periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 232- Roma, 24 febbraio 2004

Sommario

Domani Regioni da Tremonti Riforme: passa contestualità "affievolita"?
Marche presenta ricorso Corte costituzionale contro Finanziaria Emilia-Romagna: nuovo patto per lo sviluppo
Ghigo scrive a Berlusconi per terzo mandato Sindaci piccoli comuni Oggi convegno sulla "rete delle libertà"
Marche presenta ricorso Corte costituzionale contro Finanziaria
La Regione Marche ha presentato ricorso alla Corte costituzionale contro la legge finanziaria dello Stato. La Giunta regionale ha impugnato una serie di commi dell’articolo 3 e dell’articolo 4 della legge 350/03 (Finanziaria 2004), che pongono limiti alle assunzioni di personale, disciplinano il condono edilizio e, soprattutto, dettano norme sull’indebitamento degli Enti locali e delle Regioni. Secondo la Regione, le ripercussioni sul bilancio di quest’ultima disposizione, in particolare, sono gravi. Infatti alcuni investimenti, come i trasferimenti in conto capitale a favore dei privati, non possono più essere finanziati con un indebitamento. Ciò implica che tutte le spese relative a contributi in conto capitale alle imprese, alle famiglie, alle associazioni, non vanno sostenute se prevedono un indebitamento. Lo stesso vale per la quasi totalità dei cofinanziamenti regionali di programmi comunitari. Queste norme hanno un impatto improvviso, e secondo la Regione, “dirompente e non governabile” sugli equilibri dei bilanci regionali: “I ristretti margini di autofinanziamento delle Regioni impongono che la quasi totalità delle spese di investimento siano finanziate con l’indebitamento. Se le disposizioni non verranno cambiate, molte spese regionali, private della copertura finanziaria, risulteranno illegittime”. La legge finanziaria, su tale aspetto, responsabilizza anche gli istituti di credito e la Banca d’Italia. Di fatto, oltre che illegittimo, diventa pure impraticabile il finanziamento, con l’indebitamento, degli altri investimenti non vincolati, in quanto l’eventuale deficit non potrà essere coperto con uno specifico indebitamento. La Giunta regionale delle Marche chiede al governo di rinviare con urgenza la normativa, ricercando un’intesa con le Regioni, attraverso uno dei provvedimenti in fase di conversione al Parlamento. Il ricorso alla Consulta è stato affidato all’avvocato Stefano Grassi di Roma, nel corso di una seduta pomeridiana, e straordinaria, dell’esecutivo.  (red)
Riforme: passa contestualità "affievolita"?
L'elezione del Senato federale scandirà i tempi delle elezioni regionali. Questo sembra essere l'ultimo orientamento sulle riforme costituzionali, in particolare dell'UDC, sul Senato federale. Il tema sarà oggi all'attenzione di un vertice della Cdl, prima di approdare a  Palazzo Madama. Se prevarrà l'orientamento dell'Udc lo scioglimento del Consiglio regionale - durante la legislatura del Senato federale - non comporterà un'automatica decadenza dei senatori eletti nella Regione. Quindi nel caso in cui - a seguito di una nuova consultazione elettorale regionale - nel Consiglio regionale si debba registrare una diversa maggioranza, questa non troverebbe più rappresentatività nel Senato federale.
''Da parte dei senatori dell'Udc ci sarà una condivisione del nuovo emendamento del relatore D'Onofrio'', ha detto Maurizio Ronconi (nella foto) che ha guidato la "rivolta dei senatori centristi" contro l'accordo di maggioranza che prevedeva la contestualità dell'elezione dei senatori di ogni regione con i Consigli regionali. Ronconi ha anche spiegato il nuovo emendamento: ''sarà mantenuto il principio della contestualità delle elezioni Regionali e di quelle del Senato federale, quest'ultimo però resterà comunque in carica cinque anni. Se un Consiglio regionale dovesse sciogliersi non decadranno quindi i senatori di quella regione, ma si terranno nuove elezioni per rinnovare il Consiglio in modo che porti a termine quella legislatura, al termine della quale ci sarebbero nuove elezioni contestuali di Senato e Consigli regionali''.
Insomma, continua Ronconi, ''non sarà il Senato a dipendere dalla vita dei Consigli regionali, ma viceversa i Consigli ruoteranno attorno al Senato; questo non sarà un'appendice amorfa dei Consigli, ma un'Assemblea nazionale''.
A questo punto, sottolinea Ronconi, occorrerà ''lavorare anche sull'articolo 12 delle riforme, che riguarda le competenze del Senato federale. In particolare dovrà prevedersi che esso possa dire la sua sui fondi della Finanziaria che riguardano la finanza regionale e la perequazione tra aree del Paese. Inoltre se la Camera sarà l'unica Assemblea politica, al Senato toccherà in esclusiva il capitolo delle garanzie, come le nomine dei giudici della Corte Costituzionale e delle Authority''. Ronconi si dice fiducioso sulla possibilità che la Lega accetti questa impostazione ribaltata della contestualità: ''non vedo delle difficoltà affinché Bossi accetti questo nuovo accordo''.
Perplessità e critiche dal Centrosinistra. Per D'Alema: "
tra le rassicurazioni di Fini e le minacce di Bossi, che ha già detto che correrà da solo alle elezioni se non andranno in porto le riforme, alcune delle quali demenziali, da loro proposte''
. (gs)
Ghigo scrive a Berlusconi per terzo mandato Sindaci piccoli comuni

Il terzo mandato per il sindaco di un piccolo Comune significa ''far giocare quel paese a tre punte. Ogni mandato può insomma rappresentare una spinta in più per la squadra di quel Comune. Non riconoscerlo sarebbe come sospendere la partita prima della fine''. Con questa metafora che sfrutta il recente consiglio calcistico di Berlusconi al suo Milan, il presidente della Regione Piemonte, Enzo Ghigo, ha scritto una lettera al presidente del Consiglio per richiedere al governo un' iniziativa che consenta ai sindaci dei piccoli Comuni di potersi candidare per il terzo mandato''. In particolare - scrive Ghigo - penso a quelli con meno di 1000 abitanti che rappresentano poco meno del 25% dei Comuni italiani. Sono certo che un disegno di legge del governo in questa direzione rappresenterebbe una sollecitazione importante al Parlamento e il riconoscimento di quella che, a mio avviso, possiamo considerare una ricchezza istituzionale".  ''Sappiamo bene - prosegue Ghigo - quante e quali siano le difficoltà in cui versano i piccoli Comuni ed è evidente quanto una continuità amministrativa, ovviamente se confermata dalla fiducia dei cittadini, possa rappresentare un salvagente di esperienza, un modo per non disperdere azioni amministrative che, proprio a causa dei ridotti bilanci, hanno bisogno di confrontarsi con progetti e azioni dai tempi lunghi. E' una partita che i sindaci e i piccoli Comuni intendono giocare fino in fondo e, posso assicurarti, sulla base della mia esperienza, che sanno giocarla in attacco" (red)

Domani Regioni da Tremonti
E' previsto per domani sera l'incontro tra il Ministro Tremonti (nella foto) e le Regioni sui temi finanziari discussi la scorsa settimana insieme al premier Berlusconi a Palazzo Chigi (cfr. regioni.it n. 229). Dopo il riaprirsi del dialogo istituzionale, e quindi del reciproco riscontro di un  migliore clima e di una diversa attenzione, ora si tratta soprattutto di verificare tempi e modalità di quanto annunciato. Ad iniziare dai tre punti collegati alle proroghe 2004 che interessano aspetti del decentramento amministrativo delle Leggi Bassanini e dell'inizio del federalismo fiscale con il decreto Visco.
Poi sarà affrontato il tema dei chiarimenti sulle modalità e su come stabilire i finanziamenti relativi all'assistenza sanitaria degli immigrati regolarizzati dalla legge Bossi-Fini, che saranno poi assicurati solo a cominciare dalla Finanziaria 2005. Infine le Regioni non disperano - ritenendolo un aspetto vitale non solo per le Regioni ma per l'intero sistema Paese - di convincere il Governo a ripensare al blocco (stimato in 2,5 mld di euro) degli investimenti (come i cofinanziamenti comunitari) dovuto a quelle norme sull'indebitamento  introdotte con l'articolo 3 dell'ultima Finanziaria.
Proprio su questi aspetti normativi l
a Regione Marche ha presentato ricorso alla Corte costituzionale. La Giunta regionale ha infatti impugnato una serie di commi dell’articolo 3 e dell’articolo 4 della legge 350/03 (Finanziaria 2004), che pongono limiti alle assunzioni di personale, disciplinano il condono edilizio e, soprattutto, dettano norme sull’indebitamento degli Enti locali e delle Regioni.  Anche il n.7 de "Il Sole 24 ORE Sanità" si occupa dell'ultimo incontro delle Regioni con il Governo e di altri temi direttamente collegati alle Regioni e alla spesa: dal Rapporto ISAE sul federalismo ai dati di Federfarma sui consumi farmaceutici pubblici. (gs)
Emilia-Romagna: nuovo patto per lo sviluppo

Sono 19 i soggetti istituzionali, gli enti e le associazioni di categoria che hanno firmato nei giorni scorsi il “Patto per la qualità dello sviluppo e la coesione sociale” nella sede della Regione Emilia-Romagna. L’intesa, unica in Italia, è stata sottoscritta dalla Regione e dai rappresentanti del mondo dell’impresa, del commercio, dell’agricoltura, dei sindacati, degli Enti Locali. L’intento è di stabilire nel medio periodo, i prossimi quattro anni, strategie e obiettivi comuni sui grandi temi dell’economia e del lavoro, della sostenibilità ambientale, della solidarietà, sottoponendo i risultati ottenuti a verifiche periodiche.
La quinta puntata del 2004 di “Vista da Vicino”, settimanale di informazione della Giunta Regionale realizzato in collaborazione con il Consorzio Contel e condotto da Franco Cervellati, in onda a partire da mercoledì 25 febbraio su 25 emittenti dell’Emilia-Romagna, presenterà un quadro completo del Patto per lo Sviluppo attraverso la testimonianza diretta di coloro che lo hanno sottoscritto o che lo hanno  sostenuto.
Si tratta di un “patto per la qualità dello sviluppo e la coesione sociale” in Emilia-Romagna. Regione, sindacati, imprenditori, Enti locali e Unioncamere rilanciano la concertazione e  firmano un’intesa che rafforza la cooperazione tra istituzioni e società civile su obiettivi e strategie comuni per i prossimi quattro anni.
Due le ragioni forti che stanno alla base dell’intesa, frutto di un lavoro iniziato sei mesi fa. La prima è nella sostanza. “L’Emilia-Romagna deve fare quel salto di qualità che i cambiamenti sociali ed economici ci impongono – ha sottolineato il presidente Errani – per entrare nell’economia e nella società della conoscenza. La partita che vogliamo giocare e vincere non può essere basata sulla rincorsa dei costi produttivi ma sulla qualità: sociale, della produzione, dell’ambiente, del lavoro”. La seconda è nel metodo: “C’è nell’intesa un nuovo modo di concepire il governo della società, che trova la sua forza nella condivisione di obiettivi e di strategie”.
Fare sistema è la parola d’ordine per favorire un’ulteriore crescita qualitativa del sistema economico e sociale emiliano-romagnolo. Si tratta, dice l’accordo, di contrastare la lunga fase di stagnazione, ma anche e soprattutto “di misurarsi con le nuove sfide della competizione tecnologica dei sistemi produttivi, il processo di terziarizzazione dell’economia, i conseguenti mutamenti degli stili di vita e dell’organizzazione sociale, le evoluzioni demografiche, i flussi migratori e le rinnovate esigenze di sviluppo sostenibile”.
Sullo sfondo la crisi Parmalat, “che propone un profondo riesame dei rapporti fra produzione industriale e finanza, tra banche e imprese, tra risparmio e investimenti. Questioni, queste, che richiederanno anche un confronto propositivo con il sistema bancario regionale”.
“Diamo un segnale di fiducia e di ottimismo alla nostra comunità regionale – ha aggiunto Errani – L’Emilia-Romagna ha le risorse, le competenze e la volontà per diventare una regione all’avanguardia per qualità dello sviluppo, coesione sociale, sostenibilità ambientale, promozione della solidarietà. Noi vogliamo lavorare sull’innovazione, la conoscenza, il sapere. E, dunque, contrastare fortemente la precarizzazione del lavoro e l’idea di una crescita a due velocità. Per questo abbiamo scelto di agire con una visione di insieme. La qualità dello sviluppo economico dipende dalla qualità del lavoro e dalla sua sicurezza, dalla coesione sociale, dalla capacità di una comunità di crescere insieme”.
Quattro le priorità individuate nell’intesa, che dettaglia anche i vari strumenti a disposizione: sviluppo economico; welfare e politiche sociali; immigrazione; istruzione, formazione e lavoro.
Per ciò che riguarda lo sviluppo economico, istituzioni e parti sociali condividono la necessità di sostenere il passaggio verso un nuovo sistema produttivo rispettoso dell’ambiente, fondato sull’economia della conoscenza e sulla qualità del lavoro e dei processi. Tre gli obiettivi per il 2010: raggiungere il 3% del rapporto tra la spesa per ricerca e sviluppo e il Pil regionale (oggi all’1,9% in regione e all’1,1 in Italia); raddoppiare gli investimenti esteri; portare il grado di utilizzo delle tecnologie della comunicazione ai livelli delle più avanzate regioni d’Europa.
Lo Stato sociale va ripensato, alla luce dell’allungamento dell’età media di vita, che ha ripercussioni sociali fortissime dal punto di vista finanziario e dell’organizzazione dei servizi sociali. La riorganizzazione del welfare deve innescare un nuovo circuito virtuoso tra politiche sociali e sviluppo economico, come accadde negli anni sessanta con i servizi per l’infanzia. L’istituzione di un fondo per la non autosufficienza, previsto dalla nuova legge regionale di riforma dell’assistenza, è la risposta principale a tali esigenze. Insieme all’aumento degli assegni di cura, al sostegno alla spesa sostenuta dalle famiglie per l’assistenza semiresidenziale e residenziale, al sostegno al lavoro di cura svolto a domicilio, al potenziamento dei servizi all’infanzia.
Inoltre la Regione Emilia-Romagna si impegna, con una nuova legge, a consolidare le politiche di integrazione sociale rivolte ai cittadini stranieri, perseguendo il coinvolgimento dei soggetti istituzionali e sociali, imprenditori e Fondazioni.
Infine il condono edilizio. “Riteniamo, come molte altre Regioni, che il condono edilizio sia un provvedimento sbagliato e dannoso  e ci siamo impegnati a tutelare il territorio che è un bene di tutti, costituzionalmente garantito e alla cui valorizzazione tutti dobbiamo contribuire. Non c’è, in questa nostra posizione, alcun atteggiamento ideologico o di contrapposizione partigiana al governo”. Lo ha affermato
l’assessore regionale alle politiche abitative e riqualificazione urbana Pier Antonio Rivola (nella foto).  “Per questo, abbiamo fatto una legge che invita i Comuni a non procedere nell’esame delle domande di condono".  (red)

24 febbraio: La Rete delle Libertà

Il Secolo della Rete organizza per oggi 24 febbraio il convegno: "La Rete delle Libertà. Vivere e lavorare in Rete tra diritto alla privacy e sicurezza" (Registrazione on-line) . La giornata fa parte di un'attività volta a stimolare la riflessione e l'approfondimento dei nodi essenziali del rapporto tra privacy e libertà di comunicazione nella società dell'informazione (vedi il documento di apertura del convegno).
Secondo il Programma sono previsti a partire dalle ore 10.00 gli interventi  di:Pietro Folena, Deputato DS-l'Ulivo;Antonino Caruso, Senatore AN, Pres. Comm. Giustizia del Senato; Fiorello Cortiana, Senatore Verdi-l'Ulivo; Franco Bassanini, Senatore DS-l'Ulivo; Francesco De Leo, Direzione Nazionale Antimafia; Stefano Rodotà,  Pres. del Garante per la protezione dei dati personali; Ermete Realacci, 
Deputato Margherita-l'Ulivo; Renato Soru,  Presidente Tiscali (ancora non confermato); Vincenzo VITA, Ass. Cultura Provincia di Roma; Carlo Formenti, Giornalista - Quinto Stato. Le conclusioni previste per le 13,15 saranno affidate a Stefano Rodotà,  Presidente del Garante per la protezione dei dati personali.(red)

 

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