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Fase 3: le azioni del governo e le sollecitazioni delle Regioni
Più controlli per chi rientra in Italia
(Regioni.it 3875 - 06/07/2020) Dopo l'emergenza, la gestione della "convivenza" con la pandemia Covid-19 , ovvero la cosiddetta fase 3, pone sfide e traguradi ancora più impegnativi. Ma secondo il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, intervenuto il 5 luglio in diretta al Tg3. , ci sono segnali piuttosto confortanti: "Le reti sanitarie rafforzate con il lavoro congiunto di Governo e Regioni oggi sono in grado di contenere il contagio anche di nuovi focolai. Il meccanismo e' rodato e funziona. Le leggi ci sono, vanno solo applicate. Quando c'e' un focolaio, le Regioni in totale autonomia possono intervenire per attuare tutte le restrizioni possibili".
Esistono decine i focolai di nuovi contagi da coronavirus in diverse regioni, per lo più Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio, e l'ultima impennata si è diffusa in Lombardia, nei macelli e salumifici del mantovano.
In molti dei nuovi casi c'è un comune denominatore: il virus è di rientro, contratto all'estero e 'trasportato' a casa nostra. Si tratta di persone positive, soprattutto lavoratori stranieri, che fanno rientro in Italia, il più delle volte da paesi extra Schengen dove l'epidemia non è sotto controllo.
Per questo motivo il Presidente della Toscana, Enrico Rossi, ha stabilito il ricovero obbligatorio nei covid hotel per i contagiati che vivono nel sovraffollamento, e da domani a Roma partono i tamponi a tappeto per la comunità del Bangladesh dove il virus dilaga. Il Presidente del Lazio Nicola Zingaretti ha chiesto tamponi negli aeroporti per i voli da paesi ad alto rischio. "Dobbiamo avere il massimo di controlli dal punto di vista sanitario per chi arriva da altri paesi, compresi i nostri connazionali, i nostri imprenditori, che rientrano magari per un viaggio di lavoro", ha chiesto il presidente del Veneto , Luca Zaia oggi a Tg Sky 24.
E proprio dopo il caso dell'imprenditore veneto ricoverato a Vicenza, dopo aver, in un primo tempo, rifiutato le cure nonostante evidenti sintomi di Covid, il ministro della Salute Roberto Speranza - sollecitato dal Presidente del Veneto Luca Zaia - sta riflettendo sui trattamenti sanitari obbligatoriGli uffici del ministero stanno verificando il quadro normativo sui Tso. L'obiettivo è quello di studiare una norma più stringente per la tutela contro il Covid dopo il caso del focolaio veneto.
E proprio dopo il caso dell'imprenditore veneto ricoverato a Vicenza, dopo aver, in un primo tempo, rifiutato le cure nonostante evidenti sintomi di Covid, il ministro della Salute Roberto Speranza - sollecitato dal Presidente del Veneto Luca Zaia - sta riflettendo sui trattamenti sanitari obbligatoriGli uffici del ministero stanno verificando il quadro normativo sui Tso. L'obiettivo è quello di studiare una norma più stringente per la tutela contro il Covid dopo il caso del focolaio veneto.
La verifica tecnica servirà anche di supporto ai sindaci. "Oggi se una persona è positiva e non resta in isolamento ha una sanzione
penale da 3 a 18 mesi di carcere. E c'è una multa fino a 5mila euro", ha detto il ministro in un'intervista a Repubblica, in cui ha parlato anche di "test sierologici sulla popolazione scolastica". "Sto valutando con il mio ufficio legislativo - ha spiegato Roberto Speranza - l'ipotesi di trattamenti sanitari obbligatori nei casi in cui una persona deve curarsi e non lo fa". Parere favorevole viene da Andrea Crisanti, il professore di microbiologia dell'Università di Padova tra i primi a capire la gravità dell'epidemia e a fare muro. "Ogni volta che si mette in pericolo la salute degli altri prevale il bene pubblico, quindi - sostiene Crisanti parlando a SkyTg24 - penso che il Trattamento sanitario obbligatorio in questi casi debba essere necessario, estenderlo al caso del Covid non è una cosa negativa". Anche Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani che, intervistato dal Corriere della Sera, chiede "grande attenzione a porti, aeroporti e stazioni. Occorre fare i tamponi a tutti i passeggeri provenienti da Paesi nei quali il virus è in crescita. Non basta rilevare la temperatura o l'autocertificazione". E' comunque in vigore l’ordinanza del 30 giugno 2020 con la quale l’Italia sceglie la linea della prudenza e mantiene in vigore l’isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria per tutti i cittadini provenienti dai Paesi extra Schengen.
Ma attenzione, il mio giudizio su come si sono comportati gli italiani in questa crisi è positivo: senza questa sintonia di fondo tra le misure adottate e i comportamenti individuali noi non avremmo piegato la curva". dice il ministro della Salute in un'intervista a 'La Repubblica' . Secondo Roberto Speranza non potremo considerare il pericolo alle spalle" dunque "finché il virus sarà attivo non solo in Italia, ma con numeri sempre maggiori e preoccupanti nel mondo, dovremo rispettare le tre regole rimaste: mascherina, distanziamento fisico di almeno un metro senza assembramenti e rispetto delle regole igieniche a partire dal lavaggio delle mani. Ho il terrore di vanificare gli enormi sforzi fatti durante il lockdown. Anche perché "In 5 mesi - evidenzia Speranza - abbiamo messo più risorse sulla sanità che negli ultimi 5 anni. 3 miliardi e 250 milioni solo nel decreto rilancio. In tutto siamo andati oltre i 6. Li useremo per potenziare la rete territoriale e l'assistenza domiciliare, per essere più veloci nel fare i test, più rapidi nell'intervenire. E per aumentare la capacità di posti in terapia intensiva, anche se adesso siamo passati dai 4000 occupati di marzo a 70". E la scuola "deve essere la priorità", "penso che ci siano le condizioni a settembre per ripartire in sicurezza. La mia proposta è di ricostruire un rapporto organico tra scuola e sanità: recuperiamo il senso di una norma del 1961 che introduceva la medicina scolastica, superata negli anni '90 - dice Speranza - Una relazione organica costante della prevenzione sanitaria con le scuole. Ho proposto alle Regioni che questo modello venga ripristinato. Ci saranno test sierologici sui lavoratori, molecolari sulla popolazione scolastica. Un monitoraggio costante". Infine rispetto al Mes, secondo Speranza "è uno strumento finanziario a tasso molto basso. Rappresenta un'opportunità".
La misura si applica nel nostro Paese anche ai cittadini dei 14 Paesi individuati dall’Ue nella “lista verde”, da e per i quali ci si può muovere liberamente dal 1° luglio.
Nel testo si aggiunge anche la comprovata ragione di studio ai motivi che consentono l’ingresso nel territorio nazionale. Le altre motivazioni per l’arrivo in Italia sono le comprovate esigenze lavorative, i motivi di salute e l’assoluta urgenza.
La misura si applica nel nostro Paese anche ai cittadini dei 14 Paesi individuati dall’Ue nella “lista verde”, da e per i quali ci si può muovere liberamente dal 1° luglio.
Nel testo si aggiunge anche la comprovata ragione di studio ai motivi che consentono l’ingresso nel territorio nazionale. Le altre motivazioni per l’arrivo in Italia sono le comprovate esigenze lavorative, i motivi di salute e l’assoluta urgenza.
Su facebook la viceministra dell'Istruzione, Anna Ascani, sottolinea "Il rapporto organico fra scuola e sanità, come ribadito dal ministro della Salute Roberto Speranza, è uno dei cardini su cui si basa la riapertura a settembre". "La tutela di studenti, docenti, dirigenti scolastici, personale Ata e di tutti coloro che, a vario titolo, hanno contatti con la scuola deve essere garantita attraverso la prevenzione e il controllo. Test sierologici sui lavoratori, molecolari sugli studenti. Ma è anche condivisibile l'idea di ripristinare i servizi di medicina scolastica, che erano stati previsti in una norma del 1961, affinché si metta in campo qualsiasi soluzione utile a salvaguardare la riapertura delle scuole e il corretto andamento delle attività. Il nostro compito è quello di assicurare la ripartenza, permettendo a bambini e ragazzi di ritrovare socialità e lezioni in presenza e, insieme al personale scolastico, un ambiente sicuro. I tavoli con tutte le Regioni, Usr e i rappresentanti di Anci, Upi, che sto seguendo insieme ai miei colleghi, la rimodulazione degli spazi e gli investimenti sull'adeguamento chiudono il cerchio di un piano di lavoro, costante e rapido, per riaprire in piena sicurezza, nonostante la pandemia non sia ancora sconfitta".
Sul fronte regionale il dibattito torna ad investire il rapporto Nord-Sud " Io non ho dubbi che senza il Mezzogiorno questo è un Paese senza un grande futuro. Però in questo momento drammatico, la parte del Paese che produce più della metà del Pil, ha bisogno di ripartire subito". Così il presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini in un'intervista alla Stampa in cui sottolinea che affrontata la crisi sanitaria, tocca evitare "la pandemia economica". Il Presidente, che guida anche la Conferenza delle Regioni, si rivolge al leader di Confindustria Carlo Bonomi dicendo che "bisogna saper misurare le parole", mentre al premier Giuseppe Conte dà un consiglio sui tempi: "La velocità non è una variabile indipendente: si possono prendere ottime decisioni ma se non sono veloci, l'una vale l'altra". Bene il Governo ga fatto durante l'emergenza ma "la vera prova del nove della sua tenuta" sarà l'autunno "caldo".
Il Presidente della Sicilia Nello Musumeci dalle colonne de Il Mattino lancia invece un appello “bipartisan” a tutti gli altri presidenti di Regione per sostenere la ripresa del Sud Italia dopo l’emergenza Covid-19: «guardare la situazione economica del Mezzogiorno e della Sicilia, mettendola in relazione solo con l’epidemia da coronavirus, rischia di stravolgere la realtà. Voglio dire che si tratta di effetti congiunturali sicuramente negativi, che hanno però inciso su una già difficile realtà strutturale. Ci sarà tempo, quando si sarà trovato un vaccino, per fare consuntivi definitivi su quest’emergenza, ma le soluzioni economiche devono incidere sulle carenze strutturali dell’economia meridionale». Per Musumeci l’esperienza di forte disagio del Mezzogiorno è solo stata “messa a nudo” dal Covid, ma i problemi restano e resteranno se non si fa subito qualcosa: «chi era povero prima lo è di più ora, mentre chi era ricco prima ora è molto meno ricco. […] A Roma e Bruxelles hanno scelto l’unica risposta possibile e cioè l’iniezione di liquidità nel sistema economico. Una soluzione però insufficiente, se non accompagnata da una programmazione mirata, evitando rischi di spreco e clientelismo" Per questo motivo occorre secondo Musumeci un sostegno alle imprese ma in generale un piano di rilancio “di prospettiva” per non vedere soccombere il Mezzogiorno nei prossimi mesi: "Sono convinto sia necessario un grande patto tra i governatori del Sud, che vada al di là delle differenze territoriali e di posizioni politiche. Un patto che sia sintesi di proposte unitarie al governo centrale per interventi di sviluppo con indicazioni di risorse e tempi. Altrimenti faremo sempre come i capponi di Renzo. Non credo sia difficile mettere attorno a un tavolo i governatori del Sud per un grande progetto comune, in una dimensione nazionale e europea".
L'idea trova concorde il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, che in un'intervista a ''Il Mattino' sottolinea ''Da tempo non esiste un'idea precisa su cosa debba essere il Mezzogiorno nel suo complesso. Più Regioni sono protese verso il Sud del mondo che dovrebbe diventare l'area di nuove economie e sviluppo''. Così i. Per questo, secondo Bardi la proposta di un patto tra Regioni meridionali lanciata da Nello Musumeci è ''da accogliere, molto positiva. Le Regioni del Mezzogiorno vivono una serie di difficoltà e problemi comuni - sottolinea il Presidente lucano - che le uniscono. Sono sempre stato favorevole anche all'idea di una macroregione dei territori meridionali, che hanno storie e caratteristiche omogenee''. Le Regioni del Sud ''sono accomunate soprattutto dalla carenza strutturale di infrastrutture che le penalizza, potremmo ottenere ascolto maggiore a livello centrale''. In Basilicata, ad esempio, ''il grande problema è l'assenza di infrastrutture. Non c'è un aeroporto, i collegamenti ferroviari mostrano limiti''. Per questo ''bisogna sburocratizzare le decisioni e gli interventi - dice Bardi - dai troppi lacci che le bloccano. Un processo necessario e indispensabile per velocizzare i tempi di attuazione. Ma occorrono progetti. Su questo anche le Regioni hanno avuto spesso le loro responsabilità ma bisogna capire che i grandiinterventi non possono essere realizzati dal governo centrale". Quindi è il momento di "elaborare una grande idea di Mezzogiorno comune, basata sullo sviluppo che non può prescindere dall'adeguamento infrastrutturale dei nostri territori non più rinviabile".
Sul fronte regionale il dibattito torna ad investire il rapporto Nord-Sud " Io non ho dubbi che senza il Mezzogiorno questo è un Paese senza un grande futuro. Però in questo momento drammatico, la parte del Paese che produce più della metà del Pil, ha bisogno di ripartire subito". Così il presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini in un'intervista alla Stampa in cui sottolinea che affrontata la crisi sanitaria, tocca evitare "la pandemia economica". Il Presidente, che guida anche la Conferenza delle Regioni, si rivolge al leader di Confindustria Carlo Bonomi dicendo che "bisogna saper misurare le parole", mentre al premier Giuseppe Conte dà un consiglio sui tempi: "La velocità non è una variabile indipendente: si possono prendere ottime decisioni ma se non sono veloci, l'una vale l'altra". Bene il Governo ga fatto durante l'emergenza ma "la vera prova del nove della sua tenuta" sarà l'autunno "caldo".
Il Presidente della Sicilia Nello Musumeci dalle colonne de Il Mattino lancia invece un appello “bipartisan” a tutti gli altri presidenti di Regione per sostenere la ripresa del Sud Italia dopo l’emergenza Covid-19: «guardare la situazione economica del Mezzogiorno e della Sicilia, mettendola in relazione solo con l’epidemia da coronavirus, rischia di stravolgere la realtà. Voglio dire che si tratta di effetti congiunturali sicuramente negativi, che hanno però inciso su una già difficile realtà strutturale. Ci sarà tempo, quando si sarà trovato un vaccino, per fare consuntivi definitivi su quest’emergenza, ma le soluzioni economiche devono incidere sulle carenze strutturali dell’economia meridionale». Per Musumeci l’esperienza di forte disagio del Mezzogiorno è solo stata “messa a nudo” dal Covid, ma i problemi restano e resteranno se non si fa subito qualcosa: «chi era povero prima lo è di più ora, mentre chi era ricco prima ora è molto meno ricco. […] A Roma e Bruxelles hanno scelto l’unica risposta possibile e cioè l’iniezione di liquidità nel sistema economico. Una soluzione però insufficiente, se non accompagnata da una programmazione mirata, evitando rischi di spreco e clientelismo" Per questo motivo occorre secondo Musumeci un sostegno alle imprese ma in generale un piano di rilancio “di prospettiva” per non vedere soccombere il Mezzogiorno nei prossimi mesi: "Sono convinto sia necessario un grande patto tra i governatori del Sud, che vada al di là delle differenze territoriali e di posizioni politiche. Un patto che sia sintesi di proposte unitarie al governo centrale per interventi di sviluppo con indicazioni di risorse e tempi. Altrimenti faremo sempre come i capponi di Renzo. Non credo sia difficile mettere attorno a un tavolo i governatori del Sud per un grande progetto comune, in una dimensione nazionale e europea".
L'idea trova concorde il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, che in un'intervista a ''Il Mattino' sottolinea ''Da tempo non esiste un'idea precisa su cosa debba essere il Mezzogiorno nel suo complesso. Più Regioni sono protese verso il Sud del mondo che dovrebbe diventare l'area di nuove economie e sviluppo''. Così i. Per questo, secondo Bardi la proposta di un patto tra Regioni meridionali lanciata da Nello Musumeci è ''da accogliere, molto positiva. Le Regioni del Mezzogiorno vivono una serie di difficoltà e problemi comuni - sottolinea il Presidente lucano - che le uniscono. Sono sempre stato favorevole anche all'idea di una macroregione dei territori meridionali, che hanno storie e caratteristiche omogenee''. Le Regioni del Sud ''sono accomunate soprattutto dalla carenza strutturale di infrastrutture che le penalizza, potremmo ottenere ascolto maggiore a livello centrale''. In Basilicata, ad esempio, ''il grande problema è l'assenza di infrastrutture. Non c'è un aeroporto, i collegamenti ferroviari mostrano limiti''. Per questo ''bisogna sburocratizzare le decisioni e gli interventi - dice Bardi - dai troppi lacci che le bloccano. Un processo necessario e indispensabile per velocizzare i tempi di attuazione. Ma occorrono progetti. Su questo anche le Regioni hanno avuto spesso le loro responsabilità ma bisogna capire che i grandiinterventi non possono essere realizzati dal governo centrale". Quindi è il momento di "elaborare una grande idea di Mezzogiorno comune, basata sullo sviluppo che non può prescindere dall'adeguamento infrastrutturale dei nostri territori non più rinviabile".
Trentino ed Alto Adige rilanciano invece il lavoro di EuregioLab. I tre tavoli di lavoro di EuregioLab, riuniti a Innsbruck, hanno formulato nuovi input al fine di migliorare ulteriormente la collaborazione.. Gli esperti di Tirolo, Alto Adige e Trentino membri dell’EuregioLab hanno elaborato un elenco di misure sulla collaborazione fra le realtà territoriali dell’Euregio. Gli esiti saranno dibattuti dal presidente del Tirolo e dell’Euregio Günther Platter, assieme ai presidenti delle Provincie di Bolzano e di Trento, Arno Kompatscher e Maurizio Fugatti in occasione della Giornata del Tirolo al Forum europeo di Alpbach e quindi presentati al pubblico, il 23 agosto 2020 (cfr. portale dell’Euregio).
Su un altro fronte l notizia dell’approvazione da parte della commissione Bilancio della Camera dei Deputati di un emendamento al Decreto Rilancio, che rende più equilibrati i canoni sulle concessioni demaniali marittime delle imprese cosiddette “pertinenziali”, ovvero che operano su beni in muratura incamerati dallo Stato, è giudicata positivamente dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini e dell’assessore regionale al Turismo e Commercio Andrea Corsini. “E’ il risultato di un impegno politico e istituzionale condiviso, e questo via libera alla Camera è un ottimo risultato. Adesso molte attività economiche possono guardare al proprio futuro con maggiore serenità”.
L'emendamento è la risposta ad uUna vicenda annosa che penalizzava anche in Emilia-Romagna molte imprese turistico-balneari. “Stiamo parlando di ristoranti, circoli nautici, bar, stabilimenti balneari- spiegano Bonaccini e Corsini, che hanno rivolto un particolare ringraziamento al ministro dei Beni culturali e Turismo Dario Franceschini e alla sottosegretaria Lorenza Bonaccorsi - che a differenza di altri, sono soggetti a canoni davvero elevati. Senza questo intervento, che abbiamo fortemente voluto, il rischio sarebbe stata la chiusura di queste attività”.
Valutazioni positive arrivanoa nche dalla Liguria “Dopo il pressing portato avanti dalla Conferenza delle Regioni finalmente è stato approvato dalla commissione bilancio della Camera un emendamento al decreto rilancio per l’estensione fino al 2033 delle concessioni balneari. Sono contento, lo dico da ligure e da coordinatore del tavolo nazionale del demanio, ben venga questo atto rafforzativo del Parlamento della Legge 145 emanata dal precedente governo che prevedeva l’estensione delle concessioni. Ora però l’augurio è che questo atto ponga finalmente fine a tutte le incertezze in vista del superamento della direttiva Bolkestein”. Lo dice l’assessore regionale ligure Marco Scajola, coordinatore del tavolo nazionale sul Demanio della Conferenza delle Regioni. “In questi due anni, dopo l’approvazione della 145 – continua Scajola - non c’è stato il conseguente decreto ministeriale per far sì che le 30 mila imprese italiane potessero avere certezze e garanzie sulla presenza di una Legge che concedeva loro una proroga di 15 anni. Al contrario, a questo proposito, c’è stato un grande dibattito e tanta confusione. Adesso questo ulteriore atto parlamentare può aiutare e sostenere i Comuni nelle azioni di prolungamento delle concessioni demaniali marino-marittime. In questi due anni, come tavolo nazionale del demanio della Conferenza delle Regioni, da quando è entrata in vigore la 145, abbiamo sempre chiesto al governo e al parlamento ulteriori azioni che potessero rafforzare e chiarire la proroga di 15 anni. Quindi siamo soddisfatti che finalmente sia stata accolta la nostra voce”. L’assessore regionale Marco Scajola ricorda che nell’aprile dell’anno era stato approvato in modo unanime da tutte le regioni un ordine del giorno per dare sicurezze alle imprese. “Ora si ponga fine – conclude Scajola - a tutte le incertezze che hanno creato problemi a un settore strategico per l’Italia e per la nostra regione costituito dalle imprese balneari, ma anche da altre realtà che hanno necessità di avere un orizzonte ampio per poter investire. Il governo superi definitivamente la decennale questione della Bolkestein, chiarendo che le concessioni demaniali marittime non debbano essere comprese in una direttiva che parla di servizi e non di beni, come lo stesso Bolkestein aveva ribadito nel corso di un incontro di qualche anno fa, dicendo a chiare lettere che l’Italia non rientrava nella sua direttiva”.
Su un altro fronte l notizia dell’approvazione da parte della commissione Bilancio della Camera dei Deputati di un emendamento al Decreto Rilancio, che rende più equilibrati i canoni sulle concessioni demaniali marittime delle imprese cosiddette “pertinenziali”, ovvero che operano su beni in muratura incamerati dallo Stato, è giudicata positivamente dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini e dell’assessore regionale al Turismo e Commercio Andrea Corsini. “E’ il risultato di un impegno politico e istituzionale condiviso, e questo via libera alla Camera è un ottimo risultato. Adesso molte attività economiche possono guardare al proprio futuro con maggiore serenità”.
L'emendamento è la risposta ad uUna vicenda annosa che penalizzava anche in Emilia-Romagna molte imprese turistico-balneari. “Stiamo parlando di ristoranti, circoli nautici, bar, stabilimenti balneari- spiegano Bonaccini e Corsini, che hanno rivolto un particolare ringraziamento al ministro dei Beni culturali e Turismo Dario Franceschini e alla sottosegretaria Lorenza Bonaccorsi - che a differenza di altri, sono soggetti a canoni davvero elevati. Senza questo intervento, che abbiamo fortemente voluto, il rischio sarebbe stata la chiusura di queste attività”.
Valutazioni positive arrivanoa nche dalla Liguria “Dopo il pressing portato avanti dalla Conferenza delle Regioni finalmente è stato approvato dalla commissione bilancio della Camera un emendamento al decreto rilancio per l’estensione fino al 2033 delle concessioni balneari. Sono contento, lo dico da ligure e da coordinatore del tavolo nazionale del demanio, ben venga questo atto rafforzativo del Parlamento della Legge 145 emanata dal precedente governo che prevedeva l’estensione delle concessioni. Ora però l’augurio è che questo atto ponga finalmente fine a tutte le incertezze in vista del superamento della direttiva Bolkestein”. Lo dice l’assessore regionale ligure Marco Scajola, coordinatore del tavolo nazionale sul Demanio della Conferenza delle Regioni. “In questi due anni, dopo l’approvazione della 145 – continua Scajola - non c’è stato il conseguente decreto ministeriale per far sì che le 30 mila imprese italiane potessero avere certezze e garanzie sulla presenza di una Legge che concedeva loro una proroga di 15 anni. Al contrario, a questo proposito, c’è stato un grande dibattito e tanta confusione. Adesso questo ulteriore atto parlamentare può aiutare e sostenere i Comuni nelle azioni di prolungamento delle concessioni demaniali marino-marittime. In questi due anni, come tavolo nazionale del demanio della Conferenza delle Regioni, da quando è entrata in vigore la 145, abbiamo sempre chiesto al governo e al parlamento ulteriori azioni che potessero rafforzare e chiarire la proroga di 15 anni. Quindi siamo soddisfatti che finalmente sia stata accolta la nostra voce”. L’assessore regionale Marco Scajola ricorda che nell’aprile dell’anno era stato approvato in modo unanime da tutte le regioni un ordine del giorno per dare sicurezze alle imprese. “Ora si ponga fine – conclude Scajola - a tutte le incertezze che hanno creato problemi a un settore strategico per l’Italia e per la nostra regione costituito dalle imprese balneari, ma anche da altre realtà che hanno necessità di avere un orizzonte ampio per poter investire. Il governo superi definitivamente la decennale questione della Bolkestein, chiarendo che le concessioni demaniali marittime non debbano essere comprese in una direttiva che parla di servizi e non di beni, come lo stesso Bolkestein aveva ribadito nel corso di un incontro di qualche anno fa, dicendo a chiare lettere che l’Italia non rientrava nella sua direttiva”.
CORONAVIRUS: ZAIA, 'PIU' CONTROLLI PER CHI VIENE DALL'ESTERO'
SUD: BARDI, 'MANCA IDEA DI SVILUPPO, BEN VENGA UN PATTO TRA REGIONI'
Coronavirus: Boccia, focolai? Reti sanitarie funzionano
>>>ANSA/ Virus torna con rimpatri,Speranza studia estensione Tso Calo dei contagi dopo 5 giorni di aumento, ma risalgono ricoveri
CORONAVIRUS: SPERANZA, 'STRETTA SU CHI RIFIUTA CURE E A SCUOLA FAREMO I TEST'
Scuola: Ascani, rapporto con Sanità è cardine ripartenza
==Bonaccini: Governo sia veloce e faccia ripartire il Nord Nessuna sfida a Zingaretti, più tagliato per ruolo di governo
[Liguria] BALNEARI, REGIONE LIGURIA, EMENDAMENTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE BILANCIO PER PROROGA DELLE CONCESSIONI BALNEARI AL 2033. LA SODDISFAZIONE DELL’ASSESSORE MARCO SCAJOLA: “ADESSO SI SUPERI DEFINITIVAMENTE LA BOLKESTEIN”
[Emilia - Romagna] Turismo. Decreto Rilancio: sì all'emendamento che rende più equilibrati i canoni sulle concessioni demaniali marittime "pertinenziali". Bonaccini-Corsini: "Un ottimo risultato che premia un impegno condiviso e ridà prospettive a tante imprese turistico-balneari"
[Bolzano] EuregioLab: elenco misure per migliorare collaborazione nell'Euregio
[Ministero della Salute] Arrivi extra Schengen, l'ordinanza del ministro della Salute
( red / 06.07.20 )
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