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Risorse: Bonaccini, Regioni hanno chiesto 1,2 miliardi e gli vengono riconosciuti 600 milioni
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Pandemia: definizione di caso Covid va cambiata
Oltre positività presenti anche sintomi influenzali o malattia respiratoria
(Regioni.it 4213 - 13/01/2022) L'Europa occidentale è in rosso scuro nella nuova mappa epidemiologica dell'Ecdc, il Centro europeo per il controllo e la prevenzone delle malattie.
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, sottolinea che “le Regioni, Veneto in testa, chiederanno che la definizione di caso di Covid sia cambiata, in adesione alle linee guida dell'Ecdc. E quindi definendo caso solo chi, oltre ad un tampone molecolare o antigenico positivo presenti anche sintomi influenzali o malattia respiratoria”.
“L'Ecdc – spiega Zaia - invita a classificare come caso solo i positivi con sintomi, questo cambia la storia del Covid", e aggiunge che "la perplessità è che se ci sono tanti positivi asintomatici il rischio è che questi infettino", ma "a noi sembra
che la quota dei sintomatici si stia abbassano molto e chiediamo di adottare le linee guida dell'Ecdc”.
Anche per Alessio D’Amato, assessore alla sanità della regione Lazio occorre “normalizzare la gestione della pandemia per i vaccinati oggi significa sburocratizzare” e "si può cambiare il modo in cui vengono presentati, sottolineando quali sono davvero quelli importanti”.
“Negli Stati Uniti i Centers for disease control and revention ( Cdc) – aggiunge D’Amato - hanno semplificato le regole per i positivi asintomatici, penso dovremmo farlo anche noi: dopo 5 giorni di quarantena il positivo senza sintomi deve essere libero di uscire di casa, anche senza tampone e certificato di guarigione. Il suo greenpass non deve essere mai disattivato. Così sarebbe tutto molto più semplice".
"Sarebbe un provvedimento fondamentale", ribadisce D’Amato, invece “costringendo queste persone che hanno fatto la terza dose a fare il tampone, facciamo una cosa inutile che per di più sta ingolfando la macchina operativa". "Quando scatteranno le nuove regole sul super green pass, senza questi accorgimenti rischiamo di rendere la vita impossibile a tutti”.
Anche per Alessio D’Amato, assessore alla sanità della regione Lazio occorre “normalizzare la gestione della pandemia per i vaccinati oggi significa sburocratizzare” e "si può cambiare il modo in cui vengono presentati, sottolineando quali sono davvero quelli importanti”.
“Negli Stati Uniti i Centers for disease control and revention ( Cdc) – aggiunge D’Amato - hanno semplificato le regole per i positivi asintomatici, penso dovremmo farlo anche noi: dopo 5 giorni di quarantena il positivo senza sintomi deve essere libero di uscire di casa, anche senza tampone e certificato di guarigione. Il suo greenpass non deve essere mai disattivato. Così sarebbe tutto molto più semplice".
"Sarebbe un provvedimento fondamentale", ribadisce D’Amato, invece “costringendo queste persone che hanno fatto la terza dose a fare il tampone, facciamo una cosa inutile che per di più sta ingolfando la macchina operativa". "Quando scatteranno le nuove regole sul super green pass, senza questi accorgimenti rischiamo di rendere la vita impossibile a tutti”.
Per Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, “la vaccinazione sta sortendo effetti molto positivi, e sta contrastando il Covid in modo efficace, quindi coloro che sono asintomatici, e che sono destinati come abbiamo visto negli ultimi 20-25 giorni ad avere leggerissimi sintomi o a non avere sintomi, sono convinto che debbano viverla come un'influenza, senza costruire intorno a loro lo stesso percorso di quarantena che facciamo per coloro che hanno sintomi e devono stare a casa".
La Fondazione Gimbe prevede che i nuovi casi stiano “saturando gli ospedali e molte regioni si avviano verso la zona arancione entro fine mese”. Mentre i dati di Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari regionali, mostrano occupazioni in terapia intensiva stabili nel Paese, in calo in 8 Regioni. Stabili anche le occupazioni in area non critica, crescono in 9 Regioni, la Sicilia è al 33%.
Infine questa nuova ondata della pandemia ha reso ancor più urgente la soluzione del problema risorse dovute alle Regioni per le spese sanitarie.
“Non possiamo lesinare risorse per curare, proteggere e sperare di salvare la vita a più cittadini possibili”, afferma il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.
Per questo “il governo deve darci le risorse” che le Regioni avevano chiesto per affrontare la pandemia.
“Le Regioni – spiega Bonaccini - hanno chiesto 1,2 miliardi e gli vengono riconosciuti 600 milioni e poi arriva la quarta ondata così pesante. Non possiamo lesinare risorse per curare proteggere e sperare di salvare la vita a più cittadini possibili. Quei soldi ci sono dovuti”. Anche perché “rischia di pagarla chi ha più sanità pubblica come noi”.
Infine questa nuova ondata della pandemia ha reso ancor più urgente la soluzione del problema risorse dovute alle Regioni per le spese sanitarie.
“Non possiamo lesinare risorse per curare, proteggere e sperare di salvare la vita a più cittadini possibili”, afferma il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.
Per questo “il governo deve darci le risorse” che le Regioni avevano chiesto per affrontare la pandemia.
“Le Regioni – spiega Bonaccini - hanno chiesto 1,2 miliardi e gli vengono riconosciuti 600 milioni e poi arriva la quarta ondata così pesante. Non possiamo lesinare risorse per curare proteggere e sperare di salvare la vita a più cittadini possibili. Quei soldi ci sono dovuti”. Anche perché “rischia di pagarla chi ha più sanità pubblica come noi”.
( gs / 13.01.22 )
Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
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