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Regioni.it

n. 4038 - giovedì 1 aprile 2021

Sommario
- Pandemia: Governo approva le nuove misure fino al 30 aprile
- PNRR: Bonaccini, l'8 aprile le Regioni incontrano Draghi
- Campagna vaccinale: serve la stabilità delle forniture
- Vaccini: Figliuolo rassicura che sono in arrivo
- Agricoltura: fondi del Piano di Sviluppo Rurale, da Patuanelli un'ipotesi di riparto
- Emergenza Covid-19 e congedi parentali: emendamenti al Ddl di conversione in legge del DL 30/2021

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Agricoltura: fondi del Piano di Sviluppo Rurale, da Patuanelli un'ipotesi di riparto

Programma che trova il consenso di 15 regioni o Province autonome, ma l'opposizione di 6

(Regioni.it 4038 - 01/04/2021) “Una proposta equilibrata che riesce a mediare sulle due differenti ipotesi proposte dalle Regioni.  Ringrazio il ministro Patuanelli che ha ascoltato i territori ed è riuscito a mettere in campo un’ipotesi attenta, per trovare un punto di equilibrio importante nell’interesse nazionale. Le risorse del Psr devono essere utilizzate al meglio da tutte le Regioni nell’interesse delle imprese agricole italiane”.  Così l’assessore dell'Emilia-Romagna all’agricoltura, Alessio Mammi, interviene a sostegno della proposta del ministro Politiche agricole e alimentari, Stefano Patuanelli, che nei giorni scorsi ha presentato un piano di riparto delle risorse del Programma di sviluppo rurale, Psr, per il biennio di transizione 2021-2022. Si tratta di una proposta di mediazione tra le due diverse ipotesi in campo: quella di 15 Regioni Italiane e Province Autonome, rappresentative di tutti i territori e governate da forze politiche differenti, che puntava su criteri oggettivi per l'assegnazione dei fondi Ue e proponeva una mediazione, considerando anche in parte i criteri storici, e quella di altre 6 Regioni, intenzionate a non abbandonare il metodo storico di riparto. La proposta di Patuanelli fatta alle Regioni e Province Autonome prevede l’introduzione nel 2021 di un 30% di criteri oggettivi e il mantenimento del 70% dei parametri storici, per poi ribaltare le stesse percentuali nel 2022, ovvero un 70% di criteri oggettivi e un 30% di parametri storici.  “L’Emilia-Romagna ha usato tutti i fondi della precedente programmazione- chiude Mammi-, ed è importante applicare questo modo di lavorare per distribuire alle imprese e alle filiere tutti i fondi a disposizione. Il sistema agricolo nazionale deve fare un passo avanti e deve dimostrare di essere responsabile e maturo per usare al meglio i fondi Ue”.
Anche “La Regione del Veneto condivide pienamente l’impostazione data dal Ministro Patuanelli al riparto delle risorse del Programma di sviluppo rurale per il biennio di transizione 2021-2022”. Lo afferma l’assessore all’agricoltura della Regione del Veneto, Federico Caner, ribadendo il giudizio favorevole già espresso ieri in sede di Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni, insieme ad altri 14 colleghi, alla proposta di mediazione del Ministero sul riparto dei fondi per i PSR. “Il documento ministeriale – spiega Caner –, infatti, individua le esigenze di finanziamento del PSR Nazionale e propone per il riparto dei fondi FEASR tra i PSR regionali una mediazione di assoluto buon senso tra le due posizioni emerse in seno alla Conferenza delle Regioni. Va infatti ricordato che la questione ha occupato i lavori della Commissione politiche agricole per più di cinque mesi, nel corso dei quali quindici tra Regioni e Province Autonome, nel tentativo di trovare un accordo complessivo, hanno formulato più ipotesi di rivisitazione dei criteri di riparto dei fondi per gli anni 2021 e 2022; fondi che ammontano a 3.910 milioni di euro e che sviluppano, con il cofinanziamento dello Stato e delle Regioni, a oltre 6.900 milioni di spesa pubblica. Le sei Regioni contrarie, invece, sulla base di una ardita interpretazione lessicale del termine “transizione”, pretenderebbero di continuare ad applicare l’accordo per il riparto tra Regioni delle risorse per lo Sviluppo rurale 2014-2020 approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome il 16 gennaio 2014”. La proposta di Patuanelli prevede l’introduzione nel 2021 di un 30% di criteri oggettivi e il mantenimento del 70% dei parametri storici, per poi ribaltare le stesse percentuali nel 2022, ovvero un 70% di criteri oggettivi e un 30% di parametri storici. “Questa modalità – prosegue Caner –  premia ancora le sei Regioni “contestatrici”, in quanto il 2021 è quello che prevede una spesa pubblica complessivamente più elevata. Se si può capire che tali Regioni, molto avvantaggiate dal criterio ‘storico’ fondato su un regolamento comunitario già abrogato da oltre un decennio, tentino di accaparrarsi la maggior parte di risorse in gioco (oltre il 60%) essendo anche molto favorite dalla percentuale di cofinanziamento comunitaria più elevata, molto meno comprensibile è che per farlo attacchino il Ministero, peraltro dopo averlo a più riprese invocato come giudice super partes, che ha formulato una proposta di riparto sensata, pienamente in linea col dettato normativo, con i precedenti Accordi in seno alla Conferenza Stato Regioni e rispondente a tutte le esigenze in campo”. “Il Ministero, infatti, ha ben compreso, come hanno anche rappresentato a più riprese le 15 Regioni – conclude Caner –, che il settore agricolo è quello più debole economicamente, rispetto agli altri settori, in tutto il Paese e che, proprio per questo motivo, non può essere la PAC, di cui lo sviluppo rurale è uno dei pilastri, lo strumento per il riequilibrio tra i diversi territori”.
Sullo stesso fronte la Regione Marche. “Abbiamo chiesto al Governo di accelerare il più possibile il cambiamento sulla ripartizione dei fondi PSR” spiega il Vicepresidente Mirco Carloni (che ha la delega al commercio, agricoltura, energa e sviluppo economico) che ha condiviso la proposta del ministero dell’Agricoltura per un passaggio graduale dai criteri storici a quelli oggettivi. “Come Regione Marche chiediamo con forza 26 milioni di euro aggiuntivi per sostenere i progetti e gli investimenti dei nostri agricoltori. Le aziende agricole marchigiane hanno necessità di crescere ed innovare grazie anche al supporto di incentivi mirati in grado di moltiplicare investimenti e occupazione. Questi 26 milioni – in aggiunta ai 170 previsti dal criterio storico - serviranno per l’insediamento di giovani imprenditori in agricoltura, per lo sviluppo di filiere agroalimentari e la realizzazione di investimenti produttivi presso le aziende agricole”. 
Per l'assessore regionale lombardo all'Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, "Il criterio di storicità è da consegnare, appunto, alla storia. Non capiamo perché gli agricoltori di alcune Regioni debbano continuare ad avere più risorse rispetto a quelli di altre regioni. Basti pensare che con i cosiddetti criteri storici difesi da solo 6 Regioni su 21, considerando le province autonome, queste regioni (Sicilia, Basilicata, Calabria, Umbria, Puglia e Campania) hanno percepito negli ultimi 20 anni il 48% dei fondi del secondo pilastro assegnati all'Italia. Solo la Sicilia ha avuto una disponibilità per il periodo 2014-2020 per il Psr di 2,2 miliardi di euro, pari al doppio di quello Lombardo. Il tutto mentre con la convergenza interna le regioni del centro nord storicamente dotate di titoli più ampi hanno progressivamente visto i propri stanziamenti equilibrarsi a quelli del resto del Paese, il portafoglio titoli delle aziende lombarde dal 2014 al 2020 è diminuito di 150 milioni di euro. Chiediamo pertanto di fare lo stesso anche per i fondi del Piano di sviluppo rurale". Per questi motivi "La Lombardia è al fianco del ministro Patuanelli e di altre 14 Regioni e province autonome italiane, di diversi colori politici, che chiedono parametri oggettivi e una ripartizione equa dei fondi europei - ha detto l'assessore Rolfi - già nel periodo di transizione 21-22. Questo consentirà al nostro territorio di avere circa 48 milioni di euro in più. Era noto da tempo che il criterio di storicità della spesa, che penalizza fortemente la Lombardia, sarebbe stato archiviato nel 2020". "Lo riporta - ha continuato - anche il verbale della conferenza dei presidenti che già nel 2014 aveva deciso all'unanimità che la programmazione terminata il 31 dicembre 2020 fosse l'ultima con i cosiddetti criteri storici". "In sede di conferenza Stato-Regioni - ha ricordato - abbiamo anche aperto a un passaggio graduale di uscita da questo sistema per cercare una soluzione unanime, ma se da alcune Regioni arriva la chiusura totale al dialogo è giusto che il Ministro faccia una proposta che tenga conto delle istanze di 2/3 delle Regioni italiane per non far perdere altro tempo alle aziende agricole italiane che attendono la programmazione delle misure. Le risorse pubbliche vanno ripartite con criteri oggettivi e razionali che tengano conto di indicatori concreti come quello che anche la Lombardia, insieme alle altre regioni, ha proposto per il confronto: produzione lorda vendibile, superficie agricola utile, numero imprese". "Sono elementi oggettivi - ha sottolineato l'assessore - sulla base dei quali ripartire le risorse che sono stanziare dall'Europa per lo sviluppo rurale. Non si tratta di fondi di perequazione, ma risorse destinate allo sviluppo agricolo e quindi il peso oggettivo dei sistemi territoriali deve essere criterio guida del riparto. "Il primo passo per vincere le sfide imposte dalla Farm to Fork - ha concluso Rolfi - è quello di stanziare bene le risorse per spendere al meglio i fondi a disposizione. Ricordo che regione Lombardia pesa nel sistema agricolo nazionale per il 13,5 % e passa in termini di quota Psr dal 5,3% al 6,2 % con questa proposta di ripartizione, ancora ampiamente inferiore rispetto al suo peso reale".
La Regione Piemonte condivide pienamente la proposta dal ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli sui criteri di ripartizione tra le Regioni dei fondi Feasr 2021 -2022 per l’attuazione del Programma di sviluppo rurale. Ha dichiarato l’assessore Marco Protopapa: “Il Piemonte, insieme ad altre 14 Regioni, plaude al piano di ripartizione dei fondi Feasr presentato dal Ministro: una proposta equilibrata che supera, finalmente, i vecchi criteri, cosiddetti “storici”, che sono ormai completamente avulsi dalla realtà agricola italiana. Si, invece, all’adozione di criteri oggettivi che, peraltro, entreranno a regime con gradualità, proprio per venire incontro anche alla esigenze delle 6 Regioni che ancora si oppongono a questo nuovo approccio. Peraltro ricordiamo che in base all'accordo sancito all'unanimità nel 2014 tra tutte le Regioni e le Province Autonome, questi criteri dovevano essere completamente abbandonati con l'attuale periodo di programmazione. Con questa modalità di assegnazione, nel biennio 2021-2022, il Psr del Piemonte potrà contare su un aumento della spesa pubblica di oltre il 10% a cui si aggiungeranno circa 50 milioni di € dei fondi “Next Generation”. In questo modo sarà anche possibile dare risposte concrete alle nostre aziende in un periodo di eccezionale difficoltà”.
Ma sei Regioni fanno muro, esprimendo ferma contrarietà rispetto all’ipotesi di una revisione dei criteri di ripartizione dei fondi europei per le politiche di sviluppo rurale, disancorati dal parametro della storicità della spesa, come proposto dalle altre Regioni con l’avallo del ministero delle Politiche agricole e forestali.  Una posizione, quella del no allo stravolgimento dei parametri attualmente in vigore, formalizzata in sede di Conferenza Stato-Regioni, al tavolo della Commissione Politiche agricole, dagli assessori all’agricoltura di Basilicata (Francesco Fanelli), Calabria (Gianluca Gallo), Campania (Nicola Caputo), Puglia (Donato Pentassuglia), Sicilia (Toni Scilla) e Umbria (Roberto Morroni). Regioni che - sottolineao i sei assessori - che da sole rappresentano il 60% delle aree italiane interessate dal Psr. che da sole rappresentano il 60% delle aree italiane interessate dal Psr. 
Nello specifico, attraverso una nota depositata agli atti dei lavori della Cpa, il sestetto ha bollato come incomprensibile la proposta di ripartizione dei fondi formulata dal capo di Gabinetto del ministro.  "Essa – si obietta – parte da un presupposto definito incontestabile, cioè che vi siano dei parametri per la ripartizione dei fondi Feasr che sia possibile definire oggettivi, quasi fossero elementi di verità scientifica in grado di rendere giustizia a tutte le Regioni. L’ipotesi logica da cui muove questa osservazione è che si tratti di un criterio in grado di allocare le risorse in maniera equa, essendo già stato utilizzato in altre occasioni, e cioè per l’applicazione delle risorse assegnate per il de minimis". 
Tuttavia, si evidenzia, "l’aiuto de minimis è utilizzato in agricoltura, di norma, per soddisfare esigenze emergenziali, dovute spesso a calamità naturali o a epizoozie e quindi volte al risarcimento del danno. Le risorse del Feasr, al contrario, sono esclusivamente destinate a colmare il divario tra le aree più ricche ed evolute e quelle più povere e marginali, come del resto sostiene lo stesso Commissario europeo all’agricoltura Janusz Wojciechowski".  Da qui la necessità di ricercare criteri "non solo oggettivi, ma soprattutto idonei a rispondere agli obiettivi generali dello sviluppo rurale», nel rispetto della logica del criterio storico seguita dalla Ue per ripartire il Fondo nel periodo 2021-2027.  Impegno tuttavia vanificato dalle decisioni del ministero, "che non lasciano emergere alcun elemento di analisi globale della totalità dei fondi Pac – I e II pilastro – destinati ai territori, non tenendo conto che il Regolamento Ue 2020/2220 ha prorogato per il 2021 e il 2022 non solo i programmi di sviluppo rurale, ma anche l’attuale regime dei pagamenti del I pilatro della Pac".  Critiche di merito alle quali si aggiunge una censura di ordine formale: "Sarebbe opportuno capire fin da ora come il ministero dell’Economia, in caso di adozione di differente criterio di riparto, intenda cofinanziare il Feasr per la quota nazionale, dal momento che esso deve necessariamente approvare, prima di qualsiasi accordo che approdi in Conferenza Stato-Regioni, una differente copertura finanziaria da parte dello Stato che si determinerebbe a causa dello spostamento di risorse tra Psr delle Regioni ex convergenza verso Psr delle Regioni ex competitività. Rilievi ignorati e superati con un voto a maggioranza, che va ad incrinare l’unità tra Regioni". 
I 6 assessori regionali si dicono "pronti a ragionare su nuovi meccanismi a partire dal 2023, ma non accettiamo colpi di mano tesi a cancellare la fase transitoria del biennio 2021-2022, che si tradurrebbe in una forte penalizzazione per regioni svantaggiate che, paradossalmente, sarebbero private proprio dei fondi destinati a garantire il riequilibrio strutturale, a vantaggio di zone già di per sé meglio attrezzate». Nel mirino, metodo e sostanze delle decisioni ministeriali: «Da un ministro presentatosi come pronto all’ascolto ed al dialogo ci saremmo aspettati ben altri atteggiamenti che far passare a colpi di maggioranza, e senza il preventivo coinvolgimento del Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale, un’iniziativa che fa a pugni con la logica, la ragionevolezza e la politica". I sei assessori chiederanno un incontro urgente al Ministro all’Agricoltura, Stefano Patuanelli, mentre un’informativa sarà notificata alla Commissione Europea.

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[Emilia - Romagna] Agricoltura. Riparto risorse Programma di sviluppo rurale per il biennio di transizione 2021-2022, l'assessore Mammi: "Bene la proposta del ministro Patuanelli che ha trovato un punto di equilibrio importante, nell'interesse nazionale. Le risorse devono essere utilizzate al meglio da tutte le Regioni per sostenere le imprese agricole"

[Veneto] RIPARTO FONDI PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2021-2022, CANER: “IL VENETO CONDIVIDE E SOSTIENE LA PROPOSTA DEL MINISTRO PATUANELLI”

[Lombardia] FONDI EUROPEI AGRICOLTURA, ROLFI: PARAMETRI OGGETTIVI DI RIPARTO TRA REGIONI, LOMBARDIA SOSTIENE PROPOSTA MINISTRO PATUANELLI  

[Marche] FONDI PSR, CARLONI: “CHIEDIAMO PIU' RISORSE PER LE MARCHE. I NOSTRI AGRICOLTORI VOGLIONO CRESCERE E OCCORRE INCENTIVARE GLI INVESTIMENTI”

[Calabria] PSR, SEI REGIONI CONTRO LA REVISIONE DEI PARAMETRI DI RIPARTIZIONE

[Umbria] psr: 6 regioni contro la revisione dei parametri di ripartizione. contestati radicalmente l’operato e le scelte del ministero dell’agricoltura. interessata la commissione europea e richiesto un incontro urgente al ministro

[Piemonte] PSR, L’ASSESSORE MARCO PROTOPAPA DEL PIEMONTE: FORTE SOSTEGNO ALLA RIPARTIZIONE FONDI PER IL BIENNIO 2021-22 PROPOSTA DAL MINISTRO PATUANELLI

[Sicilia] Psr, sei Regioni contro la revisione dei parametri di ripartizione

[Basilicata] Psr: 6 Regioni contro la revisione dei parametri di ripartizione


( red / 01.04.21 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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