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Sommario |
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Manovra: via libera al decreto legge | ||||||||||||||||||||||||||
Via libera dal
Consiglio dei Ministri
(nella foto il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi) ad un
decreto-legge per rendere operativo il pacchetto di misure correttive di
finanza pubblica concordate con la Unione Europea. Il decreto-legge - si
legge nel
comunicato di Palazzo Chigi incide
in senso riduttivo sulle spese dei Ministeri per complessivi 2,85 miliardi
di euro; sulle spese per missioni, consulenze e di rappresentanza delle
Amministrazioni pubbliche per 100 milioni di euro; sui trasferimenti alle
imprese, pubbliche e private per 1,35 miliardi di euro; dal lato delle
entrate, si incide sul settore delle assicurazioni, delle banche e degli
enti non commerciali, per complessivi 1,3 miliardi di euro. Il totale delle misure corrisponde, in termine di minore indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni, all’importo di 5,5 miliardi di euro. A tali interventi sono da aggiungere ulteriori risparmi per 2 miliardi di euro generati attraverso misure amministrative, ovvero azioni discrezionali possibili a legislazione vigente. Con lo stesso decreto, così come previsto dalla Legge Finanziaria, vengono anche introdotte norme per agevolare la costituzione di fondi di investimento per immobili di uso governativo. Infine, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale in materia di illeciti edilizi, il provvedimento rinvia al 10 dicembre 2004 la data ultima per presentare la domanda di sanatoria. Durisima la presa di posizione dell'Anci :"Quella predisposta dal Governo è una manovra iniqua, autoritaria e centralista che aggredisce gli Enti Locali. Secondo i primi calcoli effettuati dall'Anci il taglio sarebbe di circa 1,4 miliardi di euro l'anno (cfr. La Repubblica "Comuni, il conto della manovra un miliardo e mezzo in sei mesi" ). Di fronte a una simile situazione l’unica risposta possibile e’ la rottura dei rapporti con l’esecutivo, l’abbandono a tempo indeterminato di tutte le sedi di concertazione istituzionale e la mobilitazione generale degli amministratori locali italiani’’. Lo afferma Leonardo Domenici, Presidente dell’Anci, secondo il quale ‘’Il Presidente del Consiglio, a questo punto, deve assumere l’interim anche di tutti i Comuni italiani con piu’ di 5.000 abitanti, che si troveranno ad affrontare una situazione esplosiva’’. In sostanza, secondo l’Anci, quanto previsto nella manovra correttiva predisposta dal Governo e’ inapplicabile e, in parte, anticostituzionale. ‘’La previsione di un contenimento del 10% della spesa media effettuata negli anni 2001-2003 - spiega Sergio Chiamparino, Sindaco di Torino e responsabile Anci per la finanza locale – e’ impensabile in assoluto se si considera che solamente il costo del rinnovo del contratto di lavoro dei dipendenti degli enti locali (firmato dal Governo) rappresenta un aumento del 6%. Se poi consideriamo che la riduzione dovrebbe valere anche per il 2004 (del quale sono ormai trascorsi più di sei mesi, con bilanci già ampiamente approvati), allora e’ evidente che siamo nell’area della impossibilità’’. ‘’Il drastico contenimento delle spese per consulenze – aggiunge – porterà poi al blocco di tutte le opere pubbliche, mentre la riduzione di 250 milioni (per il solo 2004) dei fondi per la programmazione negoziata ed i contratti d’area andrà a penalizzare duramente tutto il mezzogiorno, e soprattutto le aree che hanno cercato in questi anni un riscatto ed una rinascita’’. ‘’Quanto poi all’obbligo, per gli organi di controllo interni degli enti locali, di fare una rendicontazione periodica alla Corte dei Conti – conclude Chiamparino – questo rappresenta un vero e proprio balzo all’indietro di decenni, che appare in totale contraddizione con quanto previsto dalla Costituzione. In conclusione, con questa manovra il Governo fa pagare le proprie difficolta’ ai Comuni ed ai Cittadini. Peggio di così non si poteva fare’’. Le Regioni potranno indebitarsi per finanziare contributi agli investimenti a privati: la deroga al patto di stabilità interno è prevista dalla bozza del decreto sulla manovra correttiva esaminata a Palazzo Chigi. La norma prevede alcuni paletti riferiti sia agli impegno assunti al 31 dicembre 2003 sia a quelli successivi e approvati dalle leggi leggi di bilancio 2004, con esclusione di qualsiasi variazione in aumento successivamente apportata. ''Da quanto si apprende in queste ore la manovra appare recessiva e di taglio a regioni ed enti locali piuttosto che dedicata allo sviluppo. Per di più fatta senza alcuna consultazione e alcun coinvolgimento'': la critica giunge dal Vicepresidente della Conferenza delle Regioni e Presidente dell' Emilia-Romagna, Vasco Errani: ''si continua a sbagliare, non consentendo un confronto serio e una vera cooperazione fra le istituzioni fondamentali della Repubblica e le forze sociali''. (sm) |
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Storace si presenterà con propria lista alle regionali | ||||||||||||||||||||||||||
Regionali, Storace lancia la sua lista,
è il titolo de "Il Messaggero". Il presidente della regione Lazio quindi
si ripresenta alle regionali del prossimo anno con una propria lista. Ed
ecco perchè: 1) "voglio un centrodestra che dimostri di cambiare
registro"; 2) "non c'è più la politica a rappresentare la gente, c'è
il volontariato, l'associazionismo. La gente si fida di più delle persone
che degli apparati"; 3) "si riparte dal Lazio con la lista Storace, e chi
è d'accordo mi deve seguire". |
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Condono: Martini: "situazione kafkiana"; Biasotti: proroga "corretta e necessaria" | ||||||||||||||||||||||||||
La Legge regionale per definire i limiti
delle applicazioni del condono edilizio sul territorio potrà "essere
emanata
entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore del presente
decreto". Tempi strettissimi dunque per le Regioni, stabiliti dal
decreto-legge, contenente la manovra economica preannunciata nei giorni
scorsi, che ha ricevuto il via libera dal Consiglio dei Ministri di
venerdì. Ma rispetto ai contenuti del Decreto il Presidente
della Regione Toscana in un'intervista rilasciata al Corriere della
Sera non esita a parlare di situazione "kafkiana", anche perché
-
spiega Claudio Martini - la sentenza della Corte stabilisce che il
Governo debba varare la legge di principio sul condono, oltre che dare
alle Regioni quattro mesi di tempo per preparare le norme. Ma dov'è questa
legge di principio?" In ogni caso la Toscana, prosegue Martini "è stata la
prima Regione che già dal luglio 1993 ha definito e applicato una legge
sugli abusi edilizi. Meglio: sui piccoli abusi", "gli unici abusi che noi
abbiamo intenzione di condonare", perché i grandi abusi "non li prendiamo
nemmeno in considerazione, a dispetto della Legge nazionale che era molto
permissiva", non sono infatti possibili condoni di "abusi costruiti in
zone incendiate, ma anche in terreni non edificabili, addirittura dentro
ai parchi in alcuni casi. "Nella nostra Legge regionale - afferma Martini
- abbiamo deciso che le oblazioni dei condoni finiscano nelle casse dei
Comuni. Ma immagino che questo non certo quello che vuole il Governo,
visto che ha dichiarato che con il condono vuole rimpinguare le Casse
dello Stato così da poter abbassare le tasse ai cittadini". Grandi i
rischi di caos istituzionale: "La nostra Legge regionale è già stata
vistata dal Governo, adesso sarà difficile regolarsi anche perché il
Governo non ha mai sentito l'obbligo di consultare le Regioni su questa
materia. Non ha mai pensato di far sedere tutti quanti intorno ad un
Tavolo per trovare un coordinamento eppure anche la sentenza della
Consulta (cfr.
regioni.it n.319) lo avrebbe voluto. |
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Il federalismo possibile | ||||||||||||||||||||||||||
E' sempre in discussione l'attuale riforma
costituzionale federalista.
Così lo Stato prevale sulle Regioni,
è il titolo di un articolo de il Sole 24 Ore che affrontava ieri il tema
dell'attuale discussione all'interno della maggioranza, e in particolare
delle richieste dell'Udc, di correzione della riforma costituzionale in
senso federalista già passata in prima lettura al Senato. Anche oggi sui
quotidiani il tema è sempre d'attualità: Corriere della Sera,
Federalismo, la Lega va a vedere le carte degli
alleati;
Sale tra gli italiani la voglia di proporzionale.
Si' al federalismo, ma con piu' potere centrale;
la Repubblica:
Devolution e fisco, affondo Udc;
l'Unità:
Le invasioni barbariche.
Intanto al tavolo tecnico sulle riforme la maggioranza non ha ancora trovato un accordo definitivo sulle questioni aperte in materia di federalismo (mentre sono on line i consueti aggiornamenti del sito del dipartimento delle riforme istituzionali aggiornamento della scheda sistematica delle principali sentenze della Corte Costituzionale in materia di riparto delle competenze legislative: anno 2004 - aggiornamento al 2 luglio 2004); inoltre fruibile il testo sull'approvazione definitiva Ddl 1094-B su incompatibilità, ineleggibilità e sistema elettorale regionale (16 giugno 2004) ). Prosegue invece a Montecitorio la riunione del tavolo tecnico per le riforme che dovrà mettere a punto le soluzioni da discutere nell'incontro pomeridiano a Palazzo Chigi. Alla riunione partecipano Roberto Castella, Alessandro Ce', Pietro Fontanini ed Enrico Speroni per la Lega, Andrea Pastore, Donato Bruno, Carlo Vizzini ed Enrico La Loggia per Forza Italia, Francesco D'Onofrio, Luca Volonté e Giampiero D'Alia per l'Udc, e Domenico Nania per An. Luca Ostellino su "il Sole 24 Ore" spiega che gli emendamenti dei deputati Udc, fatti propri da Follini, mirano a un «federalismo equilibrato», senza rischi di "disarticolazione della Repubblica", e attribuiscono in maniera chiara e diretta allo Stato «il ruolo fondamentaLe di tutela dei valori unitari della Nazione». Si reintroduce così nella Costituzione una “gerarchia" tra i vari livelli istituzionali abolita dal nuovo Titolo V. E la giustificazione è quella di voler risolvere il conflitto delle materie concorrenti tra Stato e Regioni: l'ultima parola definitiva quindi va data allo Stato. § Interviene in un fondo con apertura in prima pagina su l'Unità (Le invasioni barbariche), il presidente della regione Emilia-Romagna Vasco Errani, sempre sul tema riforme e federalismo. Per Errani "la verità è che la riforma votata in prima lettura al Senato non è federalismo ma l’al tra faccia speculare del centralismo". "In discussione - spiega Errani, rispondendo anche a quanto scritto di recente da Walter Veltroni sul Corriere della Sera - c'è lo Stato: qual è il sistema migliore per coniugare efficienza e capacità di rispondere alle esigenze dei cittadini". Veltroni ha ragione nell'affermare "che dare poteri legislativi esclusivi alle Regioni in materie chiave per i diritti delle persone spezza il patto nazionale che ci rende cittadini italiani". Ma nel contempo "ci sono due rischi da evitare. Il primo: affondare l'idea di una riforma dello Stato in senso federale. Il secondo: cercare colpe invece di soluzioni. Io penso che la riforma serva perché per il centralismo ha già clamorosamente fallito" (...), "Ha fallito perché spreca, non fa comunità ma comprime identità e vocazioni locali". Comunque il Titolo V va migliorato e completato (non in senso egoistico: leggi devolution) con un nuovo equilibrio fra i diversi soggetti della Repubblica che non porti ad un nuovo centralismo delle Regioni, "lavorando ad un vero Senato federale, che non è quell'obbrobrio uscito dalla baita di Lorenzago". Si sollevano invece conflitti continui con Regioni, Province e Comuni: "Il motivo? E' che rappezzano - conclude Errani - il fallimento nei conti pubblici, si finge ora di non vedere quello ormai prossimo del federalismo possibile. A meno che non si cambi strada". (gs) |
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Spettacolo: una proposta che è solo il primo ciak del confronto | ||||||||||||||||||||||||||
Solo un'apertura del confronto, con tanti
dubbi e cautele ( cfr.
regioni.it n.327), ma non è poco visto che sul tappeto c'è anche
l' ipotesi della regionalizzazione del Fus, quel Fondo unico dello
spettacolo non proprio da Creso e da difendere sempre, anche oggi, dalle
continue proposte di tagli. Questo e' stata in sintesi la
presentazione a Bologna della proposta di legge sullo spettacolo
elaborata dalle Regioni sotto il coordinamento della Liguria. La
proposta delle Regioni e' ''per una legge nazionale di principi nel
quadro delle riforme costituzionali'' e queste ultime prevedono appunto
il decentramento delle risorse. Argomento questo che fa storcere il naso
a più d'uno, ma oggi i rappresentanti di
Agis e
Anci (per i Comuni, il Sindaco di
Parma Elvio Ubaldi rappresentante del settore cultura) avrebbero aperto
uno spiraglio, disposti almeno al ''confronto concreto'', rileva
positivamente l'assessore alla cultura della Regione Emilia-Romagna,
Marco Barbieri (nella foto), commentando l'esito dell'incontro: ''l'Agis
in passato era molto perplessa e tuttora c'è apprensione da parte degli
operatori del settore''. Ma Barbieri l'accoglie come cosa naturale: è
normale chiedersi ''cosa può succedere'' se a gestire le risorse saranno
le Regioni e non più lo Stato. ''La regionalizzazione del Fus -
prosegue Barbieri - è tema in discussione da tempo ed è una conseguenza
del riformato Titolo V della Costituzione. La proposta delle Regioni
-afferma - non è ancora presentata ufficialmente. E' stata messa sul
tappeto per il confronto con le categorie economiche, il Ministero, gli
Enti locali. Al convegno c'erano anche i parlamentari firmatari di diverse
proposte di legge (Andrea Colasio, Fabio Garagnani, Giovanna Grignaffini),
di diverso schieramento'', tiene a precisare. Barbieri è della
Margherita e rileva che il vice presidente della Giunta della Liguria
e titolare della cultura Gianni Plinio è di An. ''Non ha
casacche - ribadisce - è la proposta delle Regioni'', e anche così ''non
la consideriamo il Vangelo - aggiunge - la mettiamo a disposizione, per
capire se nella riflessione con gli altri si può approdare a un punto
fermo''. Barbieri ci tiene a essere preciso: ''La proposta c'e' - precisa
- e possono esserci anche degli emendamenti, in una logica di federalismo
cooperativo. Questo - spiega - non e' un semplice braccio di ferro tra
Regioni e Governo, pensando anche agli Enti locali: bisogna decidere chi
fa che cosa, per rispondere alle esigenze degli operatori dello
spettacolo''. A fare gli onori di casa, insieme al neo sindaco Sergio Cofferati che ha portato un saluto al convegno, anche il presidente della Regione Emilia-Romagna. Vasco Errani ha contestualizzato la nozione di ''federalismo cooperativo'' e ha rilevato come la ''grave confusione attuale'' nella costruzione del federalismo impedisca di ''ragionare anche su un sistema nazionale dello spettacolo''. E ha auspicato, in un'ottica federalista, la nascita di ''un patto inter-istituzionale'' che abbia come pilastri ''l'autonomia finanziaria ed un fondo di riequilibrio'' per accompagnare il processo. Tornando al Fus, l'Emilia-Romagna sarebbe già pronta ad accoglierne la regionalizzazione, in particolare perché - spiega Barbieri - ''abbiamo già lavorato sui criteri di riparto delle risorse, parte delicatissima nei settori artistici, e quest'anno partiamo già con alcune 'forme sperimentali' condivise dagli operatori'', sottolinea: ''ma non tutte le Regioni sono pronte '', aggiunge. Nella proposta delle Regione, anche la previsione di una più forte autonomia gestionale nella cinematografia che risulta una critica al Governo. (red) |
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Gli anziani obesi regione per regione | ||||||||||||||||||||||||||
Sui 10,8 milioni di italiani sopra i 65 anni di eta', 4,6 milioni sono sovrappeso e 1,4 sono obesi,
il che fa quasi sei milioni di anziani con chili di troppo. Lo afferma il
5° Rapporto sull'Obesità in Italia dell'Istituto Auxologico
Italiano, presentato a Milano. Ma se gli anziani con peso nella norma si concentrano soprattutto al Nord e in particolare nel Nord-Ovest, quelli sovrappeso e obesi sono soprattutto
al Sud.L'iniziativa dell'Istituto
Auxologico ''affronta un tema nuovo - ha commentato il suo direttore scientifico, Alberto Zanchetti - ma non inatteso: quello dell'obesita' in rapporto ai processi di invecchiamento dell'organismo'', poiche' ''l'obesita' e' anticamera a una serie di alterazioni metaboliche e cardiovascolari''. Tanto che ''risulta sempre piu' evidente come alcuni regimi dietetici ricchi di certi componenti e poveri di altri possano favorire il prolungamento della qualita' e della
quantità della vita; e come l'attivita' fisica personalizzata sia utile per controllare lo scivolamento verso l'eccesso di peso e l'accumulo di grasso viscerale, fattori che concorrono ad alterare funzioni vitali dell'organismo, come la funzione cardiovascolare e quella respiratoria, per non parlare dei possibili rischi oncologici''.I numeri forniti dal professor Amleto D'Amicis, direttore dell'Unita' di Documentazione e Informazione Nutrizionale (INRAN) e responsabile della parte epidemiologica del Rapporto, sono espliciti: il sovrappeso e' in aumento, come nell'eta' adulta anche nella terza eta', dove dal 1994 al 2002, il numero delle persone con chili di troppo e' aumentato del 15-20%. ''Meno della meta' degli anziani - ha aggiunto D'Amicis - si trovano oggi in condizioni di normalita' di peso, solo il 38% degli uomini e il 44% delle donne. Inoltre, nelle donne dopo i 50 anni, oltre il 30% ha problemi di peso e l'80% di queste ha anche problemi di ipertensione''.Il rapporto evidenzia come ''l'obesita' risulti associata a una 'sindrome plurimetabolica' che comprende anche ipertensione arteriosa, diabete, malattie cardiovascolari, alcune neoplasie e osteoartrite''. Fra gli over 65 con un peso normale i diabetici sono il 10,1%, gli ipertesi il 31,7%, i cardiopatici il 16,6%, i malati di osteoartrosi il 55%; fra gli anziani obesi, i diabetici sono il 18,7%, gli ipertesi il 45,9%, i cardiopatici il 19,9%, i malati di osteoartrosi il 64,6%. Come si vede, le differenze sono pesanti e ''in definitiva - secondo il rapporto - l'obesita' e' associata a una minore aspettativa di vita: giovani adulti con un indice di massa corporea (BMI) pari a 35 o superiore hanno una aspettativa di riduzione nella durata della vita di 8-13 anni''.
La Toscana e la Val D'Aosta hanno il piu' alto numero di anziani con peso nella norma; gli over 65 sovrappeso sono soprattutto in Campania e Calabria; il maggior numero di obesi vive invece nel Molise e in Campania. Le percentuali di sovrappeso e di obesi dividono perfettamente in due l'Italia, con il Lazio e l'Abruzzo che fungono da regioni cuscinetto. Ecco la tabella con la distribuzione percentuale degli individui di 65 anni e piu' per Indice di massa corporea (Bmi) per regione di residenza. Normopeso Sovrappeso Obesi % % % Piemonte 45.0 41.7 9.3 Valle d'Aosta 46.9 39.4 10.5 Lombardia 45,5 38.4 11.5 Trentino-Alto Adige 44.8 40.5 10.5 Veneto 43.0 42.0 12.3 Friuli-Venezia Giulia 41.0 44.6 11.6 Liguria 46.8 39.5 10.0 Emilia-Romagna 41.8 43.8 12.6 Toscana 47.7 40.3 9.0 Umbria 40.9 44.1 13.1 Marche 43.5 43.4 11.2 Lazio 42.2 43.2 13.4 Abruzzo 39.0 45.6 13.5 Molise 35.9 44.3 18.0 Campania 35.1 47.5 16.0 Puglia 36.1 47.0 15.1 Basilicata 38.1 45.5 15.5 Calabria 36.3 46.1 15.8 Sicilia 38.5 43.3 15.2 Sardegna 40.0 43.9 13.9 (red) |
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