LA CONFERENZA DEI PRESIDENTI
DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME
RITENUTO che il decreto legge
di correzione dei conti pubblici varato dal Governo è frutto di un atto
unilaterale, sottratto ad ogni momento di concertazione con le Regioni, e
per giunta fortemente invasivo delle competenze e delle funzioni proprie
delle Regioni e delle autonomie locali;
RICONOSCIUTO peraltro che
finalmente, sia pure in maniera parziale, sono stati accolti emendamenti che
avevano proposto in materia di indebitamento, di decreto legislativo 56/2000
e di neutralità fiscale con riferimento alle operazioni di conferimento del
patrimonio disponibile;
CONSIDERATO che le scelte
contenute nel decreto-legge colpiscono in maniera grave gli obiettivi di
sviluppo delle aree sottoutilizzate e i programmi di investimento delle
imprese;
RILEVATO che le disposizioni
in materia di indebitamento, a correzione dell’art. 3 commi 16-21 della
legge n. 350/2003, anche se accolgono parzialmente le osservazioni e le
richieste avanzate dalle Regioni, non coprono la maggior parte delle materie
di competenza regionale, escludendo o rendendo di ardua sostenibilità
finanziaria i programmi comunitari, gli accordi di programma, i
cofinanziamenti regionali ai programmi nazionali, le spese già previste nei
bilanci pluriennali;
ESPRESSO un giudizio negativo,
di metodo e di merito, sul D.L. 168/04, rilevano in particolare che
l’articolo 5 risulta in contrasto con il dispositivo della Sentenza della
Corte Costituzionale 196/04, la quale, definendo “doveroso” l’intervento
legislativo regionale, rende urgente ed imprescindibile un confronto
Stato-Regioni sulla definizione dei principi fondamentali e, in particolare,
dei criteri e delle modalità attuative del condono;
RINNOVA la richiesta per
l’immediata apertura di un tavolo di confronto prima delle prossime sedute
delle Conferenze Stato-Regioni e Unificata, ribadendo che nell’ambito di una
leale collaborazione, le Regioni sono pronte a fare la propria parte in
relazione alla difficile situazione finanziaria del Paese, riservandosi di
presentare in quella sede specifiche proposte emendative e riservandosi
altresì in caso di mancata apertura del tavolo di presentarle in sede
parlamentare.
La posizione delle Regioni è
in sintonia con l’allarme e le preoccupazioni lanciate da Comuni e Province
attraverso le loro associazioni ANCI, UPI e UNCEM.
Roma, 15 luglio 2004
.........................................................................
Allegato tecnico
Le
Regioni, pur pienamente protagoniste del processo di governo della spesa
pubblica ai fini del rispetto dei parametri di Maastricht, in ordine al d.l.
168/2004 evidenziano quanto segue:
·
di fatto costituisce una
sostanziale modifica del Patto di Stabilità Interno, peraltro non
preventivamente concertata con i livelli di governo coinvolti, che accentua
le restrizioni di bilancio quando la gestione è ormai oltre la metà
dell’esercizio finanziario, con la conseguenza di rendere estremamente arduo
il conseguimento dei nuovi obiettivi entro la residua parte dell’anno;
·
fondamentale è la costituzione
di un tavolo di confronto permanente tra Stato Regioni e Enti Locali per
individuare gli obiettivi di finanza pubblica e l’azione che ciascun livello
di governo deve realizzare per il raggiungimenti di tali obiettivi nel
rispetto dei principi di autonomia di entrata e di spesa affermati dall’art.
119. Cost.;
·
l’azione di contenimento della
spesa appare contrassegnata da elementi di incertezza e di difficile
quantificazione per due motivi:
o
viene effettuata su una voce
quale “consumi intermedi” che non trova corrispondente e puntuale
esplicitazione nella codifica economica interregionale, che viceversa
presenta la codifica 1.4 “acquisto di beni e servizi”;
o
la doverosa esclusione della
spesa dipendente dalla prestazione di servizi correlati a diritti soggettivi
dell’utente è soggetta a forti difficoltà interpretative;
·
gli inasprimenti dei profili di
responsabilità erariale impongono un quadro di maggiore certezza giuridica e
di quantificabilità finanziaria che per i motivi sopra detti non si
ravvisano nella normativa;
·
vengono effettuate riduzioni di
spesa che in parte, anche notevole, avranno effetti riduttivi sulle Regioni
e le Province autonome, per giunta alla fine del ciclo della legislatura,
quando i programmi di spesa impostati e avviati negli anni precedenti
giungono alla loro realizzazione. Questo alimenta l’incertezza rispetto a
finanziamenti che potrebbero essere già stati assegnati alle Regioni da
parte dello Stato e quindi autorizzati e di conseguenza già iscritti nei
bilanci regionali;
·
nell’ambito delle suddette
riduzioni di spesa, le Regioni rilevano una particolare criticità per quanto
concerne quelle relative agli incentivi alle imprese e alle aree
sottoutilizzate che ammontano a 1.250 milioni;
·
con riferimento alla manovra
sull’IRAP, le Regioni non possono non rilevare che mentre viene sospesa la
loro autonomia impositiva su questo importante tributo, lo Stato continua a
intervenire in maniera unilaterale sullo stesso. Pertanto le Regioni
rinnovano la richiesta che nella prossima legge finanziaria venga rimosso il
blocco dell’autonomia impositiva sull’addizionale regionale all’IRPEF e
sull’IRAP;
·
le Regioni salutano con favore
che finalmente sia pure in maniera parziale sono stati accolti emendamenti
che avevano proposto in materia di indebitamento, di decreto legislativo
56/2000 ivi compreso l’adeguamento dell’addizionale IRPEF nel caso di
carenza di gettito degli altri tributi, e di neutralità fiscale con
riferimento alle operazioni di conferimento del patrimonio disponibile. Le
Regioni tuttavia non comprendono perché non è stato accolto l’emendamento,
peraltro di nessun costo per lo Stato, sulle compensazioni interregionali
delle somme relative alle minori entrate tassa auto e accisa benzina.
Inoltre le Regioni confermano la richiesta di accogliere l’emendamento per
salvaguardare, anche oltre il 2004, gli investimenti riferiti ai programmi
comunitari e alla programmazione negoziata.
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