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Amato: collaborazione istituzionale "bussola" della Corte Costituzionale
(Regioni.it 4362 - 13/09/2022) Il mandato di giudice costituzionale del presidente Giuliano Amato scade il 18 settembre e, nel formulare il suo ringraziamento “per quanto è stato fatto insieme”, il presidente uscente ha voluto brevemente ricordare come la Corte si è “attrezzata” per affrontare sempre meglio le “situazioni difficili”, anche sul piano delle regole del processo e della comunicazione.
“Il mondo è cambiato nei nove anni che ho passato alla Corte. I conflitti - ha detto Amato - sono aumentati e si sono radicalizzati, rendendo più difficili soluzioni condivise. E ciò si ripercuote sul lavoro delle Corti".
"Due bussole fondamentali ci hanno guidato finora".
La prima è "la collaborazione istituzionale, per consentire a ciascuno di esercitare le proprie responsabilità, tenendo tuttavia conto delle ragioni e dei vincoli dell’altro".
La seconda è “l’equilibrio nella ricerca di soluzioni di nostra competenza, con bilanciamenti mai unilaterali fra i valori in gioco e che mai hanno sostituito l’apprezzamento etico-sociale riservato al Parlamento".
Mi auguro e vi auguro di continuare lungo questi binari, nonostante le tentazioni che i tempi sollecitano e che già qualcuno sta raccogliendo: in campo europeo, dove la tentazione di affermare il primato del diritto nazionale su quello dell’Unione non è solo di Polonia, Romania e Ungheria; in campo nazionale, dove le difficoltà decisionali del Parlamento cominciano a dar fiato a tesi secondo cui la giurisprudenza è fonte del diritto al pari della legislazione, legittimata dalla previsione costituzionale che la giustizia è amministrata in nome del popolo. Se c’è una strada che porta dalle situazioni innegabilmente difficili al caos istituzionale, è questa. No, la soluzione non è che ciascuno dei poteri profitti delle difficoltà per fare ciò che gli pare giusto e che tuttavia tocca all’altro. L’esercizio responsabile, e certo non timido, del proprio potere – ha concluso Amato - è un dovere istituzionale, ma con il rispetto del suo limite, che è parte non rinunciabile della rule of law, chiunque sia a non rispettarlo, l’esecutivo come il giudiziario. Tutti rispondiamo ai nostri cittadini”.
“Il mondo è cambiato nei nove anni che ho passato alla Corte. I conflitti - ha detto Amato - sono aumentati e si sono radicalizzati, rendendo più difficili soluzioni condivise. E ciò si ripercuote sul lavoro delle Corti".
"Due bussole fondamentali ci hanno guidato finora".
La prima è "la collaborazione istituzionale, per consentire a ciascuno di esercitare le proprie responsabilità, tenendo tuttavia conto delle ragioni e dei vincoli dell’altro".
La seconda è “l’equilibrio nella ricerca di soluzioni di nostra competenza, con bilanciamenti mai unilaterali fra i valori in gioco e che mai hanno sostituito l’apprezzamento etico-sociale riservato al Parlamento".
Mi auguro e vi auguro di continuare lungo questi binari, nonostante le tentazioni che i tempi sollecitano e che già qualcuno sta raccogliendo: in campo europeo, dove la tentazione di affermare il primato del diritto nazionale su quello dell’Unione non è solo di Polonia, Romania e Ungheria; in campo nazionale, dove le difficoltà decisionali del Parlamento cominciano a dar fiato a tesi secondo cui la giurisprudenza è fonte del diritto al pari della legislazione, legittimata dalla previsione costituzionale che la giustizia è amministrata in nome del popolo. Se c’è una strada che porta dalle situazioni innegabilmente difficili al caos istituzionale, è questa. No, la soluzione non è che ciascuno dei poteri profitti delle difficoltà per fare ciò che gli pare giusto e che tuttavia tocca all’altro. L’esercizio responsabile, e certo non timido, del proprio potere – ha concluso Amato - è un dovere istituzionale, ma con il rispetto del suo limite, che è parte non rinunciabile della rule of law, chiunque sia a non rispettarlo, l’esecutivo come il giudiziario. Tutti rispondiamo ai nostri cittadini”.
Il link al video del saluto al Presidente Amato e del suo ringraziamento, il comunicato ed il testo del discorso
( sm / 13.09.22 )
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