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Pnrr e Tpl: potenziamento, diversificazione e sperimentazione idrogeno
(Regioni.it 4326 - 04/07/2022) In audizione in commissione Lavori pubblici in Senato sul dl Mims 2, in merito al potenziamento delle infrastrutture per il trasporto locale, è stato sottolineato come le amministrazioni locali possano valutare l'opportunità di pensare a soluzioni come il “tram-treno”, che è in grado di circolare tanto su rotaie tram tanto in rotaie ferroviarie, in modo di permettere a chi viaggia in un'area vasta di muoversi senza dover cambiare mezzo di trasporto.
Nel contempo l’Istat pubblica alcuni dati 2020 sul trasporto pubblico locale che evidenziano un sostanziale minore utilizzo dovuto alla pandemia, evidenziando nel contempo come non si arrestino gli investimenti nella mobilità urbana. Infatti sono in crescita bus a basse emissioni, reti di tram e filobus.
In particolare i servizi di micromobilità elettrica ampliano l’offerta di mobilità condivisa in 22 capoluoghi.
Arrivano segnali positivi su infrastrutture e rinnovamento del parco circolante.
Nel 2020 si registrano alcuni progressi sulle due principali linee di sviluppo del trasporto pubblico locale (Tpl) indicate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza: il potenziamento delle infrastrutture per il trasporto rapido di massa e il rinnovamento del parco circolante.
Per quanto riguarda le infrastrutture, continuano a crescere in particolare le reti di filobus e tram. Rispetto all’anno precedente, la lunghezza delle filovie in esercizio aumenta dell’8,4% (+29,6% dal 2015) e quella delle tranvie del 3% (+5,7% dal 2015).
Offerta di Tpl poco diversificata, in tre città su quattro solo trasporto su gomma Le reti più sviluppate in rapporto alla superficie urbanizzata sono quelle tranviarie di Milano e Torino (121,8 e 64,6 km per 100 km2), le metropolitane di Milano e Brescia (48,9 e 25,6 km per 100 km2) e le reti filoviarie di La Spezia e Bologna (121,5 e 99,1 km per 100 km2).
La dotazione infrastrutturale dei comuni capoluogo, dove risiede circa il 30% della popolazione nazionale, resta carente: in 81 città (tre su quattro, fra cui Bari e Reggio di Calabria) l’autobus è l’unica modalità di Tpl disponibile o rappresenta oltre il 99,0% dell’offerta, mentre in altri 22 (fra cui Genova, Bologna, Firenze, Palermo, Messina, Catania e Cagliari) copre più di due terzi dell’offerta complessiva.
Soltanto sei città dispongono di un’offerta più diversificata, con quote consistenti coperte dalle altre modalità di trasporto: Milano (dove il 65,1% è fornito dalla metropolitana e un altro 15,3% da tram e filobus), Napoli (64,3% metropolitana, 7,1% tram, filobus e funicolare), Roma (56,9% metropolitana, 4,4% tram e filobus), Venezia (42,2% trasporti per vie d’acqua, 9,8% tram), Brescia (40% metropolitana) e Torino (22,9% tram, 21,4% metropolitana).
Sono previsti inoltre investimenti per 530 milioni del Pnrr per realizzare la sperimentazione dell'uso dell'idrogeno nel trasporto ferroviario, in ambito locale e regionale, e nel trasporto stradale, con particolare riferimento al trasporto pesante.
Lo prevedono i due decreti firmati dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, che fissano le modalità per lo sviluppo della filiera
dell'idrogeno nel trasporto ferroviario e la realizzazione di 40 stazioni di rifornimento dei mezzi di trasporto a idrogeno sulla rete stradale, nel rispetto del principio di non arrecare un danno significativo all'ambiente e delle norme per la sicurezza.
Per entrambi gli interventi, una quota pari ad almeno il 40% è destinata a progetti da realizzare nelle Regioni del Mezzogiorno. Le risorse previste per la sperimentazione dell'idrogeno per il trasporto ferroviario, pari a 300 milioni, sono destinate a trasformare i servizi regionali o locali che attualmente vengono effettuati con treni a gasolio o altri idrocarburi di origine fossile altamente inquinanti.
L'investimento interessa tutta la filiera: produzione dell'idrogeno green, trasporto, stoccaggio, realizzazione delle stazioni di servizio, acquisto dei treni. Le dieci stazioni di rifornimento di idrogeno dovranno essere ultimate entro il 30
giugno 2026 e l'assegnazione delle risorse per la loro realizzazione dovrà avvenire entro il 31 marzo 2023.
La localizzazione degli investimenti tiene conto, in via prioritaria, delle aree e delle esigenze già individuate nel Pnrr e in altri provvedimenti per l'implementazione dell'idrogeno, tra cui la Valcamonica e il Salento, la ferrovia Circumetnea e quella Adriatico Sangritana, le linee ferroviarie regionali Cosenza-Catanzaro, il collegamento ferroviario tra la città di Alghero e l'aeroporto, la tratta Terni-Rieti-L'Aquila-Sulmona.
Le proposte progettuali devono prevedere una valutazione quantitativa integrata della filiera industriale e di quella operativa relativa alla conversione a idrogeno della linea ferroviaria, e includere un'analisi di fattibilità tecnico-economica della trasformazione dei servizi di trasporto locale e/o regionale con alimentazioni alternative.
La sperimentazione dell'idrogeno per il trasporto stradale stabilisce invece le modalità per attuare gli investimenti, che ammontano a 230 milioni.
L'obiettivo è quello di sviluppare la sperimentazione dell'idrogeno attraverso la realizzazione di almeno 40 stazioni di rifornimento per veicoli leggeri e pesanti entro il 30 giugno 2026, prevedendo la notifica dell'aggiudicazione degli appalti entro il 31 marzo 2023.
( gs / 04.07.22 )
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