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Farmaci: Aifa, cresce distribuzione "per conto", cala "diretta"
(Regioni.it 4246 - 01/03/2022) Negli ultimi anni "è stato riscontrato uno spostamento" della distribuzione dei farmaci attraverso il canale per conto, cioè tramite le farmacie convenzionate, "a svantaggio della distribuzione diretta", ovvero quella che avviene attraverso le strutture sanitarie. I dati, infatti, mostrano, "dal 2018 al 2021, un aumento dell'utilizzo del canale distribuzione per conto e una diminuzione del ricorso alla distribuzione diretta di classe A", che comprende i farmaci essenziali e per le malattie croniche.
Così Francesco Trotta, dirigente Ufficio Monitoraggio della spesa farmaceutica dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), durante l'audizione in Commissione Affari sociali della Camera, nell'ambito dell'indagine conoscitiva su 'distribuzione diretta' e 'per conto'. "La distribuzione diretta e la distribuzione per conto", ha spiegato, "hanno un valore complessivo in termini economici di oltre 8 miliardi, che corrispondono ad acquisti fatti dal Servizio sanitario nazionale, e presentano una diffusione eterogenea sul territorio. Ci sono regioni che hanno una distribuzione diretta spinta, tra cui è evidenziata l'Emilia-Romagna, in cui arriva a un'incidenza del 90% sul totale". Per renderle comparabili, ha proseguito, bisogna concentrarsi sulla distribuzione diretta di fascia A (ovvero farmaci non somministrati direttamente in ospedale, che sono invece detti di fascia H) e che riguarda i farmaci per malattie croniche: "su 6,6 miliardi, il valore della spesa per i pazienti cronici vale 4 miliardi". La distribuzione per conto, invece, vale circa 2,1 miliardi e comprende, ad esempio, "nuovi anticoagulanti orali, antidiabetici, immunosoppressori e alcuni antitumorali". Al momento, ha concluso l'esperto Aifa, "non ci sono evidenze di una differente compliance, o aderenza del paziente alla terapia, rispetto alle due modalità di distribuzione, ma vogliamo condurre approfondimenti specifici per capire se la modalità di erogazione possa influenzare, in un modo o in un altro, l'aderenza al trattamento prescritto".
Così Francesco Trotta, dirigente Ufficio Monitoraggio della spesa farmaceutica dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), durante l'audizione in Commissione Affari sociali della Camera, nell'ambito dell'indagine conoscitiva su 'distribuzione diretta' e 'per conto'. "La distribuzione diretta e la distribuzione per conto", ha spiegato, "hanno un valore complessivo in termini economici di oltre 8 miliardi, che corrispondono ad acquisti fatti dal Servizio sanitario nazionale, e presentano una diffusione eterogenea sul territorio. Ci sono regioni che hanno una distribuzione diretta spinta, tra cui è evidenziata l'Emilia-Romagna, in cui arriva a un'incidenza del 90% sul totale". Per renderle comparabili, ha proseguito, bisogna concentrarsi sulla distribuzione diretta di fascia A (ovvero farmaci non somministrati direttamente in ospedale, che sono invece detti di fascia H) e che riguarda i farmaci per malattie croniche: "su 6,6 miliardi, il valore della spesa per i pazienti cronici vale 4 miliardi". La distribuzione per conto, invece, vale circa 2,1 miliardi e comprende, ad esempio, "nuovi anticoagulanti orali, antidiabetici, immunosoppressori e alcuni antitumorali". Al momento, ha concluso l'esperto Aifa, "non ci sono evidenze di una differente compliance, o aderenza del paziente alla terapia, rispetto alle due modalità di distribuzione, ma vogliamo condurre approfondimenti specifici per capire se la modalità di erogazione possa influenzare, in un modo o in un altro, l'aderenza al trattamento prescritto".
( red / 01.03.22 )
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