Sommario
Documenti della Conferenza delle Regioni del 16 e del 30 marzo
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Interventi a favore delle imprese per fronteggiare la crisi Ucraina
(Regioni.it 4270 - 06/04/2022) L'emergenza Ucraina ha avuto conseguenze che hanno colpito, nel nostro e negli altri paesi europei, molti settori produttivi. In particolare il comparto Agricoltura ha subito contraccolpi pesanti che che hanno portato la Conferenza delle Regioni già il 16 marzo a licenziare un documento predisposto dalla Commissione Politiche Agricole (che riunisce tutti gli Assessori all'agricoltura) in cui sono state sintietizzate alcune propostre relative ai seguenti temi: revisione della PAC 2022 e del PSN 23-27 e posticipo al 2024 della sua entrata in vigore; deroga alla disciplina degli aiuti di Stato per l'agroalimentare; provvedimenti nazionali immediati per favorire la liquidità per le imprese; interventi nazionali sui costi energetici; misure di sostegno a determinate produzioni agricole; semplificazioni.
Nella stessa riunione del 16 marzo la Conferenza delle Regioni ha però deciso di elaborare un documento unitario che contenesse anche le proposte predisposte dalla Commissione Sviluppo Economico. Documento che è stato approvato dalla Conferenza delle Regioni il 30 marzo ed inviato al Governo in vista dell'adozione del decreto legge per contrastare l'emergenza economica della crisi ucraina.
Nella stessa riunione del 16 marzo la Conferenza delle Regioni ha però deciso di elaborare un documento unitario che contenesse anche le proposte predisposte dalla Commissione Sviluppo Economico. Documento che è stato approvato dalla Conferenza delle Regioni il 30 marzo ed inviato al Governo in vista dell'adozione del decreto legge per contrastare l'emergenza economica della crisi ucraina.
Il sistema economico italiano, dopo la grave crisi finanziaria del 2008-2010 - si legge nel documento della Conferenza delle Regioni - è stato messo negli ultimi anni a dura prova da un susseguirsi di eventi drammatici e non prevedibili, che ne hanno fortemente rallentato la ripresa e la crescita, comportando di fatto il mancato recupero dei livelli del PIL pre-crisi.
Si richiamano, a tal proposito, in primo luogo la crisi pandemica e attualmente la situazione di conflitto fra Russia e Ucraina, nonché l’aumento straordinario dei costi energetici e delle materie prime unitamente alla difficoltà del loro reperimento che spingono al rialzo l’inflazione ed impongono alle imprese la ricerca di forniture alternative con maggiori costi e incertezze di approvvigionamento.
A monte si evidenzia, infatti, come la crisi senza precedenti che ha investito i mercati dell’elettricità e del gas in Europa determinata da molteplici fattori: offerta, domanda, di natura geopolitica nonché legati alla transizione energetica - stia avendo gravissime ripercussioni sui costi energetici delle imprese di tutti i settori e di tutte le dimensioni. Essa rappresenta una vera e propria emergenza che richiede interventi urgenti, in mancanza dei quali, rischia di compromettere la ripresa economica in atto e determina di fatto la possibile sospensione delle attività delle imprese, a causa dell’impatto gravoso sui bilanci delle stesse. Inoltre, l’aumento delle bollette energetiche causa riflessi negativi sui prezzi delle materie prime, sui costi dei trasporti e della logistica e, conseguentemente, genera effetti inflattivi.
A tutto ciò, come già riportato, si devono aggiungere - prosegue il documento - gli sfavorevoli scenari derivanti dal conflitto fra Russia e Ucraina che, come noto, incidono in maniera significativa non solo sull’approvvigionamento di gas e di materie prime provenienti da questi Paesi ma anche sulle esportazioni di molte delle nostre imprese, specie in alcuni settori tradizionalmente importanti quali il lusso, il turismo e l’agroalimentare, a cui il Governo deve dare un sostegno immediato per compensare le perdite di fatturato. Con riferimento allo scambio commerciale tra il nostro Paese e i mercati russo e ucraino, da recenti stime di impatto sembrerebbe che l’attuale situazione di conflitto e le conseguenti sanzioni adottate a livello internazionale costeranno all’Italia circa 9,9 miliardi di euro (corrispondente all’export verso questi Paesi nel 2021), di cui molto gravi saranno le conseguenze sulle piccole imprese soprattutto nei comparti agricolo, agroalimentare, moda, mobili, legno e metalli.
In questo contesto appare quanto mai necessario che Governo e Regioni intervengano rapidamente, affrontando in un’ottica di leale collaborazione istituzionale le diverse criticità che stanno danneggiando seriamente il Made in Italy, con la finalità di definire una strategia condivisa e coordinata che porti all’emanazione di uno o più provvedimenti urgenti per la salvaguardia delle nostre imprese, con la richiesta di estendere ed integrare il "Temporary framework", ovvero il regime straordinario derogatorio degli interventi di aiuto di Stato all'economia. Parimenti sarà indispensabile rivedere, alla luce del nuovo drammatico scenario, la programmazione del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e del fondo complementare per reindirizzare le misure e le risorse verso obiettivi più funzionali all’interesse attuale del Paese quali il sostegno dell’occupazione e il rilancio dell’economia, specie verso quei settori maggiormente colpiti dalla crisi.
Sotto tale profilo, occorrerà in primis delineare misure finalizzate ad assicurare alle imprese la continuità produttiva poiché, in questa fase di ripresa economica, che vede il picco di ordinativi, il configurarsi di un rallentamento/blocco delle produzioni con la conseguente necessità del ricorso agli ammortizzatori a causa del costo elevato dell’energia e delle strozzature negli approvvigionamenti delle materie prime, potrebbe compromettere la sopravvivenza stessa delle imprese sui mercati.
Pertanto, sarà necessario - sottolinea la conferenza delle Regioni - operare per pervenire ad un “tetto al costo” dell’energia, vigilando con attenzione ed intervenendo sulle speculazioni nel prezzo causate dalle incertezze dei mercati; monitorare e valutare i contraccolpi del conflitto sulle filiere e sui prezzi delle materie prime per definire a livello nazionale delle strategie di diversificazione negli approvvigionamenti nonché considerare le criticità legate alla necessaria riconversione di interi settori produttivi.
A tal proposito, gli interventi dovranno essere diretti: al contenimento dei costi energetici; a favorire la liquidità delle imprese; a prevedere nuovi sbocchi derivanti dal blocco dell’export verso i paesi coinvolti nel conflitto e ristori per le perdite di fatturato; al sostegno del reddito dei lavoratori".
Il documento declina alcuni temi chiave. articolandoli in misure di politica energetica, di credito e fiscali sia di breve sia di medio-lungo periodo in alcuni casi alternative/complementari tra loro e distingue:
1. misure nel settore energetico
2. Aatre tipologie di misure emergenziali
Per quanto rigurda le "misure nel settore energetico" le proposte formulate dalla Conferenza delle Regioni riguardano:
- il contenimento dei costi energetici che veda una riforma complessiva del pricing del mercato elettrico, degli oneri e delle altre voci che compongono la spesa energetica;
- l’incentivazione degli investimenti nel settore energie rinnovabili e semplificazione dei relativi percorsi autorizzativi
- l'aumento della produzione di gas naturale, la diversificazione delle fonti energetiche e la riattivazione delle centrali elettriche alimentate a carbon fossile.
per quanto concerne invece le "altre tipologie di misure emergenziali" il documento fa riferoemnto ai seguenti temi:
- moratoria del credito
- interventi a favore della liquidità delle imprese
- internazionalizzazione
- proroga Quadro Temporaneo Aiuti di Stato e nuove misure per i costi energetici
- interventi a sostegno del reddito dei lavoratori
- revisione del Patto di stabilità
- revisione della PAC 2022 e del PSN 23-27 e posticipo al 2024 della sua entrata in vigore
- misure di sostegno a determinate produzioni agricole
- semplificazioni
Link al documento integrale del 30 marzo:
1. misure nel settore energetico
2. Aatre tipologie di misure emergenziali
Per quanto rigurda le "misure nel settore energetico" le proposte formulate dalla Conferenza delle Regioni riguardano:
- il contenimento dei costi energetici che veda una riforma complessiva del pricing del mercato elettrico, degli oneri e delle altre voci che compongono la spesa energetica;
- l’incentivazione degli investimenti nel settore energie rinnovabili e semplificazione dei relativi percorsi autorizzativi
- l'aumento della produzione di gas naturale, la diversificazione delle fonti energetiche e la riattivazione delle centrali elettriche alimentate a carbon fossile.
per quanto concerne invece le "altre tipologie di misure emergenziali" il documento fa riferoemnto ai seguenti temi:
- moratoria del credito
- interventi a favore della liquidità delle imprese
- internazionalizzazione
- proroga Quadro Temporaneo Aiuti di Stato e nuove misure per i costi energetici
- interventi a sostegno del reddito dei lavoratori
- revisione del Patto di stabilità
- revisione della PAC 2022 e del PSN 23-27 e posticipo al 2024 della sua entrata in vigore
- misure di sostegno a determinate produzioni agricole
- semplificazioni
Link al documento integrale del 30 marzo:
Prime proposte delle Regioni e delle Province Autonome di interventi a favore del sistema delle imprese per fronteggiare la crisi derivante dal conflitto in Ucraina
Link al documento integrale del 16 marzo:
Proposte per compensare gli effetti della crisi ucraina-Russia sul comparto agricolo ed agroalimentare italiano
Agricoltura: Proposte Conferenza Regioni per superamento crisi Ucraina
Link al documento integrale del 16 marzo:
Proposte per compensare gli effetti della crisi ucraina-Russia sul comparto agricolo ed agroalimentare italiano
Agricoltura: Proposte Conferenza Regioni per superamento crisi Ucraina
( red / 06.04.22 )
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