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La voce dei Presidenti delle Regioni sul Decreto Legge riaperture
(Regioni.it 4054 - 23/04/2021) L'amarezza per la scarsa considerazione delle proposte avanzate dalla Conferenza delle Regioni sul Decreto Legge Riaperture, oltre ad essere state messe nero su bianco dal presidente, Massimiliano Fedriga (vedi notizia precedente), sono state ribadite in diverse dichiarazioni da molti Presidenti di Regione.
“Oggi ho comunicato il nostro orientamento alla Prefettura: aumenteremo la percentuale di alunni presenti in classe dal 50%, al 70%, e valuteremo nelle prossime settimane di aumentare ancora. Lo riteniamo prudente, visti i dati epidemiologici che allegheremo alla nostra ordinanza, anche se per il momento quella dei ragazzi è l’unica fascia in cui i contagi restano elevati nonostante, per fortuna, non particolarmente dolorosi visto che, come sappiamo, sui giovani il Covid ha un effetto molto limitato. Ma dobbiamo tenere conto delle loro famiglie, e del fatto che non tutti sono ancora protetti dal vaccino". Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a margine della Festa della Bandiera a Palazzo Tursi.
“Oggi ho comunicato il nostro orientamento alla Prefettura: aumenteremo la percentuale di alunni presenti in classe dal 50%, al 70%, e valuteremo nelle prossime settimane di aumentare ancora. Lo riteniamo prudente, visti i dati epidemiologici che allegheremo alla nostra ordinanza, anche se per il momento quella dei ragazzi è l’unica fascia in cui i contagi restano elevati nonostante, per fortuna, non particolarmente dolorosi visto che, come sappiamo, sui giovani il Covid ha un effetto molto limitato. Ma dobbiamo tenere conto delle loro famiglie, e del fatto che non tutti sono ancora protetti dal vaccino". Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a margine della Festa della Bandiera a Palazzo Tursi.
“Con il governo ci sono stati momenti di tensione" aggiunge Toti. "È stato un anno difficile per tutti, per i governatori, per i sindaci e soprattutto per il personale che ha lavorato tanto e molto bene direi, considerati anche i risultati della nostra regione in queste ore. Quindi qualche incomprensione ci può essere. L’importante è mantenere aperto un canale di dialogo e una leale collaborazione. Le regioni non stanno chiedendo nulla di insensato o di stravagante, men che meno di imprudente. Stiamo cercando di dare il nostro contributo con idee per dare al Paese un quadro normativo che aiuti le categorie e tutte le persone che hanno sofferto molto. Sono certo, per come ho avuto modo di conoscerlo, che il presidente Draghi saprà cogliere in positivo questo stimolo. Perché il nostro vuole essere sicuramente uno stimolo positivo”. "Posso anticipare una notizia - aggiunge Toti - che dovrà essere confermata domani dal report settimanale del CTS e dalle ordinanze ministeriali: la Regione Liguria si conferma in fascia gialla, con un indice RT abbondantemente sotto l'1. Da lunedì 26 dunque dovremmo essere nuovamente in quella fascia di rischio e seguiremo le regole sulle riaperture che verranno stabilite".
Naturalmente c'è stta "delusione e anche stupore su alcune decisioni prese ieri. Speravamo che le regioni avrebbero potuto dare un contributo che era di semplice ragionevolezza e moderazione, non particolarmente distonico rispetto alle linee del governo. Avevamo chiesto solo aggiustamenti perché queste riaperture potessero essere effettive e potessero non essere vissute quasi come provocazioni in taluni casi, vista la difficoltà del momento: così non è stato. Avevamo chiesto di utilizzare gli spazi interni degli esercizi pubblici che verranno riaperti, anche perché il tempo ballerino di questa primavera lo renderebbe necessario, ma la risposta è stata negativa; abbiamo chiesto almeno il prolungamento di un'ora del coprifuoco, ma anche su questo non c'è stata risposta positiva e me ne dispiaccio. Dover tornare a casa alle 22 vuol dire in molti casi non poter usufruire dei servizi che riapriranno. Aspettiamo poi di conoscere nel dettaglio il tema dei pass vaccinali per gli spostamenti per commentare nel merito, vista la delicatezza del tema. Ci era stato proposto un accordo sulle aperture delle scuole superiori, che portava la didattica in presenza dal 60 al 100%: il Governo ha deciso di spostare la forchetta bassa di queste due percentuali al 70%. Applicheremo quanto stabilito, anche se alcune regioni che hanno ancora alta incidenza di contagio chiedevano una maggiore prudenza. Ci sono infine decisioni che francamente non si comprendono, come chiudere i ristoranti all'interno ma aprire cinema e teatri. Abbiamo chiesto dunque un'ulteriore riflessione al Governo e rapide verifiche per capire se non sia possibile tornare su quelle decisioni", "Ho incontrato tutte le categorie economiche liguri, i rappresentanti Anci e i sindacati per discutere anche con loro il piano riaperture e ragionare sulle misure da prendere nelle prossime settimane".
"I numeri negativi di questa ondata si stanno per fortuna riducendo. Da lunedì in Lombardia dovremmo riavere un po' della nostra libertà e rientrare in zona gialla, anche se attendiamo ancora le comunicazioni ufficiali da Roma".
Naturalmente c'è stta "delusione e anche stupore su alcune decisioni prese ieri. Speravamo che le regioni avrebbero potuto dare un contributo che era di semplice ragionevolezza e moderazione, non particolarmente distonico rispetto alle linee del governo. Avevamo chiesto solo aggiustamenti perché queste riaperture potessero essere effettive e potessero non essere vissute quasi come provocazioni in taluni casi, vista la difficoltà del momento: così non è stato. Avevamo chiesto di utilizzare gli spazi interni degli esercizi pubblici che verranno riaperti, anche perché il tempo ballerino di questa primavera lo renderebbe necessario, ma la risposta è stata negativa; abbiamo chiesto almeno il prolungamento di un'ora del coprifuoco, ma anche su questo non c'è stata risposta positiva e me ne dispiaccio. Dover tornare a casa alle 22 vuol dire in molti casi non poter usufruire dei servizi che riapriranno. Aspettiamo poi di conoscere nel dettaglio il tema dei pass vaccinali per gli spostamenti per commentare nel merito, vista la delicatezza del tema. Ci era stato proposto un accordo sulle aperture delle scuole superiori, che portava la didattica in presenza dal 60 al 100%: il Governo ha deciso di spostare la forchetta bassa di queste due percentuali al 70%. Applicheremo quanto stabilito, anche se alcune regioni che hanno ancora alta incidenza di contagio chiedevano una maggiore prudenza. Ci sono infine decisioni che francamente non si comprendono, come chiudere i ristoranti all'interno ma aprire cinema e teatri. Abbiamo chiesto dunque un'ulteriore riflessione al Governo e rapide verifiche per capire se non sia possibile tornare su quelle decisioni", "Ho incontrato tutte le categorie economiche liguri, i rappresentanti Anci e i sindacati per discutere anche con loro il piano riaperture e ragionare sulle misure da prendere nelle prossime settimane".
"I numeri negativi di questa ondata si stanno per fortuna riducendo. Da lunedì in Lombardia dovremmo riavere un po' della nostra libertà e rientrare in zona gialla, anche se attendiamo ancora le comunicazioni ufficiali da Roma".
Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, a margine della visita all'hub vaccinale di Cernobbio, in provincia di Como, rispondendo alle domande dei cronisti. "Tutti si stanno impegnando per riaprire in sicurezza. Per questo - ha aggiunto il governatore - c'è un po' di delusione rispetto alle scelte del Governo, perché pensavamo che fosse il momento di dare segnali più forti ai tanti operatori, ristoratori e baristi, in primis, che si trovano in una situazione inaccettabile". "C'era un testo - ha spiegato Fontana - che, come Regioni, avevamo concordato e che all'ultimo momento è stato modificato. E ci sono delle contraddizioni che non riusciamo a decodificare, come l'orario del coprifuoco che aveva anche un valore simbolico".
"Non credo, tuttavia, che si debba parlare di strappo con il Governo. Mi auguro - ha concluso il presidente - che l'istanza di 'rivedere' le richieste delle Regioni venga accolta e che, in base ai numeri positivi degli ultimi giorni, il Governo possa cambiare idea".
"Il vero limite delle regole è che devono essere di buon senso per essere capite. Questo vale ancora di più oggi, dopo un anno e mezzo in cui la gente è stata privata di libertà e affetti". Così il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, sul mancato spostamento alle 23 del coprifuoco. "Riteniamo che anche su questo punto bisognasse fare un ragionamento di prospettiva, come avvenuto per il resto, non averlo fatto è un limite", afferma il governatore, intervistato a InBlu2000, la radio della Conferenza Episcopale Italiana. Per il governatore, l'ideale sarebbe stato "legare il coprifuoco alle attività aperte". "Se lascio aperti i ristoranti fino alle 22 allora devo dare la possibilità alle persone di andare a casa - osserva - Sarebbe quindi bastato consentire il ritorno a casa da una delle attività aperte, lo scontrino e il percorso più breve avrebbero fatto fede. Perché in questo periodo le regole - conclude - devono avere ancora più buon senso di prima".
"Evitiamo di far diventare un dibattito il coprifuoco, su un'ora più o un'ora meno", è l'invito del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini che poi aggiunge"Io avrei preferito le 23, ma intanto si parte: il governo avrà tutto l'interesse ad anticipare alcune riaperture. Cominciamo a guardare il bicchiere mezzo pieno e a dare una mano perché alcune cose possano essere anticipate. Intanto - ha detto - è importante che si ricominci a riaprire, da lunedì saremo in zona gialla, le cose vanno meglio anche solo fino a qualche settimane fa, quando i reparti ospedalieri erano stracolmi. E' giusto cominciare a respirare, ma sapendo che ancora non abbiamo finito la partita".
Con il governo "avevamo fatto un accordo, il presidente Fedriga aveva fatto un accordo, sulla presenza scolastica. Dopo di che in consiglio dei ministri è andata diversamente e normalmente in questo modo si spiazzano tutti e si apre la strada alla disgregazione politica. La politica è fatta dalla capacità di fare insieme delle cose altrimenti la farebbero tutti". Lo ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano durante una intervista su Sky tg24. "Ci vuole abilità nel tenere un equilibrio", ha aggiunto. "Io penso che la Conferenza delle Regioni avesse trovato questo equilibrio. Nonostante il centrosinistra sia in minoranza nella conferenza delle Regioni - ha proseguito Emiliano che è vicepresidente della conferenza delle Regioni - avevamo trovato un buon accordo. Quell'accordo tra le regioni era più facile da gestire anche nel consiglio dei ministri dal nostro punto di vista". "Ho l'impressione - ha insistito Emiliano - che il problema ci sia soprattutto sulla scuola nel senso che non esistono mezzi sul mercato italiano per trasportare il numero richiesto di studenti in sicurezza con la saturazione di ogni mezzo al massimo al 50%. Questa cosa l'hanno detta Zaia, Bonaccini, io, l'hanno detta tutti. E' la verità. Pretendere che si vada a scuola al 70%, dovendo rispettare il 50% massimo di saturazione di ogni singolo mezzo e non poter garantire questa cosa significa che violi la legge a prescindere. Questa cosa ha sorpreso tutti''.
"Le istanze delle Regioni non sono state colte". E' netto il giudizio del presidente del Veneto Luca Zaia sul decreto approvato ieri dal governo sulle riaperture. E Zaia ha spiegato che "come Regioni abbiamo presentato delle linee guida che non avevano casacca politica ma erano state elaborate dai servizi di prevenzione delle stesse. Ora si può discutere dal punto di vista scientifico, ma alcune cose previste dal decreto sono senza senso e incompatibili tra di loro perché -ha continuato Zaia- le Regioni chiedevano la riapertura di alcune attività che sono ancora oggi chiuse mentre tutto il resto è aperto". Zaia ha fatto l'esempio "dell'apertura dei ristoranti a pranzo e cena, naturalmente con il distanziamento, anche in zona rossa". Il governatore del Veneto ha escluso che si tratti di "una contrapposizione politica. Perché le linee guida sono state approvate da tutte le Regioni, di destra, di centro e di sinistra. E anche i Comuni concordano su queste aperture". Così ha auspicato infine il governatore del Veneto: "Spero che il presidente del Consiglio penda in mano questo dossier e credo che ci sia il modo di affrontare una revisione delle misure previste dal decreto", ha concluso.
Infine il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca in una diretta Facebook si domanda"Si puo' dire apriamo di sera fino alle 22 parlando anche ai ristoratori? È una presa in giro. La mia idea e' mantenere il coprifuoco alle 22 quanto vogliamo noi, ma se non vogliamo prendere in giro i ristoratori, ferme restando le misure di contenimento del contagio, mi pare ragionevole consentire l'apertura fino alle 23 e il rientro fino alle 23:30".
Infine il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca in una diretta Facebook si domanda"Si puo' dire apriamo di sera fino alle 22 parlando anche ai ristoratori? È una presa in giro. La mia idea e' mantenere il coprifuoco alle 22 quanto vogliamo noi, ma se non vogliamo prendere in giro i ristoratori, ferme restando le misure di contenimento del contagio, mi pare ragionevole consentire l'apertura fino alle 23 e il rientro fino alle 23:30".
COVID: ZAIA, 'ISTANZE REGIONI NON SONO STATE COLTE' =
++ Covid: De Luca, tenere aperti ristoranti fino alle 23 ++
++ Covid: De Luca, tenere aperti ristoranti fino alle 23 ++
[Liguria] CORONAVIRUS, TOTI: "LIGURIA DA LUNEDÌ 26 SARÀ IN FASCIA GIALLA. DELUSIONE E STUPORE PER SCARSA CONSIDERAZIONE GOVERNO SU PROPOSTE REGIONI. LAVORIAMO CON CATEGORIE PER PATTO PER LO SVILUPPO"
[Lombardia] COVID, PRESIDENTE FONTANA: IMPEGNO COMUNE PER RIAPERTURE IN SICUREZZA, GOVERNO ACCOLGA ISTANZE DELLE REGIONI
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( red / 23.04.21 )
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