Sommario
Documenti della Conferenza delle Regioni del 2 dicembre
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Cooperazione allo sviluppo 2021-2023: osservazioni sul documento triennale di indirizzo
Nella Conferenza Unificata del 2 dicembre esaminati anche lo Sportello Unico Doganale e dei Controlli, il decreto su investimenti in infrastrutture idriche primarie e l'Istituzione dell’assegno unico e universale
(Regioni.it 4219 - 21/01/2022) Il Documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo 2021-2023 ha registrato (nella Conferenza Unificata del 2 dicembre) il parere favorevole delle Regioni che hanno però fornito al Governo un articolato documento di osservazioni.
In particolare è stato sottolineato il ruolo del sistema regionale con riferimento ai Partenariati Territoriali (Target 17.7) laddove si evidenzia la strategicità degli enti territoriali nel raggiungimento degli obiettivi e target di sviluppo sostenibile e si evidenziano correttamente gli ambiti di azione. Una priorità che però “non è sostanziata e ripresa in nessun paragrafo successivo e si accenna agli enti territoriali genericamente nel paragrafo inerente alla cooperazione bilaterale”, mentre “da tempo le Regioni e le Province autonome richiedono un approccio maggiormente partecipativo, auspicando che si riconosca il loro ruolo istituzionale nella fase di definizione e attuazione del contenuto del Documento e dei Programma Paese, individuando una sede di confronto appropriata in cui valorizzare le Programmazioni Regionali”.
In particolare è stato sottolineato il ruolo del sistema regionale con riferimento ai Partenariati Territoriali (Target 17.7) laddove si evidenzia la strategicità degli enti territoriali nel raggiungimento degli obiettivi e target di sviluppo sostenibile e si evidenziano correttamente gli ambiti di azione. Una priorità che però “non è sostanziata e ripresa in nessun paragrafo successivo e si accenna agli enti territoriali genericamente nel paragrafo inerente alla cooperazione bilaterale”, mentre “da tempo le Regioni e le Province autonome richiedono un approccio maggiormente partecipativo, auspicando che si riconosca il loro ruolo istituzionale nella fase di definizione e attuazione del contenuto del Documento e dei Programma Paese, individuando una sede di confronto appropriata in cui valorizzare le Programmazioni Regionali”.
Per quanto concerne “migrazione e sviluppo” ed in particolare rispetto alle Associazioni delle diaspore gli enti territoriali potrebbero avere un ruolo importante, nella formazione, nel coinvolgimento e nell’empowerment delle stesse che andrebbe a valorizzare quelle relazioni importanti che sono radicate nei territori.
Inoltre la Conferenza delle Regioni suggerisce la previsione di “un paragrafo che riguardi la rotta balcanica che, come sappiamo, rappresenta un passaggio obbligato nella rotta migratoria che, dalla Turchia e dalla Grecia, porta all’Europa settentrionale e occidentale e che è un tema strettamente collegato alla tutela dei diritti delle persone. Rispetto a questo anche la scelta dei paesi prioritari che esclude la Bosnia-Erzegovina rimane di difficile comprensione ed anche la suddivisione delle risorse (6%) per quest’area appare molto penalizzante per l’area e l’emergenza che sta attraversando”.
Un altro suggerimento riguarda l’opportunità di una maggiore promozione dei partenariati fra governi, regioni, comuni, imprese e organizzazioni non governative che coinvolga “il settore privato profit come ideatore, promotore e realizzatore di iniziative che, pur rispondendo a logiche orientate al business, abbiano come obiettivo lo sviluppo nel rispetto delle finalità della Legge 125/2014, degli standard internazionali in materia di diritti umani, di lavoro dignitoso, di responsabilità sociale e di tutela ambientale”. In questo modo “si incoraggerà il coinvolgimento del settore privato nazionale in particolare attraverso progetti innovativi aventi una chiara valenza di sviluppo nei Paesi partner. Si favoriranno, pertanto, modalità efficaci per stimolare la partecipazione e la partnership con gli altri soggetti della cooperazione, da parte di un’ampia tipologia di realtà private, ed in particolare delle imprese, specie delle piccole e medie. Si promuoveranno forme di partenariato pubblico-privato che consentano di attirare capitali e risorse del settore privato, anche con strumenti finanziari innovativi (ad esempio investimenti a impatto sociale – impact investing). Rientrano nei partenariati pubblico-privati anche i Fondi e Partenariati Globali (Fondo Globale, GAVI, GPE, ACT-Accelerator), volti a rafforzare la mobilitazione globale verso obiettivi tematici e di cui l’Italia è stabilmente tra i principali donatori”.
Rispetto poi alle priorità geografiche - anche se si condivide la concentrazione delle risorse soprattutto sui “paesi prioritari” - andrebbero considerati altri Paesi ed aree geografiche - tutt’altro che secondari - ai quali potrebbe essere estesa l’azione della Cooperazione italiana, sia nell’ambito di programmi a valenza regionale, sia con riferimento a interventi puntuali, talvolta di notevoli dimensione e rilievo.
Infine – sottolinea la Conferenza delle Regioni - il riferimento al Polo scientifico di Trieste e all’area Science Park e a ICGEB dimentica altri centri di rilevanza internazionale quali ICTP International Centre for Theoretical Physics e TWAS - The World Academy of Sciences.
Infine – sottolinea la Conferenza delle Regioni - il riferimento al Polo scientifico di Trieste e all’area Science Park e a ICGEB dimentica altri centri di rilevanza internazionale quali ICTP International Centre for Theoretical Physics e TWAS - The World Academy of Sciences.
Sempre nella riunione della Conferenza Unificata del 2 dicembre è stata registrata l’intesa sul decreto del Presidente della Repubblica recante “Disciplina dello Sportello Unico Doganale e dei Controlli (SUDOCO)". La Conferenza delle Regioni – pur esprimendo l'intesa – ha voluto formulare alcune raccomandazioni contenute in un documento inviato al Governo.
Le Regioni hanno chiesto di valutare la possibilità - trattandosi di un modello di Sportello Unico che si fonda sulle stesse modalità di funzionamento dello Sportello Unico Attività Produttive, Sportello Unico dell’Edilizia e Single Digital gateway - di “standardizzare le regole tecniche di scambio di informazioni tra i vari sistemi che concorrono al procedimento unico, indipendentemente dal tipo di sportello dal quale viene attivato. Questo consentirebbe, agli enti terzi, di implementare un unico modello di interscambio dati applicando uno standard tecnologico comune consentendo un immediato risparmio di risorse sia temporali che economiche”.
Richiesto anche “il coinvolgimento anche dei competenti Servizio Fitosanitario Centrale e dei Servizi Fitosanitari Regionali nella definizione del decreto in questione e nell’applicazione dello stesso e del relativo sistema informativo”.
Secondo la Conferenza delle Regioni occorre poi “declinare con maggiore dettaglio le modalità di "raccordo" tra il Comitato d’indirizzo della ZES/ZLS e il Comitato Strategico Permanente del SUDOCU. Infatti, sembra non essere previsto alcun raccordo tra il sistema delle ZES/ZLS e le Zone franche doganali, che possono essere individuate al loro interno dalle Regioni, su proposta del Comitato d’indirizzo della ZES e con procedure di controllo a cura della sola Agenzia delle Dogane.
Va poi chiarito “l’impatto della norma, specificando di quali "infrastrutture" si parla (informatiche?), escludendo opere portuali, aree demaniali o immobili”.
Anche “rispetto alla clausola di invarianza finanziaria” occorre un chiarimento, considerando “le criticità connesse” e visto che il decreto, impone alle Autorità di Sistema Portuale di fornire “in caso di necessità e a titolo gratuito infrastrutture adeguate [...], disponendo anche “che le amministrazioni interessate provvedano agli adempimenti previsti dal decreto con le “risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente”.
Il decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili recante “Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico” linea d’investimento M2C4 – I4.1 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è un altro dei provvedimenti su cui si è registrata l’intesa nella Conferenza Unificata del 2 dicembre.
Anche in questo caso (pur esprimendo l’intesa) la Conferenza delle Regioni ha consegnato al governo alcune osservazioni sul provvedimento.
“Vista la tipologia e strategicità degli interventi e la compressione delle tempistiche di attuazione rispetto a quelle originariamente prospettate, il rispetto dei tempi – sottolinea in un documento la Conferenza delle Regioni - sarà strettamente condizionato, oltre che dalla tempestiva approvazione e pubblicazione del Decreto, dallo sforzo delle Amministrazioni centrali affinché, anche con ulteriori provvedimenti di semplificazione normativa e procedurale, si possano ridurre al massimo tutte le tempistiche (trasferimento delle risorse, autorizzazioni, pareri etc) consentendo l'immediata operatività dei soggetti attuatori”. Inoltre la Regione Basilicata ha espresso parere favorevole all’Intesa segnalando però non ritenere condivisibile il criterio di riparto delle risorse stanziate e chiedendo che il Governo ne tenga conto, anche con riferimento agli interventi strategici segnalati in precedenza dal Presidente Vito Bardi.
Da ultimo la Conferenza Unificata del 2 dicembre ha registrato anche il parere positivo delle Regioni sul decreto legislativo recante “Istituzione dell’assegno unico e universale”. La Conferenza delle Regioni ha richiesto – con un breve documento inviato al Governo - un emendamento che consenta di rendere possibile la piena cumulabilità dell’assegno unico e universale per i figli a carico erogato dallo Stato con i benefici a sostegno della famiglia erogati da Regioni, Province autonome ed Enti locali.
( red / 21.01.22 )
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