(Regioni.it 3836 - 07/05/2020) Nel Governo si lavora ancora al Dl di maggio, il provvedimento sugli incentivi per la ripartenza del Paese. Si discute, tra l’altro, dei 200 milioni ai comuni delle zone rosse, del superbonus al 110% per ristrutturazioni green e antisimiche, dei 500 euro per bici e monopattini in città e della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, ma su quest’ultima ipotesi interviene Nicola Zingaretti, presidente della regione Lazio, sottolineando che è una idea che “non è mai stata discussa in nessuna sede”.
Il presidente della regione  Liguria, Giovanni Toti, afferma che “il decreto aprile è diventato il decreto maggio... anzi ormai direi metà maggio!”.
"I dati europei - sottolinea Toti - ci dicono che l'Italia sta bruciando quasi il 10% della sua ricchezza. Debito pubblico e deficit stanno schizzando alle stelle, ma quei soldi non arrivano ai cittadini per la troppa burocrazia. Come se una famiglia facesse un mutuo ma anziché comprare una casa tenesse i soldi fermi pagando la rata alla banca!".
Il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, evidenzia il tema delle mancate entrate per le regioni, dovute alla crisi economica e della loro copertura, altrimenti c'è l'impossibilità di poter garantire in futuro i servzi ai cittadini come la Costituzione prevede: "se l'Esecutivo nazionale non comprende o non vuole comprendere che in un momento di emergenza, che oggi sta diventando economica, se si continua a pretendere il contributo straordinario da parte della Regione Friuli Venezia Giulia, significa che la Regione non avrà i soldi per pagare gli stipendi ai medici, non avrà i soldi da dare ai Comuni per garantire i servizi sociali. E' questo il termine di grandezza".
"Noi non stiamo chiedendo più soldi, non stiamo chiedendo soldi per affrontare l'emergenza - sottolinea Fedriga -, stiamo chiedendo di non dare un contributo straordinario per poter garantire i servizi essenziali ordinari sanciti dalla Costituzione ai cittadini della nostra Regione. Non stiamo chiedendo nulla di più rispetto a quanto previsto dalla Costituzione e dallo Statuto".
Nel decreto di maggio c'è anche in discussione la possibilità di far slittare da giugno a metà  settembre il versamento dei tributi e contributi sospesi alle imprese  e agli operatori nazionali di numerosi settori in crisi durante  l'emergenza coronavirus.
Fraccaro annuncia che "il superbonus partirà da luglio. Le fatture di luglio potranno essere utilizzate per ottenere il credito d'imposta a partire da luglio. Per quanto riguarda l'approvazione del decreto 'aprile' stiamo lavorando per farlo approvare questa settimana o al massimo all'inizio della prossima. Stiamo parlando di 55 miliardi di interventi, il doppio di una manovra di fine anno, su cui lavoriamo per mesi", afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro.
"Noi vorremmo cercare di stimolare interventi complessivi di riqualificazione, come il cappotto termico, sostituzione di infissi, installazione di pannelli fotovoltaici, sostituzione di caldaie con pompe di calore piu' efficienti. Tutti interventi - spiega Fraccaro - che possano permettere di vivere in case più confortevoli, meno inquinanti, meno energivore, per poter spendere meno in bolletta. Si potranno installare anche accumulatori per le auto elettriche. Vogliamo ridisegnare il tessuto edilizio italiano".
"La burocrazia - sostiene Fraccaro - è un male di nostri giorni per questo dovremmo essere bravi non solo a scrivere la norma ma anche nella sua applicazione. Stiamo lavorando con l'agenzia delle entrate e con l'Enea per fare in modo che siano efficaci e non burocratici. I controlli - aggiunge Fraccaro - dovranno esserci, perché non potremmo permetterci di pagare un intervento su un privato per poi vedere che i lavori sono fatti male o non fatti perché qualcuno se ne approfitta. Deve essere un sistema che funziona".

“Il dato molto positivo – spiega Zingaretti - è che si sono fatte due manovre per una massa finanziaria di 80 miliardi che ne muoverà centinaia per dare fiducia e certezza. I pilastri sono due: sostegno alle imprese non per governarle, nè per nazionalizzarle, queste sono balle, nessuno ci ha mai pensato, c'è un sostegno dovuto per molti a fondo perduto”.

“Il primo grande pilastro è quindi la ripresa e difendere le aziende italiane dalle aggressioni straniere – prosegue Zingaretti -, il secondo pilastro è pensare a chi non ce la fa, centinaia di migliaia persone non ritroveranno il posto di lavoro perchè magari era precario e hanno bisogno di essere accompagnati, non possiamo lasciare sole queste persone, il rischio è l'aumento delle diseguaglianze sociali, è a rischio la democrazia del paese”.
Inoltre da lunedì 18 maggio si potrà tornare a seguire le celebrazioni religiose nei luoghi di culto. Il via libera oggi grazie alla firma del Protocollo del Presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e del Ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. "Le misure di sicurezza previste" assicurano che "la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo avvenga nella maniera più sicura" ha sottolineato Conte che ringrazia la Cei "per il sostegno morale e materiale che sta dando all'intera collettività nazionale".

Il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, spiega che il numero di lavoratori che risulta ancora in smart working alla data del 4 maggio 2020 nel settore privato è di 1.119.309 lavoratori, di cui 46% donne e 54% uomini,

“Sono convinto  - afferma Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud e la  Coesione territoriale - che le riaperture vanno  calibrate su quello che il ministro Speranza ha già chiarito  nell'accordo con le Regioni cioè: andamento del contagio, numero di  posti in terapia intensiva, disponibilità di personale sanitario, di  tamponi, di test”.

“In questo quadro – aggiunge Provenzano - non ha senso avere misure uguali su tutto il  territorio nazionale quando le situazioni sono così diverse tuttavia  lo dobbiamo fare all'interno di una cornice unitaria, siamo ancora in  una fase delicatissima. Si può fare con gradualità e cautela”.
Nel mese di marzo l'Istat stima un calo su febbraio delle vendite al dettaglio pari al 20,5% in valore ed al 21,3% in volume. A determinare l'eccezionale calo sono le vendite dei beni non alimentari, che diminuiscono del 36,0% in valore e del 36,5% in volume, mentre quelle dei beni alimentari sono stazionarie in valore e in lieve diminuzione in volume (-0,4%).
"Al Sud il peso delle attivazioni temporanee supera il 70% mentre al Nord si attesta intorno al 50%, il che fa prevedere che nelle regioni del Sud potrebbero manifestarsi significativi cali dell'occupazione nei prossimi mesi", evidenzia la Banca d'Italia in un focus sull'occupazione.