|
|||||||||||||||||||||||||||||
Sommario |
|||||||||||||||||||||||||||||
Manovra: critici Comuni e Regioni | |||||||||||||||||||||||||||||
La
manovra economica di correzione dei conti pubblici, presentata per far
fronte alle necessità economiche poste dall'Ecofin ha suscitato una forte
reazione da parte degli enti locali e delle Regioni. |
|||||||||||||||||||||||||||||
Turismo: accordo tra i ministeri Affari Esteri, Attività Produttive e l'ENIT | |||||||||||||||||||||||||||||
Accordo tra il Ministero degli Affari
Esteri, il Ministero delle Attività Produttive e l'ENIT per promuovere il
turismo in Italia.
Promuovere il Sistema Italia significa anche
promuovere il turismo. La newsletter Italplanet L'Italia nel mondo rende noto che il Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini, il Ministro per le Attività Produttive Antonio Marzano, e il Presidente dell'ENIT Amedeo Ottaviani, hanno firmato un protocollo d'intesa per rafforzare il flusso turistico straniero verso l'Italia e potenziare le opportunità per l'imprenditoria italiana. Le Ambasciate, i Consolati e le Delegazioni ENIT all'estero si impegnano a realizzare insieme "Proposte-Paese" per la promozione del turismo in Italia: questa è la principale novità del protocollo, che completa la "Convenzione per il raccordo operativo e logistico all'estero nell'assistenza alle imprese italiane" sottoscritta dai due Ministeri e dall'ICE (Istituto per il Commercio Estero) il 24 marzo. Il protocollo prevede, tra l'altro, la collaborazione fra Ambasciate e Uffici ENIT per realizzare eventi a contenuto turistico, culturale ed eno-gastronomico, la pubblicazione di guide turistiche, presenze promozionali nelle grandi strutture alberghiere e la valorizzazione dell'Italia quale paese che accoglie produzioni cinematografiche e televisive. Si tratta di un ulteriore, importante passo per potenziare la diplomazia economica della Farnesina e per "fare sistema" tra istituzioni italiane operanti all'estero. Contestualmente alla firma del Protocollo, è stato presentato il CD-Rom realizzato con la collaborazione dell'ICE, sui rapporti-paese redatti congiuntamente dalle Ambasciate, e dagli Uffici ICE all'estero : un nuovo strumento, destinato a essere aggiornato ogni semestre, che si aggiunge al sostegno fornito da Ambasciate, Consolati e Uffici dell'ICE alle imprese all'estero. Ciascun rapporto offre un quadro sintetico della situazione macroeconomica, delle opportunità di mercato, degli ostacoli agli scambi e agli investimenti e delle iniziative promozionali dei diversi soggetti del Sistema Italia. (red) |
|||||||||||||||||||||||||||||
Condono edilizio: parte un tavolo Governo-Regioni-Comuni | |||||||||||||||||||||||||||||
Si è tenuta oggi, presso il
ministero per gli Affari Regionali, la prima riunione del
tavolo tecnico-politico
con rappresentanti del ministero dell'Economia e delle Finanze, delle
Regioni e dei Comuni per ''individuare - rende noto il ministero di via
della Stamperia - eventuali proposte emendative al decreto legge nø 168
per la parte relativa alla disciplina del condono edilizio''.
L'iniziativa di indire l'incontro e' stata presa nel corso della riunione
della Conferenza Stato-Regioni. |
|||||||||||||||||||||||||||||
Immigrazione: Dopo sentenza Consulta il Governo corre ai ripari | |||||||||||||||||||||||||||||
La
Corte costituzionale ha dichiarato l' illegittimità
della legge Bossi-Fini sull' immigrazione nella parte in cui prevede
l' arresto obbligatorio in flagranza di reato per lo straniero che abbia
violato l' ordine di allontanamento dall' Italia entro 5 giorni.
Secondo la
Consulta la norma
che impone l'arresto obbligatorio in flagranza di reato per lo straniero
che non abbia rispettato l'ordine del questore di lasciare il territorio
italiano entro cinque giorni ''non trova nessuna copertura
costituzionale''. Anzi viola due articoli della Carta: l'articolo 3 che
sancisce l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e l'articolo 13
che legittima l'adozione da parte dell'autorita' amministrativa di
provvedimenti che incidono sulla libertà personale solo in casi
eccezionali di necessità e urgenza. Oltretutto l' arresto obbligatorio
imposto dalla Bossi-Fini ''è privo di qualsiasi sbocco sul terreno
processuale'', fa notare la Corte, visto che la legge impedisce che si
possa disporre la custodia cautelare in carcere per un reato
contravvenzionale, come quello previsto dalla legge sull'immigrazione. In
sostanza, chiarisce la Corte, il giudice chiamato a pronunciarsi sulla
convalida dell'espulso che non ha ottemperato all'ordine del questore,
''deve comunque disporre l'immediata liberazione dell'arrestato''. Per
questo la Consulta giudica l'arresto obbligatorio della Bossi-Fini ''una
misura fine a se stessa''. Ed oggi Il
Consiglio dei Ministri
ha avviato l'esame delle problematiche in materia di immigrazione a
seguito delle recenti sentenze della Corte Costituzionale. Il
Vicepresidente Fini (nella foto) ed il Ministro Pisanu hanno
illustrato le linee di intervento per adeguare la normativa alle predette
sentenze, che formeranno oggetto di un apposito decreto-legge la cui
approvazione avverra' pero' tenendo conto del lavoro e del calendario del
Parlamento e dei tempi che ne possano agevolare la sicura e
tempestiva conversione. Sembra dunque tramontare l'ipotesi,
prospettata capo di gabinetto di Umberto Bossi,
Francesco Speroni -
di una modifica costituzionale per risolvere il problema della
legislazione sull'immigrazione. Con questa dichiarazione di illegittimità costituzionale non si aprono vuoti legislativi, ma vengono meno misure sbagliate e spesso inefficaci, che hanno dato origine a ingiustizie e conflitti anche fra chi doveva applicarle". E' stato il commento del presidente della Regione Emilia Romagna e Vicepresidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, Vasco Errani, alla sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato le norme della Bossi-Fini sull'espulsione senza le garanzie del contraddittorio e sull'arresto per violazione dell'ordine di allontanamento. "Le sentenze vanno lette e ragionate ha spiegato ancora Errani - ma già dalle prime notizie emerge con chiarezza che vengono meno due punti chiave dell'impianto della Bossi-Fini, un provvedimento simbolo del Governo sul quale, sin dal primo momento, l'Emilia-Romagna e molte altre Regioni avevano espresso un proprio parere negativo". "A questo punto - conclude Errani - e' necessario aprire un confronto vero ed evitare altri vicoli ciechi come sarebbero atti unilaterali da parte del Governo". (red) |
|||||||||||||||||||||||||||||
Sotto la lente della Corte dei conti la finanza delle Regioni e degli enti locali | |||||||||||||||||||||||||||||
Nel 2002 e nel 2003
Comuni e Province hanno avuto una gestione virtuosa
dei bilanci rispettando gli obiettivi del
Patto di stabilita' interno. Ma le province risultano avvantaggiate da uno
sviluppo positivo dei tributi devoluti, mentre per i Comuni, non
considerando la quota di compartecipazione all'IRPEF, si nota una certa
rigidita' nei tributi locali tradizionali. E' l'analisi che emerge dalla relazione sull'esercizio 2002 nonche' sugli andamenti di cassa, sul patto di stabilita' interno e sull'indebitamento nell'esercizio 2003 degli Enti locali trasmessa ieri, 16 luglio, dalla Corte dei Conti al Parlamento. La finanza regionale invece versa in una crisi di liquidita' le cui cause principali sono nella lievitazione dei costi del settore sanitario, nel blocco della fiscalita' regionale, nell'aumento delle competenze amministrative senza adeguato finanziamenti. Il debito delle Regioni a statuto ordinario nel 2003 e' più che raddoppiato rispetto all'anno 1999, salendo a quasi 29 miliardi (28.958 milioni di euro), di cui 15.993 a carico dei bilanci regionali e 12.965 a carico del bilancio dello Stato, con un incremento sull'anno precedente del 15,3 % per la parte regionale e dell'1,5% per la parte statale. Sono le cifre e il relativo allarme che emergono dalla relazione sulla finanza regionale 2002/2003 trasmessa giovedi' 16 luglio dalla Corte dei Conti al Parlamento. Continua a crescere dunque l'impatto delle Regioni sul fabbisogno del settore statale. Nel 2003, segnalala Corte dei Conti, l'incremento e' stato dell'11,6%, pari a 10,779 miliardi, quasi tutto attribuibile (8,392 miliardi) alle Regioni a statuto ordinario. Ma attenzione: i magistrati contabili, nella relazione annuale sulla finanza regionale (cfr. Relazione annuale sulla finanza regionale (formato winzip) e Relazione sulla finanza degli enti locali) nel segnalare il permanere nella finanza regionale di "una crisi liquidita' individuano le sue cause principali nella lievitazione dei costi del settore sanitario, nel blocco della fiscalita' regionale, nell'aumento delle competenze amministrative senza adeguato finanziamento". Quanto alla sanita', la Corte rileva che gli ultimi dati"pongono seri interrogativi sulle stime e sulla praticabilita' di percorso alla volta degli obiettivi di stabilità perseguiti con l'accordo Governo-Regioni dell'agosto 2001". Il disavanzo 2003, pari a 2,2 miliardi, segna solo una "flessione apparente"rispetto al 2001 e al 2002, quando fu toccata rispettivamente quota 4,9 e 4 miliardi. La cifra non comprende infatti gli oneri per il rinnovo del contratto del personale del comparto, pari a 2,5 miliardi nel biennio. Un importo "destinato a pesare sui costi del prossimo anno, riguardo al quale le Regioni già paventano un deficit di circa 5 miliardi di euro". Anche la spesa farmaceutica continua a rimanere su livelli superiori a quelli fissati con l'accordo dell'8 agosto 2001,nonostante un certo rallentamento della crescita. Nel 2003 ha raggiunto gli 11,163 miliardi di euro, pari al 13,8% dell'intera spesa sanitaria. Il costo della spesa, e' salito del 2,3%. Un buon risultato, pagato pero' dai cittadini, con la quota di copertura a carico del servizio sanitario nazionale in discesa dal 66,5% del 2002 al 61,6% dell'anno scorso. Per Leonardo Domenici (nella foto), Presidente dell’Associazione dei Comuni Italiani, ‘’Il giudizio espresso dalla Corte dei Conti non fa che confermare quanto l’ANCI sostiene da tempo, ovvero che se c’e’ un comparto virtuoso nella pubblica amministrazione, questo e’ quello degli enti locali’’. ‘’La relazione della magistratura contabile i cui contenuti sono stati diffusi oggi – prosegue Domenici - rende quindi ancora piu’ inaccettabili i tagli alle spese e le limitazioni alla autonomia degli enti locali contenuti nella manovra predisposta dal Governo. Trovano quindi sempre maggiori sostegni le tesi che l’ANCI va esprimendo da tempo, non ultima quella rappresentata solo ieri dal Direttivo dell’Associazione, circa la necessità di avviare una sorta di mobilitazione degli amministratori locali, per far comprendere appieno le ragioni dei Comuni, contrari a penalizzazioni ulteriori sui propri bilanci, con ricadute dirette sui cittadini’’. ‘’Il primo appuntamento – sottolinea in conclusione - e’ rappresentato dalla audizione, sui contenuti del decreto ‘tagliaspese’, alla Commissione Bilancio della Camera, prevista per martedi’ 20 luglio. In quella occasione abbiamo già previsto una folta presenza a Roma di Sindaci e amministratori locali, volta a supportare le prese di posizione dell’ANCI’’. “La relazione della Corte dei conti, conferma ancora una volta le criticità finanziarie più volte sottolineate dalle Regioni che da tempo , da ultimo ieri, stanno chiedendo un confronto urgente con il Governo. Appelli che finora non sono stati accolti. Fino ad oggi ci siamo invece trovati di fronte a scelte di politica economica unilaterali che hanno reso sempre più difficile la gestione dei bilanci. Solo cambiando la qualità delle relazioni fra le istituzioni e le priorità della politica economica e finanziaria –e coinvolgendo in questo lavoro Regioni e enti locali - nelle scelte di Governo è possibile affrontare le criticità che in questo momento coinvolgono l’intero sistema Paese”, lo ha dichiarato il Vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. “Gli stessi magistrati contabili, nella relazione inviata al Parlamento, segnalano il permanere nella finanza regionale di problemi di cassa. Si tratta – sottolinea Errani – di un effetto-domino del ritardo delle erogazioni da parte dello Stato. Un ritardo che riguarda in gran parte il finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Rispetto al quale la stessa Corte dei conti sottolinea che con riferimento al Pil, la componente percentuale della spesa sanitaria nel triennio è stata pari rispettivamente al 6.2%, 6.3%, 6.3%, leggermente sotto la media dei paesi OCSE e sensibilmente sotto la media dei paesi sviluppati. Quanto all’indebitamento regionale a copertura del fabbisogno occorrerebbe arrivare ad operazioni-verità nel confronto Governo-Regioni per far emergere la reale sottostima dei finanziamenti, in particolare per la sanità e per la gestione delle nuove competenze trasferite con le leggi per il decentramento amministrativo, proprio come dice la Corte dei conti. Problemi acuiti – come si legge nella relazione– dal “blocco della fiscalità regionale”, e “dall'aumento delle competenze amministrative senza adeguato finanziamento". Infine è da sottolineare l’adempimento da parte delle Regioni del rispetto delle condizioni poste dal patto di stabilità. E’ chiaro – conclude Errani - che se si vogliono raggiungere obiettivi ulteriori sul fronte del contenimento della spesa corrente occorre il coinvolgimento pieno di tutte le istituzioni in una responsabilizzazione di governo rispetto alla quale le Regioni- come hanno già sottolineato in più occasioni – sono disposte a svolgere il loro ruolo e rispetto alla quale hanno già dato in passato esempi di leale collaborazione istituzionale”. E nel frattempo il Ministero dell'economia comunica i dati di sintesi del conto del settore statale del mese di maggio 2004.
Fabbisogno del settore statale del mese di maggio 2004
(red) |
|||||||||||||||||||||||||||||
L'Umbria e il sistema contabile integrato | |||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||
|