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Regioni.it

n. 3853 - mercoledì 3 giugno 2020

Sommario
- Emergenza Covid-19 e minori entrate: confronto positivo Governo-Regioni
- Riaperture interregionali: è iniziata la Fase 3 della ripresa
- Tracciabilità coronavirus: l'App Immuni è attiva in 4 regioni
- Web talk l'8 giugno: Aiuti di Stato, risposta della Commissione Ue all’emergenza e focus su trasporti
- Agricoltura: emergenza Covid-19 e proroga termini, raccomandazioni per il Decreto
- Il 31 maggio segnali e testimonianze per la Giornata Nazionale del Sollievo

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Il 31 maggio segnali e testimonianze per la Giornata Nazionale del Sollievo

(Regioni.it 3853 - 03/06/2020) Il 31 maggio si è celebrata in tutta Italia la XIX Giornata Nazionale del Sollievo, evento promosso dalla Conferenza, delle Regioni e delle Province autonome, dal Ministero della Salute e dalla Fondazione Nazionale "Gigi Ghirotti"(vedi anche "Regioni.it" del 29 maggio). La pandemina del Coiv-19 non ha consentito che potessre aver luogo gli appuntamenti radiziani come convegno e manifestazioni pubbliche , ma da tutte le Regi9ni è comunque giuntomil segnale di una forte sensibilizzazione sui temi delle cure palliative, della terapia del dolore e, più in generale, dell'umanizzazioje dele cure. Il Presidente della Conferenza delle Regiomi ha inviatto tutte le istituzioni ad  una riflessione ulteriore sull'impegno profuso da medici, infermieri, operatori del SSN e volontari, partendo proprio da questi temi che costitiscono l'asse portante della giornata del sollievo. "Abbiamo ancora negli occhi – ha detto, fra l'altro, Stefano Bonaccini - le immagini che hanno testimoniato, nelle prime ore dell’emergenza e poi con continuità anche nelle fasi successive, l’abnegazione, la dedizione e la vicinanza alla persona sofferente, la cui centralità e dignità sono cardini della "cultura del sollievo". C’è una sola parola, mai ripetuta a sufficienza – ha concluso Bonaccini – che, ancor più nella Giornata nazionale del Sollievo, sintetizza ogni commento sull’operato del nostro Servizio Sanitario nazionale: semplicemente Grazie"
"Mai come quest’anno, la celebrazione della Giornata del sollievo - ha aggiunto il Presidente del Molise, Donato Toma, assume un significato estremamente importante. L’emergenza Covid-19 ci ha proposto uno scenario del tutto inedito della sofferenza che, oltre a essere fisica, è stata soprattutto morale e psicologica. Tutti i pazienti ospedalizzati, ma anche gli anziani delle RSA e i disabili delle RSD, sono stati privati della vicinanza dei loro cari e quelli che non ce l’hanno fatta se ne sono andati senza un ultimo saluto di conforto da parte dei familiari. Storie strazianti rispetto alle quali medici, infermieri, personale sanitario hanno fatto un lavoro eccezionale, encomiabile sotto il profilo professionale e relazionale anche in Molise: a loro una menzione particolare in questa XIX Giornata nazionale del sollievo per la preziosa vicinanza offerta alle persone sofferenti. Ma un attestato di riconoscenza - ha proseguito Toma -  va anche a quanti, nell’assistenza ordinaria, giorno dopo giorno, nella nostra regione, pongono a fondamento della loro azione la cultura del sollievo e l’umanizzazione delle cure, aspetti rilevanti della sanità moderna, tanto da rappresentare degli indicatori significativi per misurarne il grado di efficienza. Un ringraziamento a tutto il personale dell’Hospice “Madre Teresa di Calcutta” di Larino, una best practice che ha ricevuto, tra gli altri riconoscimenti, il prestigioso premio “Gerbera d’oro” che la Fondazione “Gigi Ghirotti” e la Conferenza delle Regioni assegnano ogni anno ad aziende sanitarie e istituti di ricerca che si siano particolarmente distinti nelle cure palliative e nella terapia del dolore, oltre che nell’accoglienza dei pazienti e nei sevizi offerti. Al dottor Mariano Flocco e a tutti i suoi collaboratori - ha concluso Toma -  la gratitudine per il lavoro che svolgono, giorno e notte, con abnegazione, professionalità e grande umanità".
Il Vicepresidente con delega alla Salute del Rriuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, in occasione della 19esima Giornata nazionale del Sollievo,ha sottolineato l'importanza di "Avere come obiettivo la qualità della vita del paziente e dei suoi familiari, rendendo il decorso della malattia meno doloroso e traumatico possibile nel momento in cui le terapie si dimostrano inefficaci. Le cure palliative rappresentano infatti un percorso di civiltà, oltre che di umanità, nel rispetto dell'autonomia e della dignità della persona anche nella fase terminale della vita". E soprattutto dopo questo momento nel quale il nostro sistema sanitario è stato sottoposto a una straordinaria pressione, è importante ripartire garantendo a pieno regime, sia in ambiente ospedaliero che domiciliare, quei servizi essenziali come la terapia del dolore e le cure palliative - ha aggiunto Riccardi - "sui quali la Regione in un'ottica di collaborazione con il volontariato ha inteso rafforzare strategie e investimenti". "L'alleanza con il Terzo settore - ha concluso Riccardi - diventa infatti il valore aggiunto per un supporto alla rete di professionisti del servizio pubblico impegnati in questo approccio clinico, in un'azione che deve accompagnare i pazienti cercando, quando possibile, di non sottrarli al contesto familiare".
"I servizi di cure palliative e terapia del dolore hanno continuato a garantire i loro servizi durante tutta l’emergenza Coronavirus, svolgendo una serie di azioni di fondamentale importanza. Domani, domenica 31 maggio, si celebra la XIX edizione della Giornata del Sollievo: non potremo celebrare come avremmo fatto in tempi normali, ma vuole comunque essere un’occasione per ringraziare di cuore tutti gli operatori che, in questi mesi così complessi, non hanno mai fatto venire meno la loro umanità e la loro professionalità”. Così la vicepresidente e assessore alla Sanità della Liguria, Sonia Viale. “È giusto quindi ricordare – aggiunge Viale –  il continuo e incessante sforzo da parte della rete regionale di cure palliative che, coordinata da Alisa, si è attivata fin da subito per fronteggiare l’emergenza in atto e per promuovere, anche e soprattutto in questo difficile momento, la diffusione delle cure palliative e della lotta al dolore per il sollievo dalla sofferenza fisica e morale per tutti coloro che, purtroppo, non possono giovarsi di cure destinate alla guarigione”. I servizi di cure palliative domiciliari da inizio pandemia sono stati infatti mantenuti ed erogati secondo specifiche procedure e modalità, definite a livello nazionale e declinate a livello locale, per assicurare gli adeguati livelli di assistenza ma anche per garantire la sicurezza di pazienti, caregiver ed operatori sanitari e sociosanitari. “Nel complesso – spiega la vicepresidente Viale – dal 1° marzo al 30 aprile le reti locali di cure palliative hanno effettuato in tutta la Liguria 1199 prese in carico domiciliari, e oltre 76mila accessi a domicilio. Inoltre i servizi di cure palliative delle diverse Asl hanno lavorato in sinergia con i medici di medicina generale, i servizi di cure domiciliari, gli ospedali e i Gsat, fornendo risposte a una popolazione di persone fragili che, per l’emergenza Covid, non ha potuto accedere a servizi usuali come day hospitals, day services oncologici, ambulatori territoriali specialistici”.
Tutte le reti locali di cure palliative inoltre hanno garantito fin dai primi giorni dell'emergenza un "triage" telefonico per ogni assistito, sia per verificare la presenza di sintomi riconducibili ad infezione da Sars - Cov2, sia per sostenere e garantire vicinanza alle famiglie in un periodo di necessaria riduzione dei contatti umani.
Infine, gli specialisti di Cure Palliative, pur costretti a non svolgere attività ambulatoriale in regime ordinario, hanno garantito consulenze gratuite a domicilio di terapia del dolore a pazienti fragili, su chiamata del medico di base o dei servizi di cure a domicilio. Sono incrementate anche le prese in carico e gli accessi a domicilio da parte del centro di riferimento regionale per le cure palliative pediatriche (aumento degli accessi a domicilio del 30% rispetto al primo bimestre 2020 sullo stesso numero di prese in carico). (leggi il Comunicato stampa della Regione Liguria)
Oltre agli eventi guà segnalati da Regioni.it il 29 maggio, vale la pena ricordare quanto sotttolineato nel Piemonte dalla Asl Città di Torino che ha sottlinea "L’importanzadella Scuola,per creare cittadinie professionisti consapevoli,eraun pensiero costante di Ghirotti,come quando riportava:“Tra le tante lettere, che all’indomani della trasmissione televisiva Lungo viaggio nel tunnel della malattia, ricevetti da tutte le parti d’Italia, ce n’era una scritta a più mani in un foglio uso protocollo, (...)Mi scriveva la loro professoressa, N. Pollone: “la ringrazio per aver aiutato il mio lavoro: è così difficile far capire ai ragazzi i veri valori della vita!”Chissà se i “veri valori” si possono insegnare o imparare a scuola”.Il Commissario della ASL Città di Torino, Carlo Picco,ha così espresso il significato di questa giornata: “Ghirotti richiamava all’attenzione ai bisogni del malato lungo tuttoil percorso di cura, alla solidarietà, al rispetto della dignità del pazienteanchenelle fasi avanzate di malattia. Nella Giornata del Sollievo il mio pensiero va ai pazienti che hanno affrontato le difficoltà di questo periodo di pandemia, ai loro familiari, al personale della Sanitàche si è sforzato in ogni modo di dare contenuto umano acurecheper inevitabili necessità organizzativedovevano sacrificare i contatti interpersonaliedinfine ai giovani perché non dimentichino,in questo momento,l’importanza dell’assunzione di responsabilità” (leggi il comunicato stampa della Asl).
La Asl piemonte ha anche proposto  un "approfondimento" con una intervista al Presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Alberto Sinigaglia.
L'Osservatore Romano, in un articolo intitolato "Il sollievo è sempre possibile.In Italia una giornata per gli ammalati e gli operatori della salute" (pubblicato il 30 maggio 2020), ricorda che Papa Francesco, nel Messaggio per la XXVIII Giornata mondiale del malato 2020, ha esortato gli operatori sanitari affinché "ogni intervento diagnostico, preventivo, terapeutico, di ricerca, cura e riabilitazione sia rivolto alla persona malata, dove il sostantivo “persona”, viene sempre prima dell’aggettivo “malata” e l’agire costantemente proteso alla dignità e alla vita della persona, senza alcun cedimento ad atti di natura eutanasica, di suicidio assistito o soppressione della vita, nemmeno quando lo stato della malattia è irreversibile". Gli hospices, gli ambulatori di terapia del dolore, le unità domiciliari di cure palliative sono la conferma che esiste un inedito diritto di rendere un senso alla sofferenza e vivibile il tempo della malattia che in occasione della Giornata nazionale del sollievo, viene rimarcato e testimoniato attraverso idonea informazione e iniziative di sensibilizzazione e solidarietà rivolte non solo a chi già si prende cura delle persone sofferenti — operatori sanitari, volontari, psicologi, assistenti spirituali — ma a tutti coloro che potrebbero con un atto di dono prendersi cura della sofferenza più prossima. Non è sufficiente ritenere che il sollievo possa essere raggiunto solo con nuovi e sempre più efficaci farmaci e terapie, poiché anche il cor urat — ciò che scalda il cuore — fatto di tenerezza, prossimità e sostegno contribuisce nella terapia del sollievo di chi non potrà guarire. Se, dunque, è vero che non sempre si può guarire, sempre si può curare e accompagnare perché, come affermava Gigi Ghirotti, giornalista e scrittore italiano del quale ricordiamo il centenario della nascita, scomparso nel 1974 dopo un lungo viaggio nel tunnel della malattia, «nella vita, nella malattia, nel dolore l’importante è non sentirsi abbandonati e soli».
La Federazione nazionale degli ordini e delle professioni infermieristiche (Fnopi) con una nota ha ribadito che quella del "Covid-19 è un’emergenza non solo di salute,  ma anche di relazione. Quella che manca ai pazienti in terapia intensiva e nelle corsie degli ospedali, ma anche a casa in isolamento, dove sono soli con la loro malattia e il loro dolore che troppo spesso ha avuto e ha esisti infausti. L’assistenza è la prima cosa: il paziente deve guarire. Ma non è l’unica azione in cima alla lista delle priorità nella pandemia: qui davvero, come è scritto nel Codice deontologico delle professioni infermieristiche, il tempo di relazione è tempo di cura. Anche se la carenza di organici e le necessarie protezioni individuali hanno messo a dura prova la vicinanza con gli assistiti. Gli infermieri non si sono arresi e lo hanno dimostrato con forza nelle evidenze del girone infernale coronavirus che non ha risparmiato le persone colpite, ma nemmeno chi di loro si è preso cura. Tra gli infermieri 40 decessi e circa 13mila contagi ne sono la prova. E lo hanno ribadito, nella XIXgiornata del Sollievo che quest’anno, il 31 maggio,  segna il decimo anniversario della legge sulle cure palliative 38/2010 e che mai come quest’anno ha senso rilanciare.
Ma - ha affermato la presidente Fnopi, Barbara Mangiacavalli - “Bisogna investire per far diventare permanente la percezione sociale del ruolo dell’infermiere, fatta anche del contenuto etico della professione”.
Anche la federazione nazionale degli ordini dei medici ha rivordato che siamo di fronte ad "una Giornata del Sollievo particolare, quella che stiamo per celebrare. Particolare perché cade nella fase 2 dell’epidemia di Covid-19, epidemia che ci ha insegnato un modo diverso di prossimità ai malati. Una prossimità che, da vicinanza fisica, è diventata prossimità d’affetto, di cuore, di pensiero. La Giornata del Sollievo ha come obiettivo quello di promuovere e testimoniare la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale. Ebbene, voglio ringraziare tutti quei colleghi, medici, infermieri, operatori sanitari che, in questi mesi, si sono fatti tramite tra i pazienti Covid, isolati nelle terapie intensive, e i loro familiari, diventando per questi ultimi i loro occhi, la loro voce, le loro mani che davano un’ultima carezza. Questi colleghi sono l’incarnazione vivente dei principi del nostro Codice deontologico, che impone al medico come il più leggero – e insieme denso di significato – dei doveri la prossimità al paziente e il sollievo dalla sofferenza”. Così si è espresso il presidente della Fnomceo,, Filippo Anelli. “Il medico è, sempre e comunque, prossimo al paziente e alla sua famiglia, ancor più nelle situazioni ‘di frontiera’, come il nascere, il morire, e tanto più profondamente nella sofferenza, e nella cura di ciò che non si può guarire – ha argomentato Anelli -.  Ce lo chiede il nostro Codice Deontologico, che, già all’articolo 3, impone al medico “la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana”. Per poi specificare, all’articolo 16, come “Il controllo efficace del dolore si configuri, in ogni condizione clinica, come trattamento appropriato e proporzionato”.  E ribadire, all’articolo 39, e che: “Il medico non abbandona il malato con prognosi infausta o con definitiva compromissione dello stato di coscienza ma continua ad assisterlo e se in condizioni terminali impronta la propria opera alla sedazione del dolore e al sollievo dalle sofferenze tutelando la volontà, la dignità e la qualità della vita”. Ce lo chiede, ancor prima e ancor più forte, la nostra coscienza, il nostro stesso essere medico, la nostra missione di curare anche quando non si può guarire (cfr. Comunicato stampa). 
Assessore Viale: “Cure palliative hanno sempre garantito i servizi durante l’emergenza, al fianco di chi soffre: da 1° marzo a 30 aprile 1199 prese in carico domiciliari e oltre 76 mila accessi a domicilio” Genova. “

 



( red / 03.06.20 )
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