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Istat presenta il rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile
(Regioni.it 4280 - 21/04/2022) L’Istat ha presentato la nona edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile, Bes (cfr. sintesi per la stampa). Il volume fornisce un quadro complessivo dei 12 domini in cui è articolato il benessere analizzati nella loro evoluzione nel corso dei due anni di pandemia, il 2020, anno dello shock dell’emergenza sanitaria, e il 2021, anno della ripresa economica e dell’occupazione, esaminando le differenze tra i vari gruppi di popolazione e tra i territori. La pandemia da COVID-19 - si legeg nel sito dell'Istituto - ha profondamente cambiato molti aspetti della vita quotidiana degli individui, delle famiglie, dell’organizzazione della società e del mondo del lavoro determinando nuovi assetti e continui cambiamenti che, di volta in volta, hanno avuto effetti sul piano della salute, dell’istruzione, del lavoro, dell’ambiente e dei servizi e, in conseguenza, sul benessere degli individui.
L’analisi dei 12 domini (Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi) è incentrata sull’andamento più recente, confrontando i due anni di pandemia con il 2019.
È disponibile l’aggiornamento al 2021 con dati definitivi per circa la metà dei 153 indicatori Bes, in un numero ristretto di casi i dati forniti sono stime provvisorie.
Il Rapporto è arricchito dall’osservazione del contesto europeo in cui si evidenzia la posizione dell’Italia nell’andamento della pandemia e della crisi occupazionale che ne è conseguita. Sono questi due aspetti – l’emergenza sanitaria da un lato e la crisi occupazionale dall’altro – ad aver profondamente condizionato gli ultimi due anni, determinando forti ripercussioni sul benessere degli individui.
"Il quadro di insieme è composito, ed è ancora adombrato dalla pandemia, sia sotto il profilo demografico, con una significativa riduzione della speranza di vita alla nascita nel 2020 a livello nazionale, che ha raggiunto punte drammatiche in alcuni territori, sia economico - un esempio per tutti, il forte calo dell'occupazione nelle attività culturali e creative - sia ancora ambientale, con la riduzione delle emissioni di CO2 conseguente alle prolungate chiusure di attività economiche e l'attenuarsi dell'inquinamento da PM2, che rimane, tuttavia, elevato e senza miglioramenti apprezzabili". E' quanto si legge nella presentazione del Rapporto Bes 2021 (sul benessere equo e sostenibile in Italia), firmata dal presidente dell'Istat, Gian Carlo Blangiardo.
"Molti divari si sono mantenuti, o addirittura allargati - sottolinea- dalla speranza di vita alla nascita, che recupera in buona parte al Nord nel 2021 ma diminuisce ancora nel Mezzogiorno, alla mortalità evitabile, che resta più elevata in molte regioni del Sud; dalla spesa dei comuni per la cultura, per la quale il divario territoriale è nettamente a vantaggio del Centro-nord, all'impatto degli incendi boschivi e ell'abusivismo edilizio, più forte nelle regioni meridionali".
La pandemia, si legge nel rapporto dell'Istat, "si è tradotta per lo più in arretramenti nel benessere della popolazione femminile: ad esempio, nei livelli di benessere mentale e di occupazione, soprattutto per le madri con figli piccoli".
Il totale dei minori in povertà assoluta nel 2021 è pari a 1 milione e 384mila: l'incidenza si conferma elevata, al 14,2%, stabile rispetto al 2020, ma maggiore di quasi tre punti percentuali rispetto al 2019, quando era pari all'11,4%.
Sempre più evidenti gli effetti dei cambiamenti climatici in termini di temperature e precipitazioni. Nel 2021 le temperature minime e massime risultano maggiori rispetto alla media climatica (periodo di riferimento 1981-2010). L'intensità dei giorni di caldo negli anni 2011-2021 risulta sempre maggiore rispetto alla mediana del periodo di riferimento in tutte le ripartizioni.
Nel 2021 i giorni di caldo risultano assenti nel Nord, stazionari al Centro (+18 giorni) e mostrano scarti positivi maggiori nel Sud (25 giorni) e nelle Isole per 13 giorni. Riguardo alle precipitazioni lo scarto rispetto alla mediana del periodo di riferimento a livello nazionale è pari a +2%, ma la situazione è più eterogenea e varia molto con la latitudine, passando da scarti negativi nel Nord (con punte superiori a -11% in Piemonte ed Emilia-Romagna) e in parte del Centro, fino ad anomalie positive diffuse nel Sud e molto elevate nelle Isole (+27,6%).
Nel 2021 si osserva una riduzione dei giorni consecutivi non piovosi a scala nazionale, dovuta in particolare alle ripartizioni del Nord e delle Isole, mentre al Sud si osserva un aumento (+6 giorni). Nel 2020 si rileva una riduzione dei volumi di acqua movimentati nelle reti comunali dei capoluoghi rispetto al 2018. I volumi immessi in rete si contraggono di oltre il 4%, a fronte del -1,6% dei volumi erogati. Ne consegue una riduzione delle perdite totali di rete di circa 1 punto percentuale, proseguendo la tendenza degli anni precedenti. Anche la pandemia può aver generato delle modifiche nei volumi movimentati in distribuzione, infatti, in alcuni comuni a forte vocazione turistica, come Rimini e Venezia, si registra un'importante riduzione dei volumi erogati, -11,8% e -13,9% rispetto al 2018.
Nel 2021 l'occupazione torna a crescere, recuperando però solo parzialmente le ingenti perdite subite a causa dell'emergenza sanitaria. Il tasso di occupazione tra i 20 e i 64 anni sale al 62,7% (+0,8 punti percentuali), ma resta ancora al di sotto del livello pre pandemico. La dinamica mostra tuttavia un progressivo miglioramento nel corso dell'anno e nel quarto trimestre 2021 il tasso di occupazione torna superiore a quello del 2019 (+0,4 punti). La ripresa del 2021 è stata più marcata per le donne (+1,1 punti percentuali sul 2020 rispetto a + 0,6 punti per gli uomini), i giovani (+2,1 punti tra i 20-34enni rispetto a +1,0 tra i 35-49enni e +0,1 tra i 50-64enni) e gli stranieri (+1,5 rispetto a +0,8 degli
italiani), che erano stati i soggetti più colpiti dalla crisi del 2020. E' quanto emerge dalla nona edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) dell'Istat.
I divari territoriali, già diminuiti a causa dei peggiori effetti della pandemia sulle regioni del Centro-nord, continuano a ridursi e
nel Mezzogiorno il tasso di occupazione torna ai livelli - ancorché bassi - del 2019 (48,5%). Tra i laureati la ripresa nel 2021 è stata più intensa rispetto agli altri livelli di istruzione e il tasso di occupazione raggiunge il 79,2% (+1,5 punti).
Nel 2021 il tasso di mancata partecipazione al lavoro si attesta al 19,4%, in calo (-0,3 punti percentuali) dopo il forte aumento registrato nel 2020 che aveva interrotto il trend decrescente.
L'indicatore diminuisce soprattutto per i giovani fino a 34 anni (-1,7 punti), i laureati (-1,1 punti), i residenti nel Mezzogiorno (-0,7 punti) e le donne (-0,6 punti).
Interssanti i dati sulla fiducia dei cittadini italiani di 14 anni e più. Livello abbastanza elevato nei confronti degli scienziati, con oltre la metà degli intervistati che assegna un punteggio pari o superiore a 8, e un voto medio pari a 7,3, su una scala da 0 a 10, secondo il rapporto Bes dell'Istat. Gli uomini di scienza si collocano così ai primi posti nella considerazione degli italiani, con un voto vicino a quello, tradizionalmente elevato, ottenuto da forze dell'ordine e vigili del fuoco (7,5). Viene bocciata invece la politica.
"Nonostante i leggeri progressi osservati prima della pandemia, e proseguiti nei due anni dell'emergenza da Covid-19,
nel 2021 la fiducia nella politica e nelle istituzioni democratiche continua ad essere bassa", si legge nella nota per
la stampa. Il voto medio è "insufficiente" per i partiti (3,3 su una scala da 0 a 10), per il Parlamento (4,6) e per il sistema
giudiziario (4,8).
Link dal sito dell'Istat:
Volume
Infografiche
Evento di presentazione
La misurazione del benessere (area web)
( red / 21.04.22 )
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