualita' e un turismo attento e ospitale, come dimostrano i risultati lusinghieri conseguiti in questi ultimi anni, ma anche puntando sul patrimonio culturale e su quello umano calabrese. Chi non vede e considera tutto ciò - conclude Chiaravalloti - e' solo perche' e' cieco, fingestrumentalmente di esserlo o proprio non puo'. Da Nord a Sud". (red) |
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Il
Dipartimento per le Politiche di Sviluppo dirama i dati relativi ai
contributi comunitari a valere sui fondi strutturali richiesti alla
Commissione europea con le domande di pagamento inviate dalle Autorità
dei singoli programmi al 31 ottobre
2004.
Il
fine di raggiungere in media a quella data l'80 per cento dell'obiettivo
complessivo di domande di pagamento per l'intero 2004 è stato pienamente
raggiunto. I
dati sui contributi comunitari
(che non contengono la parte di pagamenti coperta con il cofinanziamento
nazionale) sono di particolare importanza perché rilevano ai fini del
conseguimento dell'obiettivo di pieno utilizzo annuale dei fondi
comunitari, necessario per evitare al 31 dicembre 2004, come è avvenuto
già nel
2002
e nel 2003, il
disimpegno automatico dei fondi (obiettivo N+2). Sono anche rilevanti
perché costituiscono il presupposto per ricevere i rimborsi comunitari a
ristoro del bilancio pubblico nazionale. Complessivamente, ossia per il
totale del QCS, le domande di pagamento presentate a Bruxelles hanno
raggiunto, al 31 ottobre 2004, il valore di 6,5 miliardi di euro, di cui
2,6 concorrono all'obiettivo di spesa dell'anno
2004.
Aggiungendo 1,6 miliardi di euro di acconto iniziale, pari al 7 per
cento di tutti i fondi (pure valido ai fini degli obiettivi fissati
dall'Unione), l'importo delle "domande di pagamento lorde" al 31
ottobre, risulta pari a 8,1 miliardi di euro. |
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E' scaduto alle ore 17 di oggi il termine
della presentazione degli emendamenti al disegno di legge di riforme
costituzionali, ritornato al Senato, dopo le modifiche della Camera.
Circa 300 gli emendamenti presentati alle modifiche del testo. I Ds sottolineano la mancanza di aperture da parte della maggioranza, in particolare, sull'adeguamento delle garanzie costituzionale e democratiche, sul tema della enorme concentrazione di poteri in capo al primo ministro, della forte riduzione del ruolo di garanzia del presidente della Repubblica e della funzione rappresentativa del Parlamento. ''Una difesa senza alcuna apertura - ha sottolineato il senatore Franco Bassanini (nella foto)- si è registrata anche sulla devolution e le scombinate disposizioni in materia di riforma nel Parlamento. La prospettiva di una decisione referendaria sembra sempre più inevitabile''. Da segnalare che l'altra pa (newsletter di Forum Pa) riporta le conclusioni della 31° Assemblea generale delle Province italiane, con due documenti Il rapporto sulle province italiane e il documento politico approvato dall'assemblea. (red) |
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