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PNRR: la svolta del recovery fund e il dibattito sulla crisi
Oggi audizione parlamentare dei dei rappresentanti della Conferenza delle Regioni
(Regioni.it 3994 - 29/01/2021) "Il Recovery Fund e il Next Generation Eu rappresentano, soprattutto per l'Italia, una straordinaria opportunità", lo sostiene il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, in un videomessaggio in occasione dell'assemblea dei delegati di Legacoop Emilia Romagna. Per questo motivo "non possiamo non coglierla nella sua capacità di risposta alla crisi e alla ripresa. Tutti gli Stati membri oltre a garantire stabilità politica e istituzionale hanno bisogno di svolgere un lavoro attento e concentrarsi a tutti i livelli sulla programmazione e pianificazione degli interventi".
la discussione sul PNRR fa da sfondo alla discussione politica di queste ore sulla stabilità politica . "Due giorni fa, insieme ai miei colleghi presidenti - spiega il presidente dell'Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ad Agorà su Rai 3 - dovevamo incontrare il presidente del Consiglio sul Recovery Fund dopo mesi che lo chiedevamo", ma l'incontro è saltato per la crisi di governo. "L'Europa ti chiede i progetti, presto devono essere validati e noi non sappiamo con chi interloquire". Esiste un progetto da due miliardi di euro per combattere lo smog in Pianura Padana condiviso da tutte le regioni interessate e "nel Recovery pare ci sia zero", continua Bonaccini, sul piano 'candidato' per i prestiti europei insieme a Lombardia, Piemonte e Veneto. Si parla, scandisce Bonaccini, del "luogo piu' inquinato d'Europa" e di un lavoro fatto "tutti insieme perche' lo smog non conosce confini geografici e appartenenze politiche". Ma a quanto risulta il Governo non l'ha fatto proprio. Del resto il summit sul Recovery di martedì è saltato per le dimissioni di Giuseppe Conte e ancora non si sa quando la discussione potra' riprendere. Il piano, pero' "ancora non va bene", sottolinea Bonaccini. "Il problema e' che noi non sappiamo fino in fondo cosa c'è nel Recovery fund. Anche con questo Governo che io sostengo, che spero riparta da Conte, un problema di confronto c'è". Bonaccini chiede che le amministrazioni regionali non vengano punite in ambito nazionale. "Se la mia regione ogni volta spende tutti i fondi europei che le vengono assegnati e se ne avesse di piu' saprebbe spenderli non vedo perché debba essere penalizzata nel momento in cui presentiamo progetti che devono essere vagliati, ci mancherebbe, ma che poi devono trovare una messa a terra".
Concetti che presumibilmente verranno ribaditi anche nel corso dell'audizione di rappresentanti della Conferenza delle Regioni, in programma per oggi (vedi Regioni.it di ieri) di fronte alla V Commissione della Camera.
"Il Recovery Fund si sta definendo come una progettualità molto centralizzata sulla presidenza del Consiglio dei ministri. Quando è uscito, il 12 gennaio, mi sono molto preoccupato. Le Regioni sono poco presenti, non solo la Toscana, ma anche ad esempio l'Emilia-Romagna. In un lungo colloquio che ho avuto con il ministro Amendola, tuttavia, mi è stato chiarito che la parte più consistente delle risorse, più o meno l'80 per cento, sarà assegnata successivamente con bandi. Si tratterà di rapportarci con i ministeri competenti, è una grande partita. La Toscana ha molte potenzialità". Così il presidente della Toscana, Eugenio Giani, ha parlato in una breve comunicazione alla Commissione per le politiche europee del Consiglio regionale, che si è riunita ieri pomeriggio (giovedì 28 gennaio).
Il ministro degli Affari regionali e delle Autonomie Francesco Boccia, intervenuto alla presentazione in videoconferenza del Sesto Rapporto sulle Città - Le città protagoniste dello sviluppo sostenibile - del Centro nazionale di studi per le politiche urbane - ha ricordato che "L'Italia ha ottenuto dal Recovery fund la quota maggiore di risorse ed è il risultato di una visione di Europa completamente cambiata, a partire dall'allentamento dei vincoli di bilancio che ha preservato la coesione sociale. Se non ci fosse stata l'Europa avremmo vissuto gravi conflitti sociali causati dalla pandemia; grazie ai sindaci e ai presidenti di regione ci siamo tenuti per mano in una nuova stagione di leale collaborazione - ha proseguito. Quel piano di programmazione è solo un primo tassello di un nuovo modo di concepire l'intervento pubblico; i diritti universali riprendono il sopravvento sui vincoli di bilancio comunitari, salute e scuola non saranno mai più messi in discussione. Diritti universali che devono poi diventare servizi ed è compito della classe politica organizzare le città in modo che i servizi alla persona siano sempre garantiti"
"Il Recovery Fund si sta definendo come una progettualità molto centralizzata sulla presidenza del Consiglio dei ministri. Quando è uscito, il 12 gennaio, mi sono molto preoccupato. Le Regioni sono poco presenti, non solo la Toscana, ma anche ad esempio l'Emilia-Romagna. In un lungo colloquio che ho avuto con il ministro Amendola, tuttavia, mi è stato chiarito che la parte più consistente delle risorse, più o meno l'80 per cento, sarà assegnata successivamente con bandi. Si tratterà di rapportarci con i ministeri competenti, è una grande partita. La Toscana ha molte potenzialità". Così il presidente della Toscana, Eugenio Giani, ha parlato in una breve comunicazione alla Commissione per le politiche europee del Consiglio regionale, che si è riunita ieri pomeriggio (giovedì 28 gennaio).
Il ministro degli Affari regionali e delle Autonomie Francesco Boccia, intervenuto alla presentazione in videoconferenza del Sesto Rapporto sulle Città - Le città protagoniste dello sviluppo sostenibile - del Centro nazionale di studi per le politiche urbane - ha ricordato che "L'Italia ha ottenuto dal Recovery fund la quota maggiore di risorse ed è il risultato di una visione di Europa completamente cambiata, a partire dall'allentamento dei vincoli di bilancio che ha preservato la coesione sociale. Se non ci fosse stata l'Europa avremmo vissuto gravi conflitti sociali causati dalla pandemia; grazie ai sindaci e ai presidenti di regione ci siamo tenuti per mano in una nuova stagione di leale collaborazione - ha proseguito. Quel piano di programmazione è solo un primo tassello di un nuovo modo di concepire l'intervento pubblico; i diritti universali riprendono il sopravvento sui vincoli di bilancio comunitari, salute e scuola non saranno mai più messi in discussione. Diritti universali che devono poi diventare servizi ed è compito della classe politica organizzare le città in modo che i servizi alla persona siano sempre garantiti"
Secondo Luigi Gubitosi, Vice Presidente di Confindustria per il Digitale, intervenendo a un webinar su Repubblica.it, sui fondi del Next Generation EU per un piano d'investimento e innovazione che punti sul digitale "il lavoro avviato dal governo è avanzato ma noi pensiamo ci sia l'opportunità di un coinvolgimento costante delle parti sociali che potrebbe portare all'interno del piano a una sintesi efficace tra gli obiettivi governativi e le sollecitazioni provenienti dai corpi intermedi". "Io sono convinto, Confindustria è convinta che è un tema su cui ci giochiamo una partita fondamentale, che delineerà almeno il prossimo decennio: per l'Italia il dibattito parlamentare e il confronto con le parti sociali possono costituire - conclude Gubitosi - l'occasione per migliorare ulteriormente il Pnrr al fine di valorizzare una adesione unitaria" .
"Occorre rafforzare il disegno complessivo delle politiche di sviluppo, mettendo insieme una serie di misure che possano collegare investimenti, incentivi e sistema della ricerca" a sostenerlo è Gianna Fracassi, vice segretaria generale Cgil, in audizione nelle commissioni Bilancio, Lavoro e Attivita' produttive alla Camera sul Recovery plan. . Non c'e' una chiara strategia sulle politiche industriali, a partire delle grandi imprese pubbliche. Queste devono avere un ruolo e finalizzare il loro impegno per gli obiettivi, energetici e ambientali", stabiliti dal piano stesso.
"Occorre rafforzare il disegno complessivo delle politiche di sviluppo, mettendo insieme una serie di misure che possano collegare investimenti, incentivi e sistema della ricerca" a sostenerlo è Gianna Fracassi, vice segretaria generale Cgil, in audizione nelle commissioni Bilancio, Lavoro e Attivita' produttive alla Camera sul Recovery plan. . Non c'e' una chiara strategia sulle politiche industriali, a partire delle grandi imprese pubbliche. Queste devono avere un ruolo e finalizzare il loro impegno per gli obiettivi, energetici e ambientali", stabiliti dal piano stesso.
"La Cisl - anch'essa in audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Lavoro della Camera - condivide gli obiettivi e le scelte di sistema contenute nel piano predisposto dal Governo sul Recovery Plan, che sono coerenti con le macro indicazioni definite dall'Europa"" ma il Piano ""è ancora privo di un quadro operativo dettagliato e di una 'Governance' puntuale. Nel frattempo sembra mancare una politica industriale" Non solo, ha sottolineato la Cisl, ""i cantieri delle infrastrutture non si sbloccano e la Pubblica Amministrazione, dalla sanità alla scuola, dal personale di cancelleria nei tribunali agli ispettori che dovrebbero garantire il rispetto della sicurezza sul lavoro, paga l'inadeguatezza degli organici e degli investimenti necessari".
"Con l'ultima bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci sono stati dei miglioramenti evidenti rispetto alle prime versioni del Piano, però non possiamo considerarla ancora pienamente soddisfacente perché mancano indicazioni e decisioni
esplicite su alcuni importanti capitoli per la crescita economica, sociale ed occupazionale del Paese". Lo ha detto il segretario confederale Uil, Ivana Veronese, nel corso dell'audizione alla Camera sul Recovery plan. "Mancano inoltre un cronoprogramma, strumenti per attuare i progetti e obiettivi numerici attesi e risposte esaustive ed una visione di quale Paese vogliamo costruire nei prossimi 20/30 anni", dice aggiungendo la preoccupazione della confederazione di via Lucullo sulla "governance" e su un possibile ritorno nel prossimo futuro alle regole del patto di stabilità, che la Uil chiede "venga definitivamente superato". Per far ripartire il Paese - conclude- serve un quadro complessivo degli investimenti pubblici, in grado di attrarre anche quelli privati, programmando e coordinando gli interventi in un sistema di complementarità delle risorse di Next Generation con quelle per la coesione europea 2021-2027 il Fondo Sviluppo e Coesione nazionale, al fine di avere una visione d'insieme delle risorse disponibili e di come allocarle. Sollecitiamo la necessità di individuare un modello efficace anche di monitoraggio che coinvolga i sindacati in ogni fase di valutazione dell'impatto, anche attraverso lo sviluppo di puntuali articolazioni territoriali".
Critico Fiovo Bitti, segretario confederale Ugl: "Il Next Generation Eu e' uno strumento che non puo' valere soltanto per il futuro, ma anche e soprattutto per il presente, vista la disoccupazione crescente e il profondo stato di disagio sociale ed economico di larga parte della popolazione. Da parte del Governo, tuttavia, rileviamo un'assoluta mancanza di progettualita' e l'incapacita' di ragionare su un piano diverso dalla semplice logica emergenziale degli aiuti a pioggia".
Con il Recovery plan l'Italia "ha l'occasione di cambiare ciò che non va e di fare leva sui propri punti di forza, a cominciare dalle piccole imprese che rappresentano il 99% del sistema produttivo e di cui va sostenuta la vitalità e la capacità di produrre valore artigiano". Lo ha sottolineato il presidente di Confartigianato, Marco Granelli, in audizione. Il Pnrr, ha proseguito,"Il futuro economico e sociale del Paese - ha detto Granelli - dipende anche dalla capacità di investire sulle piccole imprese 'a valore artigiano' che combinano sostenibilità economica, sociale e ambientale e che contribuiscono a fare dell'Italia la seconda manifattura d'Europa dopo la Germania.
Il Pnrr, nella sua ultima versione, ha detto segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni, ha visto "ingiustamente ridimensionata e sottovalutata" la parte relativa allo "sviluppo del settore privato". Una rimodulazione "che non ci trova d'accordo, considerato l'impatto della crisi pandemica sulle imprese: secondo i dati di contabilità nazionale, nel 2020 il settore del Commercio, Alloggio e Ristorazione è stato quello più colpito, segnando un crollo del valore aggiunto quasi doppio rispetto alla media nazionale". "Le difficoltà del comparto sono legate all'eccezionale caduta dei consumi delle famiglie innescata dalla crisi pandemica, ridotti di 105 miliardi nel 2020. Per il turismo, invece, si stima una perdita complessiva di circa 90 miliardi di fatturato". "Per molti settori c'è il rischio concreto di una permanente distruzione del potenziale produttivo."Sono necessari interventi per il riequilibrio concorrenziale, andato in default per il commercio nel 2020, visto che l'online ha operato in regime di monopolio. E anche per quanto riguarda la rigenerazione urbana, è necessario prevedere sostegni alle imprese di vicinato, che sono il polmone verde della nostra economia distributiva".
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[Web Tv] Audizione di una delegazione della Conferenza delle Regioni in merito all' esame della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza - 29.01.2021 ore 15,45Galleria Fotografica
Recovery: Boccia, scuola e salute prima di vincoli bilancio
Recovery, Cisl: mancano quadro dettagliato e politica industriale
Recovery: Confartigianato, fare leva sulle piccole imprese
Confesercenti:in Pnrr settore privato ingiustamente ridimensionato
Recovery: Confesercenti, intervenire sul turismo e commercio
Recovery: Uil, manca visione Paese nel futuro
RECOVERY PLAN, CGIL: BUONA BASE PARTENZA, FULCRO E' LAVORO
Recovery: Ugl,ridurre costo lavoro e potenziare politiche attive
Recovery:Gubitosi,su digitale Europa deve collaborare
COOP. SASSOLI: È FONDAMENTALE TUTELARE LA COOPERAZIONE
( red / 29.01.21 )
Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
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