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Nuovo Patto Salute: Rocca, Cirio, Toti, Zaia
(Regioni.it 4523 - 23/06/2023) "È stato un bel tavolo di confronto. Oggi le criticità sono quelle di un aumento dei fondi per il sistema sanitario. Ma abbiamo convenuto con il ministro che sia anche importante l'efficientamento al massimo del sistema sanitario". Così il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, dopo l'incontro del 21 giugno al ministero della Salute tra il ministro Orazio Schillaci e la Conferenza delle Regioni sul tema nuovo Patto Salute.
Nel Lazio "entro la fine dell'anno tutto il privato accreditato sarà dentro il Recup. Parliamo di milioni e milioni di prestazioni. Oggi in media solo il 7% delle prestazioni ci finisce. Entro fine anno sarà il 100%. Se non si allineano perderanno l'accreditamento".
Il presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, giudica "positivo il metodo di confronto, abbiamo tanto lavoro da fare".
Nel Lazio "entro la fine dell'anno tutto il privato accreditato sarà dentro il Recup. Parliamo di milioni e milioni di prestazioni. Oggi in media solo il 7% delle prestazioni ci finisce. Entro fine anno sarà il 100%. Se non si allineano perderanno l'accreditamento".
Il presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, giudica "positivo il metodo di confronto, abbiamo tanto lavoro da fare".
"Abbiamo apprezzato il metodo di lavoro - ribadisce Cirio - avviato dal ministro della Salute Orazio Schillaci che ha voluto ascoltare direttamente i presidenti delle Regioni per fare il punto sui temi aperti sulla sanità".
Tanti i temi al centro del confronto a partire dalla necessità di aumentare la quota del fondo sanitario in rapporto al Pil: "c’è la piena disponibilità da parte del ministro ad avviare un gruppo di lavoro, a cui parteciperà anche il Piemonte, per raggiungere questo risultato".
Si è discusso della possibilità di trasferire gli investimenti dal Pnrr all’articolo 20 della legge finanziaria 67/88 dedicato all’edilizia sanitaria; la copertura nei prossimi dieci anni da parte del governo dei ristori per le spese sostenute dalle Regioni durante il Covid e la possibilità di ancorare il fondo sanitario al Pil in modo da garantire un metodo automatico di aggiornamento del valore annuale e avere fin da subito, viste le stime di crescita dell’1,7 per cento, più risorse a disposizione.
Nell’incontro si è discusso anche della carenza del personale medico e sanitario e della necessità di valorizzare la rete dei medici di medicina generale, dei quali si è condiviso il ruolo prezioso all’interno della rete sanitaria territoriale.
"Il ministro ha confermato che già quest’anno saranno 20 mila i posti per l’accesso alla facoltà di medicina, 5 mila in più rispetto al passato, e questo è un primo risultato che ci consente di guardare con fiducia ai prossimi anni – prosegue Cirio -. Nel frattempo, però, abbiamo condiviso l’esigenza di potenziare il coinvolgimento degli specializzandi nei pronto soccorso, grazie alla collaborazione con le Università, così come è stato fatto durante l’emergenza pandemica considerata l’attuale carenza di personale medico».
Il ministro ha voluto condividere "la fotografia delle questioni aperte sulla sanità. Per noi è stata un’occasione importante per rappresentargli la situazione che le Regioni vivono ogni giorno".
Giovanni Toti, presidente della regione Liguria, spiega: "abbiamo istituito un tavolo tecnico con il ministero, con il presidente Fedriga e alcuni altri governatori che lo accompagneranno per cominciare ad analizzare i temi più urgenti, sperando che possano trovare risposte già nella prossima Legge di Stabilità”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti al termine del confronto con il ministro Orazio Schillaci.
“È stato un incontro proficuo – aggiunge Toti - di cui ringraziamo il ministro anche per l’attenzione specifica che ha sempre rivolto alla Liguria. Alcuni temi sul tavolo sono complessi e non di facile soluzione mentre altri possono essere affrontati e risolti rapidamente. Certamente il ministro ha recepito l’esigenza di erogare in tempi stretti alle Regioni i fondi dovuti ma non ancora ristorati per quanto speso durante l’emergenza covid e per gli enormi aumenti dei costi dell’energia, oltre alla necessità di aumentare il Fondo sanitario nazionale ovvero le spese di salute sul Pil, oggi troppo basse. Dobbiamo poterci muovere rapidamente, con maggiore flessibilità e maggiori risorse, per i medici che producono e lavorano di più. Abbiamo bisogno di ragionare sulle mansioni e trovare personale. Tutte le Regioni – prosegue Toti - hanno evidenziato la necessità di rivedere la medicina territoriale, anche in prospettiva dell’apertura delle Case di Comunità e di cambiare tutti i tetti di spesa, che oggi impediscono alla sanità pubblica di performare al meglio con le risorse disponibili. Sul lungo periodo, i temi sono chiari a tutti, anche se complessi e di non immediata soluzione: bisogna intervenire sulle Università per l’apertura del numero chiuso, far fronte alla carenza endemica di alcune professionalità, anche incentivando la vocazione per alcune specialità mediche. Questi sono i temi affrontati dal tavolo tecnico che si riunirà già nelle prossime settimane per un nuovo incontro plenario prima della stesura della Legge di Stabilità, in cui speriamo possano trovare risposte almeno i principali temi sollevati”.
In sanità, rileva il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, c'è "totale, piena collaborazione con il ministro che sta facendo un ottimo lavoro".
Sul tavolo, tra le altre cose, "c'è il tema del pregresso Covid, inteso come risorse". "Ho anche sollevato la necessità di mettere mano all'appropriatezza della prestazioni e della medicina difensiva. Abbiamo un numero di prestazioni schizzato verso l'alto e questo dà una dimensione del fatto che molto probabilmente in molti casi non c'è appropriatezza o c'è troppa medicina difensiva. Dobbiamo essere a fianco dei nostri medici perché quando hai problemi importanti di prescrizioni poi il sistema rischia il collasso. Parlo da presidente di una Regione che eroga circa 80 milioni di prestazioni sanitarie all'anno. Non è solo questione di ottimizzare le risorse ma di organizzazione". Zaia quindi aggiunge: "Ho poi chiesto al ministro di rivedere l'età pensionabile dei medici. In passato ho fatto io la battaglia per portare l'età pensionabile a 70 anni. Ho chiesto che venga data ai medici, dopo questa età, la possibilità a chi vuole di restare nel pubblico. Perché oggi assistiamo ad anni ed anni di investimenti su professionisti che sono delle autentiche star della sanità, dopo di che li vediamo andare via con la lacrima agli occhi per andare a lavorare dai privati".
Giovanni Toti, presidente della regione Liguria, spiega: "abbiamo istituito un tavolo tecnico con il ministero, con il presidente Fedriga e alcuni altri governatori che lo accompagneranno per cominciare ad analizzare i temi più urgenti, sperando che possano trovare risposte già nella prossima Legge di Stabilità”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti al termine del confronto con il ministro Orazio Schillaci.
“È stato un incontro proficuo – aggiunge Toti - di cui ringraziamo il ministro anche per l’attenzione specifica che ha sempre rivolto alla Liguria. Alcuni temi sul tavolo sono complessi e non di facile soluzione mentre altri possono essere affrontati e risolti rapidamente. Certamente il ministro ha recepito l’esigenza di erogare in tempi stretti alle Regioni i fondi dovuti ma non ancora ristorati per quanto speso durante l’emergenza covid e per gli enormi aumenti dei costi dell’energia, oltre alla necessità di aumentare il Fondo sanitario nazionale ovvero le spese di salute sul Pil, oggi troppo basse. Dobbiamo poterci muovere rapidamente, con maggiore flessibilità e maggiori risorse, per i medici che producono e lavorano di più. Abbiamo bisogno di ragionare sulle mansioni e trovare personale. Tutte le Regioni – prosegue Toti - hanno evidenziato la necessità di rivedere la medicina territoriale, anche in prospettiva dell’apertura delle Case di Comunità e di cambiare tutti i tetti di spesa, che oggi impediscono alla sanità pubblica di performare al meglio con le risorse disponibili. Sul lungo periodo, i temi sono chiari a tutti, anche se complessi e di non immediata soluzione: bisogna intervenire sulle Università per l’apertura del numero chiuso, far fronte alla carenza endemica di alcune professionalità, anche incentivando la vocazione per alcune specialità mediche. Questi sono i temi affrontati dal tavolo tecnico che si riunirà già nelle prossime settimane per un nuovo incontro plenario prima della stesura della Legge di Stabilità, in cui speriamo possano trovare risposte almeno i principali temi sollevati”.
In sanità, rileva il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, c'è "totale, piena collaborazione con il ministro che sta facendo un ottimo lavoro".
Sul tavolo, tra le altre cose, "c'è il tema del pregresso Covid, inteso come risorse". "Ho anche sollevato la necessità di mettere mano all'appropriatezza della prestazioni e della medicina difensiva. Abbiamo un numero di prestazioni schizzato verso l'alto e questo dà una dimensione del fatto che molto probabilmente in molti casi non c'è appropriatezza o c'è troppa medicina difensiva. Dobbiamo essere a fianco dei nostri medici perché quando hai problemi importanti di prescrizioni poi il sistema rischia il collasso. Parlo da presidente di una Regione che eroga circa 80 milioni di prestazioni sanitarie all'anno. Non è solo questione di ottimizzare le risorse ma di organizzazione". Zaia quindi aggiunge: "Ho poi chiesto al ministro di rivedere l'età pensionabile dei medici. In passato ho fatto io la battaglia per portare l'età pensionabile a 70 anni. Ho chiesto che venga data ai medici, dopo questa età, la possibilità a chi vuole di restare nel pubblico. Perché oggi assistiamo ad anni ed anni di investimenti su professionisti che sono delle autentiche star della sanità, dopo di che li vediamo andare via con la lacrima agli occhi per andare a lavorare dai privati".
( red / 23.06.23 )
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