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Green Pass: meglio un vaccino che le aziende chiuse
(Regioni.it 4161 - 14/10/2021) Il Green Pass, alle soglie dell’entrata in vigore nel mondo del lavoro, è sempre più al centro del dibattito politico e dell’attenzione sociale.
Sembra che non sia nelle intenzioni del Governo un azzeramento dei costi per le aziende che vogliano pagare i tamponi ai dipendenti, ma nel contempo si valuta di introdurre ulteriori deduzioni per le stesse imprese.
“Il Governo vuol decidere provvedimenti ulteriori in queste ore? Le Regioni sono a disposizione – afferma il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini - per trovare la migliore condizione e decisione per dare una mano in questo senso. E' il Governo che deve decidere cosa fare, io penso pero' che non si mettano in discussione due punti, campagna vaccinale e green pass. Tutto il resto lo si discuta pure”.
“Il green pass – spiega Bonaccini - e' uno strumento che non risolve tutto da solo, ma da' un ulteriore contributo insieme ai vaccini per sconfiggere questa pandemia e non dover mai piu' richiudere nient'altro".
“Oggi - prosegue Bonaccini - che finalmente e in ritardo si sono riaperte le discoteche e i locali da ballo, non c'e' una sola attivita' economica che e' chiusa. Non vorrei ritrovarmi a dover vedere attivita' chiuse, famiglie nella disperazione”.
Per il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, c’è un inasprimento toni non fa bene a Paese: “spero che a livello nazionale si lavori anche per un progetto di serenità”, perché è la “comunità che rischia, come io ho detto in tempi non sospetti, di uscirne spaccata a metà per questa vicenda. Insomma - prosegue Zaia -, stiamo andando verso una immunità di gregge ormai consolidata perché stiamo andando verso l'80% in molte comunità, in Veneto siamo all'84% con le vaccinazioni”. Zaia rilancia anche l'uso del test antigenico ‘fai da te’ presso le imprese: “avrebbe agevolato e agevolerebbe moltissimi lavoratori”.
“Noi in Veneto – spiega Zaia - abbiamo l'84% di vaccinati, 590 mila persone in età lavorativa non sono vaccinati, in via teorica potrebbero chiedere un tampone ogni 48 ore. Non c'è nessuna capacità produttiva di 300, 400 mila tamponi ogni 48 ore. E' inutile negare l'evidenza: se la legge deve essere rispettata con i tamponi, bisogna mettere le persone in condizione di farsi i tamponi”.
Il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, sottolinea che “il mondo del lavoro a regime deve vivere di vaccini e non di tamponi".
Per Toti “il tampone gratuito non può essere una misura di sistema, la parte virtuosa del Paese che si è vaccinata non deve pagare la spesa della parte meno virtuosa. - sottolinea Toti - Comunque sia nel lungo periodo anche le aziende, ove decidessero di farsi carico del costo dei tamponi, lo scaricherebbero su consumatori e cittadini in altro modo. Nei prossimi giorni ogni misura temporanea che abbassi la tensione va accolta con favore, basta che si sappia che sono misure temporanee”.
“I numeri di tamponi disponibili sono bassi in relazione ai non vaccinati", dichiara il presidente della regione Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga: “Come possiamo sperare che i cittadini credano nelle istituzioni se esse fanno speculazione sulle vicendevoli dichiarazioni? Ieri con la Conferenza delle Regioni ho segnalato la mancanza di tamponi per quanto riguarda le farmacie: sono stato accusato di strizzare l'occhio ai no vax”.
Comunque, sottolinea Fedriga, bisogna pensare che “forse è meglio un vaccino che le aziende chiuse perché è certamente più libero chi tutela la propria salute vaccinandosi rispetto al dilagare della pandemia che costringe alle chiusure”.
"Facciamo del male a tutti in uno scontro frontale – ribadisce Fedriga - anche a tutti quelli che lavorano in altri settori e vedono penalizzata la propria impresa. Penso che le istituzioni al momento non devono dimostrare di aver ragione ma trovare soluzioni. La nostra capacità di dialogo è superiore anche alle ragioni che abbiamo, ma diventa difficile se dall'altra parte non c'è altrettanta apertura al dialogo ma solo desiderio di abolire il Green pass”.
"Facciamo del male a tutti in uno scontro frontale – ribadisce Fedriga - anche a tutti quelli che lavorano in altri settori e vedono penalizzata la propria impresa. Penso che le istituzioni al momento non devono dimostrare di aver ragione ma trovare soluzioni. La nostra capacità di dialogo è superiore anche alle ragioni che abbiamo, ma diventa difficile se dall'altra parte non c'è altrettanta apertura al dialogo ma solo desiderio di abolire il Green pass”.
( gs / 14.10.21 )
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