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La Conferenza delle Regioni ha incontrato il Presidente del Comitato delle Regioni, Apostolos Tztzikostas
(foto ufficio stampa) L'incontro con il Presidente del Comitato delle Regioni, Tztzikostas, nella sala Mochi Onori della Conferenza delle Regioni
Il ruolo delle Regioni nel processo decisionale europeo deve essere rafforzato: le proposte sul tavolo ci sono
L'intervento di Fedriga e la dichiarazione di Emiliano
(Regioni.it 4199 - 09/12/2021) La Conferenza delle Regioni ha incontrato oggi nella propria sede, il Presidente del Comitato delle Regioni, Apostolos Tztzikostas.
“Si tratta della seconda volta che la Conferenza ospita il Presidente del Comitato delle Regioni. La prima volta fu nel marzo del 2007, in occasione delle celebrazioni che si tennero per la ricorrenza dei cinquant’anni dei Trattati di Roma”, ha ricordato il Presidente, Massimiliano Fedriga.
L’incontro ha permesso ai Presidenti delle Regioni di confrontarsi con Tztzikostas su due temi di assoluta rilevanza e attualità come la Conferenza sul futuro dell’Europa e i Piani Nazionali per la Ripresa e la Resilienza.
"La Conferenza sul Futuro dell'Europa - ha sottolineato Fedriga - è allo stesso tempo foriera di luci ed ombre. Luci sulle prospettive che può e deve aprire per un avvenire di pace, prosperità e crescita per il continente europeo; ombre, per come finora sono andate le cose".
La dichiarazione congiunta dei Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione europea del marzo scorso ha fra l'altro invitato - ha ricordato Fedriga - "tutte le istituzioni europee e nazionali a rendere la Conferenza sul futuro dell'Europa un processo che parte "dal basso verso l'alto", sempre concentrato sui cittadini. E "proprio un sondaggio condotto per il "Barometro annuale 2020 regionale e locale", su incarico del Comitato delle Regioni, ha dimostrato che per i cittadini europei le autorità regionali e locali sono il livello di governance più affidabile". Ed invece "i risultati della prima sessione plenaria di giugno 2021 della Conferenza non vanno in questa direzione. Hanno di nuovo evidenziato una tendenza centralistica, poco attenta ai territori e alle diversità. La Conferenza sul futuro dell'Europa, invece, dovrebbe offrire la possibilità di rivedere sugli attuali percorsi decisionali dell'UE per individuare i meccanismi idonei a rafforzare il ruolo delle Regioni e delle autorità locali nel quadro istituzionale". Quindi "non tutte le istituzioni europee e nazionali sono davvero convinte che un maggiore coinvolgimento delle Regioni possa davvero migliorare il processo decisionale e la legislazione europea e nazionale. Eppure le Regioni - e in particolare le Regioni con poteri legislativi - conoscono meglio delle istituzioni nazionali i percorsi di attuazione del diritto europeo e sono più vicine ai cittadini e alle imprese. Per questo, il loro ruolo nel processo decisionale europeo deve essere rafforzato.
Le proposte sul tavolo ci sono: dal riconoscimento del Comitato delle Regioni quale terza Camera dell’Unione europea, dopo Consiglio e Parlamento, con poteri decisionali in tutte le politiche che hanno una ricaduta territoriale interna all’Unione europea e con un impatto diretto sui cittadini; all’introduzione di procedure aggravate per “forzare” le altre istituzioni a valutare con attenzione i pareri del Comitato, prevedendo un contro-parere della Commissione per rispondere ai pareri del CdR o un voto a maggioranza qualificata dal Consiglio per derogare alla indicazioni del CdR".
"Le Regioni italiane e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - ha annunciato Fedriga - stanno lavorando su un documento comune sul futuro dell’Unione europea e hanno assunto una serie di iniziative conoscitive di ascolto nei territori per costruire questo documento sulla base di visioni condivise delle istituzioni regionali e locali e dei cittadini. Vorrei quindi segnalarvi come le Regioni italiane stanno operando per migliorare la loro presenza in Europa e maturare l’esperienza di cui hanno bisogno per diventare protagoniste del processo decisionale.
Stanno lavorando per concretizzare i principi del “Legiferare meglio” (Better regulation) e costruire una dimensione politica dell’Europa multilivello, attivando un processo “dal basso” lungo tutto il ciclo delle politiche europee, perché queste siano più efficaci, meno onerose, rispondano meglio alle esigenze concrete dei cittadini".
"La preparazione e la programmazione del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza sono state emblematiche di questa scarsa considerazione del livello locale e regionale, in Italia.
Uno studio commissionato dal Comitato delle Regioni, presentato lo scorso mese di ottobre agli Open Days, ha classificato il PNRR italiano con il più basso grado di coinvolgimento degli enti locali e regionali tra gli otto Piani analizzati (Belgio, Croazia, Francia, Germania, Italia, Polonia, Romania e Spagna). Il maggior coinvolgimento è stato registrato per i Piani di Germania, Belgio e Polonia, mentre per il Piano italiano è stato rilevato che a Regioni e enti locali non è stata dedicata neanche una specifica sezione per spiegare il loro ruolo nella definizione e nell’attuazione degli interventi.
Le Regioni, in realtà, hanno condiviso il Piano del Governo italiano nella Conferenza Unificata del 29 aprile 2021. La Legge 108 del 2021, che disciplina la governance del PNRR, tiene conto in parte del ruolo costituzionale delle Regioni e delle Province autonome, prevedendone la partecipazione nella Cabina di regia nazionale ma non prevede meccanismi di partecipazione ai lavori preparatori, rischiando di relegare questa partecipazione alla mera formalità istituzionale.
Nonostante questo quadro non propriamente positivo - ha comunque rimarcato Fedriga - vi sono situazioni dove invece, il lavoro di condivisione tra Governo nazionale e Regioni è andato molto bene. Mi riferisco, in particolare, al serrato processo di consultazione avvenuto con il Ministero della Salute per la programmazione degli interventi previsti nella Missione 6 del PNRR e alle misure condivise tra Regioni e Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile per la missione 3, che hanno consentito di assegnare il 26 per cento degli investimenti al sistema territoriale.
Voglio, infine, menzionare - ha sottolineato l’ottimo lavoro di concertazione svolto da Regioni e Dipartimento per la Funzione pubblica per mettere in campo misure per il rafforzamento amministrativo di Regioni ed enti locali per l’attuazione del PNRR. Mi riferisco al cosiddetto “progetto dei 1000 esperti”, che può essere definito una best practice per il sistema regionale e per la collaborazione che si è realizzata. Sono stati rispettati i tempi previsti e sono state condivise procedure e modalità per attivare il rafforzamento sulla base di appositi Piani territoriali predisposti da ciascuna Regione.
In questo ultimo anno, abbiamo potuto verificare quanto sia aumentata la complessità del mondo che ci circonda e quanto sempre più spesso ci troviamo a dover regolare fenomeni nuovi, mai affrontati prima. La pandemia ci ha posto di fronte a questa emergenza. Dobbiamo avere la possibilità di scambiarci dati, informazioni e risposte che ciascuno di noi sperimenta ogni giorno di fronte a problemi complessi, a dinamiche interconnesse, a situazioni nuove. Ecco, questo credo possa essere una nuova frontiera anche per l’Europa: favorire lo scambio e la conoscenza delle politiche che ogni Regione in Europa adotta rispetto a fenomeni che sempre più sono interconnessi, ma nuovi e diversi.
Le Regioni - ha concluso Fedriga - si aspettano più Europa, ma una “Europa diversa”, capace di maggiore inclusione istituzionale e sociale, capace di ricostruire delle istituzioni e dei processi di partecipazione condivisi e forti come è lo sforzo economico necessario per realizzare il piano per la ripresa e la resilienza: eccezionale e straordinario".
“La storia dell’Unione Europea è una storia innanzitutto di piani strategici e investimenti tra la stessa Europa e le regioni. Il PNRR, anche per questione di tempi, forse non è riuscito, almeno in Italia, a creare una sinergia tra Unione Europea, Stato Italiano e Regioni. Ma le Regioni, con grande senso di responsabilità, in questo momento stanno cercando di aiutare il Governo Italiano a uscire nel migliore dei modi da questa sfida non facile. Quindi, nonostante qualche riserva sul livello non elevato di coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, stiamo cercando di andare avanti”. Lo ha affermato Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, nonché vicepresidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Durante l’incontro, a cui ha partecipato il Presidente del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea, Apostolos Tzitzikostas, si è dibattuto sul ruolo delle Regioni nel Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) e sul ruolo della Conferenza per il Futuro dell’Europa. “È molto importante il Comitato delle Regioni in questo momento – ha proseguito Emiliano - perché l’Unione Europea è una costruzione molto originale, nella quale gli stati nazionali, attraverso i governi, hanno un peso molto rilevante, certe volte maggiore del Parlamento Europeo e della Commissione; quindi la spinta dal basso che assicurano le città e le regioni è molto importante. Per esempio lo è nella battaglia sul clima, che ai governi nazionali, come abbiamo visto a Glasgow, non interessa quanto ai cittadini. Come Comitato delle Regioni, noi siamo coloro che portano la voce dei cittadini che vogliono costruire una vita di migliore qualità, più giusta e soprattutto con una prospettiva di uguaglianza che consente a tutti i cittadini del mondo, non solo a quelli europei, di vivere pienamente i propri diritti”.
"Le Regioni e le città hanno un ruolo cruciale non solo oggi ma per il futuro dell'Europa"ha detto il presidente del Comitato delle Regioni, Apostolos Tzitzikostas. "Dobbiamo coinvolgere le Regioni nei processi decisionali. Oggi dobbiamo uscire da questa crisi legata al coronavirus e immergerci nella fase di ripresa. L'Unione europea e gli Stati membri devono capire quanto sia importante coinvolgere le Regioni sia nella fase progettuale che realizzativa. Se vogliamo davvero avviare un percorso di rinascita - ha concluso - dobbiamo essere in grado di rispondere ai bisogni delle persone, con le Regioni e le città in prima linea".
"La Conferenza sul Futuro dell'Europa - ha sottolineato Fedriga - è allo stesso tempo foriera di luci ed ombre. Luci sulle prospettive che può e deve aprire per un avvenire di pace, prosperità e crescita per il continente europeo; ombre, per come finora sono andate le cose".
La dichiarazione congiunta dei Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione europea del marzo scorso ha fra l'altro invitato - ha ricordato Fedriga - "tutte le istituzioni europee e nazionali a rendere la Conferenza sul futuro dell'Europa un processo che parte "dal basso verso l'alto", sempre concentrato sui cittadini. E "proprio un sondaggio condotto per il "Barometro annuale 2020 regionale e locale", su incarico del Comitato delle Regioni, ha dimostrato che per i cittadini europei le autorità regionali e locali sono il livello di governance più affidabile". Ed invece "i risultati della prima sessione plenaria di giugno 2021 della Conferenza non vanno in questa direzione. Hanno di nuovo evidenziato una tendenza centralistica, poco attenta ai territori e alle diversità. La Conferenza sul futuro dell'Europa, invece, dovrebbe offrire la possibilità di rivedere sugli attuali percorsi decisionali dell'UE per individuare i meccanismi idonei a rafforzare il ruolo delle Regioni e delle autorità locali nel quadro istituzionale". Quindi "non tutte le istituzioni europee e nazionali sono davvero convinte che un maggiore coinvolgimento delle Regioni possa davvero migliorare il processo decisionale e la legislazione europea e nazionale. Eppure le Regioni - e in particolare le Regioni con poteri legislativi - conoscono meglio delle istituzioni nazionali i percorsi di attuazione del diritto europeo e sono più vicine ai cittadini e alle imprese. Per questo, il loro ruolo nel processo decisionale europeo deve essere rafforzato.
Le proposte sul tavolo ci sono: dal riconoscimento del Comitato delle Regioni quale terza Camera dell’Unione europea, dopo Consiglio e Parlamento, con poteri decisionali in tutte le politiche che hanno una ricaduta territoriale interna all’Unione europea e con un impatto diretto sui cittadini; all’introduzione di procedure aggravate per “forzare” le altre istituzioni a valutare con attenzione i pareri del Comitato, prevedendo un contro-parere della Commissione per rispondere ai pareri del CdR o un voto a maggioranza qualificata dal Consiglio per derogare alla indicazioni del CdR".
"Le Regioni italiane e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - ha annunciato Fedriga - stanno lavorando su un documento comune sul futuro dell’Unione europea e hanno assunto una serie di iniziative conoscitive di ascolto nei territori per costruire questo documento sulla base di visioni condivise delle istituzioni regionali e locali e dei cittadini. Vorrei quindi segnalarvi come le Regioni italiane stanno operando per migliorare la loro presenza in Europa e maturare l’esperienza di cui hanno bisogno per diventare protagoniste del processo decisionale.
Stanno lavorando per concretizzare i principi del “Legiferare meglio” (Better regulation) e costruire una dimensione politica dell’Europa multilivello, attivando un processo “dal basso” lungo tutto il ciclo delle politiche europee, perché queste siano più efficaci, meno onerose, rispondano meglio alle esigenze concrete dei cittadini".
"La preparazione e la programmazione del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza sono state emblematiche di questa scarsa considerazione del livello locale e regionale, in Italia.
Uno studio commissionato dal Comitato delle Regioni, presentato lo scorso mese di ottobre agli Open Days, ha classificato il PNRR italiano con il più basso grado di coinvolgimento degli enti locali e regionali tra gli otto Piani analizzati (Belgio, Croazia, Francia, Germania, Italia, Polonia, Romania e Spagna). Il maggior coinvolgimento è stato registrato per i Piani di Germania, Belgio e Polonia, mentre per il Piano italiano è stato rilevato che a Regioni e enti locali non è stata dedicata neanche una specifica sezione per spiegare il loro ruolo nella definizione e nell’attuazione degli interventi.
Le Regioni, in realtà, hanno condiviso il Piano del Governo italiano nella Conferenza Unificata del 29 aprile 2021. La Legge 108 del 2021, che disciplina la governance del PNRR, tiene conto in parte del ruolo costituzionale delle Regioni e delle Province autonome, prevedendone la partecipazione nella Cabina di regia nazionale ma non prevede meccanismi di partecipazione ai lavori preparatori, rischiando di relegare questa partecipazione alla mera formalità istituzionale.
Nonostante questo quadro non propriamente positivo - ha comunque rimarcato Fedriga - vi sono situazioni dove invece, il lavoro di condivisione tra Governo nazionale e Regioni è andato molto bene. Mi riferisco, in particolare, al serrato processo di consultazione avvenuto con il Ministero della Salute per la programmazione degli interventi previsti nella Missione 6 del PNRR e alle misure condivise tra Regioni e Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile per la missione 3, che hanno consentito di assegnare il 26 per cento degli investimenti al sistema territoriale.
Voglio, infine, menzionare - ha sottolineato l’ottimo lavoro di concertazione svolto da Regioni e Dipartimento per la Funzione pubblica per mettere in campo misure per il rafforzamento amministrativo di Regioni ed enti locali per l’attuazione del PNRR. Mi riferisco al cosiddetto “progetto dei 1000 esperti”, che può essere definito una best practice per il sistema regionale e per la collaborazione che si è realizzata. Sono stati rispettati i tempi previsti e sono state condivise procedure e modalità per attivare il rafforzamento sulla base di appositi Piani territoriali predisposti da ciascuna Regione.
In questo ultimo anno, abbiamo potuto verificare quanto sia aumentata la complessità del mondo che ci circonda e quanto sempre più spesso ci troviamo a dover regolare fenomeni nuovi, mai affrontati prima. La pandemia ci ha posto di fronte a questa emergenza. Dobbiamo avere la possibilità di scambiarci dati, informazioni e risposte che ciascuno di noi sperimenta ogni giorno di fronte a problemi complessi, a dinamiche interconnesse, a situazioni nuove. Ecco, questo credo possa essere una nuova frontiera anche per l’Europa: favorire lo scambio e la conoscenza delle politiche che ogni Regione in Europa adotta rispetto a fenomeni che sempre più sono interconnessi, ma nuovi e diversi.
Le Regioni - ha concluso Fedriga - si aspettano più Europa, ma una “Europa diversa”, capace di maggiore inclusione istituzionale e sociale, capace di ricostruire delle istituzioni e dei processi di partecipazione condivisi e forti come è lo sforzo economico necessario per realizzare il piano per la ripresa e la resilienza: eccezionale e straordinario".
“La storia dell’Unione Europea è una storia innanzitutto di piani strategici e investimenti tra la stessa Europa e le regioni. Il PNRR, anche per questione di tempi, forse non è riuscito, almeno in Italia, a creare una sinergia tra Unione Europea, Stato Italiano e Regioni. Ma le Regioni, con grande senso di responsabilità, in questo momento stanno cercando di aiutare il Governo Italiano a uscire nel migliore dei modi da questa sfida non facile. Quindi, nonostante qualche riserva sul livello non elevato di coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, stiamo cercando di andare avanti”. Lo ha affermato Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, nonché vicepresidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Durante l’incontro, a cui ha partecipato il Presidente del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea, Apostolos Tzitzikostas, si è dibattuto sul ruolo delle Regioni nel Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) e sul ruolo della Conferenza per il Futuro dell’Europa. “È molto importante il Comitato delle Regioni in questo momento – ha proseguito Emiliano - perché l’Unione Europea è una costruzione molto originale, nella quale gli stati nazionali, attraverso i governi, hanno un peso molto rilevante, certe volte maggiore del Parlamento Europeo e della Commissione; quindi la spinta dal basso che assicurano le città e le regioni è molto importante. Per esempio lo è nella battaglia sul clima, che ai governi nazionali, come abbiamo visto a Glasgow, non interessa quanto ai cittadini. Come Comitato delle Regioni, noi siamo coloro che portano la voce dei cittadini che vogliono costruire una vita di migliore qualità, più giusta e soprattutto con una prospettiva di uguaglianza che consente a tutti i cittadini del mondo, non solo a quelli europei, di vivere pienamente i propri diritti”.
"Le Regioni e le città hanno un ruolo cruciale non solo oggi ma per il futuro dell'Europa"ha detto il presidente del Comitato delle Regioni, Apostolos Tzitzikostas. "Dobbiamo coinvolgere le Regioni nei processi decisionali. Oggi dobbiamo uscire da questa crisi legata al coronavirus e immergerci nella fase di ripresa. L'Unione europea e gli Stati membri devono capire quanto sia importante coinvolgere le Regioni sia nella fase progettuale che realizzativa. Se vogliamo davvero avviare un percorso di rinascita - ha concluso - dobbiamo essere in grado di rispondere ai bisogni delle persone, con le Regioni e le città in prima linea".
Il link al testo integrale dell’intervento del Presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga
Galleria Fotografica:
Conferenza Regioni 09.12.21 - Incontro con Presidente Comitato delle Regioni Unione Europea, Apostolos Tzitzikostas
Conferenza Regioni 09.12.21: incontro con presidente CdR Ue, Apostolos Tzitzikostas
Dal canale YouTube di Regioni.it:
Dichiarazione del Presidente Fedriga al termine dell'incontro con il Presidente del CoR Tzitzikostas
Dichiarazione Presidente Emiliano al termine dell'incontro con il Presidente del CoR Tzitzikostas
Dichiarazione del Presidente Occhiuto al termine dell'incontro con Presidente del CoR Tzitzikostas
Dichiarazione del Presidente Fontana al termine dell'incontro con il Presidente del CoR Tzitzikostas
Dichiarazione del Presidente Toma al termine dell'incontro con il Presidente del CoR Tzitzikostas
Il Presidente Comitato delle Regioni Ue Tzitzikostas al termine della Conferenza delle Regioni – in lingua inglese
( red / 09.12.21 )
Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
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