Documenti della Conferenza delle Regioni del 18 novembre e del 16 dicembre
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Digitalizzazione e banche dati al centro delle conferenze interistituzionali fra novembre e dicembre
(Regioni.it 4214 - 14/01/2022) Il tema della digitalizzazione e delle banche dati è stato al centro di alcune Conferenze Interistituzionali che hanno avuto luogo fra novembre e dicembre.
Nella Conferenza Stato Regioni del 16 dicembre è stata sancita l’intesa sul decreto relativo alle modalità attuative della banca dati istituita dall’articolo 9, comma 6 bis della legge 12 marzo 1999, n. 68.
La Conferenza delle Regioni ha espresso l'intesa, condizionandola però ad alcune richieste contenute nel documento inviato al Governo.
Occorre “l’impegno da parte del Ministero del Lavoro a proseguire nell'interlocuzione finalizzata al recepimento delle osservazioni e delle richieste regionali di seguito riportate, e alla definizione di specifiche tecniche individuate con provvedimento della Direzione generale del Ministero del lavoro competente, d’intesa con le Regioni e Province Autonome.
La Conferenza raccomanda inoltre di garantire l’accesso alla banca dati per gli operatori della Pubblica Amministrazione anche con utenze di tipo professionali. Si rappresenta, inoltre, che non è possibile per i soggetti istituzionali utilizzare unicamente SPID (Sistema Pubblico di identità Digitale) o CIE (Carta di Identità Elettronica) per l’identificazione dei propri operatori che accedono alla banca dati, in quanto si tratta di strumenti che esulano dal controllo dell’Ente e dei quali il dipendente potrebbe anche legittimamente non disporre. L’utilizzo delle identità SPID professionali, se supportato dall’Applicazione Web, prevederebbe costi a carico delle Amministrazioni, in aperto contrasto con la previsione dell’articolo 8, comma 1, lettera b) del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 151, che specifica che: “è istituita, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, una specifica sezione denominata ‘Banca dati del collocamento mirato”.
Il documento contiene poi altri rilievi di ordine tecnico.
La Conferenza Unificata del 18 novembre ha invece registrato il parere favorevole di Regioni ed Enti locali sulle linee guide sull’infrastruttura tecnologica della piattaforma digitale nazionale dati per l’interoperabilità dei sistemi informativi e delle basi di dati (articolo 50-ter, comma 2 del d.lgs. 82/2005).
La Conferenza delle Regioni, l’Anci e l’Upi hanno espresso parere favorevole, con alcune raccomandazioni riportate in un documento congiunto.
Nello specifico Regioni ed autonomie locali chiedono di:
- Garantire la possibilità di svolgere il ruolo di soggetto aggregatore territoriale alle Regioni e agli Enti locali (analogamente a quanto avviene per il soggetto aggregatore per SPID, ente capofila per le pubblicazioni API - Application Programming Interface - per MODI - Modello di Interoperabilità della PA -) non solo per l’erogazione ma anche per la fruizione di API sulla PDND (Piattaforma Digitale Nazionale Dati) e che le società in-house ICT (Information and Communication Technologies) possano assumere il ruolo di capofila su richiesta della singola amministrazione.
- Prestare maggiore attenzione rispetto al processo di codesign, soprattutto nel momento in cui si porteranno nella PDND ulteriori API a carattere meno specifico che richiederanno di definire sia la sintassi che la semantica dell’e-service.
- Assicurare che gli enti territoriali e gli enti locali possano in autonomia interoperare tra di loro secondo le linee guida MODI ed eventualmente utilizzare il catalogo delle API, così come previsto dalle Linee Guida di interoperabilità, ma ora implementato sulla PDND, senza aderire ai protocolli di autenticazione e autorizzazioni previsti dalla PDND.
- Assicurare, sempre e comunque, il rispetto dei principi generali enunciati ai commi 2 e 2ter dell’art. 50 del CAD (Codice Amministrazione Digitale) in merito all’accesso gratuito e senza oneri per i propri fini istituzionali da parte delle PPAA, a meno di elaborazioni aggiuntive eventualmente richieste.
Nella stessa seduta della Conferenza Unificata del 18 novembre via libera al Dpcm relativo alla piattaforma per la notificazione degli atti della pubblica amministrazione.
La Conferenza delle Regioni e l’Upi - pur esprimendo un parere favorevole - hanno formulato alcune raccomandazioni riportate in un documento congiunto. Le osservazioni di Regioni e Province riguardano la necessità di:
- Coordinare le interazioni della piattaforma notificazioni con le evoluzioni tecniche delle piattaforme abilitanti e, segnatamente, con SPID per l’accesso dei mittenti, con AppIO per le notifiche e con ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente) per gli indirizzi fisici.
- Prevedere che il manuale operativo per il funzionamento della Piattaforma notificazioni, previsto dall’articolo 3 comma 3 del DPCM, sia sottoposto preventivamente alla Conferenza Unificata, per acquisire il relativo parere prima della pubblicazione sul sito web.
- Prevedere uno sviluppo che consenta per tutti i profili mittenti e destinatari tutte le interazioni mediante API, in quanto le pubbliche amministrazioni potranno assumere sia il ruolo di destinatario che il ruolo di mittente della piattaforma.
- Considerare nei prossimi provvedimenti che la profilazione degli utenti all’accesso ai siti web e ai servizi della PA avvenga oltre che con SPID e con la CIE anche con la CNS (Carta Nazionale dei Servizi), essendo la stessa utilizzata da molte regioni e prevista dal CAD.
- Organizzare apposite sessioni formative per il personale delle Regioni e delle Province Autonome, dei Comuni, delle Province e delle Città Metropolitane per l’uso della nuova Piattaforma, anche mediante formazione a distanza e senza oneri per le amministrazioni territoriali.
- Prevedere - nell’ambito dei programmi riguardanti le competenze digitali già in corso di attivazione a valere sul PNRR – servizi di facilitazione digitale e informativi al cittadino/utente per l’utilizzo della nuova Piattaforma.
- Predisporre un registro dei dipendenti pubblici che, avvalendosi anche delle linee guida in materia di gestori di attributi, possa certificarne il ruolo e l’appartenenza.
Nel documento si sottolinea infine l’importanza che nella implementazione della piattaforma e nel manuale operativo dovranno essere tenuti in considerazione i processi di accesso in interoperabilità alla piattaforma da parte delle Pubbliche Amministrazioni, oggi non previsti.
( red / 14.01.22 )
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