periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 218 - Roma, 4 febbraio 2004

Sommario

Domani Conferenza delle Regioni Riforme: stenta dialogo tra i poli
In 4 regioni relazioni procuratori regionali della Corte dei conti Gruppo di lavoro Regioni a statuto speciale
Errani: Regioni con FAO per combattere fame nel mondo Verso lo sciopero dei medici del 9 febbraio
Domani Conferenza delle Regioni
Domani Conferenza delle Regioni. I presidenti delle Regioni e delle province autonome si incontreranno il 5 febbario nella sede della Conferenza ( Via Parigi, 11 – Roma) per affrontare i principali temi all'ordine del giorno, in particolare quelli finanziari.
A seguito infatti dell’ultimo incontro con il Governo del 29 gennaio (cfr. regioni.it del 30 gennaio) - alla presenza anche del presidente del Consiglio Berlusconi e del ministro dell'Economia Tremonti (nella foto)- la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome affronta i seguenti punti all'ordine del giorno:
1) Comunicazioni del Presidente;
2) Discussione politica sull’andamento del confronto con il Governo;
3) Varie ed eventuali.
Le Regioni attendono pertanto risposte ai  cinque punti finanziari posti all'attenzione del Governo, anche per definire la possibilità del prossimo appuntamento della Conferenza  Stato-Regioni, ipotizzato per il 12 febbraio.  (red)
In 4 regioni le relazioni dei procuratori regionali della Corte dei conti
 

L'anno giudiziario è stato inaugurato in diverse Regioni italiane e la newsletter della Corte dei conti si sofferma sui contenuti delle Relazioni dei diversi procuratori regionali. In Abruzzo, il Procuratore regionale Giuseppe Palumbi ha fra l'altro rivolto un monito per l’osservanza delle norme di gestione e di amministrazione che consentono l’attuazione del principio fondamentale di uguaglianza nella ripartizione, nell’impiego e nell’accesso alle risorse pubbliche”. In Campania, la relazione del Procuratore regionale Arturo Martucci di Scarfizzi ha sottolineato come sia triplicata l’entità degli importi di danno pubblico per i quali è stato chiesto il risarcimento (oltre 76.000.000,00 euro), come si evince dagli atti di citazione. Oltre la metà di essi ha riguardato Enti locali e Aziende ospedaliere. Il panorama delle fattispecie di illeciti, che toccano tutti gli aspetti della vita amministrativa e contabile degli enti locali, risulta estremamente variegato: gli illeciti amministrativi si intrecciano spesso a vicende penali: corruzione, peculato, truffa, falso in atti pubblici, etc (cfr la Relazione del Procuratore regionale Arturo Martucci di Scarfizzi). Per quanto riguarda il Friuli-Venezia Giulia il Procuratore regionale Giovanni De Luca ha illustrato i dati salienti dell’attività della Procura regionale, e su fenomeni quali il lievitare della spesa farmaceutica, l’abusivismo edilizio e la mancata riscossione di canoni di locazione di immobili di proprietà pubblica.
A Palermo dopo i saluti del Presidente della Sezione giurisdizionale per la Regione Siciliana, Fabrizio Topi, la cerimonia è proseguita con la
Relazione del Procuratore regionale f.f. Salvatore Marcinnò che ha , fra l'altro, sottolineato  come l'’instaurarsi di una “cultura del risultato” abbia conferito “al principio d’efficienza una forza trainante in rapporto strumentale con il perseguimento del fine costituzionale del buon andamento delle pubbliche amministrazioni” cosicché oggi, fra le tipologie di illecito, è in primo piano il “danno che l’immagine della pubblica amministrazione subisce, attraverso il comportamento deviato del pubblico dipendente”.  (sm)

Errani: Regioni con FAO per combattere la fame nel mondo

La Conferenza dei Presidenti delle Regioni ha allo studio  un accordo con la Fao per avviare insieme iniziative contro la fame nel mondo.  Lo ha annunciato il presidente della Regione Emilia-Romagna e  vicepresidente in carica della stessa Conferenza Vasco Errani,   che ha incontrato oggi a Bologna Jacques Diouf (nella foto) direttore generale della Fao.
Errani ha assicurato a Diouf il proprio impegno  "a sostenere  tale progetto e a far si che tra le  Regioni italiane e la Fao si instauri una stretta collaborazione".  "Credo fermamente   - ha infatti spiegato Errani -   nelle potenzialità  della cooperazione decentrata. Regioni, Province e Comuni possono fare  molto per il sud del mondo,  lavorando   con le popolazioni locali e le Ong". Di fronte alla grave battuta  d'arresto  segnata   dai  governi nazionali alla conferenza di Kyoto  e a al vertice dei G8 di Evian,  entrambi dedicati al drammatico problema dell'accesso alle risorse idriche, Errani ha  sostenuto dunque la necessità di lavorare per una  "diplomazia dal basso, una diplomazia dei governi locali, capaci di produrre esperienze concrete e di migliorare in modo duraturo le condizioni di vita delle persone".
"L'obiettivo che ci eravamo dati di dimezzare da qui al 2015  il numero di persone che soffrono la fame  potrà essere raggiunto,  continuando come oggi,  sono nel 2150" - ha spiegato Diouf che ha denunciato   la mancanza di volontà politica e  le risorse calanti su scala mondiale. Per questo,  anche secondo il direttore generale della Fao,   il ruolo dei piccoli progetti locali può essere fondamentale e l'organizzazione delle Nazioni Unite sta  lavorando in questa direzione.
La Regione Emilia-Romagna  è da tempo fortemente impegnata   nel campo della cooperazione  internazionale  a favore dei paesi del sud del mondo. Attualmente  destina a questo settore 4 milioni di euro all'anno grazie  ai quali vengono realizzate iniziative  in  Africa, Asia, America Latina e Balcani..La strada scelta è quella di  progetti con bassi costi di gestione, intorno al 6%,  in grado di coinvolgere e responsabilizzare le popolazioni locali, realizzati in collaborazione  con Enti locali e organizzazioni non governative dell'Emilia-Romagna, ma anche con altre Regioni, come Toscana, Umbria e Marche.  (red)

Riforme: stenta dialogo tra i poli

Stenta il dialogo tra i Poli, tra scaramucce tattiche e dure prese di posizione. Raggiunto l'accordo nella Cdl sulle riforme costituzionali in discussione al Senato (cfr. il testo degli emendamenti proposti dal relatore nella sezione miscellanea di www.regioni.it), l'Ulivo propone di riportare la discussione in Commissione su un testo definitivo. Ma l'assemblea di Palazzo Madama ha respinto la proposta di ''non passaggio all'esame degli articoli'' del disegno di legge di riforme costituzionali, presentata dalle opposizioni. Domani mattina il Senato dovrebbe iniziare le votazioni sul ddl costituzionale.
Walter Vitali, capogruppo Ds in  commissione bicamerale per le questioni regionali, dopo l'intervento del relatore D'Onofrio (nella foto) si è dimostrato molto critico sulle possibilità di confronto tra i poli: ''D'Onofrio ha chiuso ogni  spazio al dialogo con le opposizioni sulla riforma  costituzionale'', visto che gli emendamenti del  relatore "saranno tutti frutto di un accordo 'rigido' della  maggioranza''.
L'Ulivo quindi non ritirera' nessuno degli  oltre 1.500 emendamenti alle riforme presentati in Senato. Lo  hanno ribadito i capigruppo dei Ds, Gavino Angius, e della  Margherita, Willer Bordon. ''Tanto - ha detto Angius  - la  maggioranza ha gia' detto che non solo non ne accettera' nemmeno  uno, ma che non li prendera' nemmeno in considerazione''.
''L'unica cosa seria da fare - ha detto Bordon - sarebbe di  riportare la discussione in commissione, visto che non e' ancora  chiaro su quale testo la maggioranza intende discutere. In aula  e' arrivato il testo della commissione, ma il relatore D'Onofrio  ha gia' presentato alcuni emendamenti che la stravolgono ed ha annunciato il suo appoggio ad altri emendamenti, senza dirci  quali sono''.
''Non e' chiaro ne' a me ne' ad altri - ha detto Amato -   verso dove ci stiamo avviando. Dalla relazione ampia del  relatore D'Onofrio sono usciti otto emendamenti, ma cio' che  spicca e' l'assenza di risposte che stavamo aspettando  relativamente a questione importanti che erano stati  sollevate''. Tra i punti lasciati indeterminati Amato ha citato ''la  composizione del Senato'' nonche' le sue esatte competenze. ''La 
sensazione - ha detto - e' che parte della maggioranza non  condivide certe impostazioni''.
Per il centrodestra e' intervenuto il presidente dei senatori di Alleanza nazionale, Domenico Nania, che dopo aver ricordato l'iter dei governi e delle riforme della passata legislatura ha invitatol'opposizione al confronto. ''Ci siamo messi sulla strada che voi avete tracciato -ha detto Nania rivolto all'opposizione- il centrodestra si e' mosso in maniera diversa dal centrosinistra sul tema delle riforme, non ha utilizzato per le riforme la strategia del blitz. Il confronto e' partito da lontano, dall'inizio della legislatura. Sono due anni e mezzo che ci confrontiamo su questi temi. Avremo modo di verificare se nel centrosinistra ci sono forze politiche che puntano a creare una Costituzione che serva al Paese. C'e' la massima disponibilita', attendiamo un confronto serio e quindi bando alle chiacchiere. Confrontiamoci con un voto''.
Ecco i punti sui quali la Cdl ha trovato l'accordo: Senato federale eletto contestualmente  ai Consigli regionali e non alla Camera;
Presidenti di Regione  nel Senato; nuova Corte Costituzionale; clausola a difesa  dell'unita' nazionale; norma antiribaltone 'temperata';  Presidente della Repubblica eletto dalla maggioranza del  cinquanta per cento; garanzie per l'opposizione parlamentare. 
Manca il capitolo riguardante Roma capitale. Sono otto gli emendamenti presentati:
SENATO ELETTO CON REGIONI - ''La legge costituzionale  assicura la contestualita' dell'elezione dei senatori di ogni  Regione e dei corrispondenti Consigli regionali''. Tale legge  costituzionale ''e' adottata entro il termine di due anni dalla  data di entrata in vigore della presente legge costituzionale''.  Era una delle richieste forti della Lega. Il Senato non legifera  sul programma di governo, sostiene la Lega, ma su argomenti di  interesse delle Regioni, quindi deve esprimere maggioranze non  tanto omogenee a quelle della Camera ma piuttosto a quella delle  regionali.
La difficoltà, per ora rimandata con il rinvio ad una futura  legge costituzionale, sta nel fatto che il Senato scade nel  2006, e in quella data dovra' essere rieletto con la Camera,  mentre le elezioni Regionali si svolgeranno in altri anni, per  di più diversificati.  PRESIDENTI DI REGIONE AL SENATO - E' l'emendamento Calderoli. I  presidenti di Regione faranno parte a pieno titolo del futuro  Senato federale. Di conseguenza viene eliminata la norma con le  Assemblee di coordinamento delle autonomie, (il cosiddetto  Parlamentino del Nord).
CIRCOSCRIZIONE ESTERI - Vengono ripristinati i senatori  eletti dagli italiani residenti all'estero, norma presente nel  testo varato dal governo, poi cancellata in commissione affari  costituzionali, ma fortemente sostenuta da An.   
NUOVA CORTE COSTITUZIONALE - Di fronte a tre proposte diverse  dentro la Cdl, D'Onofrio ha tirato fuori dal cilindro la  proposta della Bicamerale: Consulta con 15 giudici, di cui 5  nominati dal presidente della Repubblica, 4 dalle alte magistrature, e sei eletti dal Senato federale. Bossi ha detto  di si'.
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA - Il Capo dello Stato e' eletto  con la maggioranza dei due terzi dall'Assemblea della Repubblica  (Camera, Senato, rappresentanti delle Regioni), ma dopo il  quarto scrutinio (oggi dopo il terzo) e' sufficiente una  maggioranza del 50%.   
INTERESSE NAZIONALE - D'Onofrio ha definito questo suo  emendamento come ''norma antipanico'', perche' dovrebbe  rassicurare quanti temono che il federalismo metta in  discussione l'unita' nazionale. Si tratta di un comma aggiuntivo  che rafforza e rende efficace l'articolo 120 della Costituzione,  il quale gia' oggi prevede il potere sostitutivo dello Stato nel  caso in cui Regioni e autonomie locali violino norme  internazionali ed europee o nel caso in cui ''lo richiedano la  tutela dell'unita' giuridica o economica'' del Paese. D'Onofrio  cita come esempi l'uniformita' delle norme di sicurezza o degli  albi professionali.
NORMA ANTIRIBALTONE - Il nome del candidato premier viene  indicato nelle schede elettorali in collegamento con la sua  coalizione e una volta nominato dal Presidente della Repubblica  non deve ottenere la fiducia dalla Camera. Se il premier si  dimette la maggioranza puo' indicare un altro nome al presidente  della Repubblica per concludere la legislatura ma, secondo  l'espressione di D'Onofrio, ''lo schieramento che ha vinto le  elezioni non puo' sostituire un proprio pezzo'', come ad esempio  avvenne nel 1998 con il Prc sostituito dall'Udr di Cossiga. ''E'  un modello nuovo - dice D'Onofrio - in cui la sovranita'  popolare supera la sovranita' parlamentare''. 
MINORANZE IN PARLAMENTO - D'Onofrio ha presentato un  emendamento che riprende una proposta di Franco Bassanini, che  serve a tutelare le minoranze parlamentari: il regolamento della  Camera e' approvato con la maggioranza dei tre quinti dei voti  espressi, comunque non inferiore alla maggioranza assoluta dei  suoi componenti; Il Senato approva il proprio regolamento con la  maggioranza assoluta dei componenti. 
ROMA CAPITALE - D'Onofrio ha riferito che di avere un  emendamento riguardante Roma capitale, ma che prima di  presentarlo intende ''ascoltare il parere del governo''.  Tuttavia, qualora il ''niet'' della Lega bloccasse tutto, c'e'  una soluzione, suggerita dallo stesso D'Onofrio, e riguarda la  nuova norma costituzionale per formare nuove regioni: il  requisito e' che la regione che si distacca abbia almeno un 
milione di abitanti, mentre il referendum interesserebbe i soli  abitanti delle nuova Regione. ''Al limite - osserva D'Onofrio -  Roma potrebbe proporsi come Citta' regione''.
(gs)

Gruppo di lavoro regioni a statuto speciale
La costituzione di un gruppo di lavoro  con i rappresentati del governo e delle regioni a statuto  speciale e' stato deciso a Palazzo Chigi in una riunione  tra i presidenti delle regioni interessate e il ministro Enrico  La Loggia.
''Abbiamo deciso - ha detto il presidente del Friuli,  Riccardo Illy al termine dell'incontro uscendo da Palazzo Chigi  - la costituzione di un gruppo di lavoro tecnico. Parteciperanno  due rappresentanti del ministero per gli affari regionali e  degli Esteri, oltre alle regioni a statuto speciale''.
Il gruppo, ha spiegato Illy, avra' il compito di verificare,  anche su richiesta delle regioni i problemi di costituzionalita'  dei disegni di legge regionale, per evitare ricorsi alla Corte  costituzionale. Tra gli obiettivi anche quello di favorire la  politica estera regionale, sia sotto forma di cooperazione  decentrata, sia di cooperazione transfrontaliera per la quale le regioni chiedono una autonomia piu' ampia''.
Modifiche dello Statuto solo  d'intesa con Province e Regioni interessate, revisione del  concetto di interesse nazionale, approvazione delle norme di  attuazione gia' licenziate dalle Commissioni dei 6 e dei 12,  sostegno per favorire la collaborazione transfrontaliera: queste  sono state  le richieste principali avanzate dal presidente 
della
Provincia di Bolzano Luis Durnwalder oggi a Roma, assieme ai colleghi Presidenti di Regioni e Province a statuto speciale, al ministro per gli Affari regionali Enrico La Loggia in un incontro sulla riforma in senso federale della Costituzione e 
sulla tutela delle specialita' di Regioni e Province autonome.  Durnwalder - fa sapere una nota dell'ufficio stampa della giunta - ha anche incontrato il ministro Rocco Buttiglione per parlare di concessioni idroelettriche. In concreto il presidente Durnwalder ha ribadito ''alcuni punti fermi della Provincia autonoma nel processo di 
devoluzione''.  ''Chiediamo che la nuova legge costituzionale preveda espressamente che ogni modifica dello Statuto - ha detto Durnwalder a La Loggia - debba essere fatta d'intesa con l'ente locale interessato''. Il ministro ha annunciato - dice la nota - ''che a tale proposito si lavora ancora per perfezionare il testo del disegno di legge sul federalismo e che e' sua intenzione rappresentare le esigenze delle specialita' locali in  tutte le sedi competenti''.  Analogamente Durnwalder e i presidenti delle Regioni autonome hanno insistito su altri due aspetti importanti: la contrarieta' al passo che prevede il concetto di interesse nazionale (''va tolto, in quanto prefigura una sorta di veto centrale che rischia di bloccare qualsiasi legge provinciale o regionale'', ha spiegato Durnwalder), e la necessita' di precisare la figura e le funzioni del rappresentante dello Stato, ovvero del Commissario del governo, per quanto riguarda i suoi cosiddetti ''poteri sostitutivi''. Si tratta di quelle particolari prerogative di intervento che, a giudizio della Provincia, possono intaccare l'autonomia speciale e contro le quali la stessa Provincia ha presentato ricorso. ''La Loggia si e' detto pronto a discuterne per giungere a una soluzione che possa evitare il contenzioso davanti alla Consulta'', ha riferito Durnwalder. Il presidente altoatesino ha ricordato al Ministro per gli Affari regionali l'esigenza che il   Governo approvi finalmente la serie di norme di attuazione già licenziate dalle Commissioni dei 6 e dei 12: ''La Loggia ha assicurato il suo pieno appoggio - ha detto Durnwalder - per inserirle al più presto all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri.''  Primo passo concreto della riunione di Roma e' stato quello di costituire un gruppo di lavoro tecnico con rappresentanti dei Ministeri per gli affari regionali e degli Esteri, oltre alle Regioni e Province a statuto speciale. Il gruppo avrà il compito di approfondire tutte le questioni discusse e di seguire l'iter del disegno di legge sul federalismo. Durnwalder ha avuto anche un breve incontro con il ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione. Si e' discusso della questione delle concessioni idroelettriche in Alto Adige e di un eventuale rinnovo ai concessionari uscenti. ''Ho chiesto al Ministro - ha detto Durnwalder - che anche la Provincia sia presente a Bruxelles quando si tratterà di argomentare sulla questione".Durnwalder ha prospettato al ministro una ipotesi di proposta per giungere, sulla base delle norme di attuazione, a una  soluzione che soddisfi le richieste di Bruxelles in materia di libera concorrenza. Tra breve ci sarà un incontro specifico su questo tema di Durnwalder con Buttiglione. 

''Un'occasione importante per  riprendere il dialogo tra il governo e le Regioni a Statuto   speciale e le Province autonome''. Così ha commentato l'incontro il presidente della Valle d'Aosta, Carlo Perrin (nella foto).  Rispetto poi al gruppo di lavoro tecnico riguardante le problematiche comuni nei rapporti tra Stato e Autonomie  differenziate'', Perrin ha detto che ''un proficuo rapporto tra lo Stato e la Regione non può in alcun modo prescindere dal principio di leale collaborazione e di intesa per quanto  riguarda gli interventi che incidono sull'ordinamento 
regionale''. 
Particolare soddisfazione Perrin l'ha espressa poi  per  ''l'impegno del ministro La Loggia di licenziare le norme di attuazione. Per questo - ha aggiunto il presidente - ci   attendiamo da parte del governo iniziative concrete per  l'applicazione dello Statuto speciale della Valle d' Aosta''.    
(red)
Verso lo sciopero dei medici del 9 febbraio

Un comunicato stampa - che reca in intestazione ben 20 sigle di organizzazioni sindacali - preannuncia una conferenza stampa (per domani 5 febbraio) "in vista dello sciopero nazionale unitario di lunedì 9 febbraio, le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria, professionale e tecnico-amministrativa".
Oggi a 5 giorni dalla protesta che provocherà inevitabilmente disagi in ambulatori e ospedali vista la inedita  adesione delle organizzazioni sindacali,
il ministro della  Salute Girolamo Sirchia incontra i leader sindacali
Le preoccupazioni dei dirigenti per le quali hanno indetto la protesta, riguardano il futuro previdenziale della categoria,per la mancata chiusura delle code contrattuali, per il mancato finanziamento del rinnovo contrattuale per gli anni 2004-2005, per la carente o insufficiente copertura assicurativa del rischio professionale e per il processo di burocratizzazione del sistema di formazione Ecm, carente nei finanziamenti e nella organizzazione. I margini per evitare la protesta sono ormai esigui anche alla luce del mancato incontro fra sindacati e regioni che aspettano la direttiva del governo per intavolare la trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro. Il cartello di sindacati medici, veterinari, sanitari, amministrativi aveva chiesto un incontro urgente con il presidente della Conferenza delle  Regioni Enzo Ghigo, il vicepresidente Vasco Errani, il coordinatore degli assessori regionali alla Sanita', Fabio Gava  ''preso atto dell'impossibilita' di dialogo con il ministero della Salute, che ha assunto un grave atteggiamento di rifiuto e delegittimazione del ruolo dei sindacati''. L'incontro con Sirchia  potrebbe quindi rappresentare, al di la'  del difficile risultato sperato di fermare la protesta, un  tentativo di ricucitura del difficile rapporto fra sindacati e  ministero.

Ieri si è però tenuto un vertice con il Vicepresidente el consiglio, Gianfranco Fini (nella foto), durante il quale sarebbe stato dato l'
'avvio a tavoli istituzionali per risolvere la vertenza dei medici, incominciando dalle code contrattuali e dall'immediata ripresa del confronto a tre tra Governo,Regioni e sindacati. E' quanto avrebbe assicurato, secondo quanto riferisce una nota dei sindacati aderenti a Intesa medica (Anpo, Cimo e Cisl medici), il vicepresidente del consiglio Gianfranco Fini in un incontro che avuto oggi a Palazzo Chigi con le associazioni dei medici.
All'incontro erano presenti, riferisce Intesa medica, il Ministro della Salute Sirchia, il Sottosegretario Cursi, il rappresentante della Cimo Stefano Biasioli e Giuseppe Garraffo della Cisl. Nel ribadire e sostenere ancora una volta le ragioni dello sciopero Stefano Biasioli, ha detto che il Governo ''deve dare segnali concreti e prendere atto della gravita' della situazione dell'intera vertenza medici; in particolare rassicurarli sulla esclusività, sul definitivo via libera delle code contrattuali''. Da parte sua il Segretario Generale della CISL Medici Garraffo ha detto che ''la mobilitazione dei medici continua e cosi' le azioni di lotta sindacale, anche se oggi incassiamo un primo risultato. A questo punto attendiamo fatti concreti''. All'incontro  era presente
anche Silvano Arbuse, segretario nazionale dell'Ugl medici (quarta sigla di Intesa medica) che ha sottolineato la sensibilità di Fini nel promettere la riapertura del tavolo regioni-stato-sindacati. Per il momento, ha aggiunto Arbuse, resta confermata la protesta e l'adesione al cartello che unisce la totalità dei sindacati medici in sciopero l'8 febbraio.
E nel frattempo ''le Regioni sono in attesa di convocazione da parte del governo e decideranno solo dopo se partecipare o meno alla prossima Conferenza Stato-Regioni'': lo ha precisato
Giovanni Bissoni, del coordinamento degli assessori regionali alla sanità, a margine dei lavori d'aula del Consiglio dell'Emilia-Romagna. ''Le Regioni - ha aggiunto - attendono risposte positive ai cinque punti finanziari posti al governo, comprese le risorse aggiuntive per la sanità che per il 2004 ha fondi talmente sottostimati da determinare un disavanzo stimato in Italia di oltre 5 miliardi di euro. E l'obiettivo delle richieste non è il pareggio del bilancio, ma il non peggioramento del trend storico del disavanzo''. Se arriveranno queste risposte positive, le Regioni si presenteranno al prossimo appuntamento della Conferenza Stato-Regioni, ipotizzato per il 12 febbraio, ''altrimenti - ha precisato Bissoni - la Conferenza va deserta come quella di giovedì scorso che doveva occuparsi di questioni comunitarie''. (red)

 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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