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Sommario |
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Riforme: Conferenza Regioni chiede incontro a Berlusconi | |||||||||||||||||||
“Riforme,
i Governatori si rivolgono a Berlusconi”: «Vogliamo incontrare il premier
prima che il governo decida i mutamenti istituzionali». E’ quanto
evidenziano i quotidiani
“La Stampa” e
"la
Repubblica" dopo la riunione di ieri della Conferenza delle
Regioni che ha, infatti, consegnato - in sede di Conferenza Stato-Regioni
a Palazzo Chigi - una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio.
Nella missiva si evidenzia l'urgenza della questione riforme
istituzionali, dopo la pubblicazione della "Bozza
di Lorenzago"
de "il
Sole 24 Ore"
e l'annunciato varo in Consiglio dei Ministri.
Le Regioni chiedono pertanto "di prevedere un confronto con le Regioni prima della presentazione della bozza di provvedimento al Consiglio dei Ministri". Tale esigenza - sottolineano i Presidenti di Regione - è considerata di fondamentale importanza "per la rilevanza delle innovazioni proposte e le tematiche trattate di evidente impatto per il futuro delle istituzioni regionali". "Le Regioni hanno chiesto - ha spiegato il Presidente della regione Lazio Francesco Storace - un incontro col presidente del Consiglio Berlusconi, prima che il testo delle riforme istituzionali approdi in Consiglio dei ministri". Le Regioni vogliono entrare nel processo di costruzione di questioni «di portata storica per futuro assetto del paese», come le ha definite il presidente della Liguria, Sandro Biasotti. Alcuni dei punti critici in discussone li ha spiegati l’assessore agli Affari regionali del Lazio Donato Robilotta, e sarebbero quattro: il Senato delle regioni, la questione dell’interesse nazionale, l’elezione dei giudici della Corte Costituzionale e i poteri di Roma capitale. Intanto Osvaldo Napoli, vice responsabile Enti Locali di Forza Italia e vice Presidente dell' Anci denuncia "una sorta di emarginazione degli Enti Locali''. Per il Vice presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, intervistato da "Il Sole 24 Ore" si tratta di far sì che «Le riforme siano condivise. Per questo chiediamo un confronto preventivo sul merito. E sia chiaro: non abbiamo alcuna intenzione dilatoria". E mette in guardia: sbaglia di grosso chi pensa di escludere dal confronto alcuni livelli istituzionali. Errani spiega: "Al Governo abbiamo fatto tutti insieme una richiesta precisa: prima che il Consiglio dei ministri approvi qualsiasi ipotesi di completamento delle riforme istituzionali, è necessario un confronto preventivo nel merito con il presidente del Consiglio. Un confronto che non solo è opportuno, ma è indispensabile, vista anche la portata delle riforme in discussione. Altrimenti le Regioni non accetteranno mai di trovarsi sul tavolo una proposta già confezionata. Un metodo del genere non porterebbe da nessuna parte". Al fondo di tutto, c’è quel federalismo fiscale che per le Regioni, ma non solo, rappresenta un capitolo decisivo per la sopravvivenza finanziaria. "Certamente - sottolinea Errani - questo è un nodo decisivo. Se non si riesce a dare una soluzione al federalismo fiscale e insieme non si dà una risposta al problema delle risorse, non si va da nessuna parte. Non ci sarebbe nessun federalismo. Non è più il tempo di fare confusione". Lo stesso Presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo, ha inoltre spiegato che "Da Silvio Berlusconi, i presidenti arriveranno dopo una riunione straordinaria (ndr: prevista il 17), convocata per raggiungere una posizione comune sulle proposte emendative da presentare al Governo". Ghigo sottolinea - sempre intervistato da "Il Sole 24 ore" - l’importanza che le Regioni attribuiscono all’incontro con il presidente del Consiglio e avverte che, se non dovesse svolgersi: «le conseguenze politiche potrebbero essere serie». Per le Regioni il vertice con il Governo è determinante. La bozza di Lorenzago presenta elementi positivi sui principi e sui titoli alla base del nuovo impianto costituzionale. E' finalmente una riforma organica, che contiene il Senato delle Regioni e la Corte costituzionale con rappresentanti regionali: "titoli che abbiamo sempre chiesto". "In particolare riteniamo - spiega Ghigo - che si debba intervenire sul Senato federale, sul modo in cui è costituito. L’impressione è che, più che una Camera chiamata a rappresentare gli interessi delle Regioni, il modello previsto dalla bozza si ponga in contrasto con l’attività regionale. Siamo poi contrari al ‘raccordo” con l’interesse nazionale, al fatto che il Senato federale debba giudicare se quanto fanno le Regioni è in contrasto con l’interesse nazionale". (gs) |
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Un nuovo ruolo per le regioni nell'UE | |||||||||||||||||||
La delegazione italiana che gestisce
la Conferenza intergovernativa deve avere al suo interno anche
rappresentanti delle Regioni. E' la richiesta che formulata al ministro
degli Esteri, Franco Frattini, in un incontro a Palazzo Chigi con i
rappresentanti delle Regioni. Il presidente della Regione Toscana,
Claudio Martini, a
margine della Conferenza Stato-Regioni di Palazzo Chigi, ha sottolineato
che la Conferenza delle Regioni ha approvato un documento che da' un
giudizio sulla Convenzione, nel quale sono contenute una serie di
richieste affinché certe prerogative siano difese. Rafforzamento del ruolo del Comitato delle regioni; garantire che il Comitato stesso possa dire alla Corte di Giustizia europea; ampliare lo spazio dei pareri obbligatori del Comitato delle regioni ed ampliare la possibilita' delle regioni di far parte delle delegazioni nazionali. Sono queste alcune delle richieste presentate dalle Regioni in un documento che e' stato consegnato ieri al ministro degli Affari Esteri Franco Frattini (nella foto) nel corso della riunione a Palazzo Chigi. "Su quest'ultimo punto - ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni - i ministri Frattini e La Loggia si sono detti disposti a inserire il tema come una consuetudine, una normalità, ovvero che la Conferenza dei Presidenti delle Regioni, la parte ufficiale della delegazione italiana, quando si discutono materie di forte interesse nazionale''. Nel documento la Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome sottolinea anche come ''vi siano ancora elementi di freno che impediscono alla nuova Europa di esplicare tutte le sue potenzialità di unificazione e di progresso''. Nel documento le regioni affermano fra l'altro di voler proseguire il loro impegno nel processo di riforma che, con la Conferenza intergovernativa, porterà all'approvazione della nuova Costituzione europea, ''all'interno della quale risultano irrinunciabili: l'inclusione della coesione territoriale tra gli obiettivi dell'Ue, le prerogative già riconosciute al comitato delle regioni e l'articolazione del principio di sussidiarieta' a livello sud-statuale''. Infine, le regioni chiedono di far parte attiva della delegazione italiana che presiedera' la Conferenza intergovernativa e di quella che partecipera' alla Conferenza Interministeriale di Napoli, in dicembre, sul rilancio della politica euromediterranea. Sull'esigenza di una riforma degli inteventi e dei fondi strutturali si è invece espresso il commissario Ue per gli Affari regionali, Michel Barnier:''Sono dell'idea- ha detto - di mantenere un Obiettivo 2 rinnovato, con una dotazione molto piu' debole in termini di finanziamento, in quanto la priorita' sara' l'Obiettivo 1. Incambio ci saranno politiche di accompagnamento per le Regioni che avranno meno fondi, con procedure di agevolazione più semplici, con meno burocrazia''. Novità anche per il coinvolgimento delle regioni italiane nella comunicazione On line, la Giunta abruzzese ha dato infatti il via libera alla Convenzione tra la Conferenza delle Regioni periferica marittime d'Europa e la Regione Abruzzo per realizzare un ''Portale web del Mediterraneo''. Al presidente, Giovanni Pace, e' stato conferito il mandato di firmare la relativa convenzione. (sm) |
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I documenti approvati dalla Conferenza delle Regioni | |||||||||||||||||||
La Conferenza delle Regioni del 9 settembre non si è occupata solo del tema delle riforme istituzionali. Oltre ad affrontare i diversi punti all'ordine del giorno della Conferenza Unificata e della Conferenza Stato-Regioni, ha confermato infatti il prossimo impegno, in sessione straordinaria in Calabria, il 18 Settembre a Copanello.
I documenti approvati nella seduta di ieri
riguardano: |
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Pari opportunità: convegno promosso dall'Anci (23 settembre) | |||||||||||||||||||
La Commissione Pari Opportunità dell’ANCI
ha
promosso ed organizzato un
Seminario
dedicato al tema: “Un
cammino Comune verso l’uguaglianza sostanziale”. |
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Al 56,5% dei giovani piace l'idea del federalismo scolastico | |||||||||||||||||||
Al 56,5% dei giovani piace l'idea del
federalismo scolastico. E' quanto emerge da un sondaggio, realizzato dall'Istituto
Carlo
Cattaneo su un campione di 2.361 ragazzi italiani tra i 18 e i 24 anni. Il risultato della ricerca - che sarà presentata alla prossima edizione di COMPA, il Salone della comunicazione pubblica e dei servizi al cittadino in programma a Bologna dal 17 al 19 settembre - e' netto anche se il sostegno è soprattutto tendenziale: 37,6% di 'tendenzialmente favorevoli' e 18,9% di 'molto favorevoli'. Poco più di un terzo dei giovani (35,6%) osteggia invece la devoluzione alle Regioni di maggiore autonomia in campo scolastico. Appena la settimana scorsa un'altra ricerca, stavolta condotta dall'Eurispes su un campione di genitori con almeno un figlio frequentante l'ultima classe delle superiori, aveva rivelato che ciò che appare gradito ai figli non convince invece affatto i padri: il 62,7% di mamme e papà, infatti, ha opposto un secco 'no' al federalismo scolastico. Secondo la ricerca dell'istituto bolognese, in ogni caso, il favore per il federalismo e' più forte fra i giovani che non hanno conseguito un diploma di scuola secondaria superiore (con una differenza di +30,1 punti percentuali tra favorevoli e contrari) e tra coloro che lavorano (+34,5 punti percentuali). Tra i giovani che ancora studiano, favorevoli e contrari quasi si bilanciano. Differenze di rilievo si registrano anche in relazione al tipo di scuola frequentato dopo l'obbligo: sono, infatti, molto più favorevoli al federalismo scolastico coloro che hanno frequentato istituti tecnici, professionali e magistrali ; più polarizzati, invece, i liceali. Insomma, il federalismo piace soprattutto a chi non partecipa più ai processi formativi, magari essendone uscito in maniera precoce, e a chi ha studiato presso gli ordini scolastici meno accreditati. Dall'indagine del Cattaneo ('' Giovani, istituzioni e identità nazionale '') emerge anche un altro aspetto interessante: i giovani del Sud apprezzano il federalismo ma non sono convinti che la propria regione sia molto capace di gestirlo. All'opposto dei giovani del Nord, che nutrono una grande fiducia nelle istituzioni locali e nella loro capacità di realizzare la riforma federalista. Se si calcola la differenza fra la percentuale di coloro che ritengono la propria regione '' più capace '' e la percentuale di coloro che la ritengono '' meno capace ', si assiste a un considerevole deterioramento della competenza riconosciuta all'istituzione regionale man mano che si scende dal Nord al Sud: al Nord-Ovest, +20,7 punti percentuali; al Nord-Est +15,8; al Centro, + 6,3; al Sud e nelle Isole, +32,0. I ricercatori sottolineano come la capacità attribuita alla propria Regione di '' difendersi bene '' in un contesto di federalismo scolastico non sia stata determinante per il giudizio nei confronti di quest'ultimo. Nel Meridione, infatti, i giovani non sono molto fiduciosi nelle proprie Regioni, ma non per questo si sono dichiarati contrari al federalismo scolastico. (red) |
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E-Government: intesa tra Anci e Ministero innovazione | |||||||||||||||||||
Il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie e il Presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci), Leonardo domenici (nella foto) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per lo sviluppo e l’attuazione di strategie comuni nel processo di modernizzazione della Pubblica Amministrazione del Paese e per la promozione, a livello locale, della Società dell’Informazione. L’accordo prevede, tra l’altro, la stretta collaborazione tra Ministero e Anci per la creazione dello "Sportello elettronico per le imprese”, che dovrà essere il punto d’incontro tra i processi innovativi già in corso, quali lo sportello unico per le attività produttive, il Portale nazionale per le imprese e i servizi previsti dai progetti di e-Government in via di realizzazione.(red) |
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