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PNRR: Bonaccini, l'8 aprile le Regioni incontrano Draghi
Il Presidente della Conferenza delle Regioni fa il punto anche sul Decreto varato ieri, sulle possibili riaperture, sulla norma relativa ai sanitari che non si vaccinano e sui viaggi all'estero
(Regioni.it 4038 - 01/04/2021) "L'8 aprile ci sarà l'incontro con il presidente del Consiglio, Mario Draghi e alcuni ministri per parlare del Recovery Plan. Non ho dubbi che ci saranno anche Regioni, Province e Comuni. Dobbiamo evitare che la pandemia sanitaria si trasformi in pandemia economica". Così il presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, a margine di una conferenza stampa.
Quanto poi alla situazione generale rispetto all'energenza pandemica "I numeri ci dicono che sta cominciando a migliorare" la curva epidemica "ma restano numeri molto alti. Il picco lo abbiamo ormai superato, però scende lentamente e in alcuni casi nel Paese non scende, ma cresce. Bisogna essere ancora molto prudenti e io credo che il Governo abbia fatto bene a utilizzare un principio di precauzione ed evitare di illudere gli italiani", ha aggiunto Bonaccini. "Siamo in una situazione dove non siamo fuori dal tunnel, ci siamo ancora dentro - ricorda il presidente -. Le restrizioni di queste settimane hanno contato" .
"Come Conferenza delle Regioni mettiamo" in azione "subito quel gruppo di lavoro sulle linee guida delle possibili riaperture per farci trovare pronti quando si potrà riaprire. Perché è bene non perdere un minuto dal momento in cui le condizioni dei dati lo permetteranno". E comunque "A tutela della salute e della vita dei pazienti bene ha fatto il governo a prevedere una norma di demansionamento" per gli operatori sanitari che non vogliono vaccinarsi e "di spostarli da quei luoghi, cosa che l'Emilia-Romagna era già pronta a fare, prendendo un provvedimento con una delibera che risaliva a epoca pre-pandemica", ha proseguito il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. Per questo "Plaudo alla decisione del Governo di intervenire perché ognuno si comporti liberamente come vuole, l'importante è che non metta a rischio la salute degli altri" aggiunge."Tra chi non vuole vaccinarsi - sottolinea Bonaccini - non sono tutti no vax, ci sono anche persone che oggi hanno dei dubbi e che dobbiamo provare a convincere. Basta elencare le statistiche che vedono crollare non solo i decessi ma anche i contagi tra coloro che sono già vaccinati, cioè il personale sanitario o i degenti anziani delle rsa, per capire che il vaccino è davvero lo strumento che conta per battere il virus. Basta guardare la Gran Bretagna, Israele e gli Usa". "Ci auguriamo, perciò - conclude -, che siano sempre meno quelli che non vogliono vaccinarsi. Sono relativamente pochi nel personale sanitario emiliano-romagnolo, ma non possono stare sul posto di lavoro laddove debbano tutelare pazienti e curarli.
"Segnalo che credo il Governo stia lavorando a una norma che preveda che si riapre ma se in qualche parte d'Italia, anche fosse una sola citta' o una provincia, vi fossero rischi epidemiologici drammatici, sia possibile chiudere d'intesa con il ministero della Salute": lo ha detto il presidente dell'Emilia Romagna, a proposito della riapertura delle scuole anche in zona rossa fino alla prima media. "C'e' un principio di precauzione in cui la tutela della salute si mette davanti a tutto", ha concluso il governatore.
"L'aumento dei vaccini unitamente all'arrivo della bella stagione e' un fattore molto importante per provare, quando si riaprira', e ci auguriamo ovviamente presto, a non chiudere mai piu'. Questa e' la vera sfida da mettere in campo. L'anno scorso, verso l'estate, non avevamo il vaccino e a ottobre e' arrivata la nuova ondata. Dobbiamo vaccinare tutti gli italiani e tutti gli emiliano-romagnoli entro la fine dell'estate, in modo da non chiudere mai piu' nulla. Questa e' la sfida piu' grande", ha spiegato ancora il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. "C'è una richiesta che avevamo fatto come presidenti" di Regione, ovvero "la maggior parte di noi aveva chiesto di cominciare a riaprire le scuole a fronte di dati che cominciavano a migliorare. Sapete che in zona rossa fino alla prima media si potranno riaprire. E credo che questo sia giusto. Segnalo che credo il Governo stia lavorando a una norma che preveda però che si riapre, ma se in qualche parte di Italia - anche fosse una sola città o provincia - vi fossero rischi epidemiologici drammatici, sia possibile chiudere d'intesa col Ministero della Salute". Così Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, a margine di una videoconferenza.
A chi gli chiedeva un commento sulla posizione di Antonio Decaro che ha lamentato il mancato coinvolgimento dei sindaci da parte del governo sulle misure contenute nel DL Covid, Bonaccini ha risposto "Per l'Anci parla il presidente dell'Anci, quindi immagino che se ha fatto questa rimostranza avra' le sue buone ragioni. Mi auguro che il Governo chiami subito Comuni e Province se questo non e' stato fatto".
Infine in un'intervista al 'Foglio' Stefano Bonaccini, interviene sulla questione "viaggi all'estero consentiti": "E' una contraddizione palese e un'ingiustizia vera e propria, che l'ordinanza del ministro Speranza su tamponi e quarantena ha, almeno parzialmente, sanato. Non si può dire agli italiani di restare in casa ma anche che si può partire per un viaggio all'estero. O ai nostri operatori del turismo di sopportare le chiusure delle proprie attività e poi spingere i cittadini verso i loro concorrenti". Poi sottolinea che ''la priorità resta sempre la tutela della salute dei cittadini, ma dobbiamo restare vicini a quelle categorie che sono chiuse da mesi: i ristori sono fondamentali, vanno erogati velocemente e con risorse adeguate, ma da soli non bastano. A questi operatori economici dobbiamo dare una prospettiva''. Quanto a cinema e teatri il presidente dell'Emilia Romagna cita il suo assessore alla Cultura in Giunta. ''Mi scrive o chiama ogni giorno su ipotesi di riaperture in sicurezza. Ha ragione. Cultura e spettacolo sono fermi da un anno, devono poter ripartire. Se necessario facciamo anche scelte selettive, mettiamo paletti stringenti, ma nulla è troppo poco. E quando riapriranno andranno sostenuti in maniera ancora maggiore. Su palestre, ristoranti, ripeto, dobbiamo dare loro una prospettiva ravvicinata da cui non tornare più indietro".
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( red / 01.04.21 )
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