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Sommario |
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Puglia: approvato nuovo Statuto | ||||||||||||||||||||||||||
Il consiglio regionale pugliese ha
approvato, a maggioranza ed in seconda e definitiva
lettura, il
testo
del nuovo Statuto regionale. L'approvazione
è
giunta dopo tre giorni di assemblea e una discussione che e'
stata arroventata soprattutto sui poteri regolamentari, affidati
dallo statuto approvato in prima lettura al presidente della
giunta regionale e che le opposizioni avrebbero voluto rivedere.
Ma il presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto (nella foto), aveva
fatto intendere sin dal primo giorno di discussione che non
pensava di fare alcuna concessione e che il testo andava
riapprovato così come era. Nella votazione conclusiva 45 sono
stati i votanti, 39 i voti favorevoli, 3 i contrari, 3 gli
astenuti. Hanno votato a favore i partiti della coalizione di maggioranza (Forza Italia, An ed Udc), la Margherita e Rinnovamento Puglia. Astenuti i Ds. Contrari Verdi e Rifondazione Comunista. On line sul sito della Regione Puglia: Bozza del nuovo Statuto della Regione Puglia; Regolamento ;Statuto (Legge 22 maggio 1971, n. 349) : sul sito anche i comunicati e le dichiarazioni dei principali esponenti politici locali:Statuto regionale approvato a maggioranza ;Statuto: la dichiarazione del Vicepresidente Dipietrangelo; De Cristofaro: “Lo Statuto è il risultato di uno sforzo di modernizzazione” ;Frisullo: E' uno Statuto privo di ampia convergenza ;Orlando: “Non è quello che avremmo voluto, ma lo accettiamo, è un buon lavoro” ;Tarquinio: “La Puglia è la prima regione a rendere esecutivo lo Statuto” ;Pepe: “Un voto positivo coerente con il lavoro svolto per la Carta" ;Potì: “Legge elettorale e regolamenti per dare senso compiuto allo Statuto”; Losappio: “Difendiamo il modello parlamentare e contrastiamo il presidenziale ; Statuto della Regione Puglia: cronistoria, cifre e passaggi salienti ;Mele: "Uno Statuto al passo dei tempi" . (red) |
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Calabria: il dibattito su legge indennità consiglieri | ||||||||||||||||||||||||||
Il presidente della Giunta regionale della Calabria, Giuseppe
Chiaravalloti, ha firmato la legge approvata dal Consiglio regionale con
la quale e' stato deciso l'aumento delle indennità dei
consiglieri. Il vice presidente del Consiglio regionale,
Giuseppe Bova, dei Ds, ha quindi annunciato, di conseguenza, l'
avvio delle procedure per l' indizione di un referendum abrogativo con
una formale richiesta all'Ufficio di Presidenza del Consiglio di
pronunciarsi sull'ammissibilità e la proponibilità di un referendum
abrogativo della legge suddetta, ai sensi dell'art 17 della legge
regionale n. 13/84''. Il presidente della Giunta regionale della Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, aveva già manifestato la sua intenzione di devolvere in beneficenza l'aumento dell'indennita' spettante ai consiglieri regionali previsto dalla legge regionale. Al momento della votazione sul provvedimento, il presidente Chiaravalloti è uscito dall'aula. Ha votato contro la legge per l' aumento dell' indennita' di carica per i consiglieri anche l' assessore al Personale della Regione Calabria, Umberto Pirilli,(nella foto) , che ha anche annunciato la sua decisione di devolvere in beneficenza i maggiori emolumenti frutto del provvedimento. Pirilli, parlando a nome della Giunta, ha sostenuto la neutralità dell' esecutivo rispetto ad un ''provvedimento di iniziativa consiliare nel quale la Giunta non ha messo mano''. Quindi, dopo avere ricordato che analoghi interventi sono già stati adottati da altre Regioni del nord e del sud, ha sostenuto di non essere contrario, in via di principio, dal momento che ''la politica ha un costo e non deve essere giudicato uno scandalo. L' alto magistrato, cui e' legato lo stipendio del parlamentare, ha questo riconoscimento - ha aggiunto - perché svolge una funzione delicatissima e fondamentale per la democrazia e come tale deve essere tutelato e garantito dai bisogni. Il legislatore, nazionale e regionale, deve essere garantito allo stesso modo rispetto a quelle che possono essere le tentazioni del potere. Non e' questo che determina l' impoverimento della nostra regione''. Pirilli ha quindi criticato i consiglieri di centrosinistra. ''Lo scandalo - ha sostenuto - sono i monogruppi, che costano molto di più, che la sinistra ha voluto e votato. Adesso la stessa sinistra fa la moralista perche' c' e' il pericolo della piazza e pur avendo condiviso e sollecitato il provvedimento oggi dice di non votarlo per poter sostenere fuori 'noi siamo stati contro'. E' un falso moralismo che non accetto. Pirilli ha quindi invitato i consiglieri contrari a devolvere in beneficenza l' aumento deliberato. (red) |
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Unioncamere e Isae su andamento economia italiana | ||||||||||||||||||||||||||
Nel corso del 2003 - si
legge in
una nota
Unioncamere-Infocamere - le Camere di Commercio hanno registrato
l’iscrizione di 354.369 nuove imprese, a fronte delle quali si sono avute
260.302 cessazioni di attività economiche. Il 2003 si è così chiuso con un
saldo positivo di 94.067 unità, pari al 2,0% in più rispetto al 2002. Sono
questi i principali risultati che emergono dai dati diffusi da Unioncamere
sulla base di Movimprese, la rilevazione trimestrale sul movimento
demografico delle imprese condotta da InfoCamere (tutti i dati sono
disponibili sul sito
www.infocamere.it). |
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Un grande porto per Genova. Indagine alla Camera su settore portuale | ||||||||||||||||||||||||||
C'e' un piano per ''un grande porto
di Genova'', che prende in considerazione progetti a lungo
termine, di 20-30 anni, di cui stanno parlando e discutendo da
alcune settimane Regione Liguria, Provincia e Comune di Genova.
Lo ha annunciato oggi il presidente della giunta regionale
Sandro Biasotti (nella foto), all'insediamento del nuovo presidente dell'Autorità Portuale, Giovanni Novi. ''Ti invito - ha detto
Biasotti rivolto a Novi - a pensare a
un porto nuovo, ne stiamo parlando già con il sindaco Pericu e
il Presidente Repetto''. C'e' ''un nuovo progetto'', ha aggiunto
il presidente della giunta, ''e ti chiedero' un incontro nei
prossimi giorni per parlarne''. Biasotti ha detto ancora che
''la città è pronta a recepire questo progetto e, soprattuto,
il governo nazionale è pronto a finanziarlo''. Il Sindaco di Genova Giuseppe Pericu ha sottolineato il grande lavoro svolto da Giuliano Gallanti, ha espresso ''stima per l'amico Giovanni Novi'', e ha annunciato che presto ''saremo chiamati ad affrontare la riforma dell'ordinamento portuale''.''Non si deve pensare a modifiche leggere - ha detto Pericu - ma a un intervento profondo che dia autonomia al porto''. E a proposito del futuro delle aree portuali è in corso presso la Camera (IX Commissione) una indagine conoscitiva sull'assetto del settore. Nel Programma dell'indagine si sottolinea che "nel 1994 la normativa in materia portuale è stata interessata da un esteso intervento di riforma, attuato con la Legge 28 gennaio 1994, n. 84, e diretto ad adeguare la disciplina vigente alle mutate esigenze del settore, connesse con l'intensificarsi dei traffici marittimi, con la crescente competizione tra scali portuali nazionali ed internazionali, nonché con la necessità di favorire gli investimenti" . "Nel corso degli ultimi anni - prosegue il programma - il contesto economico e normativo nel quale i porti italiani si sono trovati ad operare ha subito ulteriori, molteplici trasformazioni, derivanti da una pluralità di fattori: l'evoluzione in atto nell'ordinamento costituzionale nazionale, la più recente disciplina introdotta in sede comunitaria con riferimento ai servizi portuali, la progressiva apertura dei mercati internazionali, l'innovazione tecnologica, lo sviluppo dell'intermodalità e la promozione della realizzazione di corridoi plurimodali, la crescente consapevolezza della necessità di tutelare adeguatamente l'ambiente, nonché l'instaurarsi di un clima internazionale che - a seguito dei tragici attentati dell'11 settembre 2001 e dei successivi eventi bellici - ha reso urgente l'adozione di incisive misure di sicurezza anche in ambito portuale. A circa dieci anni di distanza dall'approvazione della legge n. 84 del 1994, appare quindi opportuno procedere ad un'attenta ricognizione dello stato di attuazione della riforma e della necessità di procedere ad un suo eventuale aggiornamento. In primo luogo, sotto il profilo istituzionale, occorre verificare l'effettiva funzionalità ed efficacia dell'assetto organizzativo, del ruolo e delle funzioni delle autorità portuali, anche nel quadro del nuovo riparto di competenze delineato con la riforma del titolo V della parte II della Costituzione. In questa stessa ottica, notevole interesse riveste anche la verifica dell'adeguatezza dell'ambito di autonomia amministrativa, di bilancio e finanziaria riconosciuto alle autorità dall'articolo 6 della legge n. 84 del 1994". Ecco perché si è ritenuto necessario avviare tempestivamente un'indagine conoscitiva sull'assetto del settore portuale, nell'ambito della quale svolgere le audizioni dei seguenti soggetti: ministro delle infrastrutture e dei trasporti; ministro dell'interno; ministro dell'ambiente; ministro della difesa; ministro dell'economia e delle finanze; Conferenza dei presidenti delle regioni e delle provincie autonome di Trento e Bolzano, ANCI, UPI, UNCEM; Corpo delle Capitanerie di porto; Corpo della Guardia di finanza; principali autorità portuali; associazioni di categoria (porti italiani, compagnie dei lavoratori portuali, imprese armatoriali, imprese operanti in ambito portuale, servizi tecnico-nautici);? organizzazioni sindacali dei lavoratori del settore portuale. La delegazione della Conferenza dei Presidenti delle Regioni sarà audita il prossimo 12 febbraio .(sm) |
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Formigoni e le differenze in sanità | ||||||||||||||||||||||||||
Non va messo in discussione il modello
ospedale-azienda.
Roberto Formigoni, presidente della regione
Lombardia, ha difeso - in
un'intervista al Corriere della Sera - l'organizzazione sanitaria e la
qualità dei servizi erogati,
rispondendo così
indirettamente al
Ministro Sirchia che aveva dichiarato il giorno
prima, sulle pagine dello stesso giornale, di stare con i medici e di
essere contro l'attuale strapotere manageriale "politico-economico"
all'interno del sistema sanitario. In vista dello sciopero nazionale dei medici che è in corso oggi, Formigoni dichiara subito di non pensare che i medici scioperino in merito all'organizzazione della sanità ma - su due argomenti giusti: "quando rivendicano maggiore libertà e quando chiedono di non essere trasformati in burocrati". Formigoni inoltre sottolinea come "in Lombardia abbiamo dato precise indicazioni ai manager perchè coinvolgano i medici nella programmazione delle attività e nei piani organizzativi aziendali". Nel contempo però i costi non possono essere una variabile indipendente dall'attività medica: "serve un mix virtuoso - spiega Formigoni - che metta in primo piano la salute, ma che tenga d'occhio anche i bilanci". Al ministro Sirchia che aveva denunciato differenze tra un sistema regionale e l'altro nella sanità, Formigoni risponde: "Che queste differenze sono positive". Esse rappresentano delle specificità organizzative che tengono conto delle esigenze di ciascun territorio, è infatti "impensabile amministrare la sanità dal centro". E per quanto riguarda le forti differenze: "In realtà - ribadisce Formigoni - ogni cittadino ha diritto di farsi ricoverare in qualsiasi ospedale d'Italia e dal primo luglio questa mobilità sarà garantita anche a livello europeo". (gs) |
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Lazio: 9 e 10 febbraio, celebrazione valori nazionali | ||||||||||||||||||||||||||
Il Presidente della
Repubblica
Carlo Azeglio
Ciampi ha
inviato a Francesco Storace, presidente della Regione Lazio, in occasione
della Giornata dei Valori Nazionali, istituita dalla legge regionale n.13
del 2003, il seguente messaggio: ''La Giornata dei Valori Nazionali,
istituita dalla Regione Lazio, ricorda oggi la firma del trattato di
Parigi con cui l'Italia, risalendo dall'abisso della guerra, pose le
premesse per rientrare nel consesso dei popoli governati dai principi
della democrazia e della pacifica convivenza. La ricostruzione e la
rinascita della nuova Italia costarono sacrifici grandissimi. In
particolare, gli italiani delle terre d'Istria e di Dalmazia furono
colpiti da una violenza cieca ed esecranda e dalla sventura di dover
abbandonare case e luoghi familiari. La tragedia delle Foibe fa parte
della memoria di tutti gli italiani. La Repubblica, consapevole dei
valori universali di libertà e democrazia che le istituzioni nazionali ed
europee hanno saputo costruire, ricorda quegli eventi con dolore e
rispetto''. |
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