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periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003
presso il Tribunale Civile di Roma
Sezione Stampa n.106/2003 |
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n. 218 -
Roma, 4 febbraio 2004 |
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Sommario |
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Domani Conferenza delle
Regioni |
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Domani Conferenza delle Regioni. I
presidenti delle Regioni e delle province autonome si incontreranno il 5
febbario
nella sede della Conferenza (
Via Parigi, 11 – Roma)
per affrontare i principali temi all'ordine del giorno, in particolare
quelli finanziari.
A seguito
infatti dell’ultimo incontro con il Governo del 29 gennaio (cfr.
regioni.it
del 30 gennaio) - alla presenza
anche del presidente del Consiglio Berlusconi e del ministro dell'Economia
Tremonti (nella foto)- la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province
autonome affronta i seguenti punti all'ordine del
giorno:
1)
Comunicazioni del Presidente;
2) Discussione politica sull’andamento del confronto con il Governo;
3) Varie ed eventuali.
Le Regioni attendono pertanto
risposte ai cinque punti finanziari posti all'attenzione del Governo,
anche per definire la possibilità del prossimo appuntamento della
Conferenza Stato-Regioni, ipotizzato per il 12 febbraio.
(red) |
In 4 regioni le relazioni
dei procuratori regionali della Corte dei conti |
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L'anno giudiziario è
stato inaugurato in diverse Regioni italiane e
la newsletter della Corte dei conti si sofferma sui contenuti
delle Relazioni dei diversi procuratori regionali. In Abruzzo, il
Procuratore regionale Giuseppe Palumbi ha fra l'altro rivolto un
monito per l’osservanza delle norme di gestione e di amministrazione che
consentono l’attuazione del principio fondamentale di uguaglianza nella
ripartizione, nell’impiego e nell’accesso alle risorse pubbliche”. In
Campania, la relazione del Procuratore regionale Arturo Martucci di
Scarfizzi ha sottolineato come sia triplicata l’entità degli importi di
danno pubblico per i quali è stato chiesto il risarcimento (oltre
76.000.000,00 euro), come si evince dagli atti di citazione. Oltre la metà
di essi ha riguardato Enti locali e Aziende ospedaliere. Il panorama delle
fattispecie di illeciti, che toccano tutti gli aspetti della vita
amministrativa e contabile degli enti locali, risulta estremamente
variegato: gli illeciti amministrativi si intrecciano spesso a vicende
penali: corruzione, peculato, truffa, falso in atti pubblici, etc (cfr la
Relazione del Procuratore regionale Arturo Martucci di Scarfizzi).
Per quanto riguarda il Friuli-Venezia Giulia il
Procuratore regionale Giovanni De Luca ha illustrato i dati salienti
dell’attività della Procura regionale, e su fenomeni quali il lievitare
della spesa farmaceutica, l’abusivismo edilizio e la mancata riscossione
di canoni di locazione di immobili di proprietà pubblica.
A Palermo dopo i saluti del Presidente della Sezione giurisdizionale per
la Regione Siciliana, Fabrizio Topi, la cerimonia è proseguita con la
Relazione del Procuratore regionale f.f. Salvatore Marcinnò che ha ,
fra l'altro, sottolineato come l'’instaurarsi di una “cultura del
risultato” abbia conferito “al principio d’efficienza una forza trainante
in rapporto strumentale con il perseguimento del fine costituzionale del
buon andamento delle pubbliche amministrazioni” cosicché oggi, fra le
tipologie di illecito, è in primo piano il “danno che l’immagine della
pubblica amministrazione subisce, attraverso il comportamento deviato del
pubblico dipendente”.
(sm) |
Errani: Regioni con FAO per
combattere la fame nel mondo |
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La Conferenza dei Presidenti delle Regioni
ha allo studio un accordo con la Fao per avviare insieme iniziative
contro la fame nel mondo. Lo ha
annunciato il presidente della Regione Emilia-Romagna e vicepresidente in
carica della stessa Conferenza Vasco Errani, che ha incontrato oggi a
Bologna Jacques Diouf (nella foto) direttore generale della Fao.
Errani ha assicurato a Diouf il proprio impegno "a sostenere tale
progetto e a far si che tra le Regioni italiane e la Fao si instauri una
stretta collaborazione". "Credo fermamente - ha infatti spiegato Errani
- nelle potenzialità della cooperazione decentrata. Regioni, Province e
Comuni possono fare molto per il sud del mondo, lavorando con le
popolazioni locali e le Ong". Di fronte alla grave battuta d'arresto
segnata dai governi nazionali alla conferenza di Kyoto e a al vertice
dei G8 di Evian, entrambi dedicati al drammatico problema dell'accesso
alle risorse idriche, Errani ha sostenuto dunque la necessità di lavorare
per una "diplomazia dal basso, una diplomazia dei governi locali, capaci
di produrre esperienze concrete e di migliorare in modo duraturo le
condizioni di vita delle persone".
"L'obiettivo che ci eravamo dati di dimezzare da qui al 2015 il numero di
persone che soffrono la fame potrà essere raggiunto, continuando come
oggi, sono nel 2150" - ha spiegato Diouf che ha denunciato la mancanza
di volontà politica e le risorse calanti su scala mondiale. Per questo,
anche secondo il direttore generale della Fao, il ruolo dei piccoli
progetti locali può essere fondamentale e l'organizzazione delle Nazioni
Unite sta lavorando in questa direzione.
La Regione Emilia-Romagna è da tempo fortemente impegnata nel campo
della cooperazione internazionale a favore dei paesi del sud del mondo.
Attualmente destina a questo settore 4 milioni di euro all'anno grazie
ai quali vengono realizzate iniziative in Africa, Asia, America Latina e
Balcani..La strada scelta è quella di progetti con bassi costi di
gestione, intorno al 6%, in grado di coinvolgere e responsabilizzare le
popolazioni locali, realizzati in collaborazione con Enti locali e
organizzazioni non governative dell'Emilia-Romagna, ma anche con altre
Regioni, come Toscana, Umbria e Marche.
(red)
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Riforme:
stenta dialogo tra i poli |
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Stenta il dialogo tra i Poli, tra
scaramucce tattiche e dure prese di posizione. Raggiunto l'accordo nella
Cdl sulle riforme costituzionali in discussione al Senato (cfr.
il testo degli emendamenti proposti dal relatore nella sezione miscellanea
di www.regioni.it), l'Ulivo propone
di riportare la discussione in Commissione su un testo definitivo.
Ma l'assemblea
di Palazzo Madama ha respinto la proposta di ''non passaggio all'esame
degli articoli'' del disegno di legge di riforme costituzionali,
presentata dalle opposizioni. Domani mattina il Senato dovrebbe iniziare
le votazioni sul ddl costituzionale.
Walter Vitali, capogruppo Ds in
commissione bicamerale per le questioni regionali, dopo l'intervento del
relatore D'Onofrio (nella foto) si è dimostrato molto critico sulle possibilità di
confronto tra i poli: ''D'Onofrio ha chiuso ogni spazio al dialogo con le
opposizioni sulla riforma costituzionale'', visto che gli emendamenti
del relatore "saranno tutti frutto di un accordo 'rigido' della
maggioranza''.
L'Ulivo quindi non ritirera' nessuno degli oltre 1.500 emendamenti alle
riforme presentati in Senato. Lo hanno ribadito i capigruppo dei Ds,
Gavino Angius, e della Margherita, Willer Bordon. ''Tanto - ha detto
Angius - la maggioranza ha gia' detto che non solo non ne
accettera' nemmeno uno, ma che non li prendera' nemmeno in
considerazione''.
''L'unica cosa seria da fare - ha detto Bordon - sarebbe di riportare la
discussione in commissione, visto che non e' ancora chiaro su quale testo
la maggioranza intende discutere. In aula e' arrivato il testo della
commissione, ma il relatore D'Onofrio ha gia' presentato alcuni
emendamenti che la stravolgono ed ha annunciato il suo appoggio ad altri
emendamenti, senza dirci quali sono''.
''Non e' chiaro ne' a me ne' ad altri -
ha detto Amato -
verso dove ci stiamo avviando. Dalla relazione ampia del relatore
D'Onofrio sono usciti otto emendamenti, ma cio' che spicca e' l'assenza
di risposte che stavamo aspettando relativamente a questione importanti
che erano stati sollevate''. Tra i punti lasciati indeterminati Amato ha
citato ''la composizione del Senato'' nonche' le sue esatte competenze.
''La
sensazione - ha detto - e' che parte della maggioranza non condivide
certe impostazioni''.
Per il centrodestra e' intervenuto il presidente dei senatori di
Alleanza nazionale, Domenico Nania,
che dopo aver ricordato l'iter dei governi e delle riforme della passata
legislatura ha invitatol'opposizione al confronto. ''Ci siamo messi sulla
strada che voi avete tracciato -ha detto Nania rivolto all'opposizione- il
centrodestra si e' mosso in maniera diversa dal centrosinistra sul tema
delle riforme, non ha utilizzato per le riforme la strategia del blitz. Il
confronto e' partito da lontano, dall'inizio della legislatura. Sono due
anni e mezzo che ci confrontiamo su questi temi. Avremo modo di verificare
se nel centrosinistra ci sono forze politiche che puntano a creare una
Costituzione che serva al Paese. C'e' la massima disponibilita',
attendiamo un confronto serio e quindi bando alle chiacchiere.
Confrontiamoci con un voto''.
Ecco i punti sui quali la Cdl ha trovato l'accordo:
Senato federale eletto contestualmente ai Consigli regionali e non alla
Camera;
Presidenti di Regione nel Senato; nuova Corte
Costituzionale; clausola a difesa
dell'unita' nazionale; norma antiribaltone 'temperata'; Presidente della
Repubblica eletto dalla maggioranza del cinquanta per cento; garanzie per
l'opposizione parlamentare.
Manca il capitolo riguardante Roma capitale.
Sono otto gli emendamenti presentati:
SENATO ELETTO CON REGIONI - ''La legge costituzionale assicura la contestualita' dell'elezione dei senatori di ogni Regione e dei
corrispondenti Consigli regionali''. Tale legge costituzionale ''e'
adottata entro il termine di due anni dalla data di entrata in vigore
della presente legge costituzionale''. Era una delle richieste forti
della Lega. Il Senato non legifera sul programma di governo, sostiene la
Lega, ma su argomenti di interesse delle Regioni, quindi deve esprimere
maggioranze non tanto omogenee a quelle della Camera ma piuttosto a
quella delle regionali.
La difficoltà, per ora rimandata con il rinvio ad una futura legge
costituzionale, sta nel fatto che il Senato scade nel 2006, e in quella
data dovra' essere rieletto con la Camera, mentre le elezioni Regionali
si svolgeranno in altri anni, per di più diversificati.
PRESIDENTI DI REGIONE AL SENATO - E' l'emendamento Calderoli. I presidenti di
Regione faranno parte a pieno titolo del futuro Senato federale. Di
conseguenza viene eliminata la norma con le Assemblee di coordinamento
delle autonomie, (il cosiddetto Parlamentino del Nord).
CIRCOSCRIZIONE ESTERI - Vengono ripristinati i senatori eletti dagli
italiani residenti all'estero, norma presente nel testo varato dal
governo, poi cancellata in commissione affari costituzionali, ma
fortemente sostenuta da An.
NUOVA CORTE COSTITUZIONALE - Di fronte a tre proposte diverse dentro
la Cdl, D'Onofrio ha tirato fuori dal cilindro la proposta della
Bicamerale: Consulta con 15 giudici, di cui 5 nominati dal presidente
della Repubblica, 4 dalle alte magistrature, e sei eletti dal Senato
federale. Bossi ha detto di si'.
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA - Il Capo dello Stato e' eletto con la
maggioranza dei due terzi dall'Assemblea della Repubblica (Camera,
Senato, rappresentanti delle Regioni), ma dopo il quarto scrutinio (oggi
dopo il terzo) e' sufficiente una maggioranza del 50%.
INTERESSE NAZIONALE - D'Onofrio ha definito questo suo emendamento
come ''norma antipanico'', perche' dovrebbe rassicurare quanti temono che
il federalismo metta in discussione l'unita' nazionale. Si tratta di un
comma aggiuntivo che rafforza e rende efficace l'articolo 120 della
Costituzione, il quale gia' oggi prevede il potere sostitutivo dello
Stato nel caso in cui Regioni e autonomie locali violino norme
internazionali ed europee o nel caso in cui ''lo richiedano la tutela
dell'unita' giuridica o economica'' del Paese. D'Onofrio cita come esempi
l'uniformita' delle norme di sicurezza o degli albi professionali.
NORMA ANTIRIBALTONE - Il nome del candidato premier viene indicato
nelle schede elettorali in collegamento con la sua coalizione e una volta
nominato dal Presidente della Repubblica non deve ottenere la fiducia
dalla Camera. Se il premier si dimette la maggioranza puo' indicare un
altro nome al presidente della Repubblica per concludere la legislatura
ma, secondo l'espressione di D'Onofrio, ''lo schieramento che ha vinto
le elezioni non puo' sostituire un proprio pezzo'', come ad esempio
avvenne nel 1998 con il Prc sostituito dall'Udr di Cossiga. ''E' un
modello nuovo - dice D'Onofrio - in cui la sovranita' popolare supera la
sovranita' parlamentare''.
MINORANZE IN PARLAMENTO - D'Onofrio ha presentato un emendamento che
riprende una proposta di Franco Bassanini, che serve a tutelare le
minoranze parlamentari: il regolamento della Camera e' approvato con la
maggioranza dei tre quinti dei voti espressi, comunque non inferiore alla
maggioranza assoluta dei suoi componenti; Il Senato approva il proprio
regolamento con la maggioranza assoluta dei componenti.
ROMA CAPITALE - D'Onofrio ha riferito che di avere un emendamento
riguardante Roma capitale, ma che prima di presentarlo intende
''ascoltare il parere del governo''. Tuttavia, qualora il ''niet'' della
Lega bloccasse tutto, c'e' una soluzione, suggerita dallo stesso
D'Onofrio, e riguarda la nuova norma costituzionale per formare nuove
regioni: il requisito e' che la regione che si distacca abbia almeno un
milione di abitanti, mentre il referendum interesserebbe i soli abitanti
delle nuova Regione. ''Al limite - osserva D'Onofrio - Roma potrebbe
proporsi come Citta' regione''. (gs) |
Gruppo di lavoro regioni a
statuto speciale |
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La
costituzione di un gruppo di lavoro
con i rappresentati del governo e delle regioni a
statuto speciale e' stato deciso a Palazzo Chigi in una riunione tra i
presidenti delle regioni interessate e il ministro Enrico La Loggia.
''Abbiamo deciso - ha detto il presidente del Friuli, Riccardo Illy al
termine dell'incontro uscendo da Palazzo Chigi - la costituzione di un
gruppo di lavoro tecnico. Parteciperanno due rappresentanti del ministero
per gli affari regionali e degli Esteri, oltre alle regioni a statuto
speciale''.
Il gruppo, ha spiegato Illy, avra' il compito di verificare, anche su
richiesta delle regioni i problemi di costituzionalita' dei disegni di
legge regionale, per evitare ricorsi alla Corte costituzionale. Tra gli
obiettivi anche quello di favorire la politica estera regionale, sia
sotto forma di cooperazione decentrata, sia di cooperazione
transfrontaliera per la quale le regioni chiedono una autonomia piu'
ampia''.
Modifiche dello Statuto solo
d'intesa con Province e Regioni interessate, revisione del
concetto di interesse nazionale, approvazione delle norme di
attuazione gia' licenziate dalle Commissioni dei 6 e dei 12,
sostegno per favorire la collaborazione transfrontaliera: queste
sono state le richieste principali avanzate dal presidente
della
Provincia di Bolzano Luis Durnwalder
oggi a Roma, assieme ai colleghi Presidenti di Regioni e Province a statuto speciale, al ministro per gli Affari regionali Enrico La Loggia in un incontro sulla riforma in senso federale della Costituzione e
sulla tutela delle specialita' di Regioni e Province autonome. Durnwalder - fa sapere una nota dell'ufficio stampa della giunta - ha anche incontrato il ministro Rocco Buttiglione per parlare di concessioni idroelettriche. In concreto il presidente Durnwalder ha ribadito ''alcuni punti fermi della Provincia autonoma nel processo di
devoluzione''. ''Chiediamo che la nuova legge costituzionale preveda espressamente che ogni modifica dello Statuto - ha detto Durnwalder a La Loggia - debba essere fatta d'intesa con l'ente locale interessato''. Il ministro ha annunciato - dice la nota - ''che a tale proposito si lavora ancora per perfezionare il testo del disegno di legge sul federalismo e che e' sua intenzione rappresentare le esigenze delle specialita' locali in
tutte le sedi competenti''. Analogamente Durnwalder e i presidenti delle Regioni autonome hanno insistito su altri due aspetti importanti: la contrarieta' al passo che prevede il concetto di interesse nazionale (''va tolto, in quanto prefigura una sorta di veto centrale che rischia di bloccare qualsiasi legge provinciale o regionale'',
ha spiegato Durnwalder), e la necessita' di precisare la figura e le funzioni del rappresentante dello Stato, ovvero del Commissario del governo, per quanto riguarda i suoi cosiddetti ''poteri sostitutivi''. Si tratta di quelle particolari prerogative di intervento che, a giudizio della Provincia, possono intaccare l'autonomia speciale e contro le quali la stessa Provincia ha presentato ricorso. ''La Loggia si e' detto pronto a discuterne per giungere a una soluzione che possa evitare il contenzioso davanti alla Consulta'', ha riferito Durnwalder. Il presidente altoatesino ha ricordato al Ministro per gli Affari regionali l'esigenza che il
Governo approvi finalmente la serie di norme di attuazione già
licenziate dalle Commissioni dei 6 e dei 12: ''La Loggia ha assicurato il suo pieno appoggio - ha detto Durnwalder
- per inserirle al più presto all'ordine del giorno del Consiglio
dei ministri.'' Primo passo concreto della riunione di Roma e' stato quello di costituire un gruppo di lavoro tecnico con rappresentanti dei Ministeri per gli affari regionali e degli Esteri, oltre alle Regioni e Province a statuto speciale. Il gruppo
avrà il compito di approfondire tutte le questioni discusse e di seguire l'iter del disegno di legge sul federalismo. Durnwalder ha avuto anche un breve incontro con il ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione. Si e' discusso della questione delle concessioni idroelettriche in Alto Adige e di un eventuale rinnovo ai concessionari uscenti. ''Ho chiesto al Ministro - ha detto Durnwalder - che anche la Provincia sia presente a Bruxelles quando si
tratterà di argomentare sulla questione".Durnwalder ha prospettato al ministro una ipotesi di proposta per giungere, sulla base delle norme di attuazione, a una
soluzione che soddisfi le richieste di Bruxelles in materia di libera concorrenza. Tra breve ci
sarà un incontro specifico su questo tema di Durnwalder con Buttiglione.
''Un'occasione importante per
riprendere il dialogo tra il governo e le Regioni a Statuto
speciale e le Province autonome''. Così ha commentato l'incontro il presidente della Valle d'Aosta, Carlo Perrin
(nella foto). Rispetto poi al gruppo di lavoro tecnico riguardante le problematiche comuni nei rapporti tra Stato e Autonomie
differenziate'', Perrin ha detto che ''un proficuo rapporto tra lo Stato e la Regione non
può in alcun modo prescindere dal principio di leale collaborazione e di intesa per quanto
riguarda gli interventi che incidono sull'ordinamento
regionale''.
Particolare soddisfazione Perrin l'ha espressa poi per
''l'impegno del ministro La Loggia di licenziare le norme di attuazione. Per questo - ha aggiunto il presidente - ci
attendiamo da parte del governo iniziative concrete per
l'applicazione dello Statuto speciale della Valle d' Aosta''. (red) |
Verso lo sciopero dei medici
del 9 febbraio |
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Un
comunicato stampa - che reca in
intestazione ben 20 sigle di organizzazioni sindacali - preannuncia una
conferenza stampa (per domani 5 febbraio) "in vista dello sciopero
nazionale unitario di lunedì 9 febbraio, le organizzazioni sindacali della
dirigenza medica, veterinaria, sanitaria, professionale e
tecnico-amministrativa".
Oggi a 5 giorni dalla protesta che provocherà inevitabilmente disagi in
ambulatori e ospedali vista la inedita adesione delle organizzazioni
sindacali,
il ministro della Salute Girolamo Sirchia incontra
i leader sindacali.
Le preoccupazioni dei dirigenti per le quali hanno indetto la protesta,
riguardano il futuro previdenziale della categoria,per la mancata chiusura
delle code contrattuali, per il mancato finanziamento del rinnovo
contrattuale per gli anni 2004-2005, per la carente o insufficiente
copertura assicurativa del rischio professionale e per il processo di
burocratizzazione del sistema di formazione Ecm, carente nei finanziamenti
e nella organizzazione. I margini per evitare la protesta sono ormai
esigui anche alla luce del mancato incontro fra sindacati e regioni
che aspettano la direttiva del governo per intavolare la trattativa per il
rinnovo del contratto di lavoro. Il cartello di sindacati medici,
veterinari, sanitari, amministrativi aveva chiesto un incontro urgente con
il presidente della Conferenza delle Regioni Enzo Ghigo, il
vicepresidente Vasco Errani, il coordinatore degli assessori regionali
alla Sanita', Fabio Gava ''preso atto dell'impossibilita' di dialogo con
il ministero della Salute, che ha assunto un grave atteggiamento di
rifiuto e delegittimazione del ruolo dei sindacati''. L'incontro con
Sirchia potrebbe quindi rappresentare, al di la' del difficile
risultato sperato di fermare la protesta, un tentativo di ricucitura del
difficile rapporto fra sindacati e ministero.
Ieri si è però tenuto un vertice con il Vicepresidente el consiglio,
Gianfranco Fini (nella foto),
durante il quale sarebbe stato dato l''avvio
a tavoli istituzionali per risolvere la vertenza dei medici, incominciando
dalle code contrattuali e dall'immediata ripresa del confronto a tre tra
Governo,Regioni e sindacati. E' quanto avrebbe assicurato, secondo quanto
riferisce una nota dei sindacati aderenti a Intesa medica (Anpo, Cimo e
Cisl medici), il vicepresidente del consiglio Gianfranco Fini in un
incontro che avuto oggi a Palazzo Chigi con le associazioni dei medici.
All'incontro erano presenti, riferisce Intesa medica, il Ministro della
Salute Sirchia, il Sottosegretario Cursi, il rappresentante della Cimo
Stefano Biasioli e Giuseppe Garraffo della Cisl. Nel ribadire e sostenere
ancora una volta le ragioni dello sciopero Stefano Biasioli, ha detto che
il Governo ''deve dare segnali concreti e prendere atto della gravita'
della situazione dell'intera vertenza medici; in particolare rassicurarli
sulla esclusività, sul definitivo via libera delle code contrattuali''. Da
parte sua il Segretario Generale della CISL Medici Garraffo ha detto che
''la mobilitazione dei medici continua e cosi' le azioni di lotta
sindacale, anche se oggi incassiamo un primo risultato. A questo punto
attendiamo fatti concreti''. All'incontro era presente
anche Silvano Arbuse,
segretario nazionale dell'Ugl medici (quarta sigla di Intesa medica) che
ha sottolineato la sensibilità di Fini nel promettere la riapertura del
tavolo regioni-stato-sindacati. Per il momento, ha aggiunto Arbuse, resta
confermata la protesta e l'adesione al cartello che unisce la totalità dei
sindacati medici in sciopero l'8 febbraio.
E nel frattempo ''le Regioni sono in attesa di convocazione da parte del
governo e decideranno solo dopo se partecipare o meno alla prossima
Conferenza Stato-Regioni'': lo ha precisato
Giovanni Bissoni,
del coordinamento degli assessori regionali alla sanità, a margine dei
lavori d'aula del Consiglio dell'Emilia-Romagna. ''Le Regioni - ha
aggiunto - attendono risposte positive ai cinque punti finanziari posti al
governo, comprese le risorse aggiuntive per la sanità che per il 2004 ha
fondi talmente sottostimati da determinare un disavanzo stimato in Italia
di oltre 5 miliardi di euro. E l'obiettivo delle richieste non è il
pareggio del bilancio, ma il non peggioramento del trend storico del
disavanzo''. Se arriveranno queste risposte positive, le Regioni si
presenteranno al prossimo appuntamento della Conferenza Stato-Regioni,
ipotizzato per il 12 febbraio, ''altrimenti - ha precisato Bissoni - la
Conferenza va deserta come quella di giovedì scorso che doveva occuparsi
di questioni comunitarie''. (red) |
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Proprietario ed
editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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Direttore responsabile: Marco Tumiati
In redazione: Stefano Mirabelli; Giuseppe Schifini
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