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Autonomia differenziata: Cirio, riparte l'iter per il Piemonte
(Regioni.it 4293 - 11/05/2022) "Autonomia, siamo all'ultimo miglio. Acceleriamo sulla legge quadro per portare il testo in Consiglio dei Ministri gia' entro l'estate. Positivo anche il dinamismo delle Regioni: a chi chiede da tempo maggiori competenze vogliamo dare, quanto prima, una risposta", Lo scrive sui social Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie.
Per il Piemonte parte la 'fase 2' del processo di autonomia, quella nella quale la Regione contratta con il Governo le materie, le competenze e le relative risorse. Lo annuncia, a margine di un appuntamento organizzato dai sindacati su Covid e Rsa, il governatore Alberto Cirio, che ieri ha affrontato il tema a Roma con il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini.
Per il Piemonte parte la 'fase 2' del processo di autonomia, quella nella quale la Regione contratta con il Governo le materie, le competenze e le relative risorse. Lo annuncia, a margine di un appuntamento organizzato dai sindacati su Covid e Rsa, il governatore Alberto Cirio, che ieri ha affrontato il tema a Roma con il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini.
"E' stato un incontro molto importante - ha sottolineato Cirio - perché abbiamo dato l'avvio alla 'fase 2' dell'autonomia differenziata, come è previsto dalla Costituzione. Questa è la fase della pre-intesa, cioè della negoziazione".
"Avevamo trasmesso già a fine 2019 - ha spiegato - la richiesta del Consiglio regionale del Piemonte che integrava la richiesta già precedentemente approvata dal mio predecessore Sergio Chiamparino, ampliando le materie su cui chiediamo maggiore autonomia. Poi ci sono stati un cambio di Governo e la pandemia, che in qualche modo hanno frenato l'iter, che oggi riparte".
"Per la precisione - ha aggiunto - l'iter è ripartito ieri alle 19: cito la data perché lo considero un momento storico. Avviare la negoziazione significa che i nostri direttori e i direttori dei ministeri adesso cominceranno a incontrarsi su quelle materie sulle quali abbiamo richiesto maggiore autonomia per definire chi fa che cosa, e quali risparmi di risorse possiamo ottenere".
"Questo anche sulla base - ha chiarito il governatore - di un principio che si sta incardinando a Roma che è molto significativo, perché l'indicazione che pare prevalere nel Governo è proprio quella di riconoscere alla Regione i risparmi. Se per esercitare una funzione che faceva prima il Governo, il Governo spende 100 mentre la Regione spende solo 80, il Governo continua a dare alla Regione 100 e quel 20 diventa un risparmio che noi possiamo investire per migliorare il servizio o abbassarne i costi per la collettività".
"Alla fine di questa fase - ha detto ancora Cirio- ci sarà l'approvazione a Roma di una legge cornice sulle autonomie, all'interno della quale inseriremo la nostra negoziazione. Il ministro ha intenzione di portare già entro l'estate l'istanza al Consiglio dei ministri, per poi passare al Parlamento. Quindi - ha concluso - c'è la volontà di ripartire e, soprattutto con questo passaggio della negoziazione, il Piemonte si allinea nei tempi a Emilia, Lombardia e Veneto", che erano partiti prima.
Trasferire alla Regione oltre 100 funzioni attualmente in capo allo Stato: è questa la richiesta del Piemonte per ottenere maggiore autonomia differenziata su tutte le 23 competenze previste dagli articoli 116 e 117 della Costituzione. Ieri a Roma il Presidente della Regione ha voluto incontrare il Ministro degli Affari regionali , insieme al Presidente della Commissione Autonomia del Consiglio regionale , per dare il via alla Fase 2 del percorso già avviato, prima della pandemia . È iniziata quindi la negoziazione con il Governo sul dossier trasmesso a Roma a fine 2019 . Il prossimo passo sarà l’approvazione della Legge cornice nazionale , che il Ministro intende portare all’approvazione del Consiglio dei Ministri già entro l’estate , e in cui poi verranno incardinate le richieste di autonomia delle singole Regioni.
Il cambio del Governo e soprattutto l’emergenza sanitaria hanno frenato a livello nazionale l’iter, che adesso però riparte e vede il Piemonte in prima linea su questo tema insieme a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, spiega il Presidente della Regione. Inizia quindi il dialogo diretto fra le strutture della Regione e quelle dei vari Ministeri per definire nel dettaglio la suddivisone delle competenze e anche i risparmi di risorse che si possono ottenere. L’orientamento del Governo è di riconoscere interamente alle Regioni le risorse spese attualmente sulle funzioni che passerebbero alla gestione regionale. Significa, ad esempio, che se lo Stato spende 100 e la Regione 80 per gestire la stessa materia, il risparmio generato resterà nelle disponibilità del territorio e potrà essere reinvestito per migliorare il servizio o abbassarne i costi per la collettività.
Il Presidente della Commissione Autonomia ha espresso soddisfazione per la grande intesa che si è venuta a creare con il Ministro affinché il Piemonte possa allinearsi con l'iter di Autonomia delle altre Regioni italiane. Appena il Parlamento avrà approvato la legge Quadro, il Piemonte potrà concretizzare la sua proposta. Una proposta già formulata in competenze e funzioni per poter lavorare in modo concreto in tempi brevi. Il presidente della Commissione ha ribadito quanto sia fondamentale riportare l'attenzione sulla cosiddetta questione settentrionale per un federalismo fiscale che permetta alle Regioni virtuose di utilizzare i propri risparmi fiscali sul proprio territorio.
La delibera approvata nel dicembre 2019 dal Consiglio regionale del Piemonte, ha ampliato la richiesta presentata dalla precedente amministrazione e chiede in particolare maggiore autonomia differenziata su
- Governo del territorio
- Beni paesaggistici e culturali
- Protezione civile e infrastrutture
-Tutela e sicurezza del lavoro, istruzione tecnica e professionale,
- istruzione e formazione professionale e istruzione universitaria
- Politiche sanitarie
- Coordinamento della finanza pubblica e governance istituzionale
- Ambiente
- Fondi sanitari integrativi
- Rapporti internazionali e con l’Unione Europea
Avere più autonomia ci consentirà di snellire la burocrazia, di avere più risorse, ma soprattutto di gestirle meglio perché più vicini al territorio e alle esigenze reali e concrete dei cittadini che lo vivono ogni giorno, sottolineano il Governatore del Piemonte e il Presidente della Commissione Autonomia del Consiglio regionale. Ad esempio sull’ offerta formativa e scolastica che potrà vedere programmi personalizzati a livello regionale sulle competenze richieste dalle realtà imprenditoriali locali, in modo da facilitare, finiti gli studi, la possibilità di trovare un lavoro sul proprio territorio. Sarà possibile anche una gestione diretta regionale di beni culturali di proprietà statale , su una realtà ad esempio come il Castello di Racconigi significherebbe maggiore autonomia per valorizzarla nel circuito delle eccellenze storiche, architettoniche e turistiche regionali. Ma pensiamo anche allo snellimento burocratico, ad esempio sui pareri preventivi da parte dei Beni culturali per le autorizzazioni paesaggistiche : li potremo eliminare per tutti i comuni che si sono già allineati al Piano paesaggistico regionale.
"Questo anche sulla base - ha chiarito il governatore - di un principio che si sta incardinando a Roma che è molto significativo, perché l'indicazione che pare prevalere nel Governo è proprio quella di riconoscere alla Regione i risparmi. Se per esercitare una funzione che faceva prima il Governo, il Governo spende 100 mentre la Regione spende solo 80, il Governo continua a dare alla Regione 100 e quel 20 diventa un risparmio che noi possiamo investire per migliorare il servizio o abbassarne i costi per la collettività".
"Alla fine di questa fase - ha detto ancora Cirio- ci sarà l'approvazione a Roma di una legge cornice sulle autonomie, all'interno della quale inseriremo la nostra negoziazione. Il ministro ha intenzione di portare già entro l'estate l'istanza al Consiglio dei ministri, per poi passare al Parlamento. Quindi - ha concluso - c'è la volontà di ripartire e, soprattutto con questo passaggio della negoziazione, il Piemonte si allinea nei tempi a Emilia, Lombardia e Veneto", che erano partiti prima.
Trasferire alla Regione oltre 100 funzioni attualmente in capo allo Stato: è questa la richiesta del Piemonte per ottenere maggiore autonomia differenziata su tutte le 23 competenze previste dagli articoli 116 e 117 della Costituzione. Ieri a Roma il Presidente della Regione ha voluto incontrare il Ministro degli Affari regionali , insieme al Presidente della Commissione Autonomia del Consiglio regionale , per dare il via alla Fase 2 del percorso già avviato, prima della pandemia . È iniziata quindi la negoziazione con il Governo sul dossier trasmesso a Roma a fine 2019 . Il prossimo passo sarà l’approvazione della Legge cornice nazionale , che il Ministro intende portare all’approvazione del Consiglio dei Ministri già entro l’estate , e in cui poi verranno incardinate le richieste di autonomia delle singole Regioni.
Il cambio del Governo e soprattutto l’emergenza sanitaria hanno frenato a livello nazionale l’iter, che adesso però riparte e vede il Piemonte in prima linea su questo tema insieme a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, spiega il Presidente della Regione. Inizia quindi il dialogo diretto fra le strutture della Regione e quelle dei vari Ministeri per definire nel dettaglio la suddivisone delle competenze e anche i risparmi di risorse che si possono ottenere. L’orientamento del Governo è di riconoscere interamente alle Regioni le risorse spese attualmente sulle funzioni che passerebbero alla gestione regionale. Significa, ad esempio, che se lo Stato spende 100 e la Regione 80 per gestire la stessa materia, il risparmio generato resterà nelle disponibilità del territorio e potrà essere reinvestito per migliorare il servizio o abbassarne i costi per la collettività.
Il Presidente della Commissione Autonomia ha espresso soddisfazione per la grande intesa che si è venuta a creare con il Ministro affinché il Piemonte possa allinearsi con l'iter di Autonomia delle altre Regioni italiane. Appena il Parlamento avrà approvato la legge Quadro, il Piemonte potrà concretizzare la sua proposta. Una proposta già formulata in competenze e funzioni per poter lavorare in modo concreto in tempi brevi. Il presidente della Commissione ha ribadito quanto sia fondamentale riportare l'attenzione sulla cosiddetta questione settentrionale per un federalismo fiscale che permetta alle Regioni virtuose di utilizzare i propri risparmi fiscali sul proprio territorio.
La delibera approvata nel dicembre 2019 dal Consiglio regionale del Piemonte, ha ampliato la richiesta presentata dalla precedente amministrazione e chiede in particolare maggiore autonomia differenziata su
- Governo del territorio
- Beni paesaggistici e culturali
- Protezione civile e infrastrutture
-Tutela e sicurezza del lavoro, istruzione tecnica e professionale,
- istruzione e formazione professionale e istruzione universitaria
- Politiche sanitarie
- Coordinamento della finanza pubblica e governance istituzionale
- Ambiente
- Fondi sanitari integrativi
- Rapporti internazionali e con l’Unione Europea
Avere più autonomia ci consentirà di snellire la burocrazia, di avere più risorse, ma soprattutto di gestirle meglio perché più vicini al territorio e alle esigenze reali e concrete dei cittadini che lo vivono ogni giorno, sottolineano il Governatore del Piemonte e il Presidente della Commissione Autonomia del Consiglio regionale. Ad esempio sull’ offerta formativa e scolastica che potrà vedere programmi personalizzati a livello regionale sulle competenze richieste dalle realtà imprenditoriali locali, in modo da facilitare, finiti gli studi, la possibilità di trovare un lavoro sul proprio territorio. Sarà possibile anche una gestione diretta regionale di beni culturali di proprietà statale , su una realtà ad esempio come il Castello di Racconigi significherebbe maggiore autonomia per valorizzarla nel circuito delle eccellenze storiche, architettoniche e turistiche regionali. Ma pensiamo anche allo snellimento burocratico, ad esempio sui pareri preventivi da parte dei Beni culturali per le autorizzazioni paesaggistiche : li potremo eliminare per tutti i comuni che si sono già allineati al Piano paesaggistico regionale.
( red / 11.05.22 )
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