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Sommario |
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''Cosi' non va bene caro
Governo''. Per il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, la
Finanziaria è deludente,
riferendosi in particolare al maxiemendamento. Sono tre le critiche mosse alla versione definitiva ''approvata dal governo e dalla sua maggioranza'': la mancanza di passi avanti sul federalismo fiscale, la decisione di destinare 2 miliardi di euro per ripianare il deficit sanitario delle Regioni che non hanno raggiunto il pareggio e il rifiuto di inserire nel testo una maggiore possibilita' di investimenti per le Regioni che hanno meno spese improduttive. ''Non c'e' alcun passo avanti sul federalismo fiscale - ha spiegato Formigoni - e su questo se nel governo nessuno batte un colpo, allora lo batte il presidente della Lombardia''. Mancano insomma progressi sull'articolo 119 della Costituzione, che proprio di questo si occupa, e sul decreto 56/2000, cioe' sul provvedimento che decide quanto ogni Regione deve devolvere al fondo di perequazione, a cui la Lombardia contribuisce con il 54% del totale. Un altro ''segnale non bello'', secondo Formigoni, e' ''il fatto che non sia stata accolta la richiesta delle Regioni di introdurre un meccanismo premiante per le Regioni virtuose, che hanno ridotto le spese improduttive, dando loro un tetto di investimenti piu' alto''. Un premio invece a chi e' stato piu' ''vizioso'', secondo il governatore, sono i 2 miliardi di euro che il Governo ha deciso di stanziare per ripianare il disavanzio accumulato fra il 2001 e il 2003 da diverse Regioni nel settore della sanita'. ''Non si possono mettere questi due miliardi per coprire i disavanzi di chi non ha saputo esercitare la stessa politica virtuosa della Lombardia''. Critici anche i comuni: ''Siamo alla mortificazione, all'umiliazione delle amministrazioni locali. Adesso bisognerà reagirecon un'iniziativa clamorosa. Siamo di fronte a un conlflitto istituzionale, ci vuole ostruzionismo istituzionale''. Lo dichiara in un'intervista a 'La Repubblica' (Siniscalco venditore di tappeti la rabbia dei sindaci contro i tagli), il presidente dell'Anci, per il quale l'ostruzionismo ''è l'unica rispostapossibile al ministro Siniscalco che si è comportato come un venditoredi tappeti falsi''. ''Potremmo - spiega Domenici - smettere di pagare la manutenzione degli uffici giudiziari, che è a nostro carico. E potremmo smettere di pagare anche la vigilanza dei medesimi, oltre alle spese correnti''. (red) |
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Dal 2005 cesserà
il trasferimento alle Regioni ed Enti locali dei 1.500 milioni di euro
necessari, ogni anno, a finanziare le funzioni individuate dal
federalismo amministrativo con la legge 59/97. Non saranno perciò
prorogati i trasferimenti statali previsti per gli incentivi alle
piccole e medie imprese, circa 750 milioni di euro, che da quattro anni
sono gestiti regionalmente, e che peraltro sono già previsti nel Fondo
per il Federalismo Amministrativo. E' questo l'effetto della decisione
presa dalla Commissione Bilancio del Senato che non ha approvato
l'emendamento alla Finanziaria 2005 finalizzato a prorogare, fino al 31
dicembre 2005, il trasferimento delle risorse per le funzioni delegate
alle Regioni. La necessità della proroga nasce dalla mancata
identificazione, entro il termine previsto del 31.10.2004, delle
aliquote del gettito fiscale che, attribuite direttamente alle Regioni,
avrebbero dovuto sostituire i trasferimenti da parte dello Stato, così
come previsto dal decreto legislativo 56/00. |
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''Le principali richieste per la
ricostruzione del post-terremoto che avevamo formulato al governo
Berlusconi, in accordo con la Regione Umbria, sono state totalmente
ignorate dalla maggioranza
parlamentare che ha votato il
maxiemendamento alla Legge Finanziaria 2005''. E' il commento del
presidente della Giunta regionale delle Marche, Vito D'Ambrosio (nella
foto), dopo
aver appreso che ''nelle modifiche apportate alla
legge e' rimasto
escluso il riconoscimento per la restituzione del 10% della busta pagapesante (sconti fiscali) ai cittadini delle Marche e dell'Umbria
colpiti dal sisma del '97. Inoltre, non sono stati previsti
significativi stanziamenti per assicurare che la macchina dei lavori
mantenga costante la sua attività''. |
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Per i Presidenti delle Regioni
è venuto meno il rapporto istituzionale con il Governo e quindi chiedono
un incontro con il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
(nella foto). Questa la richiesta che i presidenti di Regione hanno
formalizzato in un documento che sarà ufficialmente consegnato questo
pomeriggio alla Conferenza Stato-Regioni. "Un documento - spiega il
Presidente Enzo Ghigo - nel quale esprimiamo una ferma critica su
aspetti specifici della finanziaria, legati al principio che sancisce il
rapporto Stato-Regioni". Questa posizione "non e' una rivendicazione
sulle risorse - spiega Ghigo - ma quanto al rapporto istituzionale tra
Governo e Regioni, messo in discussione dalle norme contenute nella
finanziaria". Per esempio, sulla sanità, ha chiarito Ghigo, le
norme ''sovvertono il rapporto di devoluzione e di federalismo, mettendo
in serio rischio il rapporto istituzionale fra le regioni e lo Stato.
Queste considerazioni - ha concluso Ghigo - oltre che alla conferenza
Stato-Regioni, le rappresenteremo con una richiesta d'incontro al
Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi". Per il vice
presidente della conferenza delle regioni, Vasco Errani, presidente
della regione Emilia-Romagna, "la nostra è una posizione chiara e netta.
Siamo ad un passaggio delicato e difficile sul funzionamento del sistema
istituzionale. Con questo maxi emendamento, ad esempio, per la sanita'
si introducono norme invasive e sbagliate e si rafforza l'insostenibilita'
di questa finanziaria per le Regioni''.''Il problema del rapporto tra lo
Stato, le regioni e le autonomie - secondo Errani - sancito dall'art.
118 della Costituzione, si presenta in termini cosi' concreti da
metterci nelle condizioni di dover rappresentare al Presidente della
Repubblica il nostro punto di vista rispetto a questa questione". Errani
ha, infine, ricordato che il 20 giugno 2002 fu sottoscritta una intesa
interistituzionale tra governo, regioni e autonomie locali ''che fu
definita storica, non lo dimentichero' mai, dal presidente del
Consiglio. Rispetto a quella intesa si e' proceduto esattamente
all'opposto".
(red) |
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Le Regioni italiane di fronte al maxi emendamento che nei fatti delinea una nuova finanziaria ribadiscono le profonde preoccupazioni espresse in sede di parere al d.d.l. finanziaria 2005 ed esprimono, in relazione ai contenuti che interessano loro, una ferma protesta anche perché non è stato possibile quel confronto insistentemente richiesto. La situazione che si presenta è grave e determina nei fatti una forte difficoltà nelle relazioni tra Governo e Regioni. Nel merito si aggrava il giudizio relativo all’insostenibilità per le Regioni della finanziaria e si profila un problema relativo al funzionamento del sistema istituzionale così come definito dall’articolo 118 della Costituzione. I Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, infatti, segnalano e stigmatizzano il deterioramento delle relazioni istituzionali tra lo Stato le Regioni , evidenziato dal metodo e dai contenuti che caratterizzano la manovra finanziaria 2005. I principi di leale collaborazione definiti nel Titolo V della Costituzione, e ribaditi nell’intesa interistituzionale del 20 giugno 2002, sono stati disattesi in un percorso decisionale che ha emarginato completamente le istanze delle autonomie. Inoltre, le Regioni constatano che il provvedimento, più volte annunciato, relativo alle misure per la competitività e lo sviluppo al momento non ha avuto alcune seguito e soprattutto non vi è stata ancora alcuna interlocuzione con le Regioni che da hanno più volte manifestato la volontà di una partecipazione attiva alla stesura di tali norme. In assenza di ogni disegno organico di definizione del federalismo fiscale, come previsto dall’articolo 119 Cost., le nuove disposizioni pongono a carico dei cittadini, senza che sia stata raggiunta una posizione concordata sull’adeguato finanziamento dei LEA, prelievi aggiuntivi destinati a finanziare il Servizio Sanitario Nazionale.
In
particolare si segnalano tre aspetti di accentuata criticità nel settore
sanitario :in termini costituzionalmente illegittimi, invasivi di
competenze regionali e nella pratica controproducenti:
Restano inoltre gli effetti pesantemente negativi sul finanziamento
degli investimenti attraverso l’indebitamento, stabilite nelle
disposizioni della finanziaria per il 2004 e ribaditi nell’attuale
d.d.l. per il 2005, che nell’attuale formulazione normativa colpiscono
gravemente i cittadini e le imprese. |
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''Da questa finanziaria siamo riusciti a
portare a casa impegni consistenti del governo sul territorio ma in
generale vedo un disegno di arretratezza rispetto al rapporto tra Stato
e Regioni''. E' la posizione del presidente della regione Lazio,
Francesco Storace, rispetto alla ''rottura'' dichiarata oggi dalla
conferenza dei presidenti delle regioni sulla finanziaria. |
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