periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 229- Roma, 19 febbraio 2004

Sommario

Regioni:questioni finanziarie irrinunciabili Incontro Governo-Regioni: i commenti
Regioni:contestualità elezioni Senato con elezioni regionali Sardegna: Soru presenta programma elezioni
Contestualità al centro del dibattito in Senato 23 febbraio: professioni sociali per il nuovo welfare territoriale
Regioni: questioni finanziarie irrinunciabili

Ieri la Conferenza delle Regioni ha discusso con il Governo - presenti il Presidente del Consiglio Berlusconi, e i ministri Tremonti (nella foto), Sirchia, La Loggia, Letta - le questioni irrinunciabili presentate dalle Regioni già nel precedente incontro del 29 gennaio. L'incontro si è svolto nella Sala Verde di Palazzo Chigi (cfr. i diversi commenti).
Su tre dei cinque punti - in particolare il 2, 3 e 4 - il Governo ha mostrato disponibilità ed aperture. Sul primo punto, invece, il ministro Tremonti ha mostrato perplessità e dubbi sulla possibilità di riconsiderare l'articolo 3 della Finanziaria 2004, che stabilisce nuove norme sull'indebitamento. I presidenti di Regione hanno tutti comunque ribadito e sottolineato come il provvedimento in pratica blocchi le politiche d'investimento (
stimate in 2,5 mld. di euro), anche per i programmi cofinanziati dall'U.E. Per quanto riguarda invece l'ultimo punto, e cioè il finanziamento dell'assistenza sanitaria degli immigrati regolarizzati dalla legge Bossi-Fini, il Governo si è impegnato ad affrontare la questione con confronti ministero dell'Economia-Regioni per giungere alla definizione finanziaria. Infine c'è stata anche l'assicurazione da parte del Governo di rispettare gli impegni assunti nella finanziaria 2003 per il finanziamento all’Ospedale Bambin Gesù.
Sono, come è noto 5 le questioni poste dalle Regioni all'attenzione del Governo e sono legate all’esito che hanno avuto nella legge finanziaria 2004 le proposte di emendamento concordate nella Conferenza Unificata del 26 novembre 2003, e alle nuove norme introdotte in maniera unilaterale e improvvisa.
Per le regioni le questioni che devono essere risolte in maniera urgente e indifferibile, in quanto vitali per la sopravvivenza dell'istituzione Regione già a partire dall’anno 2004 sono:
1.
Nuove norme sull’indebitamento (art. 3 commi da 14 a 21 della legge 350/2003)
Con questa norma tutte le spese relative a contributi in conto capitale alle imprese, alle famiglie, alle associazioni non sono più finanziabili con il ricorso all’indebitamento. Lo stesso dicasi per la quasi totalità dei cofinanziamenti regionali di programmi comunitari. Queste norme hanno un impatto improvviso, dirompente e non governabile sugli equilibri dei bilanci regionali. Si chiede di rivedere con urgenza la normativa d’intesa con le Regioni.
2. Proroga, per l’anno 2004, del fondo di garanzia previsto dal Decreto legislativo 56/2000;
3. Proroga, per l’anno 2004, del regime di trasferimenti per il finanziamento delle funzioni attribuite alle Regioni nell’ambito del “decentramento amministrativo” (legge 59/97 c.d. “Bassanini” e dlgs. 56/2000);
4. Proroga, per l’anno 2004, della definitiva determinazione dell’aliquota di compartecipazione IVA (emanazione DPCM per il 2004 previsto dal dlgs. 56/2000).
Relativamente ai punti 2, 3 e 4 le Regioni avevano concordato in sede di Conferenza Unificata uno specifico emendamento non recepito nella legge finanziaria per il 2004.
5.
Copertura oneri di assistenza sanitaria per gli immigrati regolarizzati e rispetto degli impegni assunti nella finanziaria 2003 per il finanziamento all’Ospedale Bambin Gesù.
La legge finanziaria 2004 si è limitata a prevedere l’istituzione di un tavolo di monitoraggio dei costi per le prestazioni di assistenza sanitaria. Le Regioni - ferma restando la necessità di una definitiva valutazione sulla congruità delle risorse destinate al finanziamento dei Livelli Essenziali di Assistenza per l’anno 2004 - ribadiscono che le prestazioni di assistenza sanitaria agli immigrati costituiscono un onere aggiuntivo vero e proprio che le Regioni stanno già sostenendo. (red)

Regioni: contestualità elezioni Senato con elezioni regionali

"Contestualità" è soglia minima di federalismo. La Conferenza delle Regioni, presieduta da Enzo Ghigo (nella foto) è intervenuta con chiarezza sulla questione contestualità delle elezioni del futuro Senato federale con quelle dei dei consigli regionali, schierandosi nettamente a favore e ribadendo il modello ideale di riferimento nel "Bundesrat" tedesco.
In un
comunicato stampa della Conferenza si afferma a riguardo:
La Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome con riferimento al dibattito sul testo di riforma della Costituzione all’esame dell’aula del Senato
ribadisce
le posizioni precedentemente assunte che individuavano nel Bundesrat il modello di riferimento per un Senato realmente “federale”;
individua
nella contestualità delle elezioni del nuovo senato federale con quelle dei consigli regionali la soglia minima per la realizzazione di un sistema parlamentare federale che consenta un reale ed effettivo collegamento con i territori, cui dovrebbe ispirarsi la riforma;
invita
il Senato ad una riflessione ulteriore, anche attraverso un confronto al fine di valutare, tra l’altro,  l’impatto della riforma sui positivi risultati conseguiti con l’elezione diretta dei Presidenti delle Regioni, tenendo conto dell’esigenza di non sovrapporre le dinamiche politiche nazionali con quelle proprie delle collettività regionali.
La Conferenza dei Presidenti fa appello a tutte le forze parlamentari affinché il testo di riforma possa recepire tali istanze.
(red)

Contestualità al centro del dibattito al Senato

"Oggi è la giornata di svolta". Nel documento approvato ieri dalla Cdl, e che ha sancito la fine della verifica programmatica interna alla maggioranza di Governo, sarebbe esplicitamente proposto di votare contestualmente il Senato federale e i consigli regionali. Sembra questa essere la chiave di lettura politica del voto di oggi nell'Aula del Senato. Ma nei fatti non è così semplice. I senatori dell'Udc, infatti, sono insorti nell'aula di Palazzo Madama, che sta votando le riforme costituzionali, proprio su questo punto del documento che chiude la verifica di maggioranza, e cioè la contestualità tra elezioni dei senatori di ogni regione e i Consigli regionali.
In aula il relatore D'Onofrio - sempre dell'UDC -  ha ribadito la validità del suo emendamento all'articolo 3 delle riforme che prevede appunto la contestualità (argomento su cui si è espressa anche la Conferenza delle Regioni).
E' dunque scattata una raffica di interventi di esponenti Udc che hanno chiesto di sospendere l'esame su questo punto.  D'Onofrio ha sostenuto che la contestualita' "e' determinante" e ha spiegato: "Non e' una soluzione improvvisata ne' pasticciata, e' coerente sia con la riforma del titolo V sia con le linee del governo. La contestualità si fa sul serio? La risposta è si'". Per il relatore "oggi e' la giornata di svolta".
Ma i senatori del suo stesso gruppo, come Maurizio Ronconi, Ivo Tarolli e Maurizio Eufemi, sono tornati a criticare la contestualita'. "Mi sarei atteso - ha detto Ronconi - una maggiore sensibilita' del relatore".  E anche sulla riduzione del numero dei senatori, Ronconi ha sostenuto che "non bisogna intaccare in modo prioritario il numero dei parlamentari, ma bisogna garantire l'autorevolezza al di là del numero. Noi -ha concluso - vogliamo andare avanti con le riforme, ma devono essere riforme che funzionino". Maurizio Eufemi ha espresso la "preoccupazione che oggi siaconsiderata la giornata dell'eutanasia del Senato".
A questo punto la situazione da semplice si trasforma in molto complessa, e quindi si rinvia a martedì la discussione. Il Senato ha pertanto sospeso l'esame delle riforme costituzionali dopo le contestazioni dell'Udc. Il rinvio alla prossima settimana e' stato deciso su proposta del presidente Marcello Pera. L'unica a dirsi contraria alla sospensione e' stata la Lega Nord.  Il presidente Pera ha pure sollevato il problema del modo rapsodico in cui si sta procedendo nell'esame delle riforme, e ha proposto di trovare ''una sede formale o informale'' in cui trovare un accordo definitivo da votare poi in aula.
"Maggioranza e opposizione trovino un accordo sul Senato federale", è stato infine l'invito del presidente di Pera.
I Ds vogliono ''procedere su una strada di riforme, di rinnovamento del bicameralismo perfetto, del Senato federale, che in ogni caso non può diventare, per una responsabilità diretta o corriva da parte nostra, una sorta di Camera morta'', ha sostenuto Gavino Angius, Presidente dei senatori Ds. ''Chiedo a questo punto - prosegue l'esponente della Quercia - che, esclusivamente per l'articolo 3 della legge che stiamo esaminando, la discussione ritorni in Commissione. Ai colleghi della Lega voglio dire che stiamo discutendo del futuro di quel Senato federale che loro stessi hanno indicato e proposto''. Si tratta di non ''cadere nel ridicolo e in questa forma autodistruttiva che noi non accetteremo mai in alcun modo. Il senso della nostra proposta non è finalizzato a paralizzare alcunche'''. Il tema del Senato federale e' delicato e richiede delle modifiche che tengano conto delle preoccupazioni di ''tutti i senatori, non solo di quelli dell'Udc'', ha spiegato il  Ministro delle Politiche comunitarie Rocco Buttiglione. ''Il tema del Senato federale e' estremamente delicato perché tocca direttamente ognuno dei senatori, potremmo dirlo in modo un po' banale, il loro posto di lavoro, il modo in cui eserciteranno le loro funzioni, il modo in cui dovranno concorrere per essere rieletti, la loro rappresentanza''. Bisogna elaborare una sintesi -conclude Buttiglione- efficace, per arrivare eventualmente ad una modifica della norma per tener conto delle loro giuste ragioni''.
''Martedi' vi vota: o si approva la contestualita' o si va a casa. Non c'e' alcun problema''. Cosi'  il ministro per le riforme Umberto Bossi (nella foto) ha commentato le contrarieta' espressa dai senatori Udc ali principio della contestualita' dell' elezione dei senatori con i Consigli Regionali''. "Senatori e consigli regionali  devono essere collegati altrimenti i senatori non sarebbero rappresentanti delle regioni; non sarebbe nemmeno federalismo''. Il voto (di martedì prossimo, ndr) chiarisce tutto: o si cambia o si va a casa. Oggi - ha proseguito Bossi - e' stato il giorno delle chiacchiere, del teatrino, ma martedì sarà il  momento della verità. Pera oggi ha dato spazio alle varie interpretazioni a soggetto ma martedì si voterà. Se il federalismo non passa si va a casa; ma tanto passerà, si' passerà''. Bossi ha anche parlato dell'altra questione sollevata dall'Udc, vale a dire il taglio del numero dei senatori: ''Ci sono sempre i furbacchioni che non vogliono tagliare il numero dei parlamentari, cosa invece che la gente vuole; e' normale, e' il Palazzo che insorge. Sul numero vediamo... Io sulle riforme ho scritto 200 senatori, però sono generoso e per me - ha aggiunto Bossi sorridendo - possono diventare anche 150. Comunque, si tratta su tutto tranne che sul federalismo''. (gs)

Incontro Governo-Regioni: i commenti

Soddisfazione per l'incontro con il presidente del Consiglio, Berlusconi (nella foto) e il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti è stata espressa dal presidente della Conferenza delle Regioni Enzo Ghigo al termine della riunione a Palazzo Chigi. "Si è ricreato un clima di leale e fattiva collaborazione tra i livelli di governo di questo Paese - ha dichiarato Ghigo - e abbiamo riscontrato una volontà, espressa dal Presidente del Consiglio in maniera particolare, di riprendere correttamente i rapporti tra Regioni e Stato in modo costruttivo e collaborativo, come avveniva prima delle tensioni legate all'ultima finanziaria''.La soddisfazione di Ghigo nasce anche dal fatto che sulle cinque richieste presentate i Presidenti delle Regioni hanno ottenuto risposte positive a tre, con aperture su aspetti di tipo tecnico e sul riconoscimento degli extracomunitari per il Fondo sanitario nazionale. Quanto al primo punto relativo all'interpretazione di una norma costituzionale, legata agli investimenti che le Regioni possono realizzare senza più indebitarsi, Ghigo ha spiegato che e' ''un argomento piuttosto complesso ma che il governo ha dato aperture per un approfondimento". "Un forte atto di fiducia nei confronti del Governo'', così succssivamente, al termine della riunione pomeridiana dei presidenti delle regioni,si è espresso Enzo Ghigo, con riferimento alle lettere che i saranno inviate nelle prossime ore al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e al Sottosegretario Letta, e al Ministro Tremonti , per avere tempi certi sulle questioni finanziarie poste al governo. Non può infattibastare il clima positivo e le aperture ottenute su tre dei cinque punti da loro ritenuti irrinunciabili. I presidenti delle Regioni intendono infatti capire in che modi e con quali tempi gli impegni presi si concretizzeranno.
Il confronto Regioni-Governo -ha affermato il Ministro per gli Affari Regionali, Enrico
La Loggia "e' stato molto soddisfacente, e ha consentito la riapertura del dialogo in un clima di grande collaborazione".
Ma la Conferenza delle regioni si attende una risposta entro il 4 marzo, data in cui dovrebbero essere convocate le conferenze Stato-Regioni e Unificata. I
presidenti chiedono, in particolare, che il Governo rispetti gli impegni presi e che il decreto legge che l'esecutivo ha promesso di emanare, contempli, per l'anno 2004, la proroga del fondo di garanzia, la definitiva determinazione dell'aliquota di compartecipazione Iva e la proroga del regime di trasferimenti per il finanziamento delle funzioni attribuite alle Regioni nell'ambito del decentramento amministrativo (Legge Bassanini) per 1.353.000.0000 di euro. Restano poi in sospeso l'indebitamento che comporterà un blocco degli investimenti per 2,5 miliardi di euro; e la questione dell'assistenza sanitaria dei 750 mila immigrati regolarizzati per 1300-1400 euro stimati pro capite, circa un miliardo di euro in totale.
Un incontro con il ministero dell'economia potrebbe avvenire già
mercoledì o giovedì prossimo.
E sarà un incontro importante perché - come sottolinea il Presidente della Regione Emilia-Romagna
Vasco Errani - "non bastano le parole, servono risposte concrete''.
Restano infatti alcune cose di cui discutere "tuttavia - ha affermato il presidente della Lombardia,
Roberto Formigoni - il clima politico che si è registrato durante l'incontro con il Governo e' senz'altro positivo". "Il Governo ha accolto "tre punti fondamentali richiesti dalle Regioni e sugli extracomunitari "ci sarà l'apertura di un tavolo tecnico. Siamo nella condizione - conclude Formigoni -di riprendere i confronti istituzionali in sede di Conferenza Stato-Regioni e Conferenza Unificata".
Abbiamo ricevuto "risposte articolate dal governo- commenta il Presidente della Campania
Antonio Bassolino - in ogni caso in un clima diverso dalle ultime riunioni'', aggiungendo che può essere possibile tornare ad una ripresa normale dei rapporti ''come e' giusto che avvenga fra istituzioni''. Quanto all'impegno del Governo preso nell'incontro, Bassolino ha chiarito che va preso in un decreto legge per quanto riguarda i finanziamenti e l'applicazione della Bassanini e quanto alle risorse che devono essere erogate alle Regioni per l'assistenza agli immigrati, ha detto che sono ''un fatto di civiltà". Alle Regioni, secondo Bassolino, spetta ora il compito di fare in modo che ''l'impegno si realizzi nel modo più concreto". Inoltre il presidente della Campania rispetto a un tema definito ''molto delicato'' come quello di che cosa si intenda per spesa di investimenti ha detto che e' necessario fare un approfondimento. ''Le opinioni del governo sono a nostro avviso insufficienti e da ridiscutere - ha dichiarato - perché per noi sono spese che riguardano il cofinanziamento dei fondi eruopei e anche la ricerca scientifica, su questi temi bisogna andare a rivedere gli orientamenti del governo espressi in precedenza".
"Se sulla questione dell'ospedale Bambin Gesù e degli immigrati
- ha spiegato Storace - riceveremo risposte soddisfacenti, la Regione potrà rispondere a questa buona volontà mostrata dal Governo su altri versanti, a cominciare dai ricorsi alla Corte costituzionale sul condono edilizio'. Per quanto riguarda il Bambin Gesu' ho fatto notare - ha aggiunto Storace -che il problema dei finanziamenti riguarda due annualità, il 2003 e il 2004. Mi e' sembrato di cogliere segnali positivi, ma ovviamente io attendo una tempistica certa''.
Storace dopo l'incontro si è intrattenuto a lungo con il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini, ''ho parlato con Fini di politica e di questioni riguardanti il partito'', si e' limitato a dire.
"Un incontro ancora interlocutorio ma che lascia aperta la possibilita' ad eventuali risorse aggiuntive da assegnare alle Regioni per il comparto sanitario''. E' questo il commento del Presidente della Giunta calabrese,
Giuseppe Chiaravalloti .
Fermo il giudizio del Presidente delle Marche:''Al di là del clima cordiale - ha riferito
D' Ambrosio - nella sostanza le risposte o non ci sono state o sono state negative. Sulle questioni più urgenti e di rilevanza politica come la sanità il Governo ha taciuto. La richiesta di integrazione del Fondo sanitario di 6 miliardi di euro per il 2004 non ha ricevuto risposta. Dunque, i nostri bilanci del 2004 e quelli del  2005 e 2006 sono a rischio, impossibili da sostenere e gestire per molte regioni''. Secondo D' Ambrosio la sottostima del Fondo è un problema "che non si vuole affrontare con serietà, come invece meriterebbe per i suoi riflessi sulla vita delle persone e delle famiglie''. Vi e' stata, ha riferito, ''una cauta apertura sugli immigrati regolarizzati che hanno diritto di accedere ai servizi sanitari, ma anche su questo punto si parla di accertare i reali costi sanitari sostenuti''. In pratica ''non si intende riconoscere alle Regioni la quota capitaria, così come avviene per tutti gli altri assistiti, e gli immigrati vengono considerati, nei fatti, cittadini di serie B''. Note negative riguardano anche gli investimenti. L'interpretazione che il Governo da' alla finanziabilità di  queste spese, fondamentali per accrescere lo sviluppo, "fortemente penalizzante per i bilanci regionali'' osserva il Presidente delle Marche. Le risorse per alimentare il Fondo unico per le attività produttive ''verrebbero considerate come trasferimenti e non come investimenti e ciò ridurrebbe considerevolmente la capacità di spesa dei bilanci regionali''. Un giudizio ''moderatamente positivo'' arriva invece dal Presidente della Regione Sardegna, Italo Masala:''Siamo andati all' incontro con un documento in cui abbiamo elencato diverse questioni - spiega - la prima, quella più importante, riguarda la norma della Finanziaria che impedisce alle Regioni di finanziare attraverso i mutui interventi diversi da quelli infrastrutturali". "In pratica - sottolinea Masala - ci viene consentito di fare solo strade e nient'altro''. Precisando che le richieste delle Regioni non sono finalizzate ad ''ottenere beneficienza", ma a poter realizzare gli interventi necessari allo sviluppo, il Presidente della Regione osserva che da parte del Governo c'è stato un atteggiamento di disponibilità che fa ben pensare al futuro."Purtroppo - conclude Masala - il Governo, con quelle norme, ha buttato l' acqua con tutto il bambino, e il bambino eravamo noi. Il confronto di oggi è stato comunque sereno e tranquillo. E poi, essendo al massimo livello, con la presenza di Berlusconi, gli impegni presi in quella sede sono Vangelo''
''Mi auguro che le criticità della sanità del 2004 possano trovare ingresso nel nuovo accordo che varrà a partire dal 1 gennaio 2005'': Lo ha dichiarato al termine dell'incontro governo-Regioni l'assessore alla Sanità del Veneto
Fabio Gava, coordinatore per la materia nell'ambito della Conferenza delle Regioni, garantendo che nel corso della riunione di oggi ha chiesto al governo di iniziare le trattative per il nuovo accordo sin dal mese di marzo, motivando la sollecitazione con il fatto che le Regioni vorrebbero la chiusura dell'accordo prima dell'approvazione del Dpef. Su questo punto Gava ha riferito che il presidente del Consiglio Berlusconi ha assicurato che la scadenza verrà rispettata".
"Si è aperto un dialogo - ha spiegato
Fitto - su tutti i punti posti dai Presidenti delle Regioni. E' stata importante la presenza del premier Berlusconi e del Ministro dell'economia Tremonti, spero che tutto questo rappresenti anche un motivo di svolta nei rapporti tra Governo e Regioni. Il Governo si e' detto disponibile ad una proroga riguardante i decreti Bassanini e il decreto 56/2000 da predisporre con un apposito decreto legge e disponibilità sono state mostrate riguardo anche alle risorse aggiuntive per l'assistenza sanitaria agli immigrati a partire dal 2005.
"Sono soddisfatto - afferma il presidente della Regione Liguria,
Sandro Biasotti "era indispensabile riprendere i rapporti con il governo, non si possono tenere le istituzioni, che devono collaborare, in una situazione di stallo''. Dello stesso avviso il Presidente dell'Abruzzo: "La ripresa dei rapporti con il governo e' un fatto positivo per il sistema delle istituzioni''. Giovanni Pace, ha poi aggiunto ''E' andata quasi bene anche nel merito -  - poiché abbiamo ottenuto l'impegno sulla delibera per le tre proroghe che avevamo richiesto: il governo ha assunto questo impegno. C'e' invece una riflessione forte per quanto riguarda la possibilità di indebitamento delle Regioni".
un problema che assume una certa attualità anche in relazioni ai programmi confinanziati dall'UE . E fra l'altro la Commissione UE ha adottato la"terza relazione sulla coesione economica e sociale" che contiene le proposte - relative alla fase di programmazione che partirà dal 2006 - per riformare i fondi strutturali, il cui obiettivo è di ridurre il divario tra le regioni. Secondo il Commissario Barnier : "Ridurre il divario per ottenere una crescita più rapida, dato che crescita e coesione sono due facce della stessa medaglia". (sm)

Sardegna: Soru presenta programma elezioni

Renato Soru (nella foto) l'imprenditore fondatore di Tiscali, candidatosi con o senza il centrosinistra alla Presidenza della Regione Sardegna alle elezioni della tarda primavera, ha illustrato stamane a Cagliari una prima bozza del programma di governo del suo movimento Progetto Sardegna. Il documento accenna ad uno sviluppo dipendente dall'uso delle risorse e delle ricchezze ambientali e culturali dell'isola, dando spazio ''ai prodotti che riflettono la qualita' riconoscibile e affidabile di unterritorio''.
Elenca le difficolta': non si colma l'ampio divario di produttività; poche merci sono destinate ai mercati esteri; disoccupazione di poco sotto il 20% con picchi per le donne e nelle zone interne.
''Siamo andati al confronto con il centrosinistra - spiega l'imprenditore - con la volontà ostinata di trovare l'unità per vincere le elezioni e per governare bene. Abbiamo discusso di diverse cose. Come sono andati quegli incontri l'ho messo per iscritto e lo riconfermo. Io continuo a lavorare per l'unita' e la parola e' passata ai partiti. Quello che ho da aggiungere e' molto poco''.
''Confermo che voglio occuparmi di politica per cinque anni per dare un contributo per il rinnovamento della politica in Sardegna. Tra le nostre priorita' c'e' la riqualificazione della spesa. Ad esempio, la formazione professionale: si spendono 250 milioni di euro all'anno togliendo risorse alla scuola pubblica e alle Universita' per qualcosa che funziona poco e male, ma che e' utilissima agli enti di formazione''. Soru ha anche accennato alla riqualificazione della spesa per la sanità: ''Non ho mai parlato della chiusura dei piccoli ospedali. Dico solo che bisogna riconvertirli e offrire un servizio di qualità alle popolazioni''. (red)

23 febbraio: professioni sociali per il nuovo welfare territoriale

Si terrà Roma il 23 febbraio (Sala della Protomoteca - Campidoglio) la conferenza Nazionale dedicata al tema "Presente e futuro delle professioni sociali per il nuovo welfare territoriale. Le proposte delle autonomie locali", organizzata da Legautonomie con il patrocinio della Provincia e del Comune di Roma.
Il
programma è on line.(red)

 

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