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Dl Rilancio: rischi per i bilanci regionali
Tabelle potenziamento servizi sanitari
(Regioni.it 3846 - 21/05/2020) “Se il Governo vuole chiudere le Regioni, lo dica: si comporta con il decreto-legge "Rilancio" come se non ci fosse stata nessuna interlocuzione precedente. Il fondo di 1,5 miliardi per tutte le Regioni e per le Province autonome è insostenibile”, dichiara il presidente della regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga.
“La posta prevista dal decreto-legge 34 - sottolinea Fedriga secondo quanto riporta una nota - lascia solo 1,5 miliardi per le Regioni e le Province autonome per ristorarle delle minori entrate, a fronte di una manovra statale in deficit da 55 miliardi che si aggiunge ai 25 miliardi del decreto 'Cura Italia'. La nostra Regione – precisa Fedriga- non solo non beneficia dei proventi della tassa di soggiorno e dei fondi alle Province che qualcuno prima di noi ha abolito, ma si vede tolto anche il gettito Irap, non prevedendo le coperture e facendo pagare questa scelta di fatto al Friuli Venezia Giulia”.
“E' incomprensibile il fatto che il Governo ci chieda in questa fase di sommare alle perdite dovute al crollo del Pil un contributo alla finanza pubblica: equivale a pretendere di svenarci per buttare una goccia nel mare. Chiediamo rispetto”.
"Siamo partiti con responsabilità e spirito di leale collaborazione. Il risultato è che ci sentiamo presi in giro da un Governo che evidentemente punta a fare cassa sulle spalle dei territori", sostiene il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. "Non ci crede nessuno - sottolinea Fugatti - che nell'approvare un decreto da 55 miliardi, lo Stato riesca a trovare appena 1,5 miliardi quando il reale fabbisogno è di oltre 5 miliardi. Gli equilibri su cui poggiavano i conti dello Stato sono saltati e se questa è la risposta, è chiaro che non si è voluto ascoltare minimamente i territori. Significa impedire non solo a noi, che per statuto gestiamo con le nostre forze sanità, scuola e tante altre competenze, ma anche alle Regioni ordinarie di assicurare ai propri cittadini servizi essenziali come la salute ad esempio".
"Siamo partiti con responsabilità e spirito di leale collaborazione. Il risultato è che ci sentiamo presi in giro da un Governo che evidentemente punta a fare cassa sulle spalle dei territori", sostiene il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. "Non ci crede nessuno - sottolinea Fugatti - che nell'approvare un decreto da 55 miliardi, lo Stato riesca a trovare appena 1,5 miliardi quando il reale fabbisogno è di oltre 5 miliardi. Gli equilibri su cui poggiavano i conti dello Stato sono saltati e se questa è la risposta, è chiaro che non si è voluto ascoltare minimamente i territori. Significa impedire non solo a noi, che per statuto gestiamo con le nostre forze sanità, scuola e tante altre competenze, ma anche alle Regioni ordinarie di assicurare ai propri cittadini servizi essenziali come la salute ad esempio".
“Tutti si riempiono la bocca del 'Modello Genova' ma nessuno a Roma ha il coraggio di applicarlo. – sostiene Giovanni Toti, presidente della regione Liguria - Si preferisce burocrazia e confusione. Così come sono i decreti del Governo si rischia il fallimento di Regioni e Comuni”.
“I fondi stanziati non bastano a pagare l'aggravio di lavoro e le perdite di molti settori, quindi i cittadini rischiano di vedersi togliere con una mano quel che si fa finta di dare con l'altra. - interviene - Ad esempio sul trasporto pubblico locale, che dovrebbe aumentare la propria offerta per evitare assembramenti, ma in realtà nella legge non ci sono nemmeno i soldi per gli attuali servizi”.
“Nel decreto si stanziano soldi per investimenti su sanità e opere pubbliche, ma se il Governo non avrà il coraggio di fare leggi semplici per spenderli, resteranno tutti lì fermi, senza produrre posti di lavoro e occupazione”.
I conti in rosso delle Regioni a causa dell'emergenza sanitaria, in particolare di quelle a Statuto speciale come la Sardegna per garantire servizi essenziali come Sanità e Trasporti sono evidenziati dalla regione che ha un bilancio fondato per l'80% sulle entrate erariali. Dalle stime della Regione, vista la riduzione del gettito determinata dall'emergenza Covid-19, alle casse mancheranno tra i 600 e i 700 milioni di euro. Per le Regioni lo Stato ha messo a disposizione un fondo di 1,5 miliardi, 150 milioni destinati alla Sardegna, insufficienti secondo il presidente della Regione Christian Solinas e l'asserore del Bilancio Giuseppe Fasolino.
Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in merito alle ex zone rosse escluse dal fondo Covid, ritiene incredibile la “decisione da parte del Governo. E' sconcertante che si sia solo immaginato di escludere le ex zone rosse (Vallo di Diano, area Ariano Irpino) dal Fondo dedicato alle aree colpite gravemente dell'emergenza Covid. Chiediamo che si corregga immediatamente questa disposizione da parte del Governo".
Il Veneto ricorrerà contro le norme contenute nel Decreto Rilancio riguardanti i fondi per le "zone rosse", da cui sono state escluse le aree della regione, annuncia il presidente Luca Zaia, secondo cui "questo decreto verrà buttato nel cestino e dovrà essere riscritto, perché a mio avviso è assolutamente imbarazzante".
( gs / 21.05.20 )
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