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Patuanelli incontra Assessori all'agricoltura, fra i temi affrontati anche il riparto Feasr 2020-21
(Regioni.it 4021 - 09/03/2021) "Potenziare la competitivita' del sistema in ottica sostenibile, favorendo l'organizzazione delle filiere e rafforzando le connessioni fra produttori e consumatori, investendo sulla protezione dei redditi degli imprenditori agricoli e sull'integrazione dei settori verso un'economia realmente circolare, sfruttandone anche le opportunita' per ampliare il perimetro operativo delle filiere piu' tradizionalmente agricole a nuovi ambiti economici". Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, in audizione in commissione Agricoltura al Senato sulle linee programmatiche del dicastero, indicando uno dei "principali obiettivi che la sfida della nuova crescita post pandemica deve porsi".
Il ministro ha anche evidenziato come priorita' "migliorare le performance climatiche e ambientali dei sistemi produttivi, assistendo gli operatori del settore verso una gestione sostenibile del capitale naturale, recuperando o salvaguardando i paesaggi agrari secondo un equilibrio ecologico e tutelando gli habitat naturali e gli agroecosistemi" e "rafforzare la resilienza e la vitalita' dei territori rurali, generando occasioni di nuova imprenditoria basate sul consolidamento del patrimonio naturale e sociale, creando le condizioni per migliorare l'attrattivita' e l'inclusivita' delle zone marginali".
Inoltre, per Patuanelli occorre "promuovere il lavoro agricolo e forestale di qualita' e tutelare i diritti dei lavoratori, fornendo gli strumenti per garantire l'equita' nei contratti e la sicurezza sui posti di lavoro, creando le condizioni per l'emersione e la regolarizzazione del lavoro nero" e "rafforzare la capacita' di attivare scambi di conoscenza e innovazioni, accrescendo la consapevolezza collettiva e istituzionale sulle implicazioni legate alla sostenibilita' dei sistemi agroalimentari e favorendo la partecipazione attiva degli operatori e dei cittadini". Infine, un'ultima priorita' indicata da Patuanelli prevede di "efficientare il sistema di governance, rafforzare le strutture di gestione amministrativa a livello nazionale e regionale, costruire un quadro normativo allo stesso tempo semplice e adeguato alle nuove sfide e alle nuove esigenze".
E' necessario accelerare i lavori per la predisposizione del Piano strategico nazionale da presentare alla Commissione europea entro fine 2021 in modo da consentire l'avvio degli interventi nel 2023; non meno importante è il lavoro da fare per gestire l'attuale fase transitoria: le risorse disponibili a valere sul 2021 e 2022 vanno impegnate al più presto", ha aggiunto Patuanelli, annunciando di avere già "preso contatto con l'assessore Pentassuglia, coordinatore della Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni, per cercare di sbloccare il negoziato tra le Regioni sul riparto dei fondi FEASR destinati allo sviluppo rurale per il periodo 2021-2027, in corso da oltre tre mesi, e ho già avviato un primo confronto con gli assessori all'agricoltura di tutte le Regioni"". Patuanelli ha ricordato che alcune decisioni fondamentali di competenza degli Stati membri andavano prese entro lo scorso 19 febbraio: ""non si è potuta onorare tale scadenza - ha detto - per l'impossibilità materiale di organizzare le dovute interlocuzioni, ma saremo certamente pronti per compiere, entro il prossimo mese di luglio, le scelte relative all'anno di domanda 2022 su alcuni questioni di estrema rilevanza quali la convergenza interna e gli aiuti accoppiati"". L'obiettivo, ha aggiunto, è ""la definizione di una Strategia nazionale per un sistema agricolo, alimentare e forestale sostenibile ed inclusivo"". Patuanelli ha quindi spiegato che l nuovo modello di attuazione, ""che sposta l'attenzione delle politiche dalla conformità ai risultati riequilibrando le responsabilità tra l'Unione europea e gli Stati membri con una maggior sussidiarietà, impone ampia condivisione nella definizione della strategia ed un modello di governance in grado assicurare efficienza nella gestione delle risorse"" ed ha annunciato che l'insediamento del Tavolo di partenariato nazionale è previsto per questo mese di marzo.
Ieri il Ministro ha incontrato alcuni Assessori alle politiche agricole delle Regioni e delle Province autonome, per un confronto a largo raggio sui temi rilevanti che interessano il settore e sulle questioni più urgenti da affrontare. la riunione si è concentrata sulle priorità delle regioni del nord, ma a questo incontro farannoseguito altri appuntamenti per quelle del centro e del sud.
Il ministro ha anche evidenziato come priorita' "migliorare le performance climatiche e ambientali dei sistemi produttivi, assistendo gli operatori del settore verso una gestione sostenibile del capitale naturale, recuperando o salvaguardando i paesaggi agrari secondo un equilibrio ecologico e tutelando gli habitat naturali e gli agroecosistemi" e "rafforzare la resilienza e la vitalita' dei territori rurali, generando occasioni di nuova imprenditoria basate sul consolidamento del patrimonio naturale e sociale, creando le condizioni per migliorare l'attrattivita' e l'inclusivita' delle zone marginali".
Inoltre, per Patuanelli occorre "promuovere il lavoro agricolo e forestale di qualita' e tutelare i diritti dei lavoratori, fornendo gli strumenti per garantire l'equita' nei contratti e la sicurezza sui posti di lavoro, creando le condizioni per l'emersione e la regolarizzazione del lavoro nero" e "rafforzare la capacita' di attivare scambi di conoscenza e innovazioni, accrescendo la consapevolezza collettiva e istituzionale sulle implicazioni legate alla sostenibilita' dei sistemi agroalimentari e favorendo la partecipazione attiva degli operatori e dei cittadini". Infine, un'ultima priorita' indicata da Patuanelli prevede di "efficientare il sistema di governance, rafforzare le strutture di gestione amministrativa a livello nazionale e regionale, costruire un quadro normativo allo stesso tempo semplice e adeguato alle nuove sfide e alle nuove esigenze".
E' necessario accelerare i lavori per la predisposizione del Piano strategico nazionale da presentare alla Commissione europea entro fine 2021 in modo da consentire l'avvio degli interventi nel 2023; non meno importante è il lavoro da fare per gestire l'attuale fase transitoria: le risorse disponibili a valere sul 2021 e 2022 vanno impegnate al più presto", ha aggiunto Patuanelli, annunciando di avere già "preso contatto con l'assessore Pentassuglia, coordinatore della Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni, per cercare di sbloccare il negoziato tra le Regioni sul riparto dei fondi FEASR destinati allo sviluppo rurale per il periodo 2021-2027, in corso da oltre tre mesi, e ho già avviato un primo confronto con gli assessori all'agricoltura di tutte le Regioni"". Patuanelli ha ricordato che alcune decisioni fondamentali di competenza degli Stati membri andavano prese entro lo scorso 19 febbraio: ""non si è potuta onorare tale scadenza - ha detto - per l'impossibilità materiale di organizzare le dovute interlocuzioni, ma saremo certamente pronti per compiere, entro il prossimo mese di luglio, le scelte relative all'anno di domanda 2022 su alcuni questioni di estrema rilevanza quali la convergenza interna e gli aiuti accoppiati"". L'obiettivo, ha aggiunto, è ""la definizione di una Strategia nazionale per un sistema agricolo, alimentare e forestale sostenibile ed inclusivo"". Patuanelli ha quindi spiegato che l nuovo modello di attuazione, ""che sposta l'attenzione delle politiche dalla conformità ai risultati riequilibrando le responsabilità tra l'Unione europea e gli Stati membri con una maggior sussidiarietà, impone ampia condivisione nella definizione della strategia ed un modello di governance in grado assicurare efficienza nella gestione delle risorse"" ed ha annunciato che l'insediamento del Tavolo di partenariato nazionale è previsto per questo mese di marzo.
Ieri il Ministro ha incontrato alcuni Assessori alle politiche agricole delle Regioni e delle Province autonome, per un confronto a largo raggio sui temi rilevanti che interessano il settore e sulle questioni più urgenti da affrontare. la riunione si è concentrata sulle priorità delle regioni del nord, ma a questo incontro farannoseguito altri appuntamenti per quelle del centro e del sud.
Tanti gli argomenti affrontati e le problematiche messe sul tavolo dagli Assessori nel corso della discussione. Tra i più citati, la ripartizione dei fondi FEASR che dovranno essere assegnati alle regioni per finanziare gli interventi nel biennio di transizione 2021-2022 e per la quale un gruppo di 15 regioni, tra le quali la Valle d’Aosta, ha proposto di rivedere i criteri storici applicati in passato. Gli Assessori hanno anche chiesto che la decisione sia assunta in tempi brevi, in quanto è necessario garantire al più presto la riapertura dei bandi a beneficio degli agricoltori.
Altro tema sentito è stato quello legato alla fauna selvatica, per il quale è stato richiesto che, superando le posizioni ideologiche, il Ministero delle politiche agricole possa riacquisire un ruolo centrale nel dibattito a livello nazionale. Nel suo intervento, l’Assessore Davide Sapinet ha posto l’attenzione sulla montagna, evidenziando come la crisi del turismo dovuta alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria e l’improvviso stop all’apertura degli impianti sciistici, dopo che tutto era pronto e faceva sperare per la ripresa dell’economia, non solo hanno messo in ginocchio il settore dell’ospitalità ma hanno creato grande preoccupazione tra le aziende agricole che trovano nel mercato locale il loro principale sbocco commerciale. Tornando al riparto dei fondi FEASR, Sapinet ha chiesto che siano tutelate le specificità delle Valle d’Aosta, che, come regione montana, ha nei premi del Programma di sviluppo rurale un sostegno fondamentale per il reddito degli agricoltori, che deve essere preservato da ogni possibile criterio di riparto.
Ha poi concordato con i colleghi che avevano evidenziato il ruolo svolto dalla zootecnica per i territori rurali e la conseguente necessità di mantenere e se possibile potenziare il sostegno a tale comparto. Ha, inoltre, ricordato come la corretta gestione della presenza del lupo abbia assunto un’attenzione prioritaria e come, tra i tanti aspetti, sia necessario tutelare e supportare gli allevatori in vista della prossima stagione della monticazione. L’Assessore, riferendosi ad alcune osservazioni già espresse, ha, infine, chiesto che nel Recovery Plan sia data la giusta considerazione alla valorizzazione delle risorse idriche, anche nell’ottica dei cambiamenti climatici, i cui effetti si sentiranno in prima battuta nelle regioni dell’arco alpino, e che, nella predisposizione del futuro PAN (il Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) siano tutelate le esigenze dell’agricoltura di montagna.
Il Ministro Patuanelli, oltre a rispondere ai diversi interventi assicurando il suo supporto, si è soffermato sul tema della sostenibilità, affermando che la filiera agricola deve essere dotata degli strumenti finanziari necessari a concorrere al miglioramento della qualità ambientale e che questo aspetto, insieme alla volontà di imprimere una svolta innovativa al settore, sarà tema centrale nella definizione del Recovery Plan e della futura programmazione europea. Ha, infine, sottolineato l’importanza di mantenere un dialogo aperto con tutti gli Assessori, impegnandosi a riproporre gli incontri con regolare periodicità.
“Nell’incontro il Ministro Patuanelli si è dimostrato molto pragmatico, aperto al confronto e disponibile, visto anche il molto tempo concesso, ad ascoltare le istanze provenienti dai singoli rappresentanti regionali. D’altra parte le questioni legate al settore agricolo, in Veneto come nel resto della Penisola, sono tante, diverse e meritano l'attenzione dimostrata questa mattina”. Queste le parole dell’assessore regionale del Veneto, Federico Caner.“È stata una riunione molto operativa e concreta. Abbiamo affrontato moltissimi temi: ci siamo soffermati in maniera particolare sul riparto dei fondi Feasr 2020-2021, una questione che sarà anche all’ordine del giorno della Conferenza delle Regioni di giovedì. Non è più accettabile che il criterio dell’assegnazione storica, che non rispecchia in alcun modo le diverse realtà agricole territoriali e che avrebbe dovuto essere abbandonato già dal 2006, continui a penalizzare alcune Regioni tra le quali anche il Veneto”. Al centro dell’incontro anche la questione ambientale e la necessità di disporre nuovi fondi per favorire una svolta green anche nel settore agricolo: “Al Ministro abbiamo rappresentato la necessità di intervenire anche con dotazioni specifiche per favorire la riduzione di emissioni del comparto zootecnico per contribuire all’abbattimento dei livelli di Pm10. Considerato che il problema ambientale non riguarda solo il Veneto, ma si inquadra nell’area più ampia del Bacino Padano e di una parte della Penisola – sottolinea l’assessore – è necessario che la derivazione dei fondi sia, per coerenza, nazionale”. Caner fa poi una panoramica degli altri nodi affrontati: “Abbiamo poi chiesto chiarimenti sulla questione della cumulabilità tra finanziamenti del Psr (programma di sviluppo rurale) e le diverse agevolazioni fiscali e sui prossimi interventi che potranno essere attuati grazie alle risorse provenienti dal Recovery Fund”. Infine la necessità di proseguire sulla strada della tutela dei prodotti tipici, da sempre al centro delle politiche regionali: “Con il Ministro abbiamo condiviso la necessità di sgomberare il campo da possibili equivoci derivanti dall'utilizzo di etichettature come il Nutriscore e più in generale i sistemi delle etichette a semaforo che rischierebbero di diffondere, per effetto della semplificazione, modelli alimentari sbagliati e di lanciare messaggi fuorvianti rispetto alla tutela dei prodotti Made in Italy e Made in Veneto che noi invece da sempre sosteniamo”, chiude l’assessore.
“Le sfide del settore primario e le politiche anticicliche necessarie per la ripresa del comparto agroalimentare - ha detto Alessandro Piana, vice presidente e assessore regionale all’Agricoltura della Liguri - sono state oggetto di interesse del dibattito odierno con il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli per una governance che tenga davvero conto delle esigenze della nostra regione. Tra i punti affrontati la valorizzazione delle aree marginali e dell’entroterra, l’alleggerimento della burocrazia (ad esempio per il settore florovivaistico nelle esportazioni con il Regno Unito), azioni più rapide a indennizzo degli eventi calamitosi, la strategia nazionale per la revisione della PAC, il riparto delle risorse FEASR, la necessità di tutelare il made in Italy, il rilancio economico e dell’occupazione, la battaglia sul nutriscore e il tema dell’innovazione sostenibile per favorire un’agricoltura di precisione. Sono sicuro che questo dialogo proattivo aiuterà a rimettere al centro il presidio del territorio, la sostenibilità e la redditività delle nostre aziende".
“Penalizzare i vini generici è un errore perché hanno canali commerciali diversi rispetto a quelli Dop e Igp, non creano giacenze e rispondono a una domanda in espansione, anche a seguito della crisi. Imporre una limitazione determina quindi una riduzione dell’offerta interna, favorendo l’ingresso di vini della stessa categoria prodotti in altri Paesi sia comunitari che extra-UE, creando ulteriore danno all’economia nazionale. Senza considerare l’onerosità del controllo, in un settore già soffocato dalle regole”.
L’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi dell'Emilia-Romagna ha invece commentato oggi la bozza di decreto sulle rese dei vini generici, inviata dal ministero per le Politiche agricole alle Regioni, che prevede una riduzione della produzione massima per ettaro di uva da 50 a 30 tonnellate, con la previsione di una deroga a 40 tonnellate ad ettaro per i territori particolarmente vocati a questa tipologia di produzione. Si tratta dei cosiddetti vini da pasto, a prezzo contenuto, che nelle province emiliano-romagnole vengono prodotti in grandi quantità e che sono arrivati a un equilibrio fra costi e ricavi. “La recente versione dello schema di decreto, per individuare le aree vitate che, in deroga, possono produrre fino a 40 tonnellate per ettaro di uva per vini generici- spiega Mammi-, rischia di generare gravissime difficoltà alla filiera viticola dell’Emilia-Romagna. Non abbiamo condiviso fin dall’inizio la scelta parlamentare di introdurre la limitazione produttiva, anacronistica e lesiva per i nostri produttori, per le superfici vitate destinate a vini generici e da tavola, non comprendendo la logica punitiva che non tiene conto del contesto di mercato”. Infine un’applicazione già nella campagna vitivinicola in corso non consentirebbe nemmeno il tempo tecnico di adattamento per gli agricoltori per cercare di mitigare il danno dal momento che la limitazione della produzione in campo passa soprattutto attraverso la potatura e la concimazione, operazioni colturali oggi già quasi completamente concluse.
L’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi dell'Emilia-Romagna ha invece commentato oggi la bozza di decreto sulle rese dei vini generici, inviata dal ministero per le Politiche agricole alle Regioni, che prevede una riduzione della produzione massima per ettaro di uva da 50 a 30 tonnellate, con la previsione di una deroga a 40 tonnellate ad ettaro per i territori particolarmente vocati a questa tipologia di produzione. Si tratta dei cosiddetti vini da pasto, a prezzo contenuto, che nelle province emiliano-romagnole vengono prodotti in grandi quantità e che sono arrivati a un equilibrio fra costi e ricavi. “La recente versione dello schema di decreto, per individuare le aree vitate che, in deroga, possono produrre fino a 40 tonnellate per ettaro di uva per vini generici- spiega Mammi-, rischia di generare gravissime difficoltà alla filiera viticola dell’Emilia-Romagna. Non abbiamo condiviso fin dall’inizio la scelta parlamentare di introdurre la limitazione produttiva, anacronistica e lesiva per i nostri produttori, per le superfici vitate destinate a vini generici e da tavola, non comprendendo la logica punitiva che non tiene conto del contesto di mercato”. Infine un’applicazione già nella campagna vitivinicola in corso non consentirebbe nemmeno il tempo tecnico di adattamento per gli agricoltori per cercare di mitigare il danno dal momento che la limitazione della produzione in campo passa soprattutto attraverso la potatura e la concimazione, operazioni colturali oggi già quasi completamente concluse.
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( red / 09.03.21 )
Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
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