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Rafforzare le sedi di concertazione, intervista ad Alessia Grillo
In occasione del 40°della Conferenza delle Regioni, "Salto.bz", network altoatesino, fa il punto con il Segretario Generale
(Regioni.it 3999 - 05/02/2021) In occasione del 40° anniversario della fondazione della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Salto.bz , network on line altoatesino, ha voluto intervistare il Segretario Generale, Alessia Grillo.
"La Conferenza delle Regioni - ha spiegato, fra l'altro, Grillo - è di fatto un organo collaborativo e quindi di carattere volontario. Non è un organo istituzionalizzato. Non c’è né una legge che la istituisce, né un riconoscimento nella Costituzione, sebbene il suo ruolo e la sua attività siano ormai richiamati esplicitamente in centinaia di disposizioni legislative. Per tanti anni questo non è stato un problema e forse ha pure favorito lo sviluppo della Conferenza. L’importanza assunta oggi però dalla Conferenza delle Regioni – come illustrato dall’incarico di elaborare delle linee guida per la riapertura delle attività economiche – fa sembrare opportuna una veste più puntuale, anche sul piano giuridico. Anche perché, come detto, emergono compiti che vanno al di là del solo coordinamento politico e rientrano ormai nelle prassi e nei procedimenti istituzionali".
i Presidenti delle Regioni stanno approfondendo il tema e stanno verificando quali possono essere le varie possibilità di sviluppo istituzionale per la Conferenza. Una cosa appare certa, come sottolineato anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’occasione del 50esimo anniversario delle Regioni a statuto ordinario, ad agosto: c’è ed è fortemente avvertita la necessità di rafforzare le sedi concertative a garanzia del principio della leale collaborazione fra Stato e Regioni, un’esigenza a cui già oggi contribuisce in modo determinante e significativo a Conferenza delle Regioni e le Province Autonome".
Va pero sottolineato che "la concertazione fra Stato e Regioni" avviene, spiega Alessia Grillo, attraverso “accordi” o “intese” sancite in Conferenza Stato-Regioni o in Conferenza Unificata. Quelli che andrebbero migliorati però sono gli strumenti che rendono possibile questa collaborazione, ovvero il modo nel quale vengono utilizzati pareri, intese e accordi. In più c’è bisogno di potenziare le aree di intervento. In altri termini sarebbe opportuno un coinvolgimento delle Regioni nelle fasi “a monte” che consentirebbe la partecipazione effettiva della Conferenza alla definizione delle decisioni. Le Regioni dovrebbero potersi esprimere non solo sull’attuazione della legislazione statale, ma anche nella fase di elaborazione di provvedimenti cruciali per l’attuazione del programma di governo, cito per tutti la Legge di Bilancio, rispetto alla quale però proprio negli ultimi anni, con la stipula di accordi puntuali, si sono registrati, sotto questo profilo importanti passi in avanti".
Resta comunque un punto di forza "La Conferenza - conclude Alessia Grillo - è un luogo di sintesi delle diverse esigenze territoriali e delle legittime ambizioni regionali. Una sede che va al di là dei singoli partiti a cui ogni Presidente risponde e che va al di là di una visione meramente locale. Per questo motivo la Conferenza è dunque diventata un interlocutore privilegiato ed attendibile del Governo e dello stesso Parlamento, come dimostrano fra l’altro le sempre più frequenti audizioni nelle commissioni parlamentari".
i Presidenti delle Regioni stanno approfondendo il tema e stanno verificando quali possono essere le varie possibilità di sviluppo istituzionale per la Conferenza. Una cosa appare certa, come sottolineato anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’occasione del 50esimo anniversario delle Regioni a statuto ordinario, ad agosto: c’è ed è fortemente avvertita la necessità di rafforzare le sedi concertative a garanzia del principio della leale collaborazione fra Stato e Regioni, un’esigenza a cui già oggi contribuisce in modo determinante e significativo a Conferenza delle Regioni e le Province Autonome".
Va pero sottolineato che "la concertazione fra Stato e Regioni" avviene, spiega Alessia Grillo, attraverso “accordi” o “intese” sancite in Conferenza Stato-Regioni o in Conferenza Unificata. Quelli che andrebbero migliorati però sono gli strumenti che rendono possibile questa collaborazione, ovvero il modo nel quale vengono utilizzati pareri, intese e accordi. In più c’è bisogno di potenziare le aree di intervento. In altri termini sarebbe opportuno un coinvolgimento delle Regioni nelle fasi “a monte” che consentirebbe la partecipazione effettiva della Conferenza alla definizione delle decisioni. Le Regioni dovrebbero potersi esprimere non solo sull’attuazione della legislazione statale, ma anche nella fase di elaborazione di provvedimenti cruciali per l’attuazione del programma di governo, cito per tutti la Legge di Bilancio, rispetto alla quale però proprio negli ultimi anni, con la stipula di accordi puntuali, si sono registrati, sotto questo profilo importanti passi in avanti".
Resta comunque un punto di forza "La Conferenza - conclude Alessia Grillo - è un luogo di sintesi delle diverse esigenze territoriali e delle legittime ambizioni regionali. Una sede che va al di là dei singoli partiti a cui ogni Presidente risponde e che va al di là di una visione meramente locale. Per questo motivo la Conferenza è dunque diventata un interlocutore privilegiato ed attendibile del Governo e dello stesso Parlamento, come dimostrano fra l’altro le sempre più frequenti audizioni nelle commissioni parlamentari".
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( red / 05.02.21 )
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