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Sardegna: maggiori investimenti e insularità
(Regioni.it 4331 - 11/07/2022) “La Sardegna è la regione che durante la pandemia ha investito maggiori risorse proprie rispetto a tutte le altre regioni italiane ed e' ancora, e in maniera sempre piu' decisa, impegnata in una forte azione di ammodernamento capace di incidere sull'occupazione e sullo sviluppo dei territori”, afferma il presidente della Regione Christian Solinas, riferendosi ad una indagine diffusa dalla Camera di Commercio dell'Umbria che ha certificato come la Sardegna sia tra le prime 3 regioni per crescita occupazionale, col +4,82% tra il primo trimestre 2021 e lo stesso periodo del 2022 e un incremento positivo dell'1,9% rispetto al 2019. Nel confronto tra l'ultimo semestre 2021 e il primo del 2022, l'aumento e' dello 0,2%.
“I dati ci danno conforto e traducono quello che fino a oggi la Regione ha fatto per contrastare gli effetti di una crisi senza precedenti", commenta Solinas, "che ha sconvolto il tessuto produttivo della nostra Isola e lasciato strascichi che ancora oggi necessitano di misure ordinarie e straordinarie di accompagnamento alla ripresa".
Il presidente ha poi aggiunto che "prosegue l'impegno per rendere l'Isola il luogo ideale per gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione e per uno sviluppo nuovo e sempre piu' attento all'ambiente".
Per l’Istat l'economia italiana "le prospettive di crescita per i prossimi mesi appaiono condizionate negativamente dal proseguimento della fase inflattiva, dal deterioramento del saldo della bilancia commerciale e dalla caduta della fiducia delle famiglie. Tuttavia, le aspettative delle imprese mostrano ancora contenuti e diffusi miglioramenti". Sempre l'Istat nella nota mensile sulla nostra economia osserva come "il deterioramento della fiducia delle famiglie si è associato a comportamenti di consumo più prudenti mentre il mercato del lavoro ha evidenziato i primi segnali di flessione".
Inoltre Solinas ribadisce il tema dell’insularità, sottolineando “ancora una volta” un'attenzione specifica per “le isole non chiediamo situazioni di privilegio, ma al contrario condizioni di uguaglianza".
Solinas aggiunge che “una legislazione europea applicata in maniera omogenea a contesti territoriali estremamente differenti configura una lesione dei principi di uguaglianza sostanziale che non attenua, ma anzi accresce i divari di sviluppo tra territori".
"Le regioni insulari", aggiunge Solinas, "non sono una realta' demografica marginale. Ospitano una popolazione totale di oltre 20 milioni di abitanti, pari a poco meno del 5% della popolazione dell'Ue, appartenenti a 13 Stati membri, dal Mediterraneo, al mar Baltico e al mare del Nord. Parlare di oltre 20 milioni di cittadini e' come parlare di uno Stato di medie dimensioni. Siamo, dunque, una tipologia territoriale che non puo' continuare a essere trascurata dalle politiche dell'Unione europea. Ed e' partendo da questa considerazione di base che dobbiamo continuare a batterci per ottenere pari condizioni”.
( gs / 11.07.22 )
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