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periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003
presso il Tribunale Civile di Roma
Sezione Stampa n.106/2003 |
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n. 432 -
Roma, 22 dicembre 2004 |
Sommario |
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Recuperare il
metodo del dialogo in vista dell'esame al Senato della riforma della
Costituzione; ''preoccupazione'' per l'incomunicabilità tra i partiti
proprio su questo tema; il federalismo sia fatto in armonia con il
principio di unità della Repubblica.
Ciampi ha parlato molto di riforme, esortando ''a perseverare con
costanza e determinazione nella ricerca di costruttive intese, peruna
riscrittura il più possibile condivisa della seconda
parte della nostra Costituzione. Purtroppo -ha lamentato il capo dello
Stato- i segnali di dialogo tra maggioranza ed opposizione, che si erano
manifestati lo scorso anno sul tema
essenziale delle riforme costituzionali, non hanno avuto il seguito
sperato''. Per questo ha chiesto alle forze politiche ''di recuperare il
metodo del dialogo al quale si erano in precedenza dichiarate
disponibili''.
Ciampi avverte "il dovere, nell'esercizio di quella primaria funzione di
garanzia che compete al capo dello Stato, di manifestare, dinanzi ai più
alti rappresentanti delle istituzioni, la mia preoccupazione per
l'accentuarsi di uno stato di difficile comunicabilità tra i principali
schieramenti politici e parlamentari, su un tema, quello delle riforme
costituzionali, che interessa le strutture portanti della vita
democratica della Nazione, 'in primis' il Parlamento''.
Il presidente del Senato, Marcello Pera, ha spiegato che il dibattito
che ha accompagnato la riforma della seconda parte della Costituzione e
quella dell'ordinamento giudiziario ''è stato intenso e talvolta
decisamente aspro. Penso che questo si debba alle difficoltà
istituzionali, politiche e culturali del nostro ancor giovane sistema
bipolare''.
Il presidente dei senatori dell'Udc, Francesco D'onofrio, è intervenuto
per spiegare: ''Ho ripetutamente detto in commissione Affari
costituzionali che per quanto riguarda questa grande riforma blindato è
il tempo, non il testo. Sono particolarmente
lieto, dunque, che il presidente Ciampi abbia voluto riproporre un
appello per un lavoro congiunto sulla riforma costituzionale. Raccolgoe
rilancio, dunque, l'appello del presidente Ciampi''.
Anche il presidente dei senatori di An, Domenico Nania: ''Accogliamo ben
volentieri, come sempre, l'appello del capo dello Stato al dialogo tra
maggioranza ed opposizione sulle riforme costituzionali. Ma a dialogare
bisogna essere in due''.
Di dialogo sulle riforme ha parlato anche il ministro delle Riforme
Roberto Calderoli:
''Penso che l'appello fatto dal presidente della Repubblica Ciampi sia
rivolto all'atteggiamento della Cdl sulle riforme nel primo scorcio
della legislatura, quando la coalizione dimostrava una notevole rigidità
rispetto alle proposte dell'opposizione".
''Quel testo, che ha
recepito più del 30% delle istanze nell'opposizione -ha proseguito
Calderoli- rappresenta un punto di arrivo e non di partenza della
riforma a meno che, messi da parte gli interessi elettorali e le
ideologie politiche, si potessero individuare modifiche condivise anche
dalla maggioranza e quindi raggiungere un ampio consenso trasversale in
Parlamento".
Si tratta di un richiamo ad una prassi che il governo ha sempre seguito
in tre anni e mezzo'', dice Roberto Maroni.
Casini da' ragione a Ciampi, occorre fare in modo che i rilievi
producano ''una riflessione immediata e fruttuosa'' per stabilire regole
''chiare e condivise tra i due rami del Parlamento e il governo, oltre
che tra maggioranza e opposizione''.
Di fronte a veri e propri diktate ad una maggioranza parlamentare usata
come una clava contro perfino sui temi di riforma costituzionale, è
impossibile un vero dialogo sulle riforme'', ha infine detto il
presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio.
(red) |
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Accordo quadro promosso dalla Regione
Friuli Venezia Giulia per la formazione permanente di tutti i pubblici
dipendenti.
''Con la firma di questo accordo - ha detto il presidente
Illy - vogliamo promuovere una collaborazione leale e convinta tra i
diversi soggetti della Pubblica amministrazione del Friuli Venezia
Giulia, per migliorare la qualita' dei servizi che, tutti assieme,
rendiamo ai cittadini''. Il presidente della Regione ha anche ricordato
che l'accordo quadro siglato prevede di costituire un Comitato
tecnico scientifico che dovra' individuare in tempi brevi,
attraverso un piano di lavoro, i possibili percorsi formativi comuni,
con l'obiettivo di ''sviluppare e diffondere la cultura del cambiamento
istituzionale a amministrativo tra gli operatori dello Stato, della
Regione e delle Autonomie locali''.
(red)
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L' attuale presidente della Regione, Maria
Rita Lorenzetti, ha lanciato la propria ricandidatura a guidare il
governo locale anche nei prossimi cinque anni, confermando il Patto per
lo sviluppo come ''perno'' del modo di amministrare della sua
maggioranza: ''il Patto per lo sviluppo e' servito all' Umbria per
tenersi agganciata alle Regioni del Centro nord, puntando sulla
cooperazione fra istituzioni e societa' civile, sulle responsabilita' e
sugli impegni condivisi della classe dirigente umbra. Ora ci attende un
salto di qualita' se vogliamo tenere il passo dell' economia sempre piu'
globalizzata: evitiamo di dire che l' asticella che abbiamo posto e'
troppo alta ma, tutti insieme, impegniamoci a superarla''.
Dopo aver rimarcato che ''proprio la logica del Patto per lo sviluppo ha
consentito e consente di affrontare crisi importanti, come quelle di Ast
o del settore tabacchicolo'', Lorenzetti ha messo in evidenza come l'
Umbria sia ''una regione piccola ma con i conti a posto in settori
fondamentali come la sanita', i trasporti, il pubblico impiego. Tutto
cio' - ha fatto osservare - insieme alla nostra capacita' di progettare
lo sviluppo e di investire le relative risorse, ci consente di avere una
grande credibilita' ed autorevolezza sui tavoli nazionali ed europei''.
Una sottolineatura particolare, Lorenzetti l' ha voluta riservare al
''bilancio saldo'' della sanita' umbra, ''tenendo conto del fatto che
ancora non ci hanno assegnato le risorse del fondo sanitario nazionale
che ci spettano''. I ''buoni numeri'' del sistema sanitario umbro, nel
quale dal 2001 sono state assunte ''solo dieci persone'', dipendono
''prima di tutto da una spesa farmaceutica che - ha ricordato la
presidente - dal 2000 e' rimasta sempre sotto la media italiana, ma
anche dagli investimenti che la Regione si e' accollata, sostituendosi
allo Stato, per ammodernare la rete ospedaliera e le sue strumentazioni
tecnologiche, senza dimenticare gli interventi nel sociale, come l'
assegno di cura, di cui sono gia' destinatari 800 umbri''.
(red)
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La Conferenza dei
Presidenti, nel corso dell'ultima riunione,
ha espresso parere favorevole sull’articolo 1 del Ddl di conversione in
legge del DL 280/2004 "interventi urgenti per fronteggiare la crisi
di settori economici e per assicurare la funzionalità di taluni settori
della Pubblica amministrazione. In questa Occasione i Presidenti delle
Regioni hanno però sottoposto al Governo due ordini del giorno: il
primo relativo alla crisi di mercato nel settore dell’olio di oliva
e il
secondo alla crisi di mercato del settore lattiero caseario (pecorino
romano). Inoltre la Conferenza ha rappresentato l’esigenza di
incrementare la dotazione del Fondo di solidarietà nazionale per
soddisfare sia le occorrenze derivanti dall’attuazione del decreto legge
280/2004 che quelle derivanti dai decreti di declaratoria emanati ed in
corso di emanazione in attuazione del decreto legislativo 102/2004, per
le avversità già verificatesi nel corso del corrente anno.
Per quel che riguarda la crisi nel settore dell'olio di oliva
la Conferenza dei
Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, auspica il
riconoscimento ( ai sensi dell'articolo 1 del Decreto Legge n. 280 del 29
novembre 2004, da parte del Ministero delle Politiche Agricole e
Forestali, della grave crisi del comparto olivicolo.
Per quanto riguarda invece il formaggio pecorino romano si ritiene che
"che la soluzione della grave crisi di mercato del formaggio ovino e
segnatamente del Pecorino Romano debba essere affrontata non solo con
gli interventi che la Regione Autonoma della Sardegna sta programmando,
ma anche con il ricorso all’art. 5 del Decreto Legislativo 29 marzo
2004, n. 102 e con l’avvio all’ammasso straordinario di 80/100.000
quintali di formaggio Pecorino Romano."
(red)
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Durante l'ultima riunione
della Conferenza delle Regioni è stato approvato
un documento che istituisce l'Osservatorio per il sistema fieristico
italiano
presso il Coordinamento
Interregionale Fiere della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e
Province Autonome.
Si tratta di uno strumento
tecnico di supporto alle politiche regionali che ha l'obiettivo di
contribuire allo sviluppo del settore fieristico "in un’ottica di
sistema nazionale, integrato nel panorama fieristico europeo e
internazionale".
Tra i compiti dell'Osservatorio rientra quello di assicurare il
monitoraggio del Sistema Fieristico Italiano e quello di individuare
strumenti per migliorare la qualità del Sistema, con particolare
riguardo alla Certificazione dei dati fieristici. L’Osservatorio è
composto da 7 rappresentanti delle Regioni e Province Autonome (due del
Nord, due del Centro, due del Sud e la regione capofila in materia
fieristica, che lo presiede), uno del Ministero delle Attività
Produttive, esperto in internazionalizzazione del sistema fieristico e
da cinque esperti designati rispettivamente:
due dall’Associazione Esposizioni e Fiere
Italiane (AEFI), uno dal Comitato Fiere Industria (CFI),
uno dal Comitato Fiere Terziario (CFT) ed
uno
dall’Unione Italiana delle Camere di Commercio Industria Artigianato e
Agricoltura (Unioncamere).
Nel corso della stessa riunione i Presidenti delle Regioni hanno anche
approvato un
documento per la determinazione dei sistemi idonei ed oggettivi di
rilevazione e certificazione dei dati attinenti agli espositori e ai
visitatori delle manifestazioni fieristiche.
Secondo il documento "la
rilevazione e certificazione dei dati è effettuata da società o enti
specializzati nel settore fieristico, allo scopo tempestivamente
incaricati dal soggetto organizzatore della manifestazione. Le società o
enti predetti devono essere riconosciuti dall’Osservatorio per il
Sistema Fieristico Italiano. E sarà proprio il neonato
’Osservatorio a stabilire i criteri e le modalità per il riconoscimento
ed il controllo dei certificatori".La rilevazione e certificazione dei
dati si applica a decorrere dall’edizione 2006 delle manifestazioni
fieristiche con qualifica internazionale e nazionale.
(red)
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“Norme in materia di polizia locale”. E’ questo il titolo della
legge approvata stasera dal Consiglio Regionale del Lazio (25 voti a
favore e 4 contrari), con la quale si disciplina l’organizzazione dei
servizi e delle attività delle polizie locali, “al fine di migliorarne
l’efficacia e l’efficienza attraverso una gestione coordinata ed
omogenea che garantisca un adeguato controllo del territorio e concorra
alla salvaguardia dei diritti di sicurezza dei cittadini”, come recita
l’articolo 1 su oggetto e finalità del provvedimento. La legge è stata proposta
dall’assessore agli Affari istituzionali Donato Robilotta (Nuovo Psi).
Il provvedimento per punti:
La legge in particolare prevede (sintesi schematica fornita
dall’assessore Robilotta):
- il coordinamento dei servizi e delle attività di polizia locale per
garantire il controllo del territorio e la sicurezza dei cittadino;
§ tra le funzioni e i compiti della polizia locale: la polizia
tributaria, la vigilanza sull’integrità e conservazione del patrimonio
pubblico;
§ l’istituzione della Conferenza regionale per la polizia locale e per
la sicurezza come organo consultivo e sede di confronto con le
istituzioni e le associazioni dei Comuni, a cui sono invitati anche
Prefetti, Questori, Forze dell’Ordine e Comandante di Polizia locale e
provinciale;
§ l’istituzione del Comitato tecnico-consultivo per la polizia locale
composto da rappresentanti dei sindacati, delle associazioni di
categoria, comandanti della polizia locale e provinciale, due
rappresentanti dei piccoli comuni e tre esperti;
§ una struttura regionale (Direzione Sicurezza) che provvede alla
gestione della banca dati, del sistema di connessione via etere dotato
di numero unico con il compito di collegare i comandi dei corpi di
polizia locale.
§ la promozione della collaborazione istituzionale attraverso intese ed
accordi con gli organi dello Stato e con gli Enti locali;
§ interventi finanziati dalla Regione (acquisto di attrezzature,
istituzione del vigile di quartiere, miglioramento delle sale operative
e potenziamento delle attività di vigilanza sul territorio);
§ la promozione della gestione associata;
§ riserva quota di edilizia residenziale pubblica – monitoraggio delle
malattie professionali;
§ definizione dei livelli generali per l’istituzione dei corpi e dei
servizi per rispondere agli attuali bisogni (livelli minimi di
erogazione dei servizi di sicurezza);
§ il conferimento dell’incarico di direzione dei corpi e dei servizi ad
appartenenti alla polizia locale o che assumano il relativo status;
§ i Sindaci e i Presidenti delle Province rimangono i referenti politici
della polizia locale;
§ la definizione delle caratteristiche delle uniformi, dei relativi
distintivi di grado e le caratteristiche dei veicoli nonché corsi di
addestramento all’uso delle armi e corsi di tecniche di difesa
personale;
§ l’istituzione della Scuola regionale di polizia locale per realizzare
una più organica attività di formazione e di aggiornamento
professionale;
§ la formazione degli ausiliari del traffico presso la Scuola e il loro
coordinamento da parte dei vigili urbani.
(red) |
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Proprietario ed
editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Redazione: via Parigi, 11 - 00185 - Roma
Direttore editoriale: Marcello Mochi Onori
Direttore responsabile: Marco Tumiati
In redazione: Stefano Mirabelli (caporedattore); Giuseppe Schifini
(caposervizio)
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