(Regioni.it 4491 - 04/04/2023) "Non siamo mai stati convocati per un tavolo di confronto nonostante lo avessi richiesto. E mi risulta che non siano stati convocati neanche imprese e sindacati". Così Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna, intervenendo sui problemi relativi all'attuazione del Piano di ripresa e resilienza.
"Una volta chiuso il Pnrr sono aumentati i prezzi e i costi dell'energia. Abbiamo cantieri in Italia che si sono fermati, altri che devono aprire e dove rischiano di andare deserte le gare - aggiunge Bonaccini - Come cambia il Pnrr? Per far cosa? In quali tempi? Non capisco perché dovremmo essere penalizzati noi". 
Bonaccini ribadisce che "se il Pnrr dovesse essere cambiato o non garantito, una parte dei progetti rischiano di arenarsi anche dove ci sono istituzioni, come la nostra, che sono pronte".

Bonacciri richiama anche il problema del finanziamento della sanità: "vogliamo tenere insieme eccellenza e universalismo -  evidenzia Bonaccini - rinnovo l'appello per aumentare i fondi e farli ricadere sulle regioni, perché vedo a rischio la tenuta del sistema sanitario nazionale. Mi auguro che ci sia questa sensibilità perché se va in difficoltà l'Emilia-Romagna non oso pensare che cosa possa succedere in altre parti d'Italia".

Poi sulle risorse del Fondo sviluppo e coesione (Fsc), Bonaccini aggiune: "leggo che sarebbero accentrati, non ci capisce a quali fini e perché. Quelle risorse io pretendo di averle come Emilia-Romagna e con i sindaci voglio usarle per le idee che abbiamo, perché abbiamo dimostrato che sappiamo usarli".
"Le risorse del Fsc solitamente e storicamente vengono assegnate alle Regioni, per noi sono alcune centinaia di milioni di euro che noi spenderemmo per interventi infrastrutturali - rileva Bonaccini - o ci vengono assegnati nelle prossime settimane o sarà protesta pubblica. Quelle risorse spettano alle regioni. Se il governo non ha intenzione di usarli così lo deve dire pubblicamente".