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Bes 2022: relazione sul Benessere equo e sostenibile
(Regioni.it 4271 - 07/04/2022) Si riscontra quanto siano importanti le politiche pubbliche nel mitigare le disuguaglianze e, più in generale, il disagio economico e sociale, soprattutto quando l’attività produttiva e le relazioni sociali sono in difficoltà per le ricadute della pandemia e per gli effetti della guerra in Ucraina.
E’ quanto rileva la Relazione sul Benessere equo e sostenibile (Relazione BES) per il 2022, che è stata trasmessa dal ministero dell'Economia alle competenti commissioni parlamentari. Sono così aggiornate le previsioni degli indicatori BES per il periodo 2021-2024 in base agli effetti della Legge di Bilancio 2022 e dei Fondi del PNRR.
Arretra il benessere economico e peggiorano le disuguaglianze e la povertà assoluta, ma gli interventi del Governo finora per tutelare la salute e sostenere i redditi hanno permesso di assistere le imprese e i settori più colpiti dalla crisi.
“La Legge di Bilancio 2022 dà seguito a questi interventi per accompagnare il Paese nella fase di rilancio e integra il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) finanziando importanti riforme economiche e sociali, quali la riduzione delle imposte sui redditi medi e bassi, l’introduzione dell’Assegno Unico Universale per i figli e maggiori erogazioni per il Reddito di Cittadinanza”.
I prossimi anni comunque segneranno un recupero degli indicatori BES economici, che sono quelli che più hanno risentito degli effetti dalla pandemia: dal reddito pro-capite all’indice di disuguaglianza dei redditi, a quello di povertà assoluta.
E nei prossimi anni si dovrebbero anche registrare dei miglioramenti – prevede sempre la Relazione Bes - nel tasso di partecipazione al lavoro e nei livelli di occupazione dei giovani e delle donne, comprese quelle con figli.
Inoltre la Relazione Bes prevede che ci siano le condizioni per consolidare il progresso di indicatori che durante la pandemia sono migliorati per via della minore mobilità e attività industriale, dalla microcriminalità alle emissioni di CO2 e gas clima alteranti.
La pandemia da Covid-19 ha impattato in modo diretto e in misura significativa sul dominio ‘salute’ del benessere. Entrambi gli indicatori BES “afferenti a tale dominio sono stati fortemente interessati dalle conseguenze sanitarie, sociali ed economiche della pandemia, con variazioni di intensità mai registrate prima. Nel 2020 la mortalità si è attestata su livelli eccezionalmente elevati, con un incremento rispetto al 2019 inferiore soltanto al primo anno di conflitto della Prima guerra mondiale, nel 1915, e alla pandemia di “spagnola” del 1918”.
Ma rispetto a tale contesto - spiega sempre la Relazione Bese – sorprende il dato sulla speranza di vita: “in miglioramento di 2,4 anni rispetto al 2019, registrando sia la variazione più ampia che il livello massimo (61,0 anni) da quando la serie viene rilevata”.
Al fine di comprendere meglio questo risultato si presentano i contributi che le due componenti dell’indicatore, la speranza di vita alla nascita e la quota di persone che hanno dichiarato di sentirsi bene o molto bene al quesito sulla salute percepita, hanno apportato alla sua variazione. L’aspettativa di vita alla nascita è calata in misura rilevante (-1,1 anni) in conseguenza dell’eccesso di mortalità registrato nel primo anno pandemico (circa 100.000 decessi in più rispetto alla media del quinquennio 2015-2019, +15,6 per cento): tale calo, nell’ipotesi di invarianza della buona salute percepita rispetto al 2019, avrebbe prodotto una variazione negativa della SVBS di 0,8 anni.
Tuttavia, il balzo della quota di popolazione dichiaratasi in buona salute, dal 70,4 per cento a 74,3 per cento, ha contribuito ad un aumento dell’indicatore nella misura di 3,2 anni (di gran lunga il contributo maggiore nella serie), determinando la variazione annua della SVBS di 2,4 anni.
Quindi gli indicatori subiscono una modifica in controtendenza perchè risulta maggiore la buona salute percepita: “ovvero di un indicatore soggettivo, esso potrebbe risultare influenzato dal contesto esterno, il quale, nella specifica fattispecie, potrebbe aver indotto gli individui intervistati a valutare in meglio la propria salute, ridimensionando i propri problemi e ritenendosi fortunati rispetto a coloro costretti a fare i conti con la malattia da Covid-19”.
Inoltre, nelle fasi più acute della pandemia, “è plausibile che non sia stato possibile intervistare coloro che erano ricoverati e la cui salute sarebbe stata giudicata mediamente meno buona (“survivorship bias”). Infine, benché le misure di contrasto alla diffusione del virus abbiano stravolto le abitudini degli italiani, la tragica situazione comune potrebbe aver suscitato solidarietà e ricchezza di senso e accresciuto il numero e la qualità delle relazioni sociali, con possibile impatto positivo sulla percezione individuale di buona salute”.
Nel rapporto sugli indicatori Bes si evidenzia anche il tema del Pnrr: "il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in cui sono organizzati le riforme e gli investimenti programmati dall’Italia, è integrato da fondi aggiuntivi nazionali per 30,6 miliardi. Il Piano ha cominciato a operare nel 2021. La gran parte degli investimenti e delle riforme strutturali che li accompagneranno saranno realizzati nel quinquennio 2022-2026. Questo insieme di progetti e di riforme produrrà un forte impulso alla crescita sostenibile, all’innovazione e alla riduzione delle disuguaglianze che ancora affliggono il nostro Paese".
Sono molte le aspettative di miglioramento dei parametri legati al futuro benessere: "miglioramenti nel tasso di partecipazione al lavoro e nei livelli di occupazione dei giovani e delle donne, comprese quelle con figli", ma anche nel "contrasto alla microcriminalità e la riduzione delle emissioni."
Nel rapporto sugli indicatori Bes si evidenzia anche il tema del Pnrr: "il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in cui sono organizzati le riforme e gli investimenti programmati dall’Italia, è integrato da fondi aggiuntivi nazionali per 30,6 miliardi. Il Piano ha cominciato a operare nel 2021. La gran parte degli investimenti e delle riforme strutturali che li accompagneranno saranno realizzati nel quinquennio 2022-2026. Questo insieme di progetti e di riforme produrrà un forte impulso alla crescita sostenibile, all’innovazione e alla riduzione delle disuguaglianze che ancora affliggono il nostro Paese".
Sono molte le aspettative di miglioramento dei parametri legati al futuro benessere: "miglioramenti nel tasso di partecipazione al lavoro e nei livelli di occupazione dei giovani e delle donne, comprese quelle con figli", ma anche nel "contrasto alla microcriminalità e la riduzione delle emissioni."
Leggi il testo completo della relazione Bes 2022
( gs / 07.04.22 )
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