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Sommario |
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Ghigo e Storace su federalismo Montezemolo | ||||||||||||||||||||||||||
Le affermazioni critiche sulle riforme
necessarie e sul federalismo del neopresidente
di
Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo (cfr.
regioni.it n.299), fanno
ancora discutere. E se Casini torna a sottolineare l'aspetto solidale che deve caratterizzare ogni approccio federalista, per il Presidente del Consiglio il federalismo va realizzato senza duplicare le strutture e moltiplicare i costi. ''E' chiaro che se noi spostiamo a valle i ministeri, manteniamo i loro costi e ne creiamo di nuovi più piccoli, non abbiamo risolto nulla, anzi. Il compito del federalismo - sottolinea Berlusconi - deve essere quello di snellire l'attività statale'' Il Presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, trova "insolente che non si comprenda come ormai sia senza ritorno il trasferimento di potere dallo Stato alle Regioni esattamente come senza ritorno la cessione di sovranità degli Stati all'Unione Europea''. ''Se una associazione importante come Confindustria - ha aggiunto Storace - ha un problema di gestione delle proprie organizzazioni territoriali per cui vorrebbe tornare all'antico, questo paese non glielo dovrà consentire. Il federalismo, con tutto ciò che comporta e la necessità di far bene questa riforma, deve essere portato avanti''. Nel contempo il presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo, dice che bisogna aprire un confronto con le Regioni sul federalismo: ''Ho molto apprezzato - afferma Ghigo - alcuni passaggi della relazione che Montezemolo ha svolto il giorno dell'insediamento al vertice della Confindustria. Altre riflessioni, come quella sul federalismo, meritano invece approfondimento. Al neopresidente di Confindustria chiediamo chiarezza. Ce lo ha chiesto con determinazione dal palco di via dell'Astronomia e penso che continuerà a riproporci l'esigenza della chiarezza e della semplicita' anche nei mesi e negli anni a venire''. ''Cerchero' da subito di parlare chiaro - ha detto ancora il presidente della Conferenza delle Regioni - provando ad affrontare alcuni temi che legano in modo indissolubile l'impresa e il governo del territorio, sperando di contribuire a chiarire alcuni equivoci che portano talvolta a dividere, in modo improprio, le diverse posizioni tra antifederalisti e federalisti. Il vero nemico - ha concluso Ghigo - non e' il federalismo, ma un certo federalismo di comodo che si accompagna a una sorta di dilagante disfattismo istituzionale''. Infine il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini ribadisce che occorre un ''federalismo solidale, in coerenza con la Costituzione'': ''Non e' il caso di riaprire un referendum sulla bontà del federalismo, e non e' il caso di dare il via a dispute ideologiche sul federalismo, perché tutte le forze politiche hanno fatto una scelta in questo senso''. (gs) |
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Colozzi: luogo rinnovo contratto medici è Comitato di settore | ||||||||||||||||||||||||||
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Confermato lo sciopero dei medici.
L'incontro promosso da Sirchia fallisce e provoca ulteriori strascichi
polemici. Per il rinnovo della direttiva relativa al contratto dei medici
bisogna attendere il 17 giugno, data in cui la Conferenza delle Regioni
affronterà il tema. E' stato bocciato dai sindacati così il tentativo di
anticipare azioni al di là del Comitato di settore. |
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Umbria punta su innovazione | ||||||||||||||||||||||||||
Puntare con decisione all’innovazione dell’intero sistema regionale, concentrando su questo obiettivo tutte le risorse pubbliche e private: è questa la finalità del “Programma regionale per lo sviluppo e la diffusione dell’innovazione” adottato dalla Giunta regionale, su proposta della presidenza e dell’assessorato alle attività produttive, durante la seduta del 25 maggio. Il Programma, che dovrebbe convogliare sulle azioni previste nei prossimi cinque anni circa 160 milioni di euro di risorse comunitarie, statali, regionali e private, si articola in un quinquennio e parte dal presupposto che si debba produrre una modificazione dei comportamenti dei principali attori coinvolti nello sviluppo e di chi decide nell’ambito delle imprese. Gli obiettivi prefissati sono quattro: creare un sistema per l’innovazione dell’Umbria, attraverso relazioni permanenti tra centri di ricerca e di diffusione dell'innovazione e il sistema delle imprese; animazione per l’innovazione, elevando la propensione all’innovazione delle imprese; innovazione per la crescita, da raggiungere attraverso la diversificazione del sistema produttivo; rafforzare e qualificare il fattore umano. E per quest’ultimo obiettivo il Programma individua alcune delle azioni disponibili nell’immediato, come l’alta formazione, gli spin-off accademici e sostegno alla creazione di imprese innovative, in particolare nel “Programma operativo regionale dell’obiettivo 3” (“Por Ob.3”). Il Documento adottato – come è stato spiegato – non è programma di spesa pubblica regionale e tanto meno di una sola Misura del “Documento unico di programmazione” (Docup), ma definisce in primo luogo il complesso delle politiche regionali con la relativa imputazione delle risorse possibili. Allo stesso tempo si caratterizza come un programma condiviso da tutti i principali operatori regionali da attuarsi, in pieno accordo con lo spirito del Patto per lo Sviluppo dell’Umbria, attraverso uno specifico Accordo di programma. Autonomie locali, università, sistema Camerale, fondazioni bancarie, istituzioni finanziarie, associazioni di categoria, enti e agenzie promozionali e imprese sono i soggetti da coinvolgere per l’attuazione del programma. (sm) |
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Fazio: prima ridurre spesa corrente, poi minore pressione fiscale | ||||||||||||||||||||||||||
Ha sposato le tesi di Montezemolo
sulla concertazione, ha sollevato la
reazione del Ministro Maroni rispetto
all'ipotesi di una manovra aggiuntiva, ed ha ribadito la necessità di
riforme strutturali in un contesto che registra un generale rallentamento
della crescita economica del nostro Paese, analogamente a quanto accade
anche in altre nazioni europee come la Germania, ma diversamente da quello
che si registra in alcune regioni dell'estremo Oriente e negli Stati
Uniti. E' questo, in estrema sintesi, il quadro delineato nella
sua
relazione dal Governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio. Una
relazione che
ha suscitato
l'approvazione del neoPresidente di Confindustria, Luca Cordero di
Montezemolo ed una replica "tranquillizzante" del Ministro dell'Economia,
Giulio Tremonti: ''Tutti gli anni di questa stagione - dice - si fanno
previsioni di questo tipo. Poi l' Italia ce la fa sempre. Ce l' abbiamo
fatta negli anni scorsi. Ci siamo impegnati e pensiamo di farcela anche
quest'anno''. E parlando dell' Europa aggiunge: ''noi rispettiamo i
patti''. Accetta l'idea della concertazione
Scajola, ma ricorda che in passato è
sempre stata la Cgil a sottrarsi al confronto con il governo.
Per l'opposizione siamo invece di fronte
alla palese dimostrazione del fallimento dell'azione del governo:''Ormai
- dice
Bersani - solo il
governo canta fuori dal coro e racconta un'Italia che non c'è". "La
strada delle riforme strutturali - ha detto il Governatore - va percorsa
fino in fondo. Gli interventi finora attuati in materia di previdenza,
sanità e finanza degli enti locali ''hanno inciso sugli squilibri, ma non
a sufficienza'' e vanno completati.
Antonio Fazio,
nelle sue considerazioni finali, il nodo delle riforme, sottolineandone
l'urgenza. ''Il debito pubblico ha continuato ad aumentare, sia pure a un
ritmo più lento. E' stato necessario accrescere le entrare fiscali''. "E' necessario - ha detto fra l'altro Fazio - per le parti sociali, per le imprese e per le banche un quadro di riferimento definitivo e condiviso. Il prossimo Documento di programmazione economico-finanziaria deve poter dare indicazioni al riguardo". Per Fazio "il calo delle tasse richiede un taglio delle spese, attraverso una razionalizzazione delle attività della Pubblica Amministrazione e un aumento dell'efficienza dei servizi pubblici", che poi spiega: "un abbassamento della pressione fiscale deve trovare fondamento in una riduzione delle spese correnti in rapporto il prodotto; si richiedono una razionalizzazione dell' attività della pubblica amministrazione e un aumento dell' efficienza dei servizi pubblici". Poi un monito:l'Italia e' ancora in grado di agganciare la ripresa mondiale ma deve invertire la rotta, attuando una politica economica chiara, concreta e condivisa. "Dobbiamo inserirci nella ripresa internazionale - spiega - rispetto alla quale l'Europa e ancor più l'Italia sono rimaste ai margini. E' nelle nostre possibilità". Ma per fare ciò, "e' necessario per le parti sociali, per le imprese e per le banche un quadro di riferimento definito e condiviso"."Il ritorno, in un congruo numero di anni, all'equilibrio dei conti pubblici e una contrazione del peso del debito sono indispensabili - avverte Fazio - per dare stabilità al quadro macroeconomico". "In assenza di correzioni" il rapporto tra deficit e Pil in Italia "potrebbe portarsi" fino al 3,5% quest'anno, per schizzare poi "intorno al 4%" nel 2005, quando verranno meno molti "provvedimenti a carattere temporaneo". Per riportare i conti all'interno dei parametri fissati dal Trattato di Maastricht serve, insomma, una manovra bis da circa 7,5 miliardi di euro. Il governatore della Banca d'Italia ha poi lanciato un vero e proprio allarme sullo stato di salute della finanza pubblica per cui se il Governo non riduce le spese correnti, non c'e' spazio per tagliare le tasse. In particolare, occorre contenere del volume di risorse assorbite dal settore pubblico". Fazio non nasconde la sua preoccupazione per l'andamento del fabbisogno, che nei primi cinque mesi di quest'anno ha toccato i 48 miliardi di euro, a fronte dei 37 miliardi raggiunti nello stesso periodo dell'anno scorso. E anche per l'avanzo primario che dal 5,2% del 1998 e'sceso al 2,9% nel 2003 e dovrebbe attestarsi al 2,2%quest'anno, in base alle stime dello stesso Governo. Fazio riconosce che "l'ampliamento del disavanzo pubblico negli anni più recenti e' stato influenzato dalla debolezza ciclica dell'economia". Ma non manca di rilevare che "esso risente anche della mancata correzione degli andamenti di fondo che divaricano la crescita delle spese primarie correnti e quella delle entrate contributive". Ad aumentare sono state soprattutto "la spesa sanitaria e quella previdenziale". E anche "il livello del debito pubblico rimane molto alto". Con l'avvertenza che se finora "la congiuntura monetaria internazionale ha consentito la riduzione del costo per interessi, il ritorno" a quelli che il governatore definisce"livelli normali dei tassi" non sarebbe senza conseguenze per i conti. Conseguenza: "un abbassamento della pressione fiscale deve trovare fondamento in una riduzione delle spese correnti in rapporto al prodotto". (sm) |
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Formigoni: lavorare per partito unico Cdl | ||||||||||||||||||||||||||
''Non è un'ipotesi quella
del rimpasto, non lo è per Berlusconi, che anche ad Assago è stato
chiarissimo. Questo è un Governo di legislatura e dunque si va avanti
così fino al 2006. Si', si va avanti così fino alle prossime
elezioni politiche'', assicura il presidente della Regione
Lombardia,
Roberto Formigoni, intervistato dall'Avvenire. |
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Porti: Martini, con altre Regioni presenteremo ricorso | ||||||||||||||||||||||||||
''L'approvazione da parte
del governo del decreto legge sui porti - ha detto il Presidente della
Regione Toscana
Claudio
Martini - è una decisione inaccettabile, l'ennesimo strappo
costituzionale'' . Poi ha spiegato, ''discuteremo come presentare ricorso
alla Corte costituzionale, assieme ad altre Regioni''. ''E' una scelta -
ha aggiunto - in stridente contrasto con la recentissima giurisprudenza
con cui la Corte costituzionale ha riaffermato al necessità di ricercare
l' intesa. Una scelta compiuta senza alcun un rapporto con le Regioni, che
svuota completamente di significato l' intesa, che espropria i
territori e le loro istituzioni della possibilità di partecipare alle
decisioni che riguardano la gestione di importanti infrastrutture come i
porti. Se il ministro Pietro Lunardi pensa di risolvere così la nomina
dell' Autorità portuale di Livorno, si sbaglia. Nessuno si illuda, la
Toscana reagirà con fermezza e coerenza: presenteremo ricorso, insieme ad
altre Regioni, alla Corte costituzionale; porteremo l'argomento
all'attenzione della Conferenza delle Regioni e inviteremo i gruppi
parlamentari, quando saranno chiamati a discutere e approvare il decreto,
a cancellare l' articolo 6''. Il decreto, intitolato ''Disposizioni
urgenti per garantire la funzionalità di taluni settori della pubblica
amministrazione '', ha spiegato il Presidente, modifica la legge del 28
gennaio 1994 sull' autorità portuale cancellando di fatto l' obbligo di
ricercare l'intesa Governo-Regioni per procedere alle nomine delle
Authority. |
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