FASCICOLI
Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome
 

15 LUGLIO 2004

LA CONFERENZA DEI PRESIDENTI DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME

 

RITENUTO che il decreto legge di correzione dei conti pubblici varato dal Governo è frutto di un atto unilaterale, sottratto ad ogni momento di concertazione con le Regioni, e per giunta fortemente invasivo delle competenze e delle funzioni proprie delle Regioni e delle autonomie locali;

 

RICONOSCIUTO peraltro che  finalmente, sia pure in maniera parziale, sono stati accolti emendamenti che avevano proposto in materia di indebitamento, di decreto legislativo 56/2000 e di neutralità fiscale con riferimento alle operazioni di conferimento del patrimonio disponibile;

 

CONSIDERATO che le scelte contenute nel decreto-legge colpiscono in maniera grave gli obiettivi di sviluppo delle aree sottoutilizzate e i programmi di investimento delle imprese;

 

RILEVATO che le disposizioni in materia di indebitamento, a correzione dell’art. 3 commi 16-21 della legge n. 350/2003, anche se accolgono parzialmente le osservazioni e le richieste avanzate dalle Regioni, non coprono la maggior parte delle materie di competenza regionale, escludendo o rendendo di ardua sostenibilità finanziaria i programmi comunitari, gli accordi di programma, i cofinanziamenti regionali ai programmi nazionali, le spese già previste nei bilanci pluriennali;

 

ESPRESSO un giudizio negativo, di metodo e di merito, sul D.L. 168/04, rilevano in particolare che l’articolo 5 risulta in contrasto con il dispositivo della Sentenza della Corte Costituzionale 196/04, la quale, definendo “doveroso” l’intervento legislativo regionale, rende urgente ed imprescindibile un confronto Stato-Regioni sulla definizione dei principi fondamentali e, in particolare, dei criteri e delle modalità attuative  del condono;

 

RINNOVA la richiesta per l’immediata apertura di un tavolo di confronto prima delle prossime sedute delle Conferenze Stato-Regioni e Unificata, ribadendo che nell’ambito di una leale collaborazione, le Regioni sono pronte a fare la propria parte in relazione alla difficile situazione finanziaria del Paese, riservandosi di presentare in quella sede specifiche proposte emendative e riservandosi altresì in caso di mancata apertura del tavolo di presentarle in sede parlamentare.

 

La posizione delle Regioni è in sintonia con l’allarme e le preoccupazioni lanciate da Comuni e Province attraverso le loro associazioni ANCI, UPI e UNCEM.

 

Roma, 15 luglio 2004

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Allegato tecnico

 

Le Regioni, pur pienamente protagoniste del processo di governo della spesa pubblica ai fini del rispetto dei parametri di Maastricht, in ordine al d.l. 168/2004 evidenziano quanto segue:

·        di fatto costituisce una sostanziale modifica del Patto di Stabilità Interno, peraltro non preventivamente concertata con i livelli di governo coinvolti, che accentua le restrizioni di bilancio quando la gestione è ormai oltre la metà dell’esercizio finanziario, con la conseguenza di rendere estremamente arduo il conseguimento dei nuovi obiettivi entro la residua parte dell’anno;

·         fondamentale è la costituzione di un tavolo di confronto permanente tra Stato Regioni e Enti Locali per individuare gli obiettivi di finanza pubblica e l’azione che ciascun livello di governo deve realizzare per il raggiungimenti di tali obiettivi nel rispetto dei principi di autonomia di entrata e di spesa affermati dall’art. 119. Cost.;

·        l’azione di contenimento della spesa appare contrassegnata da elementi di incertezza e di difficile quantificazione per due motivi:

o       viene effettuata su una voce quale “consumi intermedi” che non trova corrispondente e puntuale esplicitazione nella codifica economica interregionale, che viceversa presenta la codifica 1.4 “acquisto di beni e servizi”;

o       la doverosa esclusione della spesa dipendente dalla prestazione di servizi correlati a diritti soggettivi dell’utente è soggetta a forti difficoltà interpretative;

·        gli inasprimenti dei profili di responsabilità erariale impongono un quadro di maggiore certezza giuridica e di quantificabilità finanziaria che per i motivi sopra detti non si ravvisano nella normativa;

·        vengono effettuate riduzioni di spesa che in parte, anche notevole, avranno effetti riduttivi sulle Regioni e le Province autonome, per giunta alla fine del ciclo della legislatura, quando i programmi di spesa impostati e avviati negli anni precedenti giungono alla loro realizzazione. Questo alimenta l’incertezza rispetto a finanziamenti che potrebbero essere già stati assegnati alle Regioni da parte dello Stato e quindi autorizzati e di conseguenza già iscritti nei bilanci regionali;

·        nell’ambito delle suddette riduzioni di spesa, le Regioni rilevano una particolare criticità per quanto concerne quelle relative agli incentivi alle imprese e alle aree sottoutilizzate che ammontano a 1.250 milioni;

·        con riferimento alla manovra sull’IRAP, le Regioni non possono non rilevare che mentre viene sospesa la loro autonomia impositiva su questo importante tributo, lo Stato continua a intervenire in maniera unilaterale sullo stesso. Pertanto le Regioni rinnovano la richiesta che nella prossima legge finanziaria venga rimosso il blocco dell’autonomia impositiva sull’addizionale regionale all’IRPEF e sull’IRAP;

·        le Regioni salutano con favore che finalmente sia pure in maniera parziale sono stati accolti emendamenti che avevano proposto in materia di indebitamento, di decreto legislativo 56/2000 ivi compreso l’adeguamento dell’addizionale IRPEF nel caso di carenza di gettito degli altri tributi, e di neutralità fiscale con riferimento alle operazioni di conferimento del patrimonio disponibile. Le Regioni tuttavia non comprendono perché non è stato accolto l’emendamento, peraltro di nessun costo per lo Stato, sulle compensazioni interregionali delle somme relative alle minori entrate tassa auto e accisa benzina. Inoltre le Regioni confermano la richiesta di accogliere l’emendamento per salvaguardare, anche oltre il 2004, gli investimenti riferiti ai programmi comunitari e alla programmazione negoziata.