periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 301- Roma, 1 giugno 2004

Sommario

Montezemolo: Ghigo e Storace su federalismo Fazio: prima ridurre spesa corrente, poi minore pressione fiscale
Colozzi: luogo rinnovo contratto medici è Comitato di settore Porti: Martini, con altre Regioni presenteremo ricorso
Umbria punta su innovazione Formigoni: lavorare per partito unico Cdl
Ghigo e Storace su federalismo Montezemolo
Le affermazioni critiche sulle riforme necessarie e sul federalismo del neopresidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo (cfr. regioni.it n.299), fanno ancora discutere.
E se Casini torna a sottolineare l'aspetto solidale che deve caratterizzare ogni approccio federalista,  per il Presidente del Consiglio il federalismo va realizzato senza duplicare le strutture e  moltiplicare i costi. ''E' chiaro che se noi spostiamo a valle i  ministeri, manteniamo i loro costi e ne creiamo di nuovi più piccoli, non abbiamo risolto nulla, anzi. Il compito del  federalismo - sottolinea Berlusconi - deve essere quello di  snellire l'attività statale''
Il Presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, trova "insolente che non si comprenda come ormai sia senza ritorno il trasferimento di potere dallo Stato alle Regioni esattamente come senza ritorno la cessione di sovranità degli Stati all'Unione Europea''.  ''Se una associazione importante come Confindustria - ha  aggiunto Storace - ha un problema di gestione delle proprie  organizzazioni territoriali per cui vorrebbe tornare all'antico,  questo paese non glielo dovrà consentire. Il federalismo, con  tutto ciò che comporta e la necessità di far bene questa  riforma, deve essere portato avanti''.
Nel contempo il presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo, dice che bisogna aprire un confronto con le Regioni sul federalismo: ''Ho molto apprezzato - afferma Ghigo - alcuni passaggi della relazione che Montezemolo ha svolto il giorno dell'insediamento al vertice della Confindustria. Altre riflessioni, come quella sul federalismo, meritano invece approfondimento. Al neopresidente di Confindustria chiediamo chiarezza. Ce lo ha chiesto con determinazione dal palco di via dell'Astronomia e penso che continuerà a riproporci l'esigenza della chiarezza e della semplicita' anche nei mesi e negli anni a venire''.
''Cerchero' da subito di parlare chiaro - ha detto ancora il presidente della Conferenza delle Regioni - provando ad affrontare alcuni temi che legano in modo indissolubile l'impresa e il governo del territorio, sperando di contribuire a chiarire alcuni equivoci che portano talvolta a dividere, in modo improprio, le diverse posizioni tra antifederalisti e federalisti. Il vero nemico - ha concluso Ghigo - non e' il federalismo, ma un certo federalismo di comodo che si accompagna a una sorta di dilagante disfattismo istituzionale''.
Infine il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini ribadisce che occorre un ''federalismo solidale, in coerenza con la Costituzione'': ''Non e' il caso di riaprire un referendum sulla bontà del federalismo, e non e' il caso di dare il via a dispute ideologiche sul federalismo, perché tutte le forze politiche hanno fatto una scelta in questo senso''.
(gs)
Colozzi: luogo rinnovo contratto medici è Comitato di settore

Confermato lo sciopero dei medici. L'incontro promosso da Sirchia fallisce e provoca ulteriori strascichi polemici. Per il rinnovo della direttiva relativa al contratto dei medici bisogna attendere il 17 giugno, data in cui la Conferenza delle Regioni affronterà il tema. E' stato bocciato dai sindacati così il tentativo di anticipare azioni al di là del Comitato di settore.
Anche le Regioni non parteciperanno ad alcun tavolo negoziale prima dell'approvazione del nuovo atto di indirizzo: lo ha detto Romano Colozzi (nella foto), Presidente del Comitato di settore sanità, in riferimento alla mancata presenza delle Regioni all'incontro programmato per ieri con il Ministro della Salute.
''Pur ribadendo - aggiunge Romano Colozzi - che governo e parti sociali siano legittimati a vedersi ogni qualvolta lo ritengano opportuno, vorrei ricordare che il luogo per la formulazione della nuova direttiva per il rinnovo contrattuale dei medici e' il comitato di settore all'interno del quale siedono anche rappresentanti del governo. Le Regioni hanno già espresso la loro disponibilità ad approfondire alcune questioni ritenute importanti dai rappresentanti dei medici e a non mettere in discussione l'indennità di esclusività ''. Colozzi ha infine espresso ''stupore'' per il fatto che da alcune parti sindacali si lamenti l'assenza delle Regioni ''ad un tavolo per il quale le Regioni stesse non avevano assunto alcun impegno''. ''La nuova direttiva - ha ribadito Colozzi - sara' approvata nei tempi prestabiliti (quindici giorni) nel pieno rispetto del mandato che la Conferenza dei Presidenti all'unanimità ha conferito al Comitato di Settore''.
''La convocazione da parte del Ministro Sirchia e' l'ennesima dimostrazione che, da parte del Governo e delle Regioni, c'e' la concreta volontà di rilanciare il dialogo'', ha sottolineato l'Assessore alla sanità del Veneto, Fabio Gava, anche nella sua veste di coordinatore degli Assessori alla sanità delle Regioni italiane.
''Alla luce della modifica dell'esclusività del rapporto di lavoro dei medici e dei conseguenti atti della Conferenza dei Presidenti e del Comitato di Settore - rileva ancora Gava -, credo ci siano tutte le condizioni perche' lo sciopero venga almeno sospeso. Molti degli aspetti critici evidenziati dai
sindacati dei medici possono infatti essere superati se solo si riuscirà a mantenere un minimo di serenità''.
Gava sottolinea inoltre l'importanza del fatto che ''i Presidenti delle Regioni abbiano dato il via alla revisione dell'atto d'indirizzo il giorno stesso dell'entrata in vigore della legge che modifica il rapporto di esclusivita'''; ribadisce che ''la revisione dell'atto d'indirizzo salvaguardera' l'indennita' di esclusiva del rapporto''; definisce ''il minimo indispensabile sul piano tecnico i circa 15 giorni necessari per la riformulazione dell'atto d'indirizzo da trasmettere poi al Governo''.
Infine l'assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna Giovanni Bissoni ha detto di non conoscere lo scopo e l'oggetto "della proposta di incontro  tra il ministro Sirchia e le Organizzazioni sindacali della dirigenza sanitaria, concordo con le dichiarazioni dell'assessore Colozzi, presidente del Comitato di settore sanità delle Regioni. La disponibilità unanime delle Regioni a rivedere l'atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale della dirigenza sanitaria va preservato da ogni forzatura di parte. E' bene per tutti, ed è bene per il corretto svolgimento del confronto contrattuale, rispettare le competenze e le sedi della trattativa stessa".
Ma le organizzazioni sindacali ANAAO ASSOMED - CIVEMP (SIVEMP-SIMET), FESMED (ACOI, ANMCO, ANMDO, AOGOI, FEMEDA, SEDI, SUMI), FP CGIL Medici, SNABI SDS, UMSPED (AAROI, AIPAC, SNR) non hanno partecipato all'incontro con il ministro della Salute Girolamo Sirchia, che definiscono ''inutile'' per ottenere il segnale certo dell'avvio delle trattative per il rinnovo del contratto, e per una eventuale sospensione dello sciopero previsto per il 3 giugno. 
La decisione, spiegano i sindacati che rappresentano la maggioranza dei medici dipendenti, e' stata presa, ''vista la mancata risposta del Ministero della salute alla proposta di allargare la delegazione di parte pubblica ad altri Ministri e alle Regioni, e vista la nota del Presidente del comitato di settore che, dopo aver annunciato l'assenza delle Regioni all'incontro di oggi a Milano, definisce quali siano le sedi legittime del confronto contrattuale''.
La mancanza di interlocutori istituzionali ''abilitati a contrarre impegni finanziari e contrattuali - concludono - rischia di conferire all'incontro un significato pre-elettorale privo di contenuti dal quale ci asteniamo preservando la nostra totale autonomia sindacale''.

(gs)

Umbria punta su innovazione

Puntare con decisione all’innovazione dell’intero sistema regionale, concentrando su questo obiettivo tutte le risorse pubbliche e private: è questa la finalità del “Programma regionale per lo sviluppo e la diffusione dell’innovazione” adottato dalla Giunta regionale, su proposta della presidenza e dell’assessorato alle attività produttive, durante la seduta del 25 maggio.  

Il Programma, che dovrebbe convogliare sulle azioni previste nei prossimi cinque anni circa 160 milioni di euro di risorse comunitarie, statali, regionali e private, si articola in un quinquennio e parte dal presupposto che si debba produrre una modificazione dei comportamenti dei principali attori coinvolti nello sviluppo e di chi decide nell’ambito delle imprese.

Gli obiettivi  prefissati sono quattro: creare un sistema per l’innovazione dell’Umbria, attraverso relazioni permanenti tra centri di ricerca e di diffusione dell'innovazione e il sistema delle imprese; animazione per l’innovazione, elevando la propensione all’innovazione delle imprese; innovazione per la crescita, da raggiungere attraverso la diversificazione del sistema produttivo; rafforzare e qualificare il fattore umano. E per quest’ultimo obiettivo il Programma individua alcune delle azioni disponibili nell’immediato, come l’alta formazione, gli spin-off accademici e sostegno alla creazione di imprese innovative, in particolare nel “Programma operativo regionale dell’obiettivo 3” (“Por Ob.3”).

   Il Documento  adottato – come è stato spiegato – non è programma di spesa pubblica regionale e tanto meno di una sola Misura del “Documento unico di programmazione” (Docup), ma definisce in primo luogo il complesso delle politiche regionali con la relativa imputazione delle risorse possibili. Allo stesso tempo si caratterizza come un programma condiviso da tutti i principali operatori regionali da attuarsi, in pieno accordo con lo spirito del Patto per lo Sviluppo dell’Umbria, attraverso uno specifico Accordo di programma.

Autonomie locali, università, sistema Camerale, fondazioni bancarie, istituzioni finanziarie, associazioni di categoria, enti e agenzie promozionali e imprese sono i soggetti da coinvolgere per l’attuazione del programma.

(sm)
Fazio: prima ridurre spesa corrente, poi minore pressione fiscale
Ha sposato le tesi di Montezemolo sulla concertazione, ha sollevato la reazione del Ministro Maroni rispetto all'ipotesi di una manovra aggiuntiva, ed ha ribadito la necessità di riforme strutturali in un contesto che registra un generale rallentamento della crescita economica del nostro Paese, analogamente a quanto accade anche in altre nazioni europee come la Germania, ma diversamente da quello che si registra in alcune regioni dell'estremo Oriente e negli Stati Uniti. E' questo, in estrema sintesi, il quadro delineato nella sua relazione dal Governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio.  Una relazione che ha suscitato l'approvazione del neoPresidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo ed una replica "tranquillizzante" del Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: ''Tutti gli anni di questa stagione - dice - si fanno   previsioni di questo tipo. Poi l' Italia ce la fa sempre. Ce l' abbiamo fatta negli anni scorsi. Ci siamo impegnati e pensiamo di farcela anche quest'anno''.  E parlando dell' Europa aggiunge: ''noi rispettiamo i patti''. Accetta l'idea della concertazione Scajola, ma ricorda che in passato è sempre stata la Cgil a sottrarsi al confronto con il governo. Per l'opposizione siamo invece di fronte alla palese dimostrazione del fallimento dell'azione del governo:''Ormai - dice Bersani - solo il governo canta fuori  dal coro e racconta un'Italia che non c'è". "La strada delle riforme strutturali - ha detto il Governatore - va percorsa fino in fondo. Gli interventi finora attuati in materia di previdenza, sanità e finanza degli enti locali ''hanno inciso sugli squilibri, ma non a sufficienza'' e vanno completati. Antonio Fazio, nelle sue considerazioni finali, il nodo delle riforme, sottolineandone l'urgenza. ''Il debito pubblico ha continuato ad aumentare, sia pure a un ritmo più lento. E' stato necessario accrescere le entrare fiscali''.
"E' necessario -
ha detto fra l'altro Fazio - per le parti sociali, per le imprese e per le banche un quadro di riferimento definitivo e condiviso. Il prossimo Documento di programmazione economico-finanziaria deve poter dare indicazioni al riguardo". Per Fazio "il calo delle tasse richiede un taglio delle spese, attraverso una razionalizzazione delle attività della Pubblica Amministrazione e un aumento dell'efficienza dei servizi pubblici", che poi spiega: "un abbassamento della pressione fiscale deve trovare fondamento in una riduzione delle spese correnti in rapporto il prodotto; si richiedono una razionalizzazione dell' attività della pubblica amministrazione e un aumento dell' efficienza dei servizi  pubblici".
Poi un monito:l'Italia e' ancora in grado di agganciare la ripresa mondiale ma deve invertire la rotta, attuando una politica economica chiara, concreta e condivisa. "Dobbiamo inserirci nella ripresa internazionale - spiega - rispetto alla quale l'Europa e ancor più l'Italia sono rimaste ai margini. E' nelle nostre possibilità". Ma per fare ciò, "e' necessario per le parti sociali, per le imprese e per le banche un quadro di riferimento definito e condiviso"."Il ritorno, in un congruo numero di anni, all'equilibrio dei conti pubblici e una contrazione del peso del debito sono indispensabili -
avverte Fazio - per dare stabilità al quadro macroeconomico". "In assenza di correzioni" il rapporto tra deficit e Pil in Italia "potrebbe portarsi" fino al 3,5% quest'anno, per schizzare poi "intorno al 4%" nel 2005, quando
verranno meno molti "provvedimenti a carattere temporaneo". Per riportare i conti all'interno dei parametri fissati dal Trattato di Maastricht serve, insomma, una manovra bis da circa 7,5 miliardi di euro. Il governatore della Banca d'Italia ha poi lanciato un vero e proprio allarme sullo stato di salute della finanza pubblica per cui se il Governo non riduce le spese correnti, non c'e' spazio per tagliare le tasse. In particolare, occorre contenere del volume di risorse assorbite dal settore pubblico". Fazio non nasconde la sua preoccupazione per l'andamento del fabbisogno, che nei primi cinque mesi di quest'anno ha toccato i 48 miliardi di euro, a fronte dei 37 miliardi raggiunti nello stesso periodo dell'anno scorso. E anche per l'avanzo primario che dal 5,2% del 1998 e'sceso al 2,9% nel 2003 e dovrebbe attestarsi al 2,2%quest'anno, in base alle stime dello stesso Governo.
Fazio riconosce che "l'ampliamento del disavanzo pubblico negli anni più recenti e' stato influenzato dalla debolezza ciclica dell'economia". Ma non manca di rilevare che "esso risente anche della mancata correzione degli andamenti di fondo che divaricano la crescita delle spese primarie correnti e quella delle entrate contributive". Ad aumentare sono state soprattutto "la spesa sanitaria e quella previdenziale". E anche "il livello del debito pubblico rimane molto alto". Con l'avvertenza che se finora "la congiuntura monetaria internazionale ha consentito la riduzione del costo per interessi, il ritorno" a quelli che il governatore definisce"livelli normali dei tassi" non sarebbe senza conseguenze per i conti. Conseguenza: "un abbassamento della pressione fiscale deve trovare fondamento in una riduzione delle spese correnti in rapporto al prodotto".
(sm)
Formigoni: lavorare per partito unico Cdl

''Non è un'ipotesi quella del rimpasto, non lo è per Berlusconi, che anche ad Assago è stato  chiarissimo. Questo è un Governo di legislatura e dunque si va  avanti così fino al 2006. Si', si va avanti così fino alle   prossime elezioni politiche'', assicura il presidente della   Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervistato  dall'Avvenire.
Formigoni (nella foto), però, non esclude la possibilità di un  cambiamento del quadro politico all'interno della Cdl: ''Sarò chiaro. Se, dopo il 14 giugno, gli alleati si dicessero pronti a fare un passo avanti verso il partito unico del centrodestra, il quadro potrebbe cambiare. (...) Berlusconi - e con lui Sandro  Bondi e il sottoscritto - lanciò l'idea di una lista unica del  centrodestra quando il voto europeo era appena all'orizzonte. E'  la prospettiva politica inevitabile se vogliamo dare uno  sviluppo serio e razionale al bipolarismo in Italia. E' questa  la meta: una formazione unica del centrodestra spingerebbe  l'altra coalizione a fare altrettanto. E così i rispettivi  centri sarebbero più forti e minimizzerebbero l'impatto delle ali estreme''.

(red)

Porti: Martini, con altre Regioni presenteremo ricorso

''L'approvazione da parte  del governo del decreto legge sui porti - ha detto il  Presidente della Regione Toscana Claudio Martini - è una decisione inaccettabile, l'ennesimo strappo costituzionale'' . Poi ha  spiegato, ''discuteremo come presentare ricorso alla Corte  costituzionale, assieme ad altre Regioni''. ''E' una scelta - ha aggiunto - in stridente contrasto con la  recentissima giurisprudenza con cui la Corte costituzionale ha  riaffermato al necessità di ricercare l' intesa. Una scelta compiuta senza alcun un rapporto con le Regioni, che svuota completamente di significato l' intesa, che espropria i   territori e le loro istituzioni della possibilità di partecipare alle decisioni che riguardano la gestione di importanti infrastrutture come i porti. Se il ministro Pietro Lunardi pensa di risolvere così la nomina dell' Autorità portuale di Livorno, si sbaglia. Nessuno si illuda, la Toscana reagirà con fermezza e coerenza: presenteremo ricorso, insieme  ad altre Regioni, alla Corte costituzionale; porteremo l'argomento all'attenzione della Conferenza delle Regioni e  inviteremo i gruppi parlamentari, quando saranno chiamati a  discutere e approvare il decreto, a cancellare l' articolo 6''. Il decreto, intitolato ''Disposizioni urgenti per garantire  la funzionalità di taluni settori della pubblica  amministrazione '', ha spiegato il Presidente, modifica la legge  del 28 gennaio 1994 sull' autorità portuale cancellando di  fatto l' obbligo di ricercare l'intesa Governo-Regioni per  procedere alle nomine delle Authority.
(red)

 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Redazione: via Parigi, 11    00185 - Roma
Direttore editoriale: Marcello Mochi Onori
Direttore responsabile: Marco Tumiati
In redazione: Stefano Mirabelli; Giuseppe Schifini
tel. 06.488829200 - fax 06 4881762
e-mail:
redazione@regioni.it

 
 


per iscriversi alla mailing list e ricevere regioni.it alla tua casella di posta elettronica
 

invia
e-mail

 

 

 

numeri precedenti

 


link

no copyright. per pubblicare le notizie di regioni it "clicca"