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Ieri
la Conferenza delle Regioni ha discusso con il Governo - presenti il
Presidente del Consiglio Berlusconi, e i ministri Tremonti (nella foto), Sirchia, La
Loggia, Letta - le questioni irrinunciabili presentate dalle Regioni già
nel precedente incontro del 29 gennaio. L'incontro si è svolto nella Sala
Verde di Palazzo Chigi (cfr. i diversi commenti).
Su tre dei cinque punti - in particolare il 2, 3 e 4 - il Governo ha
mostrato disponibilità ed aperture. Sul primo punto, invece, il ministro Tremonti
ha mostrato perplessità e dubbi sulla possibilità di riconsiderare
l'articolo 3 della Finanziaria 2004, che stabilisce nuove norme
sull'indebitamento. I presidenti di Regione hanno tutti comunque ribadito
e sottolineato come il provvedimento in pratica blocchi le politiche
d'investimento (stimate
in 2,5 mld. di euro),
anche per i programmi cofinanziati dall'U.E. Per quanto riguarda invece l'ultimo punto, e
cioè il finanziamento dell'assistenza sanitaria degli immigrati
regolarizzati dalla legge Bossi-Fini, il Governo si è impegnato ad
affrontare la questione con confronti ministero
dell'Economia-Regioni per giungere alla definizione
finanziaria. Infine c'è stata anche l'assicurazione da parte del Governo di
rispettare gli impegni assunti nella
finanziaria 2003 per il finanziamento all’Ospedale Bambin Gesù.
Sono, come è noto 5 le questioni poste dalle Regioni all'attenzione del
Governo e sono legate all’esito che hanno avuto nella legge finanziaria 2004 le
proposte di emendamento concordate nella Conferenza Unificata del 26
novembre 2003, e alle nuove norme introdotte in maniera
unilaterale e improvvisa.
Per le regioni le questioni che devono essere
risolte in maniera urgente e indifferibile, in quanto vitali per la
sopravvivenza dell'istituzione Regione già a partire dall’anno 2004 sono:
1.
Nuove norme sull’indebitamento (art.
3 commi da 14 a 21 della legge 350/2003)
Con questa norma tutte le
spese relative a contributi in conto capitale alle imprese, alle famiglie,
alle associazioni non sono più finanziabili con il ricorso
all’indebitamento. Lo stesso dicasi per la quasi totalità dei
cofinanziamenti regionali di programmi comunitari. Queste norme hanno un
impatto improvviso, dirompente e non governabile sugli equilibri dei
bilanci regionali. Si chiede di rivedere con urgenza la normativa d’intesa
con le Regioni.
2.
Proroga, per l’anno 2004, del fondo di
garanzia previsto dal Decreto legislativo 56/2000;
3.
Proroga, per l’anno 2004, del regime di
trasferimenti per il finanziamento delle funzioni attribuite alle Regioni
nell’ambito del “decentramento amministrativo” (legge 59/97 c.d.
“Bassanini” e dlgs. 56/2000);
4.
Proroga, per l’anno 2004, della definitiva
determinazione dell’aliquota di compartecipazione IVA (emanazione DPCM
per il 2004 previsto dal dlgs. 56/2000).
Relativamente ai punti 2, 3
e 4 le Regioni avevano concordato in sede di Conferenza Unificata uno
specifico emendamento non recepito nella legge finanziaria per il 2004.
5.
Copertura oneri di assistenza sanitaria
per gli immigrati regolarizzati e rispetto degli impegni assunti nella
finanziaria 2003 per il finanziamento all’Ospedale Bambin Gesù.
La
legge finanziaria 2004 si è limitata a prevedere l’istituzione di un
tavolo di monitoraggio dei costi per le prestazioni di assistenza
sanitaria. Le Regioni - ferma restando la necessità di una definitiva
valutazione sulla congruità delle risorse destinate al finanziamento dei
Livelli Essenziali di Assistenza per l’anno 2004 - ribadiscono che le
prestazioni di assistenza sanitaria agli immigrati costituiscono un onere
aggiuntivo vero e proprio che le Regioni stanno già sostenendo.
(red)
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"Oggi è la giornata di svolta". Nel
documento approvato ieri dalla Cdl, e che
ha sancito la fine della verifica programmatica interna alla maggioranza
di Governo, sarebbe esplicitamente proposto di votare contestualmente il
Senato federale e i consigli regionali. Sembra questa essere la chiave di
lettura politica del voto di oggi nell'Aula del Senato. Ma nei fatti non è
così semplice.
I senatori dell'Udc, infatti, sono insorti nell'aula di Palazzo Madama,
che sta votando le riforme costituzionali, proprio su questo punto del
documento che chiude la verifica di maggioranza, e cioè la contestualità
tra elezioni dei senatori di ogni regione e i Consigli regionali.
In aula il relatore D'Onofrio - sempre dell'UDC - ha ribadito la
validità del suo emendamento all'articolo 3 delle riforme che prevede
appunto la contestualità (argomento su
cui si è espressa anche la Conferenza delle Regioni).
E' dunque scattata una raffica di interventi di esponenti Udc che hanno
chiesto di sospendere l'esame su questo punto.
D'Onofrio ha sostenuto che la contestualita' "e' determinante" e ha
spiegato: "Non e' una soluzione improvvisata ne' pasticciata, e' coerente
sia con la riforma del titolo V sia con le linee del governo. La
contestualità si fa sul serio? La risposta è si'". Per il relatore "oggi
e' la giornata di svolta".
Ma i senatori del suo stesso gruppo, come Maurizio
Ronconi, Ivo Tarolli e Maurizio Eufemi,
sono tornati a criticare la contestualita'. "Mi sarei atteso - ha detto
Ronconi - una maggiore sensibilita' del relatore". E anche sulla
riduzione del numero dei senatori, Ronconi ha sostenuto che "non bisogna
intaccare in modo prioritario il numero dei parlamentari, ma bisogna
garantire l'autorevolezza al di là del numero. Noi -ha concluso -
vogliamo andare avanti con le riforme, ma devono essere riforme che
funzionino". Maurizio Eufemi ha espresso la "preoccupazione che oggi siaconsiderata la giornata dell'eutanasia del Senato".
A questo punto la situazione da semplice si trasforma in molto complessa,
e quindi si rinvia a martedì la discussione. Il Senato ha pertanto sospeso
l'esame delle riforme costituzionali dopo le contestazioni dell'Udc. Il
rinvio alla prossima settimana e' stato deciso su proposta del presidente
Marcello Pera. L'unica a dirsi contraria alla sospensione e' stata la Lega
Nord.
Il presidente Pera ha pure sollevato il problema del modo rapsodico in cui
si sta procedendo nell'esame delle riforme, e ha proposto di trovare ''una
sede formale o informale'' in cui trovare un accordo definitivo da votare
poi in aula.
"Maggioranza e opposizione trovino un
accordo sul Senato federale", è stato infine l'invito del presidente di
Pera.
I Ds vogliono ''procedere su una strada di riforme, di rinnovamento del
bicameralismo perfetto, del Senato federale, che in ogni caso non può
diventare, per una responsabilità diretta o corriva da parte nostra, una
sorta di Camera morta'',
ha
sostenuto Gavino Angius, Presidente dei senatori Ds. ''Chiedo a questo
punto - prosegue l'esponente della Quercia - che, esclusivamente per
l'articolo 3 della legge che stiamo esaminando, la discussione ritorni in
Commissione. Ai colleghi della Lega voglio dire che stiamo discutendo del
futuro di quel Senato federale che loro stessi hanno indicato e proposto''.
Si tratta di non ''cadere nel ridicolo e in questa forma autodistruttiva
che noi non accetteremo mai in alcun modo. Il senso della nostra proposta
non è finalizzato a paralizzare alcunche'''.
Il tema del Senato federale e' delicato e richiede delle modifiche che
tengano conto delle preoccupazioni di ''tutti i senatori, non solo di
quelli dell'Udc'', ha spiegato il Ministro delle Politiche
comunitarie Rocco Buttiglione.
''Il tema del Senato federale e' estremamente delicato perché tocca
direttamente ognuno dei senatori, potremmo dirlo in modo un po' banale, il
loro posto di lavoro, il modo in cui eserciteranno le loro funzioni, il
modo in cui dovranno concorrere per essere rieletti, la loro
rappresentanza''. Bisogna elaborare una sintesi
-conclude Buttiglione- efficace, per
arrivare eventualmente ad una modifica della norma per tener conto delle
loro giuste ragioni''.
''Martedi' vi vota: o si approva la contestualita' o si va a casa. Non
c'e' alcun problema''. Cosi' il ministro per le riforme
Umberto Bossi (nella foto) ha commentato le contrarieta' espressa dai senatori Udc ali
principio della contestualita' dell' elezione dei senatori con i Consigli
Regionali''. "Senatori e consigli regionali devono essere collegati
altrimenti i senatori non sarebbero rappresentanti delle regioni; non
sarebbe nemmeno federalismo''. Il voto (di martedì prossimo, ndr)
chiarisce tutto: o si cambia o si va a casa. Oggi - ha proseguito Bossi -
e' stato il giorno delle chiacchiere, del teatrino, ma martedì sarà il
momento della verità. Pera oggi ha dato spazio alle varie interpretazioni
a soggetto ma martedì si voterà. Se il federalismo non passa si va a casa;
ma tanto passerà, si' passerà''. Bossi ha anche parlato dell'altra
questione sollevata dall'Udc, vale a dire il taglio del numero dei
senatori: ''Ci sono sempre i furbacchioni che non vogliono tagliare il
numero dei parlamentari, cosa invece che la gente vuole; e' normale, e' il
Palazzo che insorge. Sul numero vediamo... Io sulle riforme ho scritto 200
senatori, però sono generoso e per me - ha aggiunto Bossi sorridendo -
possono diventare anche 150. Comunque, si tratta su tutto tranne che sul
federalismo''.
(gs)
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Soddisfazione per l'incontro con
il presidente del Consiglio, Berlusconi (nella foto) e il Ministro
dell'Economia Giulio Tremonti è stata espressa dal presidente della
Conferenza delle Regioni
Enzo Ghigo al termine della riunione a Palazzo
Chigi. "Si è ricreato un clima di leale e fattiva collaborazione tra i
livelli di governo di questo Paese - ha dichiarato Ghigo - e abbiamo
riscontrato una volontà, espressa dal Presidente del Consiglio in maniera
particolare, di riprendere correttamente i rapporti tra Regioni e Stato in
modo costruttivo e collaborativo, come avveniva prima delle tensioni
legate all'ultima finanziaria''.La soddisfazione di Ghigo nasce anche dal
fatto che sulle cinque richieste presentate i Presidenti
delle Regioni hanno ottenuto risposte positive a tre, con aperture su
aspetti di tipo tecnico e sul riconoscimento degli extracomunitari per il
Fondo sanitario nazionale. Quanto al primo punto relativo
all'interpretazione di una norma costituzionale, legata agli investimenti
che le Regioni possono realizzare senza più indebitarsi, Ghigo ha spiegato
che e' ''un argomento piuttosto complesso ma che il governo ha dato
aperture per un approfondimento". "Un
forte atto di fiducia nei confronti del Governo'',
così succssivamente, al termine della riunione pomeridiana dei presidenti
delle regioni,si è espresso
Enzo Ghigo, con riferimento alle
lettere che i saranno inviate nelle prossime ore
al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e al Sottosegretario Letta,
e al Ministro Tremonti , per avere
tempi certi sulle questioni finanziarie poste al
governo. Non può infattibastare il clima positivo e le aperture ottenute
su tre dei cinque punti da loro ritenuti irrinunciabili. I presidenti
delle Regioni intendono infatti
capire in che modi e con quali tempi gli impegni presi si concretizzeranno.
Il confronto Regioni-Governo -ha affermato il Ministro per gli Affari
Regionali, Enrico
La Loggia "e' stato molto soddisfacente, e ha
consentito la riapertura del dialogo in un clima di grande
collaborazione".
Ma la Conferenza delle regioni si attende una risposta entro il 4 marzo,
data in cui dovrebbero essere convocate le conferenze Stato-Regioni e
Unificata. I
presidenti chiedono, in particolare, che il
Governo rispetti gli impegni presi e che il decreto legge che l'esecutivo
ha promesso di emanare, contempli, per l'anno 2004, la proroga del fondo
di garanzia, la definitiva determinazione dell'aliquota di
compartecipazione Iva e la proroga del regime di trasferimenti per il
finanziamento delle funzioni attribuite alle Regioni nell'ambito del
decentramento amministrativo (Legge Bassanini) per 1.353.000.0000 di euro.
Restano poi in sospeso l'indebitamento che comporterà un blocco degli
investimenti per 2,5 miliardi di euro; e la questione dell'assistenza
sanitaria dei 750 mila immigrati regolarizzati per 1300-1400 euro stimati
pro capite, circa un miliardo di euro in totale.
Un incontro con il ministero dell'economia potrebbe avvenire già
mercoledì o giovedì prossimo.
E sarà un incontro importante perché - come sottolinea il Presidente della
Regione Emilia-Romagna
Vasco Errani - "non bastano le parole, servono
risposte concrete''.
Restano infatti alcune cose di cui discutere "tuttavia - ha affermato il
presidente della Lombardia,
Roberto Formigoni - il clima politico che si è
registrato durante l'incontro con il Governo e' senz'altro positivo". "Il
Governo ha accolto "tre punti fondamentali richiesti dalle Regioni e sugli
extracomunitari "ci sarà l'apertura di un tavolo tecnico. Siamo nella
condizione -
conclude Formigoni -di riprendere i confronti
istituzionali in sede di Conferenza Stato-Regioni e Conferenza Unificata".
Abbiamo ricevuto "risposte articolate dal governo- commenta il Presidente
della Campania
Antonio Bassolino - in ogni caso in un clima
diverso dalle ultime riunioni'', aggiungendo che può essere possibile
tornare ad una ripresa normale dei rapporti ''come e' giusto che avvenga
fra istituzioni''. Quanto all'impegno del Governo preso nell'incontro,
Bassolino ha chiarito che
va preso in un decreto legge per quanto riguarda
i finanziamenti e l'applicazione della Bassanini e quanto alle risorse che
devono essere erogate alle Regioni per l'assistenza agli immigrati, ha
detto che sono ''un fatto di civiltà". Alle Regioni, secondo Bassolino,
spetta ora il compito di fare in modo che ''l'impegno si realizzi nel modo
più concreto". Inoltre il presidente della Campania rispetto a un tema
definito ''molto delicato'' come quello di che cosa si intenda per spesa
di investimenti ha detto che e' necessario fare un approfondimento. ''Le
opinioni del governo sono a nostro avviso insufficienti e da ridiscutere -
ha dichiarato - perché per noi sono spese che riguardano il
cofinanziamento dei fondi eruopei e anche la ricerca scientifica, su
questi temi bisogna andare a rivedere gli orientamenti del governo
espressi in precedenza".
"Se sulla questione dell'ospedale Bambin Gesù e degli immigrati -
ha spiegato Storace - riceveremo risposte
soddisfacenti, la Regione potrà rispondere a questa buona volontà mostrata
dal Governo su altri versanti, a cominciare dai ricorsi alla Corte
costituzionale sul condono edilizio'. Per quanto riguarda il Bambin Gesu'
ho fatto notare - ha aggiunto Storace -che il problema dei finanziamenti
riguarda due annualità, il 2003 e il 2004. Mi e' sembrato di cogliere
segnali positivi, ma ovviamente io attendo una tempistica certa''.
Storace dopo l'incontro si è intrattenuto a lungo con il vicepresidente
del Consiglio Gianfranco Fini, ''ho parlato con Fini di politica e di
questioni riguardanti il partito'', si e' limitato a dire.
"Un incontro ancora interlocutorio ma che lascia aperta la possibilita' ad
eventuali risorse aggiuntive da assegnare alle Regioni per il comparto
sanitario''. E' questo il commento del Presidente della Giunta calabrese,
Giuseppe Chiaravalloti .
Fermo il giudizio del Presidente delle Marche:''Al di là del clima
cordiale - ha riferito
D' Ambrosio - nella sostanza le risposte o non
ci sono state o sono state negative. Sulle questioni più urgenti e di
rilevanza politica come la sanità il Governo ha taciuto. La richiesta di
integrazione del Fondo sanitario di 6 miliardi di euro per il 2004 non ha
ricevuto risposta. Dunque, i nostri bilanci del 2004 e quelli del 2005 e
2006 sono a rischio, impossibili da sostenere e gestire per molte regioni''.
Secondo D' Ambrosio la sottostima del Fondo è un
problema "che non si vuole affrontare con serietà, come invece meriterebbe
per i suoi riflessi sulla vita delle persone e delle famiglie''. Vi e'
stata, ha riferito, ''una cauta apertura sugli immigrati regolarizzati che
hanno diritto di accedere ai servizi sanitari, ma anche su questo punto si
parla di accertare i reali costi sanitari sostenuti''. In pratica ''non si
intende riconoscere alle Regioni la quota capitaria, così come avviene per
tutti gli altri assistiti, e gli immigrati vengono considerati, nei fatti,
cittadini di serie B''. Note negative riguardano anche gli investimenti.
L'interpretazione che il Governo da' alla finanziabilità di queste spese,
fondamentali per accrescere lo sviluppo, "fortemente penalizzante per i
bilanci regionali'' osserva il Presidente delle Marche. Le risorse per
alimentare il Fondo unico per le attività produttive ''verrebbero
considerate come trasferimenti e non come investimenti e ciò ridurrebbe
considerevolmente la capacità di spesa dei bilanci regionali''. Un
giudizio ''moderatamente positivo'' arriva invece dal Presidente della
Regione Sardegna,
Italo Masala:''Siamo andati all' incontro con
un documento in cui abbiamo elencato diverse questioni -
spiega - la prima, quella più importante, riguarda la norma della
Finanziaria che impedisce alle Regioni di finanziare attraverso i mutui
interventi diversi da quelli infrastrutturali". "In pratica - sottolinea
Masala - ci viene consentito di fare solo strade e nient'altro''.
Precisando che le richieste delle Regioni non sono finalizzate ad
''ottenere beneficienza", ma a poter realizzare gli interventi necessari
allo sviluppo, il Presidente della Regione osserva che da parte del
Governo c'è stato un atteggiamento di disponibilità che fa ben pensare al
futuro."Purtroppo - conclude Masala - il Governo, con quelle norme, ha
buttato l' acqua con tutto il bambino, e il bambino eravamo noi. Il
confronto di oggi è stato comunque sereno e tranquillo. E poi, essendo al
massimo livello, con la presenza di Berlusconi, gli impegni presi in
quella sede sono Vangelo''
''Mi auguro che le criticità della sanità del 2004 possano trovare
ingresso nel nuovo accordo che varrà a partire dal 1 gennaio 2005'': Lo ha
dichiarato al termine dell'incontro governo-Regioni l'assessore alla
Sanità del Veneto
Fabio Gava, coordinatore per la materia
nell'ambito della Conferenza delle Regioni, garantendo che nel corso della
riunione di oggi ha chiesto al governo di iniziare le trattative per il
nuovo accordo sin dal mese di marzo, motivando la sollecitazione con il
fatto che le Regioni vorrebbero la chiusura dell'accordo prima
dell'approvazione del Dpef. Su questo punto Gava ha riferito che il
presidente del Consiglio Berlusconi ha assicurato che la scadenza verrà
rispettata".
"Si è aperto un dialogo - ha spiegato
Fitto - su tutti i punti posti dai Presidenti
delle Regioni. E' stata importante la presenza del premier
Berlusconi e del Ministro dell'economia Tremonti, spero che tutto questo
rappresenti anche un motivo di svolta nei rapporti tra Governo e Regioni.
Il Governo si e' detto disponibile ad una proroga riguardante i decreti
Bassanini e il decreto 56/2000 da predisporre con un apposito decreto
legge e disponibilità sono state mostrate riguardo anche alle risorse
aggiuntive per l'assistenza sanitaria agli immigrati a partire dal 2005.
"Sono soddisfatto - afferma il presidente della Regione Liguria,
Sandro Biasotti "era indispensabile riprendere i
rapporti con il governo, non si possono tenere le istituzioni, che devono
collaborare, in una situazione di stallo''. Dello stesso avviso il
Presidente dell'Abruzzo: "La ripresa dei rapporti con il governo e' un
fatto positivo per il sistema delle istituzioni''.
Giovanni Pace, ha poi
aggiunto ''E' andata quasi bene anche nel merito
- - poiché abbiamo ottenuto l'impegno
sulla delibera per le tre proroghe che avevamo richiesto: il governo ha
assunto questo impegno. C'e' invece una riflessione forte per quanto
riguarda la possibilità di indebitamento delle Regioni".
un problema che assume una
certa attualità anche in
relazioni ai programmi confinanziati dall'UE . E fra l'altro la
Commissione UE ha adottato la"terza
relazione sulla coesione economica e sociale"
che contiene le proposte - relative alla fase di programmazione che
partirà dal 2006 - per riformare i fondi strutturali, il cui obiettivo è
di ridurre il divario tra le regioni. Secondo il
Commissario Barnier : "Ridurre il divario per
ottenere una crescita più rapida, dato che crescita e coesione sono due
facce della stessa medaglia". (sm)
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