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Autonomia: stabilire i livelli essenziali delle prestazioni
(Regioni.it 4407 - 18/11/2022) Si definiscano i livelli essenziali delle prestazioni, si archivi il criterio della spesa storica per finanziare questi diritti e si faccia funzionare la perequazione, sostiene il presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto.
“La Costituzione si attui nel suo complesso e non a pezzi”, spiega Occhiuto che non chiude alla bozza di Calderoli presentata il 17 novembre in Conferenza delle Regioni.
Occhiuto ricorda che "non è solo l'articolo 116 a non essere applicato. Anche il 117, il 119. Se lo fossero tutti, in termini di fiscalità il Sud potrebbe persino guadagnarci". Ad esempio "sull'energia. La mia Regione ne produce molta: il 42% da fonti rinnovabili, poi c'è l'idroelettrico e altro. In totale più di quello che consumano i calabresi. Ma la bolletta ha, in percentuale, le stesse tasse del Veneto. Perché la mia Regione non può mantenere i maggiori introiti fiscali derivanti da una maggiore produzione di energia alternativa?". Oppure "il Porto di Gioia Tauro. E’ il primo porto d'Italia ma non produce ricchezze in Calabria. Sarebbe giusto mantenere una parte degli oneri doganali".
Occhiuto è quindi d'accordo con il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, quando afferma che applicando i Lep è il Sud ad essere avvantaggiato: "La Costituzione prevede l'uniformità su tutto il territorio nazionale. Ma non è così. Si finanzia ciascuna regione secondo la spesa storica: chi aveva meno, e ha potuto spendere di meno, avrà meno. Chi aveva di più sempre di più. Se si aumentano a entrambi le risorse del 10% non si pareggiano le diseguaglianze, si accentuano".
Pertanto il presidente della regione Calabria propone di stabilire i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, "sui fabbisogni standard, facciamo la perequazione e dopo può partire l'autonomia differenziata. Ma su criteri giusti. E’ un lavoro complesso che in 20 anni non è mai stato fatto. Ma se si vuole attuare il titolo V bisogna farlo per intero".
Occhiuto è d’accordo anche con chi sostiene e sottolinea la delicatezza della materia scuola: "Affidarne il governo e l'organizzazione alle Regioni può significare costruire più sistemi scolastici e aumentare le divaricazioni sociali, a partire dalla formazione e dai saperi, tra regioni più ricche e più povere".
"La Regione Campania e' impegnata da anni in una battaglia contro un'idea devastante dell'autonomia differenziata delle Regioni”, dichiara il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
“Questa volta - aggiunge De Luca- abbiamo registrato un grande interesse anche da parte di altre Regioni meridionali e non solo meridionali rispetto ai rilievi critici avanzati dalla Regione Campania”
De Luca contesta la bozza sull'autonomia differenziata:
1) La prima osservazione e' questa: "Possiamo ragionare di decentramento ulteriore di poteri, a partire dal superamento della spesa storica, cioe' dalla distribuzione di risorse che ha visto penalizzato drammaticamente il Sud. Quindi, prima di discutere di autonomia differenziata, dobbiamo decidere quali sono i livelli essenziali delle prestazioni, i Lep, cioe' dobbiamo decidere quali sono le prestazioni che dobbiamo garantire in maniera identica per tutti i cittadini italiani, dal Piemonte alla Sicilia. Definendo i Lep, possiamo definire i costi standard per i servizi e a questo punto possiamo andare avanti".
2) Poi, "alcune Regioni del Nord - osserva De Luca - puntano al residuo fiscale. C'e' qualcuno che pensa di mettere in piedi questo meccanismo: diamo alle Regioni una parte delle entrate statali che maturano nel territorio di quella regione. Ad esempio, l'IVA che matura nella regione X deve essere lasciata per il 10% alla regione nella quale l'IVA e' maturata. Questo significa che le Regioni che hanno una base imponibile, una base produttiva piu' ampia e forte continueranno a rafforzarsi. E' intollerabile".
3) La terza contestazione "riguarda molto l'unita' nazionale". "C'e' qualcuno - sottolinea De Luca- che immagina che l'autonomia differenziata possa valere per il mondo della scuola, per il personale sanitario. C'e' qualcuno cioe' che immagina di poter fare dei contratti regionali integrativi per il personale scolastico e sanitario. Questo significherebbe spezzare l'unita' nazionale".
Per il presidente della regione Puglia e vicepresidente della Conferenza delle regioni, Michele Emiliano, “ci vuole una legge cornice, il Parlamento deve dirci entro che ambiti ci si deve muovere in direzione dell'autonomia differenziata. La scuola, per esempio, non può rientrare in questo discorso: il rischio è quello di costruire una Babele di regione in regione, per la quale un cittadino, cambiando regione, troverebbe un sistema diverso. Sarebbe un Risorgimento al contrario, avremmo di nuovo i Ducati".
"La Regione Campania e' impegnata da anni in una battaglia contro un'idea devastante dell'autonomia differenziata delle Regioni”, dichiara il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
“Questa volta - aggiunge De Luca- abbiamo registrato un grande interesse anche da parte di altre Regioni meridionali e non solo meridionali rispetto ai rilievi critici avanzati dalla Regione Campania”
De Luca contesta la bozza sull'autonomia differenziata:
1) La prima osservazione e' questa: "Possiamo ragionare di decentramento ulteriore di poteri, a partire dal superamento della spesa storica, cioe' dalla distribuzione di risorse che ha visto penalizzato drammaticamente il Sud. Quindi, prima di discutere di autonomia differenziata, dobbiamo decidere quali sono i livelli essenziali delle prestazioni, i Lep, cioe' dobbiamo decidere quali sono le prestazioni che dobbiamo garantire in maniera identica per tutti i cittadini italiani, dal Piemonte alla Sicilia. Definendo i Lep, possiamo definire i costi standard per i servizi e a questo punto possiamo andare avanti".
2) Poi, "alcune Regioni del Nord - osserva De Luca - puntano al residuo fiscale. C'e' qualcuno che pensa di mettere in piedi questo meccanismo: diamo alle Regioni una parte delle entrate statali che maturano nel territorio di quella regione. Ad esempio, l'IVA che matura nella regione X deve essere lasciata per il 10% alla regione nella quale l'IVA e' maturata. Questo significa che le Regioni che hanno una base imponibile, una base produttiva piu' ampia e forte continueranno a rafforzarsi. E' intollerabile".
3) La terza contestazione "riguarda molto l'unita' nazionale". "C'e' qualcuno - sottolinea De Luca- che immagina che l'autonomia differenziata possa valere per il mondo della scuola, per il personale sanitario. C'e' qualcuno cioe' che immagina di poter fare dei contratti regionali integrativi per il personale scolastico e sanitario. Questo significherebbe spezzare l'unita' nazionale".
Per il presidente della regione Puglia e vicepresidente della Conferenza delle regioni, Michele Emiliano, “ci vuole una legge cornice, il Parlamento deve dirci entro che ambiti ci si deve muovere in direzione dell'autonomia differenziata. La scuola, per esempio, non può rientrare in questo discorso: il rischio è quello di costruire una Babele di regione in regione, per la quale un cittadino, cambiando regione, troverebbe un sistema diverso. Sarebbe un Risorgimento al contrario, avremmo di nuovo i Ducati".
( gs / 18.11.22 )
Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
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