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Sommario |
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20 maggio: Conferenza Presidenti Regioni, Stato-Regioni e Unificata | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il Presidente Enzo Ghigo
(nella foto) ha
convocato la
Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle
Province autonome per giovedì 20 maggio 2004 alle ore 10.00
(Via Parigi, 11 a Roma). All'ordine del giorno l'esame degli argomenti previsti per la Conferenze Unificata e la Conferenza Stato-Regioni in programma per il primo pomeriggio della stessa giornata. Gli ordini del giorno integrali della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, della Conferenza Stato-regioni e della Conferenza Unificata possono essere consultati su www.regioni.it. I Presidenti delle Regioni dovranno esaminare il Documento "Sanità futura elaborato dal Ministro della Salute e dagli Assessori alla Sanità delle Regioni e delle Province autonome in occasione dell'incontro tenutosi a Cernobbio il 6 aprile 2004. Prosegue poi il confronto e la discussione sulle ipotesi di riorganizzazione del sistema delle Conferenze Stato-Regioni, Unificata e della Conferenza dei Presidenti. Anche la materia affari finanziari sarà domani sul tavolo dei Presidenti con particolare riferimento alla perdita di entrate realizzate dalle Regioni a statuto ordinario (art. 17, L. 449/1997) relativamente alla Tassa auto e all'accisa sulla benzina e al D.Lgs. 56/2000 (sul federalismo fiscale) rispetto alla situazione relativa all’applicazione dello stesso per gli anni 2003 e 2004. Saranno valutate dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni le proposte di legge d’iniziativa parlamentare all’esame della Commissione IX della Camera dei deputati recanti “Disposizioni in materia di trasporto pubblico locale” (4358 e 3053) e quelle in materia di espropriazioni per pubblica utilità (C 1034, 1054 e 2590) all’esame della 13° Commissione del Senato. All'ordine del giorno anche alcune problematiche applicative dell'Ordinanza sulla riclassificazione sismica del territorio nazionale e il Piano di messa in sicurezza degli edifici scolastici. Sul tavolo dei Presidenti finiranno infine anche altri argomenti che rientrano fra i punti all'ordine del giorno: - il Ddl “Delega al Governo per il riordino dello stato giuridico dei professori universitari” all’esame della Commissione VII della Camera dei Deputati (audizione della Conferenza primo pomeriggio del 20.5.04) - un documento sull’istituzione dell’Autorità Nazionale per la Sicurezza Alimentare; - uno schema di accordo per l’Internazionalizzazione del Sistema Fieristico; - un documento di osservazioni alla proposta di legge recante “Disposizioni per il riconoscimento, il sostegno e la promozione dei diritti individuali di formazione, orientamento, certificazione e accompagnamento”; - le determinazioni su una nuova sede della Conferenza dei Presidenti delle Regioni. (sm) |
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Formigoni: fondamentale alleanza con la Lega | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Non si può rompere con la Lega",
titola oggi il Corriere della Sera riportando un'intervista al Presidente
della regione Lombardia Roberto Formigoni. |
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Passa decreto emergenza sanità alla Camera | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sì
definitivo alla Camera al decreto emergenza sanità, tutta l'opposizione ha
votato contro: i si' sono stati 248, i no 201. Quindi
conversione in legge del decreto sull'emergenza sanitaria, così come
annunciato ieri sempre su "regioni .it". |
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Istat: conseguenze allargamento UE | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L' allargamento
dell' Unione Europea
a 25 Paesi membri, l' Ue-15, mettera' fuori dai benefici delle
aree di intervento di Obbiettivo 1 oltre 30 milioni di persone
che attualmente invece vi rientrano. In Italia, in particolare
per quanto, sarebbero la
Basilicata e la Sardegna a non poter
piu' beneficiare delle risorse previste per le aree in ritardo
di sviluppo. E' quanto osserva l' Istat, nell' ambito del
Rapporto annuale: la situazione del Paese
nel 2003
Alcune evidenze on line sul sito dell'Istat: - Rapporto annuale: la situazione del Paese nel 2003 (pdf, 206 Kb) Consultazione online Volume completo (pdf, 6.802 Kb) Dati statistici -8° Censimento industria e servizi: datawarehouse -14° Censimento popolazione: datawarehouse -La previsione sulle semine, annata 2003-2004 --DemoS: più indicatori sociali per il territorio -PREZZI AL CONSUMO: INFORMAZIONI, DATI E ANALISI -Indice dei PREZZI per le rivalutazioni monetarie -FMI - National Summary Data Page -Edifici e abitazioni Censimento 2001 (14 maggio 2004) - Prezzi al consumo: dati definitivi e analisi della Dinamica dei prezzi Aprile 2004 (14 maggio 2004) - Stima preliminare del PIL I trimestre 2004 (13 maggio 2004) - Produzione industriale - dati provvisori Marzo 2004 (13 maggio 2004) - Il turismo nel 2003 (12 maggio 2004) (red) |
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Istat: tante Italie ma non troppe | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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L' Italia che continua a perdere
colpi in termini di competitività rispetto agli altri Paesi e'
al tempo stesso anche la Nazione dell' Unione Europea in cui
sono più consistenti le differenze in termini di reddito
regionale per abitante, superiori fra l' altro a quelle
esistenti in
Germania, Spagna, Belgio ed Irlanda. In Italia poco
meno di un terzo della popolazione - il 30,4% - cioè circa 17,5
milioni di persone, vive in regioni in cui il pil pro capite e'
inferiore al 75% della media nazionale. Tante Italie dello sviluppo, rileva il rapporto 2003 curato dall' Istat. Interessanti anche i dati sulla sanità e il welfare. Il rapporto registra forti squilibri fra regione e regione. Basti pensare, a quest'ultimo proposito, che il tasso di occupazione nel 2002 e' oscillato fra un minimo del 41,8% in Sicilia ad un massimo del 71,0% nella Provincia Autonoma di Bolzano. E qual è la regione dove si sta meglio economicamente? La graduatoria regionale della ricchezza, con riferimento all' andamento del reddito medio per abitante, vede al primo posto Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige, mentre fanalini di coda sono Campania, Calabria, Sicilia e Puglia. Anche l'andamento della pressione fiscale segnala forti differenziazioni fra le realtà regionali: in Lombardia ed in Lazio infatti questo parametro (misurato dall'incidenza delle imposte correnti sul reddito disponibile) risulta più elevato, attorno al 15%, anche se risulta più complessivamente in calo la forbice fra Nord e Sud, per via della dinamica crescente delle imposte nelle regioni meridionali. Andamento differenziato anche per quanto riguarda la poverta', considerato che in questo caso i valori minimi si riscontrano in Lombardia e Veneto, con una quota inferiore al 4%, mentre in Calabria si arriva addirittura al 29,5%. Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia sono in ogni caso le regioni settentrionali con il maggior numero di famiglie povere, circa il 10%, mentre per quanto riguarda il Mezzogiorno la situazione meno drammatica e' quella dell' Abruzzo (18%). In questa situazione, il rapporto Istat segnala la ripresa del fenomeno dell' immigrazione interna. Nel processo di redistribuzione del reddito, le imposte correnti aumentano del 37,7 per cento e i contributi sociali del 19,3 per cento. Le prestazioni sociali, invece, crescono del 38,8 per cento. Aumenta di un punto percentuale la quota di imposte e contributi versati dalle regioni del Mezzogiorno (dal 21,3 al 22,3 per cento), che registrano, peraltro, il più basso incremento di prestazioni sociali ricevute. La pressione fiscale corrente (incidenza delle imposte correnti sul reddito disponibile) risulta più elevata in Lombardia e nel Lazio (entrambe intorno al 15 per cento); in generale, diminuisce la forbice tra il Nord e il Mezzogiorno grazie alla dinamica crescente delle imposte nelle regioni meridionali. Nel 2002, la Lombardia è la regione con il più elevato livello di spesa equivalente (2.276 euro mensili), seguita da Emilia Romagna e Valle d'Aosta. Fanalino di coda è invece la Calabria (1.314 euro), preceduta da Campania e Basilicata. Lombardia e Veneto sono le regioni che presentano al loro interno una distribuzione della spesa per consumi più omogenea, mentre in Molise e in Trentino-Alto Adige è più elevata la variabilità tra i livelli di spesa. Nel 2002 risultano povere, in termini relativi, 2 milioni 456 mila famiglie, pari all'11 per cento del complesso delle famiglie, percentuale in linea con la media europea. La povertà è più diffusa tra le famiglie numerose: il 24,4 per cento di quelle con tre o più figli, infatti, risulta in condizione di povertà. Questa percentuale sale al 31,8 per cento nel Mezzogiorno. Tra gli anziani i livelli di incidenza della povertà raggiungono il 15,7 per cento nel caso delle coppie e il 13,3 per cento per quelli che vivono da soli. L’incidenza di povertà osservata tra le regioni del Centro-nord è sempre inferiore rispetto alle regioni del Mezzogiorno. I valori minimi, inferiori al 4 per cento, si osservano in Lombardia e Veneto, quello più elevato in Calabria (29,5 per cento). Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia sono le regioni del Nord con il maggior numero di famiglie povere (circa il 10 per cento). Nel Mezzogiorno la situazione meno grave si registra in Abruzzo (18 per cento). L'8 per cento delle famiglie (poco meno di 1 milione 800 mila) è quasi povero, cioè presenta livelli di spesa per consumi molto vicini a quelli delle famiglie povere. La percentuale più bassa si osserva in Lombardia (3,9 per cento), quella più elevata in Campania (14,5 per cento). Il 9,5 per cento delle famiglie lamenta difficoltà di accesso ad Asl o pronto soccorso, a causa di problemi di lontananza o affollamento: il disagio riguarda più spesso le famiglie povere, per le quali l’incidenza è doppia rispetto a quelle non povere. 14 famiglie su 100 dichiarano di aver avuto difficoltà nel sostenere le spese relative all’affitto, mentre per il 9 per cento delle famiglie risulta difficile pagare le bollette o acquistare vestiti. Nel 2001 la spesa dell'Ue per prestazioni di protezione sociale è pari in media al 26,4 per cento del Pil. L’Italia si colloca nel gruppo dei paesi con incidenza inferiore alla media europea, con un valore del 24,5 per cento. Nel 2001 la spesa pensionistica dell'Ue è pari mediamente al 12,5 per cento del Pil, mentre in Italia la quota raggiunge il 14,7 per cento. Nel nostro Paese l’incidenza della popolazione anziana è cresciuta nel periodo 1991-2001 dal 15,1 al 18,7 per cento, mentre in Europa, nello stesso periodo, si è passati dal 14,7 al 16,3 per cento. Nel 2001 risultano ospitate presso strutture residenziali circa 295 mila persone. I minori accolti in queste strutture sono diminuiti del 15 per cento nel corso del 2000 e di un ulteriore 4 per cento nel 2001. Tra i minori dimessi dalle strutture, circa 770 sono andati in affidamento ad altre famiglie e circa 460 sono stati adottati. Aumentano invece i minori stranieri ospitati presso le strutture residenziali, che passano da 3 mila nel 1999 a 5 mila nel 2001. Gli anziani che vivono nei presidi residenziali sono 225 mila e rappresentano il 76 per cento del totale degli ospiti, con un aumento di quelli non autosufficienti, passati dal 45 per cento nel 1991 al 66 per cento nel 2001. Nel 2001 si registrano 13 milioni di ricoveri ospedalieri di cui 9,8 milioni in regime ordinario (76 per cento) e 3,1 milioni in day-hospital (24 per cento). Rispetto al 1994, a causa dell'invecchiamento della popolazione, aumenta la quota di ricoveri di persone con oltre 65 anni di età, passando dal 33,8 al 37,3 per cento per i maschi e dal 32,6 al 34,8 per cento per le femmine. La propensione all’utilizzo dei ricoveri ospedalieri è più significativa nel Mezzogiorno: 221 ogni mille maschi, 233 ogni mille femmine. Nello stesso anno il tasso di ospedalizzazione in Italia è stato pari a 204 ricoveri per mille maschi e a 218 per mille femmine. Nel corso del 2001 le organizzazioni di volontariato e le cooperative sociali hanno offerto servizi a circa 8 milioni di utenti, concentrati soprattutto nelle regioni del Nord (197 ogni mille abitanti nel Nord-est e 173 nel Nord-ovest) e del Centro (174). Nel Mezzogiorno il numero di utenti in rapporto alla popolazione residente è pari al 68 per mille. Rapporto annuale ISTAT - Volume on line
(red) |
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Disco verde dall'Ue al mais geneticamente modificato | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Disco verde dall'Ue
al mais Geneticamente Modificato. La Commissione europea ha
infatti autorizzato oggi l'importazione in Europa del mais geneticamente
modificato ''Bt-11''. Si tratta della prima volta dal 1999. Il via libera al mais dolce BT11 (che verra' venduto ad esempio in lattine) arriva dopo che e' gia' stata resa operativa in Europa la nuova legislazione sulla tracciabilita' e sull'etichettatura dei prodotti dove la presenza di materiale transgenico e' segnalato, se superiore allo 0,9% per ogni ingrediente presente nell'alimento. In Italia il mais dolce BT11 ha ottenuto una valutazione positiva dal Consiglio nazionale della sanita'. Il via definitivo al provvedimento mette fine di fatto alla moratoria che dal 1999 ha congelato l'importazione in Europa gli Organismi geneticamente modificati (Ogm). L'Unione al momento ha gia' concesso autorizzazioni al commercio a 34 prodotti transgenici; altri otto (oltre al mais dolce BT11) sono in attesa di una decisione, mentre 24 nuove domande di autorizzazioni sono state notificate a Bruxelles. |
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