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Rapporto Ispra: consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici (edizione 2021)
(foto us)
(Regioni.it 4114 - 19/07/2021) Sono stati resi noti i dati contenuti nel rapporto "Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2021". Il consumo di suolo in Italia continua a trasformare il territorio nazionale con velocità elevate. Nell’ultimo anno, le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 56,7 km quadrati, ovvero, in media, più di 15 ettari al giorno. Un incremento che rimane in linea con quelli rilevati nel recente passato, e fa perdere al nostro Paese - sottolinea l'Ispra - quasi 2 metri quadrati di suolo ogni secondo, causando la perdita di aree naturali e agricole. Tali superfici sono sostituite da nuovi edifici, infrastrutture, insediamenti commerciali, logistici, produttivi e di servizio e da altre aree a copertura artificiale all’interno e all’esterno delle aree urbane esistenti.
Una crescita delle superfici artificiali solo in parte compensata dal ripristino di aree naturali, pari quest’anno a 5 km2, dovuti al passaggio da suolo consumato a suolo non consumato (in genere grazie al recupero di aree di cantiere o di superfici che erano state già classificate come consumo di suolo reversibile).
I cambiamenti rilevati nell’ultimo anno si concentrano in alcune aree del Paese, rimanendo particolarmente elevati in Lombardia, in Veneto (anche se, in questa regione, con una tendenza al rallentamento) e nelle pianure del Nord.
Il fenomeno rimane molto intenso lungo le coste siciliane e della Puglia meridionale e nelle aree metropolitane di Roma, Milano, Napoli, Bari, Bologna. Gradi elevati di trasformazione permangono lungo quasi tutta la costa adriatica. La maggior densità dei cambiamenti è
stata registrata quest’anno lungo la fascia costiera entro un chilometro dal mare, nelle aree di pianura, nelle città e nelle zone urbane e periurbane dei principali poli e dei comuni di cintura, in particolare dove i valori immobiliari sono più elevati e a scapito, principalmente, di suoli precedentemente agricoli e a vegetazione erbacea, anche in ambito urbano .
I valori percentuali più elevati del suolo consumato sono in Lombardia (12,08%), Veneto (11,87%) e Campania (10,39%).
Gli incrementi maggiori, indicati dal consumo di suolo netto in ettari dell’ultimo anno, sono avvenuti nelle regioni Lombardia, che con 765 ettari in più, quest’anno supera il Veneto (+682 ettari), Puglia (+493), Piemonte (+439), Lazio (+431) ed Emilia Romagna (+425). Valle d’Aosta (14 ettari in più), Liguria, Umbria, Molise, Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Basilicata e Calabria sono le altre regioni che, quest’anno, hanno avuto incrementi inferiori ai 100 ettari.
In termini di incremento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente, i valori più elevati sono in Abruzzo (+0,46%), Molise (+0,37%), Sardegna (+0,32%) Veneto, Lazio e Puglia (+0,31%).
La densità dei cambiamenti netti del 2020, ovvero il consumo di suolo rapportato alla superficie territoriale, rende evidente il peso del Nord-Ovest che consuma 2,16 metri quadrati ogni ettaro di territorio, e del Nord- Est (2 m2/ha) contro una media nazionale di 1,72 metri quadrati per ettaro.
Tra le regioni, la densità del consumo di suolo è più alta in Veneto (3,72 metri quadrati per ettaro), Lombardia (3,21 m2/ha), Puglia (2,55 m2/ha), Lazio (2,51 metri quadrati per ettaro) e Abruzzo (2,28 metri quadrati per ettaro).
In termini di suolo consumato pro capite, i valori regionali più alti risentono della bassa densità abitativa tipica di alcune regioni. Il Molise presenta il valore più alto (576 m2/ab), oltre 200 m2 in più rispetto al valore nazionale (359 m2/ab), seguita da Basilicata (571 m2/ab) e Valle d’Aosta (559 m2/ab). Sicilia, Lombardia, Liguria, Campania e Lazio presentano i valori più bassi e al di sotto del valore nazionale. Limitandosi alla crescita annuale, Molise (2,15 m2/ab) e Abruzzo (1,91 m2/ab), sono le due regioni che presentano valori superiori al doppio del dato nazionale sul consumo di suolo pro capite (0,87 m2/ab).
Dal sito dell'Ispra:
Una crescita delle superfici artificiali solo in parte compensata dal ripristino di aree naturali, pari quest’anno a 5 km2, dovuti al passaggio da suolo consumato a suolo non consumato (in genere grazie al recupero di aree di cantiere o di superfici che erano state già classificate come consumo di suolo reversibile).
I cambiamenti rilevati nell’ultimo anno si concentrano in alcune aree del Paese, rimanendo particolarmente elevati in Lombardia, in Veneto (anche se, in questa regione, con una tendenza al rallentamento) e nelle pianure del Nord.
Il fenomeno rimane molto intenso lungo le coste siciliane e della Puglia meridionale e nelle aree metropolitane di Roma, Milano, Napoli, Bari, Bologna. Gradi elevati di trasformazione permangono lungo quasi tutta la costa adriatica. La maggior densità dei cambiamenti è
stata registrata quest’anno lungo la fascia costiera entro un chilometro dal mare, nelle aree di pianura, nelle città e nelle zone urbane e periurbane dei principali poli e dei comuni di cintura, in particolare dove i valori immobiliari sono più elevati e a scapito, principalmente, di suoli precedentemente agricoli e a vegetazione erbacea, anche in ambito urbano .
I valori percentuali più elevati del suolo consumato sono in Lombardia (12,08%), Veneto (11,87%) e Campania (10,39%).
Gli incrementi maggiori, indicati dal consumo di suolo netto in ettari dell’ultimo anno, sono avvenuti nelle regioni Lombardia, che con 765 ettari in più, quest’anno supera il Veneto (+682 ettari), Puglia (+493), Piemonte (+439), Lazio (+431) ed Emilia Romagna (+425). Valle d’Aosta (14 ettari in più), Liguria, Umbria, Molise, Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Basilicata e Calabria sono le altre regioni che, quest’anno, hanno avuto incrementi inferiori ai 100 ettari.
In termini di incremento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente, i valori più elevati sono in Abruzzo (+0,46%), Molise (+0,37%), Sardegna (+0,32%) Veneto, Lazio e Puglia (+0,31%).
La densità dei cambiamenti netti del 2020, ovvero il consumo di suolo rapportato alla superficie territoriale, rende evidente il peso del Nord-Ovest che consuma 2,16 metri quadrati ogni ettaro di territorio, e del Nord- Est (2 m2/ha) contro una media nazionale di 1,72 metri quadrati per ettaro.
Tra le regioni, la densità del consumo di suolo è più alta in Veneto (3,72 metri quadrati per ettaro), Lombardia (3,21 m2/ha), Puglia (2,55 m2/ha), Lazio (2,51 metri quadrati per ettaro) e Abruzzo (2,28 metri quadrati per ettaro).
In termini di suolo consumato pro capite, i valori regionali più alti risentono della bassa densità abitativa tipica di alcune regioni. Il Molise presenta il valore più alto (576 m2/ab), oltre 200 m2 in più rispetto al valore nazionale (359 m2/ab), seguita da Basilicata (571 m2/ab) e Valle d’Aosta (559 m2/ab). Sicilia, Lombardia, Liguria, Campania e Lazio presentano i valori più bassi e al di sotto del valore nazionale. Limitandosi alla crescita annuale, Molise (2,15 m2/ab) e Abruzzo (1,91 m2/ab), sono le due regioni che presentano valori superiori al doppio del dato nazionale sul consumo di suolo pro capite (0,87 m2/ab).
Dal sito dell'Ispra:
Programma della presentazione del rapporto
Comunicato stampa della presentazione del rapporto
Programma della conferenza stampa
Video "Neanche il Covid ferma il consumo di suolo. Speciale Roma e Milano"
Visualizza la cartografia e i dati principali
Scarica la cartografia e i dati completi
( red / 19.07.21 )
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