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Ucraina: Regioni mobilitate in un'azione corale di solidarietà
(Regioni.it 4245 - 28/02/2022) "Ho parlato con Fedriga (vedi notizia precedente): stamattina tutte le regioni sono allineate e coperte. Abbiamo il dovere di ospitare cittadini che scappano dalla morte, e anche dalla fame se continuano queste giornate. Auspico che la comunità internazionale si faccia sentire verso un atto intollerabile". Prende una posizione netta Luca Zaia, presidente del Veneto, e lo fa citando Hemingway: "diceva che la guerra è il luogo dove gli uomini peggiori mandano a morte gli uomini migliori. Oggi pomeriggio ci sarà l'assessore alla protezione civile Bottacin che si attiverà in una riunione nazionale, mentre l'assessore alla sanità Lanzarin segue da ieri il tema della sanità".
"Non sappiamo quali saranno i numeri dei profughi in arrivo. Ci sarà una riunione importante con la Protezione Civile nazionale, noi siamo pronti ad aprire 545 posti nei nostri ospedali se vi fosse necessità in via emergenziale, possono diventare anche dormitori per chi non ha parenti". Così il presidente del Veneto, Luca Zaia nel corso del punto stampa sull'Ucraina.
"Grazie ai volontari già pronti, non escludo che se ci dovesse esser il peggio noi potremo chiedere aiuto alle famiglie venete. Si tratta di donne e bambini, non escludo che se poi ci sarà bisogno, con un numero verde, chiederemo le disponibilità delle seconde case. Poi per il cibo ci arrangiamo noi". Luca Zaia non dice no all'ipotesi di chiedere l'aiuto delle seconde case per ospitare i profughi veneti.
"In 48 ore abbiamo lenzuola pulite e riscaldamento nei nostri ospedali di Monselice, Noale e Valdobbiadene pronti ad ospitare i profughi. Spero che il dialogo sia più forte delle bombe, auspico che si trovi una soluzione. Sulle sanzioni ben venga, sanzione diventa un contributo come comunità, cercheremo di consumare di meno. Non possiamo accettare che i bambini siano nei rifugi delle metropolitane e si uccidano i civili, il Veneto c'è. Dobbiamo aiutare queste persone che fuggono dalla morte".
Il presidente elogia il comportamento del Veneto: "ho difficoltà a rispondere a cittadini e imprese e a chi mi sta cercando, mi pare che di consenso la Russia non l'abbia neanche in casa. Dal punto di vista della Comunità internazionale vedo che anche la Svizzera, neutrale di suo, per la prima volta ha aderito al tema della sanzioni. Il che la dice lunga". "Siamo fortemente preoccupati - ha aggiiunto il presidente del Veneto, Luca Zaia - per la situazione una follia criminale all'ennesima potenza, per noi è ingiustificabile un evento bellico in un contesto in cui non c'è nulla che depone a favore così tanta violenza, rischia di diventare un Vietnam per il mondo intero e va fermata con tutti i nostri mezzi: dalle testimonianze personali, esposizione bandiera ucraina o manifestazione pubblica, va fermata. Davanti alle scene che arrivano non possiamo non porci la questione"."Non si possono vedere scene in cui i bambini sono nascosti nei sotterranei coi cateteri, la sanità veneta è pronta a portare aiuto, ne ho già parlato col ministro Di Maio", ha ribadito il presidente del Veneto, Luca Zaia nel punto stampa incentrato sull'emergenza Ucraina. ""Siamo pronti anche con la copertura sanitaria per i profughi - ha aggiunto Zaia - siamo pronti con la profilassi vaccinale". Il nodo, sul fronte di chi fugge dall'Ucraina, sarà la vaccinazione: "Non possiamo chiedere a chi viene da una guerra di andare allo sportello - ha osservato Zaia - Dobbiamo fare "una roba veloce", la copertura sanitaria la diamo, c'è un'interlocuzione nazionale rispetto a quelle che saranno le modalità". "Cercheremo di esser flessibili. Spero che a Roma - ha concluso - non aspettino a riconoscere lo Sputnik, che eroghino un certificato vaccinale allineato".
Anche la Provincia autonoma di Trento sta contribuendo al reperimento di medicinali e sussidi da inviare agli ospedali e alle strutture sanitarie dell'Ucraina, per fronteggiare la situazione di emergenza causata dalla guerra. All'amministrazione provinciale è arrivata infatti una richiesta del Capo Dipartimento della Protezione Civile Nazionale con la quale si richiede la collaborazione delle Regioni e delle Province autonome nell’ambito dell’attività di assistenza umanitaria intrapresa dall’Unione europea a favore delle popolazioni coinvolte.
La Commissione Protezione Civile della Conferenza delle Regioni ha intanto fissato, d’intesa col Dipartimento Nazionale, una riunione tecnica oggi pomeriggio finalizzata ad avviare una ricognizione delle disponibilità dei farmaci e dei materiali sanitari richiesti. Tra le necessità segnalate ci sono il plasma per le trasfusioni, garze sterili, antibiotici, macchinari medici e molto altro ancora. "Abbiamo dato la nostra adesione alla richiesta di fornire aiuti sanitari all'Ucraina - conferma il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti - mentre sul nostro territorio sono già in corso le procedure per accogliere chi fugge dal conflitto”. Il primo gruppo di donne e bambini arrivati ieri sera infatti è stato preso in carico da Cinformi che ha predisposto l'alloggiamento in una delle sue strutture.
Il Presidente della Campania, Vincenzo De Luca , ha reso noto di aver avuto questa mattina un cordiale colloquio con il console generale dell’Ucraina a Napoli Maksym Kovalenko, al quale - ha detto De Luca - "ho ribadito la solidarietà e la piena disponibilità a collaborare e a fornire aiuti concreti. In particolare la Campania è pronta a rendere disponibili farmaci, aiuti alimentari e ad accogliere nelle strutture sanitarie cittadini ucraini e soprattutto i bambini in relazione all'evolversi della situazione. Con il console, che ha ringraziato per la grande solidarietà dimostrata i cittadini campani, saremo ora in stretto contatto per verificare tutte le eventuali esigenze che dovessero manifestarsi per le popolazioni civili e in particolare per i bambini".
La Regione Puglia sta seguendo "tutte le situazioni" relative ai pugliesi bloccati in Ucraina: "ieri - ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ho parlato con il papà di un giovane ballerino di Capurso" che si trova solo a Kiev nel dormitorio dell'Accademia di danza e "gli ho spiegato che in questo momento non arriva e non parte nulla da Kiev". Emiliano ne ha parlato a margine di una conferenza stampa a Bari rispondendo ad una domanda sulla situazione di molti pugliesi che si trovano in Ucraina e chiedono aiuto per poter tornare a casa. "La guerra - haaggiunto - è una cosa terribile, dove tutto è stravolto e non c'è più la possibilità di vivere. Molto peggio del lockdown,infinitamente più drammatica e difficile del lockdown. La guerra è vera, le bombe uccidono, non è un film".
Concetti esplicitati anche dal presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, "Stiamo vivendo qualcosa che non avremmo mai immaginato che potesse accadere, l'attacco alla capitale dell'Ucraina. Credo sia bene affermare che va condannato senza se e senza ma quello sta facendo la Russia, augurandoci che la diplomazia riesca a trovare una via d'uscita nel piu' breve tempo possibile".
"La Sicilia, culla di accoglienza e integrazione, con la generosita' di sempre, e' pronta a ospitare i profughi ucraini costretti a lasciare ogni cosa per fuggire dal conflitto in corso ai confini dell'Europa. Coopereremo - ha detto il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci - con le nove prefetture dell'Isola per fornire collaborazione e coordinare gli aspetti logistici, assieme alla Protezione civile regionale, per la distribuzione di farmaci e di ogni genere di prima necessita' e perche' i profughi possano avere tutta l'assistenza di cui necessitano. Con l'auspicio che, al piu' presto, quanto sta accadendo in Ucraina abbia soluzione positiva e pacifica".
"Condivido la richiesta del presidente ucraino Zelenskyj di essere parte dell'Unione Europea". Lo ha affermato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, esprimendo solidarietà al popolo dell'Ucraina. "La violenza che stanno subendo da un dittatore senza cervello come Putin - ha detto - è qualcosa che ci inorridisce al nostro sentimento comune: la solidarietà, non a caso, in tutta Europa è senza se e senza ma, e noi dobbiamo essere dalla loro parte". Secondo Giani i fatti di questi giorni "dimostrano da che parte sono gli ucraini. Sono parte integrante del popolo europeo, sono parte integrante di chi vuole la libertà, la democrazia e l'autodeterminazione, non possono stare a contatto con la Russia di Putin, e conseguentemente per me l'Ucraina è un paese europeo. Quello che ha detto Ursula von der Leyen, la nostra presidente della Commissione europea, è molto giusto, è molto vero, dobbiamo accogliere la loro richiesta".
"Cercheremo di convertire gli spazi degli alberghi sanitari che avevamo a disposizione per il Covid" in spazi per "l'accoglienza dei profughi", e "cercheremo di inserire nei corridoi umanitari un livello di coordinamento per una raccolta di beni che possano essere trasportati in Ucraina". Lo ha affermato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, che oggi parteciperà alla riunione convocata dal prefetto di Firenze per approntare misure idonee alla prima accoglienza dei cittadini ucraini in fuga. "C'è bisogno chiaramente di medicinali, di viveri e di tutto quello che può sostenere una popolazione stremata", ha detto Giani, a margine di una iniziativa sottolineando che "ci dobbiamo preparare ad una guerra che nell'Ucraina trova impaludati i mezzi e l'offensiva dei russi", e dove "la popolazione ucraina rischia di vivere la propria resistenza a costo di grandi stenti da un punto fisico". Per il Presidente toscano "noi abbiamo già, più di quanto comunemente si pensi, l'Ucraina in Italia. Spesso sono queste donne, le badanti, che sono un fondamentale supporto nelle nostre case, che non hanno mai creato un problema di immigrazione, che sono state solo d'aiuto alle nostre famiglie magari per tenere le persone accanto agli anziani che nella dimensione del lavoro le nostre famiglie non riescono a tenere. Queste persone ora vengono fuori perché con il loro magro stipendio sostenevano in Ucraina le loro famiglie, e ora chiedono l'aiuto per i loro figli che sono lì a combattere, per le donne ed i bambini che si accalcano ai confini".
Le "Regione Liguria - ha scritto in un tweet il presidente della Liguria, Giovanni Toti - c'è per tutte le donne e i bambini in fuga dalla guerra in Ucraina: siamo pronti ad accoglierli, ci siamo messi a disposizione della Protezione Civile Nazionale che a breve ci darà le sue direttive per fornire un aiuto concreto e una speranza a queste famiglie".
Per Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio "L'unità dell'Europa e degli alleati e la fermezza nella condanna dell'invasione cominciano a produrre risultati e hanno portato in queste ore al tavolo di confronto - ha spiegato Zingaretti -. Un pensiero deve andare ai cittadini dell'Ucraina ma anche a tutti quei ragazzi russi, quegli intellettuali che in queste ore con grandissimo coraggio stanno manifestando il proprio dissenso - ha aggiunto Zingaretti -. Non lasciamoli soli perché devono sapere che nel mondo c'è chi guarda a loro cioè a quella parte di Russia che contro le scelte scellerate di Putin vuole aprire un dialogo e condannano a Mosca gli atti del governo".
L'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato, ha detto che "Il sistema sanitario della Regione Lazio è allertato qualora ci fosse bisogno di ospitare pazienti provenienti dall'Ucraina. In attesa delle indicazioni del governo, la sanità del Lazio è pronta".
Il 27 febbraio il presidente della Regione Valle d'Aosta, Erik Lavevaz, durante le celebrazioni per l'anniversario dell'Autonomia valdostana, dello Statuto speciale e della Festa della Valle d'Aosta, ha dichiarato che "Oggi dovrebbe essere un momento di gioia e di festa per gli anniversari della nostra Autonomia e del nostro Stato Speciale" ma "è impossibile essere qui senza avere nella mente e nel cuore i terribili eventi che stanno preoccupando l'Ucraina, l'Europa e il mondo intero. "Tra le bandiere sventolate dalla propaganda di guerra è sorta anche quella dell'autodeterminazione dei popoli", un principio "che ci è caro in Valle d'Aosta, ma che non può essere invocato per giustificare un intervento armato che provoca vittime e traumi civili destinati ad avere gravi conseguenze storiche". Per questo, secondo Lavevaz, "parlare di autonomia oggi significa interrogarsi sul senso profondo del percorso che ci ha portato alla specialità delle istituzioni valdostane", nate "all'indomani di una guerra, un conflitto che aveva minato l'identità stessa della nostra regione". Un percorso "sicuramente faticoso- precisa- necessariamente imperfetto, ma che ci ha insegnato la forza della democrazia e la necessità di lavorare costantemente per trovare equilibrio e dialogo". E prosegue: "Le cronache di guerra ci obbligano a riflettere per capire fino a che punto sia prezioso il patrimonio che abbiamo consolidato nei decenni: un patrimonio di relazioni, rispetto, competenze, mediazioni che ci permettono di riconoscere come assurda la scelta della guerra per risolvere le controversie tra Stati e istituzioni". Perché "dove le istituzioni falliscono, cedendo alla violenza- conclude il presidente-, le persone pagano il prezzo più alto per il fallimento".
"Non sappiamo quali saranno i numeri dei profughi in arrivo. Ci sarà una riunione importante con la Protezione Civile nazionale, noi siamo pronti ad aprire 545 posti nei nostri ospedali se vi fosse necessità in via emergenziale, possono diventare anche dormitori per chi non ha parenti". Così il presidente del Veneto, Luca Zaia nel corso del punto stampa sull'Ucraina.
"Grazie ai volontari già pronti, non escludo che se ci dovesse esser il peggio noi potremo chiedere aiuto alle famiglie venete. Si tratta di donne e bambini, non escludo che se poi ci sarà bisogno, con un numero verde, chiederemo le disponibilità delle seconde case. Poi per il cibo ci arrangiamo noi". Luca Zaia non dice no all'ipotesi di chiedere l'aiuto delle seconde case per ospitare i profughi veneti.
"In 48 ore abbiamo lenzuola pulite e riscaldamento nei nostri ospedali di Monselice, Noale e Valdobbiadene pronti ad ospitare i profughi. Spero che il dialogo sia più forte delle bombe, auspico che si trovi una soluzione. Sulle sanzioni ben venga, sanzione diventa un contributo come comunità, cercheremo di consumare di meno. Non possiamo accettare che i bambini siano nei rifugi delle metropolitane e si uccidano i civili, il Veneto c'è. Dobbiamo aiutare queste persone che fuggono dalla morte".
Il presidente elogia il comportamento del Veneto: "ho difficoltà a rispondere a cittadini e imprese e a chi mi sta cercando, mi pare che di consenso la Russia non l'abbia neanche in casa. Dal punto di vista della Comunità internazionale vedo che anche la Svizzera, neutrale di suo, per la prima volta ha aderito al tema della sanzioni. Il che la dice lunga". "Siamo fortemente preoccupati - ha aggiiunto il presidente del Veneto, Luca Zaia - per la situazione una follia criminale all'ennesima potenza, per noi è ingiustificabile un evento bellico in un contesto in cui non c'è nulla che depone a favore così tanta violenza, rischia di diventare un Vietnam per il mondo intero e va fermata con tutti i nostri mezzi: dalle testimonianze personali, esposizione bandiera ucraina o manifestazione pubblica, va fermata. Davanti alle scene che arrivano non possiamo non porci la questione"."Non si possono vedere scene in cui i bambini sono nascosti nei sotterranei coi cateteri, la sanità veneta è pronta a portare aiuto, ne ho già parlato col ministro Di Maio", ha ribadito il presidente del Veneto, Luca Zaia nel punto stampa incentrato sull'emergenza Ucraina. ""Siamo pronti anche con la copertura sanitaria per i profughi - ha aggiunto Zaia - siamo pronti con la profilassi vaccinale". Il nodo, sul fronte di chi fugge dall'Ucraina, sarà la vaccinazione: "Non possiamo chiedere a chi viene da una guerra di andare allo sportello - ha osservato Zaia - Dobbiamo fare "una roba veloce", la copertura sanitaria la diamo, c'è un'interlocuzione nazionale rispetto a quelle che saranno le modalità". "Cercheremo di esser flessibili. Spero che a Roma - ha concluso - non aspettino a riconoscere lo Sputnik, che eroghino un certificato vaccinale allineato".
Anche la Provincia autonoma di Trento sta contribuendo al reperimento di medicinali e sussidi da inviare agli ospedali e alle strutture sanitarie dell'Ucraina, per fronteggiare la situazione di emergenza causata dalla guerra. All'amministrazione provinciale è arrivata infatti una richiesta del Capo Dipartimento della Protezione Civile Nazionale con la quale si richiede la collaborazione delle Regioni e delle Province autonome nell’ambito dell’attività di assistenza umanitaria intrapresa dall’Unione europea a favore delle popolazioni coinvolte.
La Commissione Protezione Civile della Conferenza delle Regioni ha intanto fissato, d’intesa col Dipartimento Nazionale, una riunione tecnica oggi pomeriggio finalizzata ad avviare una ricognizione delle disponibilità dei farmaci e dei materiali sanitari richiesti. Tra le necessità segnalate ci sono il plasma per le trasfusioni, garze sterili, antibiotici, macchinari medici e molto altro ancora. "Abbiamo dato la nostra adesione alla richiesta di fornire aiuti sanitari all'Ucraina - conferma il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti - mentre sul nostro territorio sono già in corso le procedure per accogliere chi fugge dal conflitto”. Il primo gruppo di donne e bambini arrivati ieri sera infatti è stato preso in carico da Cinformi che ha predisposto l'alloggiamento in una delle sue strutture.
Il Presidente della Campania, Vincenzo De Luca , ha reso noto di aver avuto questa mattina un cordiale colloquio con il console generale dell’Ucraina a Napoli Maksym Kovalenko, al quale - ha detto De Luca - "ho ribadito la solidarietà e la piena disponibilità a collaborare e a fornire aiuti concreti. In particolare la Campania è pronta a rendere disponibili farmaci, aiuti alimentari e ad accogliere nelle strutture sanitarie cittadini ucraini e soprattutto i bambini in relazione all'evolversi della situazione. Con il console, che ha ringraziato per la grande solidarietà dimostrata i cittadini campani, saremo ora in stretto contatto per verificare tutte le eventuali esigenze che dovessero manifestarsi per le popolazioni civili e in particolare per i bambini".
La Regione Puglia sta seguendo "tutte le situazioni" relative ai pugliesi bloccati in Ucraina: "ieri - ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ho parlato con il papà di un giovane ballerino di Capurso" che si trova solo a Kiev nel dormitorio dell'Accademia di danza e "gli ho spiegato che in questo momento non arriva e non parte nulla da Kiev". Emiliano ne ha parlato a margine di una conferenza stampa a Bari rispondendo ad una domanda sulla situazione di molti pugliesi che si trovano in Ucraina e chiedono aiuto per poter tornare a casa. "La guerra - haaggiunto - è una cosa terribile, dove tutto è stravolto e non c'è più la possibilità di vivere. Molto peggio del lockdown,infinitamente più drammatica e difficile del lockdown. La guerra è vera, le bombe uccidono, non è un film".
Concetti esplicitati anche dal presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, "Stiamo vivendo qualcosa che non avremmo mai immaginato che potesse accadere, l'attacco alla capitale dell'Ucraina. Credo sia bene affermare che va condannato senza se e senza ma quello sta facendo la Russia, augurandoci che la diplomazia riesca a trovare una via d'uscita nel piu' breve tempo possibile".
"La Sicilia, culla di accoglienza e integrazione, con la generosita' di sempre, e' pronta a ospitare i profughi ucraini costretti a lasciare ogni cosa per fuggire dal conflitto in corso ai confini dell'Europa. Coopereremo - ha detto il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci - con le nove prefetture dell'Isola per fornire collaborazione e coordinare gli aspetti logistici, assieme alla Protezione civile regionale, per la distribuzione di farmaci e di ogni genere di prima necessita' e perche' i profughi possano avere tutta l'assistenza di cui necessitano. Con l'auspicio che, al piu' presto, quanto sta accadendo in Ucraina abbia soluzione positiva e pacifica".
"Condivido la richiesta del presidente ucraino Zelenskyj di essere parte dell'Unione Europea". Lo ha affermato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, esprimendo solidarietà al popolo dell'Ucraina. "La violenza che stanno subendo da un dittatore senza cervello come Putin - ha detto - è qualcosa che ci inorridisce al nostro sentimento comune: la solidarietà, non a caso, in tutta Europa è senza se e senza ma, e noi dobbiamo essere dalla loro parte". Secondo Giani i fatti di questi giorni "dimostrano da che parte sono gli ucraini. Sono parte integrante del popolo europeo, sono parte integrante di chi vuole la libertà, la democrazia e l'autodeterminazione, non possono stare a contatto con la Russia di Putin, e conseguentemente per me l'Ucraina è un paese europeo. Quello che ha detto Ursula von der Leyen, la nostra presidente della Commissione europea, è molto giusto, è molto vero, dobbiamo accogliere la loro richiesta".
"Cercheremo di convertire gli spazi degli alberghi sanitari che avevamo a disposizione per il Covid" in spazi per "l'accoglienza dei profughi", e "cercheremo di inserire nei corridoi umanitari un livello di coordinamento per una raccolta di beni che possano essere trasportati in Ucraina". Lo ha affermato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, che oggi parteciperà alla riunione convocata dal prefetto di Firenze per approntare misure idonee alla prima accoglienza dei cittadini ucraini in fuga. "C'è bisogno chiaramente di medicinali, di viveri e di tutto quello che può sostenere una popolazione stremata", ha detto Giani, a margine di una iniziativa sottolineando che "ci dobbiamo preparare ad una guerra che nell'Ucraina trova impaludati i mezzi e l'offensiva dei russi", e dove "la popolazione ucraina rischia di vivere la propria resistenza a costo di grandi stenti da un punto fisico". Per il Presidente toscano "noi abbiamo già, più di quanto comunemente si pensi, l'Ucraina in Italia. Spesso sono queste donne, le badanti, che sono un fondamentale supporto nelle nostre case, che non hanno mai creato un problema di immigrazione, che sono state solo d'aiuto alle nostre famiglie magari per tenere le persone accanto agli anziani che nella dimensione del lavoro le nostre famiglie non riescono a tenere. Queste persone ora vengono fuori perché con il loro magro stipendio sostenevano in Ucraina le loro famiglie, e ora chiedono l'aiuto per i loro figli che sono lì a combattere, per le donne ed i bambini che si accalcano ai confini".
Le "Regione Liguria - ha scritto in un tweet il presidente della Liguria, Giovanni Toti - c'è per tutte le donne e i bambini in fuga dalla guerra in Ucraina: siamo pronti ad accoglierli, ci siamo messi a disposizione della Protezione Civile Nazionale che a breve ci darà le sue direttive per fornire un aiuto concreto e una speranza a queste famiglie".
Per Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio "L'unità dell'Europa e degli alleati e la fermezza nella condanna dell'invasione cominciano a produrre risultati e hanno portato in queste ore al tavolo di confronto - ha spiegato Zingaretti -. Un pensiero deve andare ai cittadini dell'Ucraina ma anche a tutti quei ragazzi russi, quegli intellettuali che in queste ore con grandissimo coraggio stanno manifestando il proprio dissenso - ha aggiunto Zingaretti -. Non lasciamoli soli perché devono sapere che nel mondo c'è chi guarda a loro cioè a quella parte di Russia che contro le scelte scellerate di Putin vuole aprire un dialogo e condannano a Mosca gli atti del governo".
L'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato, ha detto che "Il sistema sanitario della Regione Lazio è allertato qualora ci fosse bisogno di ospitare pazienti provenienti dall'Ucraina. In attesa delle indicazioni del governo, la sanità del Lazio è pronta".
Il 27 febbraio il presidente della Regione Valle d'Aosta, Erik Lavevaz, durante le celebrazioni per l'anniversario dell'Autonomia valdostana, dello Statuto speciale e della Festa della Valle d'Aosta, ha dichiarato che "Oggi dovrebbe essere un momento di gioia e di festa per gli anniversari della nostra Autonomia e del nostro Stato Speciale" ma "è impossibile essere qui senza avere nella mente e nel cuore i terribili eventi che stanno preoccupando l'Ucraina, l'Europa e il mondo intero. "Tra le bandiere sventolate dalla propaganda di guerra è sorta anche quella dell'autodeterminazione dei popoli", un principio "che ci è caro in Valle d'Aosta, ma che non può essere invocato per giustificare un intervento armato che provoca vittime e traumi civili destinati ad avere gravi conseguenze storiche". Per questo, secondo Lavevaz, "parlare di autonomia oggi significa interrogarsi sul senso profondo del percorso che ci ha portato alla specialità delle istituzioni valdostane", nate "all'indomani di una guerra, un conflitto che aveva minato l'identità stessa della nostra regione". Un percorso "sicuramente faticoso- precisa- necessariamente imperfetto, ma che ci ha insegnato la forza della democrazia e la necessità di lavorare costantemente per trovare equilibrio e dialogo". E prosegue: "Le cronache di guerra ci obbligano a riflettere per capire fino a che punto sia prezioso il patrimonio che abbiamo consolidato nei decenni: un patrimonio di relazioni, rispetto, competenze, mediazioni che ci permettono di riconoscere come assurda la scelta della guerra per risolvere le controversie tra Stati e istituzioni". Perché "dove le istituzioni falliscono, cedendo alla violenza- conclude il presidente-, le persone pagano il prezzo più alto per il fallimento".
( red / 28.02.22 )
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