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Pandemia e richiesta chiarimenti su metodo fasce regionali
(Regioni.it 3944 - 05/11/2020) “Rimango convinto della necessita' di misure nazionali unitarie, anche piu' rigorose, per una azione piu' efficace di contrasto al Covid, a fronte di una diffusione sostanzialmente omogenea del contagio” , afferma il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca.
“Deve essere chiaro – aggiunge de Luca - che da oggi in poi saranno decisivi i comportamenti dei concittadini. Il contagio non scomparira' da solo. Il rischio di avere situazioni drammatiche e' dietro l'angolo. Comportamenti irresponsabili, ancora largamente presenti nei nostri territori, rischiano di pregiudicare tutto e di
far saltare due dati per noi decisivi che stiamo difendendo con l'impegno straordinario di tutto il personale sanitario: una presenza contenuta nelle terapie intensive, e un numero contenuto di persone che perdono la vita in relazione alla popolazione residente”.
“Mi sembra di aver capito – dichiara il presidente della regione Veneto, Luca Zaia - che per la classificazione di alcune regioni abbiano utilizzato i dati della settimana del 18-25 ottobre, e che ci sono state rimostranze, mi pare a ragione”
“Per il Veneto - precisa Zaia - è stato chiesto il tempo di presa in carico dei pazienti, e abbiamo risolto subito.
Abbiamo segnalato giorni fa un aspetto non contemplato: che se il numero di positivi pesa, è altrettanto vero che non me li puoi caricare solo sui tamponi molecolari ma anche su quelli rapidi”.
“I dati dell'andamento della pandemia in Friuli Venezia Giulia evidenziano un aumento lineare della richiesta di posti nei reparti Covid e in quelli di terapia intensiva e i parametri fissati dal Governo nel nuovo Dpcm posizionano la nostra regione tra quelle identificate come 'gialle' per l'attuazione delle misure di contenimento del virus”, evidenzia il presidente Massimiliano Fedriga: “Anche se siamo una delle regioni italiane ad aver raggiunto gli obiettivi fissati dal ministero della Salute con una disponibilità di 175 posti letto di terapia intensiva, il nostro sforzo è volto da un lato ad aumentare ulteriormente la disponibilità dei reparti Covid attraverso un riassetto delle strutture ospedaliere e, dall'altro, ad attuare misure di tracciamento e contenimento del contagio per ridurre il più possibile la pressione sul sistema sanitario regionale. - continua Fedriga - In tale contesto, oltre all'assunzione di personale sanitario per cui abbiamo chiesto al Governo di ricorrere a procedure agevolate, giocherà un ruolo fondamentale l'assistenza domiciliare nell'ambito della quale i medici di medicina generale e i pediatri di libera saranno importanti per favorire l'assistenza alle persone colpite dal coronavirus che non necessitano di cure ospedaliere”.
Per il presidente della regione Sicilia, Nello Musumeci, “se volessimo potremmo ricorrere alla giustizia amministrativa, ma serve dialogo, confronto, chiarezza. Basta guardare la comparazione con altre regioni, per capire come la dichiarazione di arancione per la Sicilia sia assolutamente immotivata. Eravamo assolutamente convinti che saremmo stati inseriti nella fascia gialla... altre regioni che potevano stare al posto nostro, sono invece gialle... questo alimenta sospetti”.
La Provincia autonoma di Bolzano spiega con il presidente Arno Kompatscher che la situazione epidemiologica del 25 ottobre, presa come punto di riferimento per la decisione del Ministero della salute, risulta essere superata dai fatti. "Rispetto a quella data - spiega Kompatscher - i dati dei contagi in Alto Adige sono fortemente cresciuti. Secondo Roma, la Provincia di Bolzano si troverebbe nella stessa situazione del Trentino, anch'esso valutato come zona gialla, ma la situazione è in realtà molto diversa: abbiamo lo stesso numero di abitanti, ma in Alto Adige ci sono il triplo dei ricoverati in terapia intensiva e il doppio dei pazienti Covid ricoverati negli ospedali".
“I governatori dovevano essere più responsabilizzati avevo chiesto che ci fosse una intesa anche in sede politica non solo in sede tecnica su quei dati”, così il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, sulle misure del Dpcm: “non conosco come ha valutato il Cts, l'Istituto superiore di sanità i criteri e i numeri che noi Regioni mandiamo tutte le settimane – aggiunge Toti, che è anche vicepresidente della Conferenza delle Regioni -.Se abbiamo deciso che quella è la sede di valutazione e il Governo se ne prende la responsabilità mi prendo la decisione così com'è, e per altro riconosce che in Regione Liguria uno sforzo è stato fatto. Dopo di che sono disponibile a partecipare in sede tecnica e politica alla condivisione delle decisioni con il governo e ad assumerne la mia parte di responsabilità".
Toti quindi aggiunge: “sono sempre stato per la diversificazione: i territori sono diversi la risposta sanitaria è diversa i parametri su cui si deve valutare il covid sono diversi”.
Vito Bardi, presidente della regione Basilicata, sottolinea che grazie all'impegno dei cittadini "e al vostro senso di responsabilità, ha un basso indice di contagio. Questo è quanto certifica l’Istituto Superiore di Sanità e ciò mi ha permesso – in Conferenza Stato-Regioni – di mantenere aperte molte delle attività economiche presenti in Basilicata".
Nella divisione delle regioni in area rossa-arancione-gialla “non ci leggo alcuna scelta politica. I dati che ci vengono richiesti sono sufficientemente oggettivi e in grado di darci un quadro della situazione. La pandemia rispetto al periodo di marzo-aprile e' diffusa su tutto il territorio nazionale. Sono assolutamente casuali i riferimenti al governo delle singole regioni", afferma Eugenio Giani, presidente della regione Toscana
Anche per Giani “non dobbiamo pensare a queste zone come una classifica di meglio o peggio, siamo tutti nella stessa barca e se vi sono parametri che indicano zone piu' a rischio e' giusto che vi siano provvedimenti piu' restrittivi. Giusto che i provvedimenti fossero fatti dal presidente del Consiglio e giusto che questo dibattito stimolasse negli italiani comportamenti individuali importantissimi”.
Per il presidente della regione Umbria Donatella Tesei “il Ministero della Salute ha diviso le regioni in fasce di 'rischio' in base a dei parametri che vanno dalla diffusione del virus alle capacità della rete sanitaria regionale di dare risposte a questa diffusione. Non sono pagelle e non è una classifica”, quindi "dobbiamo cercare di trovare un'unità di intenti ed evitare polemiche sterili".
La Provincia autonoma di Bolzano spiega con il presidente Arno Kompatscher che la situazione epidemiologica del 25 ottobre, presa come punto di riferimento per la decisione del Ministero della salute, risulta essere superata dai fatti. "Rispetto a quella data - spiega Kompatscher - i dati dei contagi in Alto Adige sono fortemente cresciuti. Secondo Roma, la Provincia di Bolzano si troverebbe nella stessa situazione del Trentino, anch'esso valutato come zona gialla, ma la situazione è in realtà molto diversa: abbiamo lo stesso numero di abitanti, ma in Alto Adige ci sono il triplo dei ricoverati in terapia intensiva e il doppio dei pazienti Covid ricoverati negli ospedali".
“I governatori dovevano essere più responsabilizzati avevo chiesto che ci fosse una intesa anche in sede politica non solo in sede tecnica su quei dati”, così il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, sulle misure del Dpcm: “non conosco come ha valutato il Cts, l'Istituto superiore di sanità i criteri e i numeri che noi Regioni mandiamo tutte le settimane – aggiunge Toti, che è anche vicepresidente della Conferenza delle Regioni -.Se abbiamo deciso che quella è la sede di valutazione e il Governo se ne prende la responsabilità mi prendo la decisione così com'è, e per altro riconosce che in Regione Liguria uno sforzo è stato fatto. Dopo di che sono disponibile a partecipare in sede tecnica e politica alla condivisione delle decisioni con il governo e ad assumerne la mia parte di responsabilità".
Toti quindi aggiunge: “sono sempre stato per la diversificazione: i territori sono diversi la risposta sanitaria è diversa i parametri su cui si deve valutare il covid sono diversi”.
Vito Bardi, presidente della regione Basilicata, sottolinea che grazie all'impegno dei cittadini "e al vostro senso di responsabilità, ha un basso indice di contagio. Questo è quanto certifica l’Istituto Superiore di Sanità e ciò mi ha permesso – in Conferenza Stato-Regioni – di mantenere aperte molte delle attività economiche presenti in Basilicata".
Nella divisione delle regioni in area rossa-arancione-gialla “non ci leggo alcuna scelta politica. I dati che ci vengono richiesti sono sufficientemente oggettivi e in grado di darci un quadro della situazione. La pandemia rispetto al periodo di marzo-aprile e' diffusa su tutto il territorio nazionale. Sono assolutamente casuali i riferimenti al governo delle singole regioni", afferma Eugenio Giani, presidente della regione Toscana
Anche per Giani “non dobbiamo pensare a queste zone come una classifica di meglio o peggio, siamo tutti nella stessa barca e se vi sono parametri che indicano zone piu' a rischio e' giusto che vi siano provvedimenti piu' restrittivi. Giusto che i provvedimenti fossero fatti dal presidente del Consiglio e giusto che questo dibattito stimolasse negli italiani comportamenti individuali importantissimi”.
Per il presidente della regione Umbria Donatella Tesei “il Ministero della Salute ha diviso le regioni in fasce di 'rischio' in base a dei parametri che vanno dalla diffusione del virus alle capacità della rete sanitaria regionale di dare risposte a questa diffusione. Non sono pagelle e non è una classifica”, quindi "dobbiamo cercare di trovare un'unità di intenti ed evitare polemiche sterili".
[Campania] +++ COVID-19, DE LUCA: NESSUN RILASSAMENTO E MISURE NAZIONALI UNITARIE +++
++ De Luca, prevedibili problemi da divisione in zone ++
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( gs / 05.11.20 )
Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
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