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Pnrr: digitale, Italia in prima fila
(Regioni.it 4447 - 30/01/2023) L'Istituto per la Competitività (I-Com) afferma che in uno studio l’Italia è “al primo posto tra i paesi europei per investimenti nel digitale” “realizzato per la ECON Committee del Parlamento europeo sullo stato d’attuazione dei Piani di Ripresa e Resilienza degli Stati membri in ambito digitale”: Italia prima in termini assoluti con 27 miliardi di euro, seguita dalla Spagna (18 miliardi).
E nonostante le ingenti risorse, che fanno del PNRR il canale di finanziamento pubblico principale della trasformazione digitale in Europa, manca tuttavia una visione comune dello sviluppo delle tecnologie avanzate, a partire dall’intelligenza artificiale, coerente con gli obiettivi di autonomia strategica e di competitività che il continente si sta faticosamente dando.
Stando ai dati della Commissione europea, l’Italia riserva alla transizione quasi un terzo dei fondi del PNRR (26,7%), ma si posiziona al primo posto per investimenti in termini assoluti con 27 miliardi di euro, seguita dalla Spagna.
Mancano però investimenti specifici nella formazione in cybersecurity rileva tra i temi lo studio “Addressing the challenges of the digital transition in national Recovery and Resilience Plans”, realizzato dal team di ricerca dell’Istituto per la Competitività (I-Com) per la Commissione per i problemi economici e monetari (ECON) del Parlamento europeo.
L’obiettivo è di rendere disponibili online il 100% dei servizi pubblici fondamentali e di far sì che l’80% dei cittadini sia in possesso di identità digitale.
La digitalizzazione della PA va di pari passo con la trasformazione digitale delle imprese. Il PNRR italiano, con 18,7 miliardi di euro, è in grado di porre l’Italia in cima alla classifica in termini di risorse dedicate.
Lo studio I-Com per il Parlamento europeo fornisce diversi spunti di policy. Riguardo alla PA, l’effettiva digitalizzazione dei servizi pubblici richiederebbe innanzitutto maggiore fiducia dei cittadini nei nuovi strumenti che essi stessi sono chiamati a usare. Quindi sarebbe necessaria una campagna di comunicazione in grado di aumentare la consapevolezza dei nuovi processi e dei reali vantaggi e di mettere in primo piano il ruolo di cittadini in qualità di utenti.
( gs / 30.01.23 )
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