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Regioni.it

n. 4260 - martedì 22 marzo 2022

Sommario3
- Zelensky al Parlamento italiano: servono altre pressioni perché la Russia cerchi la pace
- Distribuzione farmaci: Moratti in audizione, "Dobbiamo chiederci se il modello attuale ha ancora senso"
- Emergenza Ucraina: a Palmanova, vertice delle Istituzioni in protezione civile e visita all'hub di stoccaggio mezzi e materiali
- Farmaci: distribuzione "diretta" e "per conto", osservazioni e proposte
- Proposte per compensare gli effetti della crisi Ucraina–Russia sul comparto agricolo ed agroalimentare italiano
- PNRR: Fioroni, puntare sulla pianificazione ed evitare la frammentazione coinvolgendo le Regioni

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Zelensky al Parlamento italiano: servono altre pressioni perché la Russia cerchi la pace

Il commento di Toti, Zingaretti e Giani

(Regioni.it 4260 - 22/03/2022) Il presidente Volodymyr Zelensky ha rivolto oggi un discorso, in collegamento video, al Parlamento italiano in cui ha ringraziato il nostro Paese per l'aiuto al suo popolo ed ha chiesto ulteriori sanzioni contro la Russia per "fermare un solo uomo" e permettere a ""milioni di persone"" di vivere in uno Stato "in pace". "Una settimana fa ho parlato durante un incontro a Firenze e in una decina di città europee e ho chiesto a tutti gli italiani, a tutti gli europei, di ricordare il numero 79. 79 erano i bambini uccisi in quel momento in Ucraina. Adesso sono 117, ancora altri 38 bambini (uccisi) in questi giorni. Questo è il prezzo della procrastinazione della pressione sulla Russia per fermare questa guerra".
"Le città ucraine vengono distrutte, alcune ha aggiunto Zelensky - sono distrutte del tutto come Mariupol, sulla costa del Mare di Azov, dove c'erano circa mezzo milione di persone. Come nella vostra città di Genova, io ci sono stato. A Mariupol non c'è più niente, solo rovine. Immaginate una Genova completamente bruciata dopo tre settimane di un intero assedio, di bombardamenti, di spari che non smettono neanche un minuto. Immaginate la vostra Genova, dalla quale scappano le persone a piedi, con le macchine, con i pullman per arrivare là dove è più sicuro.
Parlo da Kiev, dalla nostra capitale, dalla città - ha sottolineato Zelensky - che per la nostra regione è altrettanto importante come lo è Roma per tutto il mondo. Da Kiev, dove la grande cultura di un grande popolo e noi stessi siamo al limite della sopravvivenza, dopo che abbiamo vissuto nella nostra storia guerre feroci e dopo tutte queste tragedie abbiamo bisogno di vivere nella pace. Una pace continua, eterna, come la deve avere Roma, come qualsiasi altra città del nostro mondo. Ma a Kiev abbiamo ogni giorno le sirene di allarme, ogni notte cadono le bombe".
"Voi dovete ricordare che gli ucraini vi sono stati vicini durante la pandemia perché voi ne avevate bisogno. Abbiamo inviato medici, e anche gli italiani ci hanno dato il loro sostegno quando abbiamo avuto l'alluvione, ci avete sostenuto velocemente e sinceramente, senza chiedere niente in cambio e vi ringraziamo tanto per questo. Tuttavia l'invasione dura da 27 giorni, praticamente un mese. Dunque abbiamo bisogno di altre sanzioni, di altre pressioni affinché la Russia non cerchi riserve militari in Libia o in Siria, ma affinché la Russia cerchi la pace, perché questa sola persona cerchi la pace".
"Le conseguenze di questa guerra si sentono in diverse parti del mondo e non solo in Europa, e anche la fame sta arrivando in diversi paesi. L'Ucraina è stata uno dei Paesi esportatori più importanti. Ma come possiamo seminare, come possiamo coltivare quando l'artiglieria russa, quando il nostro nemico, distrugge i nostri campi, il nostro combustibile. Non sappiamo quando avremo il raccolto, se possiamo esportare. Non possiamo esportare il mais, l'olio e il frumento e altri prodotti assolutamente necessari per la vita e questo riguarda anche altri paesi vicini. I prezzi stanno crescendo, decine di milioni di persone avranno bisogno di aiuto di fronte alle vostre coste."
"Dovete sostenere le sanzioni, l'embargo contro gli yacht che entrano nei vostri porti. Non dovete assolutamente permettere eccezioni alle sanzioni contro qualsiasi banca russa. Dovete fermare la crisi alimentare, dovete fermare le uccisioni perché la guerra deve finire al più presto", è l'appello del Presidente ucraino.

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenuto dopo Zelensky, ha parlato dell'ammirazione per "il coraggio, la determinazione, il patriottismo del Presidente Zelensky e dei cittadini ucraini. Il vostro popolo è diventato il vostro esercito, lei ha detto. L'arroganza del Governo russo si è scontrata con la dignità del popolo ucraino, che è riuscito a frenare le mire espansionistiche di Mosca e a imporre costi altissimi all'esercito invasore. La resistenza di Mariupol, Kharkiv, Odessa, e di tutti i luoghi su cui si abbatte la ferocia del Presidente Putin - ha proseguito - è eroica. Oggi l'Ucraina non difende soltanto se stessa. Difende la nostra pace, la nostra libertà, la nostra sicurezza. Difende quell'ordine multilaterale basato sulle regole e sui diritti che abbiamo faticosamente costruito dal dopoguerra in poi. L'Italia vi è profondamente grata". Draghi ha poi ricordato la solidarietà mostrata dai cittadini italiani che "hanno spalancato le porte delle proprie cittadini italiani che "hanno spalancato le porte delle proprie case e delle scuole ai profughi ucraini, con quel senso di accoglienza che è l'orgoglio del nostro Paese. Continueremo a farlo, grazie al lavoro incessante e alla grande professionalità delle Regioni, dei Comuni, della Protezione Civile, degli enti religiosi, di tutti i volontari.
Perché davanti all'inciviltà l'Italia non intende girarsi dall'altra parte. Le sanzioni che abbiamo concordato insieme ai nostri partner europei e del G7 - ha ricordato - hanno l'obiettivo di indurre il Governo russo a cessare le ostilità e a sedersi con serietà, soprattutto con sincerità, al tavolo dei negoziati. Davanti alla Russia che ci voleva divisi, ci siamo mostrati uniti - come Unione Europea e come Alleanza Atlantica. Finora, queste sanzioni hanno colpito duramente l'economia e i mercati finanziari della Russia, e i patrimoni personali delle persone più vicine al Presidente Putin. In Italia abbiamo congelato beni per oltre ottocento milioni di euro agli oligarchi colpiti dai provvedimenti dell'Unione Europea. Siamo anche impegnati per diversificare le nostre fonti di approvvigionamento energetico, così da superare in tempi molto rapidi la nostra dipendenza dalla Russia".

Infine il premier Draghi ha ribadito il sostegno dell'Italia nel percorso di ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea: "voglio dire al Presidente Zelensky che l'Italia è al fianco dell'Ucraina in questo processo. L'Italia vuole l'Ucraina nell'Unione Europea. Quando l'orrore e la violenza sembrano avere il sopravvento, proprio allora dobbiamo difendere i diritti umani e civili, i valori democratici. A chi scappa dalla guerra, dobbiamo offrire accoglienza. Di fronte ai massacri, dobbiamo rispondere con gli aiuti, anche militari, alla resistenza. Al crescente isolamento del Presidente Putin, dobbiamo opporre l'unità della comunità internazionale. 
"Immaginate Genova distrutta come Mariupol". Il paragone di Zelensky in Parlamento fa venire i brividi a tutti noi ma ci rende ancora più consapevoli che la battaglia dell'Ucraina è la battaglia di tutti. Come ha detto il Presidente Draghi ""L'Ucraina non difende soltanto se stessa, difende la nostra pace, la nostra libertà, la nostra sicurezza"". Genova, medaglia d'oro della Resistenza sa cosa vuol dire combattere per la Libertà. Genova è vicina a Mariupol, Kharkiv, Odessa ed è grata a chi resiste per la pace. La Liguria e l'Italia sono con l'Ucraina". Lo ha detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti commentando le parole pronunciate da Zelensky in collegamento con il Parlamento italiano. "Penso che abbiano sbagliato i parlamentari assenti al discorso di Zelensky, che abbiano sbagliato profondamente a non esserci oggi, ci sono momenti in cui anche i normali distinguo, le sottigliezze, lo spirito di polemica, che pure fanno parte della democrazia, siano da lasciare indietro", ha aggiunto il presidente Toti ai microfoni fi Radio 24. "Se nella vita normale quando non c'è la guerra la politica e la democrazia sono fatte anche da piccole distinzioni, ci sono momenti in cui il mondo è in guerra e ce lo si può permettere. - continua Toti - Non ho visto grandi timidezze nei confronti di Putin nelle leadership occidentali di maggioranza e opposizione salvo rarissimi casi comunque non italiani".
"Questa mattina all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Fiumicino ho visitato alcuni dei bambini ucraini trasferiti in Italia a causa della guerra e curati qui perché afflitti da malattie gravi. I più deboli tra i deboli: i bambini malati. Ancora più convinto quindi nel sostenere le parole appassionate e forti rivolte dal Presidente Zelensky al Parlamento italiano", così su facebook il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, per il quale le parole del Presidente ucraino: "sono una testimonianza straordinaria che parla a tutti di resistenza, pace, futuro. Non lasciamo solo il popolo ucraino e le vittime di tutte le guerre". 
"Ritengo che il ragionamento del premier Draghi sia stato molto bello, io mi ci riconosco. Penso che in questo momento la nostra cultura di pace fa però i conti con la brutalità ingiustificata, da crimini di guerra che il presidente Putin sta portando avanti in un Paese millenario di grande storia, cultura e coraggio dei suoi cittadini". Lo ha detto il presidente della Toscana, Eugenio Giani commentando quanto detto dal premier Mario Draghi in occasione dell'intervento video alla Camera del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Vedo il popolo ucraino vivere quello che in Italia fu la Resistenza - ha aggiunto Giani - con i partigiani e con la popolazione civile che in certi momenti contro i nazisti dovettero usare le armi".


( red / 22.03.22 )

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Distribuzione farmaci: Moratti in audizione, "Dobbiamo chiederci se il modello attuale ha ancora senso"

Intervento in audizione alla commissione Affari Sociali alla Camera

(Regioni.it 4260 - 22/03/2022) "Come Regioni, al di là del sensibile aumento del fondo sanitario, abbiamo rilevato che abbiamo costi covid non coperti, anche in maniera significativa". Lo sottolinea Letizia Moratti, vice coordinatrice della commissione Salute della Conferenza delle Regioni (e Vicepresidente della Lombardia), in audizione alla commissione Affari sociali della Camera nell'ambito della l'indagine conoscitiva in materia di distribuzione diretta dei farmaci e di 'distribuzione per conto' per il tramite delle farmacie convenzionate con il Servizio sanitario. "Ci auguriamo che queste preoccupazioni, che abbiamo espresso al ministro Speranza e che riguardano il governo complessivo delle tematiche della salute compreso il tema della farmaceutica, venga presa in considerazione con un incremento di risorse".
Quanto poi al merito dell'audizione "Dobbiamo chiederci se il modello attuale distributivo dei farmaci, così complesso, ha ancora senso. E se l'intervento sulla stabilizzazione della spesa non si può fare in altro modo, con una nuova remunerazione per le farmacie". ha aggiunto vice coordinatrice della commissione Salute della Conferenza delle Regioni.
Per Moratti - che ha fatto riferimento ad un documento approvato dalla Conferenza delle Regioni (vedi notizia successiva) - la questione "non è tanto la distribuzione diretta o per conto", su cui "è giusto tenere entrambi i canali", ma il vero tema è "una nuova remunerazione per la farmacie. La legge finanziaria del 2021 ha introdotto un rimborso aggiuntivo di 50 milioni alle farmacie per il 2021 e di 150 per il 2022", ma per il 2023 "è necessario aggiornare la modalità di remunerazione, riportando in farmacia il farmaco che oggi è in ospedale pur essendo rivolto a patologie croniche". E comunque, osserva Moratti, la sanità territoriale richiede appunto una "distribuzione che sia più territoriale possibile". L'assessora regionale sottolinea anche che la distribuzione diretta dei farmaci tramite le farmacie ospedaliere "è un tema importante che va collegato alle altre modalità di distribuzione, perchè il tema di fondo è come garantire il governo complessivo del sistema di accessibilità dei farmaci ai pazienti". Per Moratti bisogna chiedersi "se sia ancora vero il messaggio per cui la distribuzione diretta è vitale per il sistema" e ricorda infine che questa modalità "non è vero che non crea disagi, perchè spesso il cittadino non abita vicino alla struttura, gli orari di distribuzione sono ridotti e contingentati".
L'assessora regionale sottolinea anche che la distribuzione diretta dei farmaci tramite le farmacie ospedaliere "è un tema importante che va collegato alle altre modalità di distribuzione, perchè il tema di fondo è come garantire il governo complessivo del sistema di accessibilità dei farmaci ai pazienti". Per Moratti bisogna chiedersi "se sia ancora vero il messaggio per cui la distribuzione diretta è vitale per il sistema" e ricorda infine che questa modalità "non è vero che non crea disagi, perchè spesso il cittadino non abita vicino alla struttura, gli orari di distribuzione sono ridotti e contingentati".

LINK ALLA WEBTV DELLA CAMERA DEI DEPUTATI




( red / 22.03.22 )

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Emergenza Ucraina: a Palmanova, vertice delle Istituzioni in protezione civile e visita all'hub di stoccaggio mezzi e materiali

(Regioni.it 4260 - 22/03/2022) Il 21 marzo Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, è stato a Palmanova (Ud)  alla sede locale della Protezione civile e all’hub dove sono stoccati i mezzi e i materiali in p artenza per l’Ucraina, accompagnato dal Capo del Dipartimento Fabrizio Curcio. A seguire, ha partecipato alla riunione operativa con il Presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga e le autorità competenti. ha poi incontrato i volontari della Protezione civile. Al termine della visita ha rilasciato le dichiarazioni alla stampa.
"Il modo con cui abbiamo reagito a tutte le emergenze di questi ultimi due anni: integrare decisioni governo con quelle delle regioni e dei comuni.", ha detto, fra l'altro il Presidente dell Consiglio "Questa alleanza istituzionale, questo aver imparato a lavorare insieme, è un patrimonio che non dobbiamo dimenticare e che dobbiamo mantenere".
Il sostegno dell'Italia ai profughi in arrivo dall'Ucraina "non manchera'", ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, arrivando a Palmanova (Udine)."La decisione fondamentale è la decisione del governo di ascoltare gli italiani, di ascoltare la disponibilità, l'entusiasmo, l'accoglienza - ha detto Draghi - di ascoltare la loro bonta'. Questa decisione è presa, il sostegno all'accoglienza non manchera'".
"I fondi dell'Europa" per l'accoglienza dei rifugiati "verranno decisi nel prossimo Consiglio europeo, la Commissione è al lavoro su questo. Ci sarà un programma finanziato. Ci sono paesi più colpiti come la Polonia", ha detto il premier., e sull'accoglienza dei profughi ucraini ha aggiunto ""è importante il lavoro con il terzo settore, con cui c'è una straordinaria integrazione perché è stato considerato fin dall'inizio fondamentale per affrontare questo problema che è complesso: minori, donne, scuola, lingua, lavoro. Dobbiamo lavorare tutti insieme"". 
“Voglio ringraziare il presidente del Consiglio, Mario Draghi per aver dato una svolta nel rapporto tra le Regioni e lo Stato centrale. Un sistema istituzionale di integrazione e di confronto che auspico diventi strutturale per affrontare le situazioni emergenziali, come è stata quella del Covid e quale è quella dei profughi provenienti dall’Ucraina”, ha sottolineato il Presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, nel corso della riunione operativa di coordinamento dedicata all’emergenza profughi causata dalla guerra in Ucraina a cui ha partecipato presidente del Consiglio Mario Draghi, oltre al capo del Dipartimento della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio, al vicepresidente dell’Anci Matteo Biffoni, al presidente della Provincia Autonoma di Trento e coordinatore per la Protezione civile nella Conferenza delle Regioni Maurizio Fugatti, ai prefetti di Trieste e Udine, Annunziato Vardè e Massimo Marchesiello, e al vicegovernatore con delega alla Protezione civile Riccardo Riccardi. Fedriga, dopo aver ringraziato i volontari della Protezione civile Fvg impegnati nell’allestimento del campo di Michalovce in Slovacchia, ha ribadito l’importanza del modello instaurato nei rapporti tra le Regioni e il Governo connotato da una efficace integrazione tra le politiche nazionali e quelle locali.
Un rapporto, come ha sottolineato Fedriga, fondato anche sul livello di condivisione che le Regioni hanno dimostrato di conseguire all'interno della Conferenza con il 98 per cento delle scelte votate all’unanimità.
A tal riguardo lo stesso presidente Draghi ha parlato di un’unità d’intenti come “patrimonio istituzionale da conservare”. Il Capo del Governo ha poi definito “commovente” la manifestazione d’affetto ricevuta dai volontari della Protezione civile Fvg al momento della partenza del convoglio di farmaci e dispositivi sanitari verso la città di Suceava, in Romania.
Da parte sua il vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi ha sottolineato come il flusso dei profughi sia connotato dal fatto che si tratta per lo più minori e donne e quindi rappresenta una specificità alla quale va dato un determinato tipo di risposta. “Adesso - ha spiegato Riccardi -, come stiamo facendo, bisogna mettere a punto la sicurezza sanitaria delle persone che stanno arrivando in un quadro istituzionale di grande collaborazione e di unità d’intenti”. Nel corso della riunione è stata fatto un collegamento in videochiamata con il campo allestito dalla Protezione civile Fvg in Slovacchia, a Michalovce, a una trentina di chilometri dal confine con l’Ucraina. Una struttura costituita da 30 tende dove operano 28 volontari e capace di accogliere 250 persone. "A oggi non abbiamo chiarezza sui numeri" relativi ai profughi ucraini in fuga dalla guerra "da qui in prospettiva, perché è molto dinamica la situazione. L'Unione Europea parla di più di 4 milioni di persone fuggite dall'Ucraina: principalmente vanno nei paesi limitrofi ma ci aspettiamo un aumento", ha sottolineato il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. "Questo aumento - ha aggiunto Fedriga - deve essere declinato dal punto di vista dell'accoglienza nel nostro paese, se si presentera', e dal punto di vista della richiesta di sanita'" e della tutela dei minori, in particolare di quelli non accompagnati, che rientrano in una fascia d'eta' "totalmente diversa", piu' bassa, rispetto a quella di chi arriva "con l'immigrazione che abbiamo subito fino a ora".
Nel corso della riunione è stata fatto un collegamento in videochiamata con il campo allestito dalla Protezione civile regionale in Slovacchia, a Michalovce, a una trentina di chilometri dal confine con l'Ucraina. Una struttura costituita da 30 tende dove operano 28 volontari e capace di accogliere 250 persone.
Anche il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, è intervenuto al Comitato di protezione civile riunito a Palmanova.  La protezione civile è un sistema - è stato sottolineatp nell'incontro - che mette assieme Stato e territori. E che ancora una volta, di fronte all’emergenza Ucraina, sta dando risposte efficaci ed efficienti, confermando l’alleanza tra Dipartimento nazionale e Regioni e Province autonome: una unità d’intenti confermata anche da iniziative come la colonna mobile del Trentino e dell’Alto Adige, partita questa mattina per portare sostegno in Moldavia alla popolazione ucraina in fuga dalla guerra.
Ringraziando il presidente Maurizio Fugatti per il ruolo di coordinamento del Trentino nell’ambito della Commissione di protezione civile della Conferenza delle Regioni, Curcio ieri ha ricordato la partenza avvenuta della colonna mobile della protezione civile del Trentino e dell’Alto Adige diretta a circa 30 chilometri da Chișinău, capitale della Moldavia, ad appena 180 chilometri da Odessa. Con un carico di 17 container di materiale per l’allestimento di un campo di accoglienza per le persone che varcano le frontiere ucraine, oltre a 1 container di beni alimentari donati dalla Caritas.
Sottolineando la disponibilità del Trentino nell’ambito del sistema di protezione civile e nella solidarietà al popolo ucraino, il presidente Fugatti ha ribadito la capacità degli operatori e dei volontari del nostro territorio di rendersi disponibili, al servizio delle persone in difficoltà. Come hanno fatto coloro che stanno viaggiando alla volta della Moldavia, mettendo competenze e capacità organizzative per un’operazione di solidarietà che esprime il senso autentico dell’autonomia trentina.
Presente per il Trentino anche il dirigente Raffaele De Col, componente del comitato operativo ristretto per l’Emergenza Ucraina, nonché responsabile tecnico della Commissione di protezione civile della Conferenza delle Regioni e Province autonome.


( red / 22.03.22 )

Documento della Conferenza delle Regioni del 16 marzo

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Farmaci: distribuzione "diretta" e "per conto", osservazioni e proposte

(Regioni.it 4260 - 22/03/2022) La Distribuzione per Conto (DPC) è una forma di dispensazione diretta dei farmaci inclusi dall’AIFA nel prontuario ospedale-territorio (PHT), ai sensi dell’art. 8 della Legge 405/2001, effettuata da parte delle farmacie convenzionate.
I farmaci di classe A/PHT in DPC sono forniti su prescrizione specialistica con piano terapeutico, ad eccezione di alcuni farmaci tra cui le eparine a basso peso molecolare (ATC B01AB antitrombotici). In presenza di un piano terapeutico, tra quelli previsti dalla normativa vigente nazionale o regionale, il Medico di Medicina Generale (MMG) o il Pediatra di Libera Scelta (PLS) hanno facoltà di seguire il paziente nella continuazione della terapia, compilando le successive prescrizioni.
Su questi temi, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, il 16 marzo ha approvato un Documento (che si riporta di seguito) che è stato illustrato in audizione il 22 marzo dalla Vicepresidente della Regione Lombardia, Letizia Moratti (vedi notizia precedente) ed è stato inviato ad  Emanuela Corda (Presidente della Commissione Parlamentare per le questioni regionali)
Premessa 
- Il quadro normativo della Distribuzione diretta e canali distributivi
- Conclusioni, proposte ed innovazioni “Cure Domiciliari e Telemedicina PNRR”
L’attuale normativa prevede tre ambiti di setting assistenziale in relazione alle diverse terapie farmacologiche.
Da questo deriva la classificazione dei farmaci effettuata da AIFA e la correlata modalità distributiva
Area H (farmaci classificati H) ovvero della terapia Ospedaliera i cui medicinali sono distribuiti esclusivamente dalla farmacia ospedaliera o al Servizio farmaceutico territoriale di ASL ai pazienti ospedalizzati in regime ordinario o day hospital, in ospedalizzazione domiciliare o in setting ambulatoriali dedicati,
Area H-T (farmaci classificati A-PHT) ovvero della presa in carico e della continuità terapeutica, tra l’Ospedale e il Territorio il cui strumento è il PHT (Prontuario della Distribuzione Diretta) 
Area T (farmaci classificati A) ovvero della cronicità o anche di terapie a breve termine per le situazioni cliniche che non richiedono l’ospedalizzazione, il cui strumento è il PFN (Prontuario Farmaceutico Nazionale) e distribuzione, come da Convenzione, da parte delle farmacie pubbliche e private.
L’erogazione diretta dei farmaci, nelle sue diverse forme organizzative descritte nel DL 347/2001 convertito con legge 405/01, è una modalità di erogazione di farmaci, per la somministrazione al domicilio dell’assistito, acquistati direttamente dal sistema sanitario tramite le procedure ad evidenza pubblica che consentono l’acquisto al prezzo più conveniente a fronte di quantitativi predeterminati derivanti da una idonea programmazione dei fabbisogni. Il Servizio sanitario regionale acquista i farmaci con procedure centralizzate la cui base d’asta è rappresentata o dal prezzo massimo di cessione al SSN (comprensivo delle scontistiche obbligatorie e negoziate) o da un benchmark con le stazioni appaltanti di altre Regioni.
Tale modalità non si limita a ottenere gli sconti di legge ma attiva una reale concorrenza alla scadenza del brevetto, tra originatore e generici o biosimilari con risparmi sul prezzo di acquisto che possono superare il 50%.
La leva economica generata dalla distribuzione diretta risulta vitale per la sostenibilità del sistema e per garantire l’innovazione, ed è coerente con la necessità della continua ricerca dell’equilibrio dei volumi di spesa farmaceutica delle Regioni e consente l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse economiche pubbliche a beneficio della presa in carico del maggior numero di assistiti.
In base a quanto previsto dalla normativa vigente, la distribuzione diretta può essere organizzata secondo diversi modelli
Il primo consiste nella erogazione del medicinale all’assistito per farmaci classificati in A e classe H attraverso i servizi farmaceutici delle Aziende Sanitarie senza nessun onere aggiuntivo per l’attività professionale erogata dai Farmacisti del SSN e svolta nella complessiva gestione delle funzioni quotidiane.
L’erogazione diretta è una forma di erogazione che consente di assistere con maggiore qualità il paziente in termini di conoscenza complessiva dei farmaci, di farmacovigilanza, di controllo della capacità del paziente di seguire la terapia prescritta e di un rapporto continuo tra il farmacista che eroga e il paziente che ritira il farmaco. Sono diverse le esperienze di letteratura in questo senso. Nella convenzionata e DPC il paziente è libero di recarsi presso qualsiasi farmacia e quindi viene meno – anche per legge – la possibilità di creare un rapporto di continuità dell’erogazione dei farmaci tra una stessa farmacia e uno stesso cittadino.
La distribuzione diretta risulta particolarmente efficace nelle terapie di esclusiva pertinenza specialistica in centri di riferimento individuati dalle Regioni (come previsto dalla normativa AIFA) e che richiedono una verifica della compliance del  paziente e un monitoraggio del profilo di  beneficio/rischio e di sorveglianza epidemiologica  dei nuovi farmaci che viene assicurata dalla “cornice clinico assistenziale della Struttura Sanitaria che gestisce in una ottica complessiva il controllo diagnostico terapeutico, la prescrizione specialistica e l’erogazione” appropriata del farmaco al paziente.
Nell’ambito di un adeguata procedura organizzativa adottata nei vari contesti regionali, non si crea alcun disagio al paziente, ma anzi si realizza una presa in carico congiunta medico-farmacista con un beneficio potenziale, in quanto vengono contestualmente garantite il follow-up clinico da parte dello Specialista e la distribuzione contemporanea e diretta del farmaco da parte dei Farmacista Ospedaliero/di ASL.
La stessa norma prevede un altro modello distributivo che si basa, invece, su un accordo tra Regione/ASL e distributori (grossista e/o farmacia) per distribuzione per conto, DPC, sia per farmaci A-PHT sia per farmaci di fascia A, correlati a specifiche patologie croniche con la possibilità di sviluppare/implementare programmi di educazione, informazione e raccolta dati in farmacie convenzionate con fidelizzate dei singoli pazienti.
I medicinali vengono generalmente acquistati dalle ASL/Regioni ma distribuiti all’assistito, per loro conto, dalle farmacie di comunità.
La distribuzione dei farmaci per conto delle Aziende sanitarie (DPC) è, pertanto, una forma di erogazione diretta che prevede l’aggiunta al costo di acquisto ospedaliero del farmaco, del costo per il servizio svolto dal farmacista di comunità (remunerazione del farmacista) definito da specifici accordi regionali in base agli obblighi di servizio che il farmacista assume in quanto convenzionato con il servizio sanitario nazionale.
Tale forma di erogazione si è sviluppata in modo consistente nell’arco di un decennio ed è ampiamente diffusa nei diversi territori regionali, con elenchi difformi e diverse fasce remunerative, ma con finalità comuni volte a:
- garantire la continuità assistenziale, mediante la creazione di un’area terapeutica tra la terapia intensiva (ospedale) e la cronicità (medicina territoriale);
- agevolare l'accesso ai medicinali da parte di specifiche categorie di farmaci e di pazienti;
- salvaguardare la gestione finanziaria del Servizio Sanitario Nazionale, mediante il contenimento della spesa farmaceutica
Uno dei luoghi da privilegiare per lo sviluppo dell’erogazione diretta garantendo la prossimità è l’ambito della caratterizzazione e sviluppo dell’assistenza territoriale anche secondo le linee progettuali sostenute dal PNRR - Missione 6. Reti di prossimità, strutture di telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale - ed esplicitate nel DM. 71.
La distribuzione diretta da parte delle farmacie delle strutture sanitarie regionali dovrebbe potrebbe inserirsi in tale processo attraverso l’home delivery che potrà prevedere l’erogazione di Farmaci a domicilio del paziente o direttamente presso le Case di Comunità o Ospedali di comunità e si integra quindi in modo coerente con il Nuovo Piano Territoriale del PNRR delle Cure domiciliari e di telemedicina con la creazione degli Ospedali di Comunità e Case della Comunità (MMG-Infermieri-Specialistica) e con la Cabina di Regia rappresentata dalle COT (Centrali Operative Territoriali).
Tra i principali vantaggi della DPC si evidenzia la scontistica analoga a quella della diretta e la prossimità di accesso per il cittadino. Tra gli svantaggi la difficoltà di instaurare un monitoraggio dell’aderenza alla terapia, perché l’assistito può rivolgersi a qualsiasi farmacia per ritirare il farmaco, non necessariamente la stessa, e il fatto che non è una attività obbligatoria delle Farmacie, ma deve essere negoziata attraverso specifici accordi con le Associazioni sindacali. Questo ultimo aspetto va attentamente considerato prima di ipotizzare che la DPC diventi attività sostitutiva della distribuzione diretta: la DPC può essere solo complementare alla distribuzione diretta, perché per sua natura non è una attività che possa essere permanentemente garantita.
Al fine di promuovere una omogeneità di cura su tutto il territorio nazionale, le Regioni propongono di individuare dei criteri tecnico-organizzativi - quali ad esempio l’uso cronico o ricorrente rivolto a patologie che richiedono una più qualificata presa in carico assistenziale; consumi diffusi in modo capillare con volumi tali da consentire di governare al meglio gli aspetti logistici della DPC; entità complessiva dei consumi e della spesa, e spesa a singola confezione tali per cui la realizzazione del vantaggio economico che si realizza con le procedure a evidenza pubblica giustifica l’adozione del diverso sistema distributivo che possano condurre a uniformità della lista dei prodotti erogati in DPC, considerato anche l’avvio della prescrizione dematerializzata in DPC su tutto il territorio nazionale.
Infine, la mancanza di una remunerazione unica su tutto il territorio nazionale rappresenta una criticità che andrebbe superata con una tariffa massima unica nazionale, in analogia a quanto è stato previsto per alcuni servizi in farmacia come la somministrazione di vaccini o l’esecuzione dei test antigenici considerando purtuttavia l’insieme dei servizi svolti dalle farmacie al fine di non esitare – laddove possibile - nella frammentazione della remunerazione dei singoli servizi erogati nell’ambito della farmacia dei servizi e quindi a garanzia della sostenibilità economica del sistema sanitario ipotizzando anche la transizione verso la valorizzazione di un servizio reso dalla farmacia per paziente laddove l’insieme dei servizi erogati sia più esteso o complesso.
Roma, 16 marzo 2022


( red / 22.03.22 )

Documento della Conferenza delle Regioni del 16 marzo

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Proposte per compensare gli effetti della crisi Ucraina–Russia sul comparto agricolo ed agroalimentare italiano

(Regioni.it 4260 - 22/03/2022) La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nella riunione del 16 marzo, ha approva un documento di proposte per compensare gli effetti della crisi Ucraina-Russia sul comparto agricolo, agroalimentare e della pesca, approvato nella seduta della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 16 marzo 2022. Il testo (che si riporta di seguito) è stato poi inviato al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli che tra l'altro aveva avuto modo di confrontarsi con gli Assessori del settore il 10 marzo nella sede della Conferenza delle Regioni.
Il comparto agricolo ed agroalimentare italiano che intravvedeva primi segnali di ripresa si è trovato in questo inizio di 2022 a fare i conti con una crisi generalizzata dovuta all'incremento dei costi di produzione, principalmente collegato ai costi energetici e delle materie prime, aggravata dal conflitto apertosi tra Russia e Ucraina.
Il conflitto si è inserito in un contesto di turbolenza dei mercati delle commodities (cereali, oleoproteaginose) paragonabile a quello della crisi del 2008; turbolenze originate da più cause di natura politica, congiunturale e anche di tipo speculativo, che rendono l'Italia estremamente vulnerabile per il grado di dipendenza dall'estero per gli approvvigionamenti dei principali cereali (grano e mais in particolare), nonché della soia e del girasole. Tra l’altro il perdurare delle ostilità con il blocco dell'export di fertilizzanti e di cereali da parte di Russia, Ungheria e Bulgaria, i mancati raccolti in Ucraina, l'assenza di mangimi, rischia di determinare una vera e propria crisi alimentare nei Paesi del Mediterraneo che dipendono in modo netto dal grano prodotto in Ucraina, e di innescare un effetto domino su tutto il settore agroalimentare.
L’Ucraina è il quarto produttore al mondo di cereali e importante fornitore per l’Italia di mais e soia e grano, alimentando rispettivamente le filiere zootecnica e della pasta e dei prodotti da forno. Mais e soia sono presenti in tutte le razioni zootecniche per bovini da latte, da carne, suini e pollame da carne o ovaiole. La mancanza di queste tre importanti commodities rischia di impattare sia sulle produzioni agroalimentari d’eccellenza (pasta, salumi, formaggi, ecc), ma anche sulle produzioni comuni di carne, latte e pane.
La coltivazione di queste colture permette un solo raccolto all’anno avendo precisi periodi di semina e di raccolta. Questo significa che in Ucraina non si potrà raccogliere il grano seminato in ottobre e sarà praticamente impossibile seminare il mais. La mancata produzione ucraina 2022 genererà una fortissima penuria sia sul mercato mondiale e sia nei mercati di riferimento dell’Ucraina, tra i quali quello italiano.
Nelle intenzioni della Commissione Europea, la strategia della Politica Agricola Comune (PAC), il Green Deal (l'accordo per l'ambiente orientato alla neutralità carbonica) e la strategia Farm to Fork, spingendo a ridurre l'uso di fertilizzanti e finanziando prodotti alternativi sostenibili attraverso la riduzione dell'uso di presidi fitosanitari e le produzioni biologiche, conterrebbero già le risposte adatte a risolvere la crisi alimentare, senza rinunciare alla tutela ambientale. Purtroppo, la situazione è ben diversa, come dimostrato da diversi studi in materia: la politica di incentivo a sistemi agricoli poco produttivi e economicamente insostenibili va riscritta. Questa crisi ha cancellato tutte le previsioni di un graduale ritorno alla normalità dopo la pandemia, introducendo nuovi elementi di instabilità economica e l'aumento generalizzato di tutte le materie prime e dell’energia. Oltre a mettere a rischio la sicurezza alimentare, sta progressivamente e rapidamente erodendo la redditività dell'attività economica su tutta la filiera produttiva ma, in particolare, dell’anello più debole minandone la sopravvivenza
Inoltre, va considerato che l’elemento caratterizzante in negativo per la filiera agroalimentare ed il settore agricolo, rispetto agli altri comparti economici, in particolare, è la debolezza storica e la difficoltà strutturale nello “scaricare a valle” gli incrementi dei costi di produzione.
Per salvaguardare la capacità produttiva agricola e alimentare europea nonché la sicurezza alimentare della popolazione è urgentissima la revisione delle politiche agricole europee nella direzione di una massimizzazione delle produzioni sia attraverso la messa in campo di tutte le tecnologie più avanzate per adottare sistemi agricoli efficienti, sia di misure eccezionali capaci di renderci il più possibile indipendenti. Il periodo delle semine è imminente e la stagione non va persa per limitare i danni. Per rendere effettiva la possibilità di seminare sulle superfici rese disponibili è anche necessario adottare azioni per ridurre i costi anche con interventi su alcune norme in vigore.
È pertanto necessario ed urgente attivare un insieme coordinato di azioni a sostegno del settore e delle imprese e, a tal fine, si formulano le seguenti richieste e proposte:
- Revisione della PAC 2022 e del PSN 23-27 e posticipo al 2024 della sua entrata in vigore.
Le Regioni ritengono necessaria una profonda revisione della PAC e del PSN 23-27 che, pur con la dovuta attenzione ai temi ambientali, riorienti il focus del sostegno sulla sicurezza alimentare intesa anche come garanzia dell’approvvigionamento. In relazione a ciò si ritiene necessario che l’entrata in vigore del PSN 23-27 sia procrastinata quantomeno al 1.1.2024, confermando nel frattempo il sistema attuale con alcune modifiche intese ad incrementare la produttività agricola onde sopperire ai fabbisogni interni. Si propone in particolare, per disporre già entro aprile, di maggiori superfici per le semine primaverili, la disapplicazione urgente delle superfici a riposo nell’ambito delle EFA e degli obblighi di avvicendamento/diversificazione colturale, nonché di incentivi per i secondi raccolti, il ripristino a coltura delle aree protette.
Si chiede di valutare altresì l’eventuale conversione di alcune tipologie di prati permanenti.
Si propone inoltre di integrare nei vigenti Regolamenti istitutivi dei Programmi di Sviluppo Rurale una Misura di sostegno per fronteggiare l’incremento generalizzato dei costi, analoga alla Misura 21 attuata per gli effetti dell’emergenza Covid-19, da finanziare con un nuovo e specifico strumento europeo, analogo all’European Recovery Instrument. È necessaria inoltre una maggiore flessibilità di spesa per la programmazione 2014-2022 nei casi in cui gli obiettivi (N+3) non vengano raggiunto per la mancata realizzazione degli interventi dovuta a carenza e a costi maggiorati delle materie prime.
Con riferimento alle risorse accantonate dagli agricoltori attraverso fondi di mutualità, in deroga alle disposizioni normative dello sviluppo rurale e delle OCM è opportuno prevedere nuove opportunità di utilizzo di dette risorse in difesa ed a sostegno delle rispettive filiere produttive.
Si propone inoltre, di potenziare il sostegno alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da FER per l’autoconsumo e per la vendita nonché la realizzazione di interventi di efficientamento energetico, richiedendo nel contempo una coerente integrazione di risorse.
- Deroga alla disciplina degli aiuti di Stato per l'agroalimentare.
L’aumento dei prezzi dovuti ai rincari produttivi derivanti dalla crisi richiede strumenti normativi italiani ed europei di grande impatto. A tal fine, alla luce del concomitante permanere degli effetti dell’emergenza Covid-19 si ritiene necessario che il Quadro temporaneo per le misure di aiuto Covid-19 - applicabile anche al settore – venga prorogato a tutto il 2023, con un conseguente proporzionale incremento del relativo budget. In alternativa si chiede la definizione di un nuovo Quadro temporaneo specifico per questa emergenza, che tenga in debita considerazione il settore agricolo e agroalimentare. La questione ha carattere di urgenza in considerazione del fatto che si stanno definendo, tra l’altro, i provvedimenti per l’anticipazione dei pagamenti della PAC da cui potrebbero risultare escluse, per effetto dell’applicazione del de minimis diverse aziende agricole.
È necessario altresì prevedere:
- speciali aiuti in compensazione dei maggiori costi di lavorazione e trasformazione sostenuti dalle organizzazioni dei produttori agricoli anche attraverso nuove misure di gestione del rischio;
- la possibilità di riconoscere gli aiuti di fiscalità sugli oneri previdenziali per le aziende agricole e agroalimentari che operano in zona svantaggiata, ai sensi del quadro temporaneo anziché in regime deminimis agricolo per consentire un rapido recupero dei pagamenti arretrati o sospesi.
- Provvedimenti nazionali immediati per favorire la liquidità per le imprese.
In questa fase emergenziale si ritiene necessario attivare specifiche misure volte a favorire il ripristino di adeguati livelli di liquidità presso le imprese mediante:
1. lo sblocco di tutti i pagamenti a favore degli agricoltori arretrati sospesi presso l’Amministrazione (es. pagamenti misure a superficie dell’anno 2019, 2020 e 2021 e comunque di tutte le domande cosiddette “domande campagne pregresse);
2. l’anticipazione strutturale dell’erogazione della domanda unica;
3 l’attivazione di specifiche misure nazionali di sostegno diretto (sul modello della misura 21 del PSR) sia per l'agricoltura che per la pesca;
4 interventi per favorire l’accesso al credito agevolato da parte delle imprese tramite ISMEA;
5. interventi specifici per la ristrutturazione dei debiti delle imprese agricole e agroalimentari;
6. moratoria dei mutui;
7. consentire la cumulabilità delle misure del FEASR e FEAGA con il credito d’importa così come avviene per gli altri aiuti di stato e per i fondi FESR e FSE;
8. sospensione di nuovi regimi sanzionatori, quali quelli previsti dalle nuove diposizioni per le dichiarazioni obbligatorie nei settori del latte bovino e di quello ovi-caprino, e delle misure di recupero messe in atto da AGEA verso le aziende zootecniche (pregressi sulle “quote latte”).
In tale contesto è necessario rivedere anche gli interventi previsti dal PNRR e dal fondo complementare ad esempio orientando le misure di sostegno ai contratti di filiera nei confronti dei settori maggiormente colpiti dalla crisi.
- Interventi nazionali sui costi energetici.
È necessario che il Governo intervenga subito per la riduzione delle accise sul carburante e dell’IVA per il settore agricolo e per quello della pesca. Nel perdurare di questo stato di crisi è necessario anche prevedere l’attivazione di forme di sostegno per sopperire ai costi per l'energia delle imprese più colpite.
Per quanto riguarda il gas e l’energia elettrica, vanno sterilizzati gli oneri di sistema e azzerata la componente imposte per le imprese agricole, le imprese agroalimentari, i Consorzi di bonifica e gli Enti irrigui. Va rivisto il meccanismo di regolazione dell’energia elettrica autoprodotta da tali soggetti, rendendo almeno paritetico lo scambio tra energia immessa in rete ed energia prelevata dalla rete.
Inoltre, è necessaria la tempestiva attivazione degli interventi del PNRR volti alla produzione di energie rinnovabili da parte delle imprese agricole, nel caso di reimpiego aziendale e senza consumo di suolo agricolo, semplificando al massimo le regole e le condizioni di accesso (possibile installazione anche su strutture quali serre o similari) ed accelerando/eliminando ogni procedura autorizzatoria al riguardo.
Per quanto riguarda il settore forestale si ritiene opportuna una riflessione sulla valorizzazione delle risorse che sarà possibile attivare per lo sviluppo della filiera legno-energia, attenta alla sostenibilità ambientale, ma cosciente della potenzialità, specie per le aree interne, di una risorsa al momento sottoutilizzata con gravi ripercussioni sugli effetti di rischio per il dissesto e gli incendi boschivi. Occorre incentivare e sostenere la gestione sostenibile delle superfici forestali in grado di generare una economia a sostegno del comparto energetico oltre che in grado di contenere e ridurre gli import di materiale dai paesi dell'est per gli scopi energetici (pellet, cippato) e per impieghi strutturali.
- Misure di sostegno a determinate produzioni agricole.
L’incremento dei costi di produzione e le tensioni sui mercati internazionali conseguenti al conflitto rendono necessario puntare nel breve periodo ad un maggior grado di autoapprovvigionamento e, in tal senso, è necessario prevedere il sostegno a tutte colture cerealicole e industriali destinate all’alimentazione umana e zootecnica, eventualmente anche mediante una revisione del sostegno accoppiato nell’ambito della PAC, nonché per i settori più colpiti, come per esempio la produzione lattiera casearia in montagna.
Per l’agricoltura di montagna, la situazione richiede inoltre un cambio di prospettiva radicale riguardo alla gestione dei grandi carnivori, posto che nei territori di montagna in tempi di crisi la zootecnia è imprescindibile per assicurare l’approvvigionamento alimentare.
Tra le misure da adottare per fare fronte alle difficoltà provocate dal conflitto anche in relazione all’approvvigionamento di fertilizzanti, andrebbe introdotta una definizione apprezzabile di biodigestato equiparato. La suddetta novità, fortemente voluta dal mondo agricolo e che andrebbe a equiparare il digestato con i fertilizzanti di origine chimica, costituirebbe un importante vantaggio anche per sopperire ai blocchi imposti all’importazione.
Altre misure emergenziali utili in questa delicata fase dovrebbero riguardare:
- la deroga al limite dei 170 kg/Ha di azoto (N) nelle zone vulnerabili ai nitrati sino al massimo assorbimento delle colture in campo (MAS) attraverso regole di uso efficiente degli effluenti zootecnici;
- il posticipo dell’entrata in vigore delle misure contenute nella Strategia Farm to fork che prevedono una ulteriore riduzione del 50% dei presidi fitosanitari entro il 2030. La mancanza di presidi per la protezione delle piante sta già comportando e avrà un effetto sulla riduzione delle produzioni di pieno campo e su quelle ortofrutticole.
Roma, 16 marzo 2022


( red / 22.03.22 )

+T -T
PNRR: Fioroni, puntare sulla pianificazione ed evitare la frammentazione coinvolgendo le Regioni

Articolo su "Riparte l'Italia"

(Regioni.it 4260 - 22/03/2022) Michele Fioroni (Assessore Sviluppo economico della Regione Umbria) è intervenuto nel  Think Tank Quotidiano "Riparte l’Italia", piattaforma web che raccoglie contributi di idee e ricerche per superare la crisi in atto. L'argomento trattato dall'assessore umbro riguarda le "Politiche industriali e il Pnrr" rispetto all’assenza di pianificazione e al rischio della frammentazione.
"Si è molto parlato in questi giorni di politica energetica e di come questa abbia bisogno di pianificazione. Un’analisi dura ed impietosa quella emersa sul nostro paese, ma anche sull’Europa" scrive Fioroni. "Siamo un paese trasformatore, che genera ricchezza trasformando materie prime e utilizzando fonti energetiche provenienti da altri paesi. Peccato che per energia e materie il nostro paese, non solo non abbia autosufficienza, ma dipenda da un numero ristretto di fornitori". E "Dipendere per il 40% del gas e il 20% del petrolio dalla Russia, era un rischio noto. Eppure in questi anni, anche a livello europeo, poco è stato fatto sia per ridurre la dipendenza dalla Russia, sia per revisionare il mix energetico piuttosto che cercare nuove modalità per favorire l’autosufficienza".
Nel suo articolo Fioroni fa una disamina dello scenario intenazionale rispetto alle politiche energetiche ed industriali con un focus sulla pianificazione dell’Oriente:  i piani quinquennali, l'espansione della Cina e gli investimenti in Africa e Sudamerica, il vaccino cinese Sinovax.

"E’ evidente - scrive Fioroni - che se dovessimo limitarci a osservare lo scenario appena tracciato con occhio impietoso, sembrerebbe già tutto scritto. Una guerra già persa, non fatta di bombe e carri armati, ma di cinica pianificazione. L’Europa ha cercato, con gli strumenti di programmazione settennali, di costruire un modello di pianificazione che si concentrasse su obiettivi comuni e precisi che peccano tuttavia, per eccessivo genericità. La forza del modello di pianificazione cinese sta proprio nella specificità degli obiettivi alla base del piano. Non si parla di favorire la transizione della mobilità verso modelli più sostenibili, ma di acquisire in cinque anni la supremazia mondiale sul mercato della auto elettriche. Concentrazione degli obiettivi e massa critica, questo il segreto".
Per questo - aggiunge l'assessore dellUmbria - non possiamo perdere la sfida del PNRR, lo strumento di pianificazione forse più simile a quello cinese. Poche priorità ma ben delineate, modalità d’attuazione chiare e poca frammentazione, la partita si giocherà tutta qui. Il modello dei bandi messo in campo dal governo non sembra per ora andare del tutto in questa direzione. Già la spartizione delle misure tra i ministeri è elemento che genera confusione. Un esempio su tutti, l’energia è tema dello sviluppo economico o della transizione verde? Piuttosto che, il trasferimento tecnologico riguarda le imprese o le università. Il rischio che il nostro PNRR cerchi più un equilibrio tra ministeri e ministri, piuttosto che traiettorie di sviluppo è evidente. Per inciso, aver tolto energia e commercio estero dallo sviluppo economico, un errore madornale.
"Se pensiamo che il successo del nostro piano debba passare attraverso la capacità dello scarico a terra degli 8.000 comuni italiani i dubbi sull’attuazione rimangono tanti. Piuttosto che frammentare le misure tra una pletora di Enti - rimarca Fioroni - sarebbe opportuno cercare un maggiore coinvolgimento delle Regioni, l’equivalente degli Stati americani e  delle province cinesi, unici soggetti istituzionali avvezzi con gli strumenti di una programmazione a medio lungo termine, quella dei settennati europei.
Se pensiamo inoltre a come negli ultimi anni la legge di bilancio sia stata di fatto l’unico strumento di programmazione nel nostro paese ci rendiamo conto di come l’attuale classe politica si sia prevalentemente concentrata su una visione  di breve periodo, più simile a una trimestrale di cassa di un’azienda che alla pianificazione economica ed energetica.
Appare evidente - conclude Fioroni - che sarà nei sistemi di pianificazione il terreno di contesa per un nuovo ordine mondiale. Una guerra non  ancora persa, ma la strategia va cambiata senza troppi compromessi, equilibri istituzionali e politici, o non ci sarà scampo".

 
 


( red / 22.03.22 )
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